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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
In carne ed ossa 3




 


 
 


Lui la bacia di nuovo sulla bocca.
LAUREN: “Perché mi ringrazi?
ERIC: “Ora mi è tutto più chiaro.”
LAUREN: “Perché mi baci?”
ERIC: “Perché l’amore non può mai essere un movente.”
LAUREN: “Ecco sta uscendo fuori l’anima dello scrittore…”
ERIC: “Non ti piace?”
LAUREN: “Non so, di solito usavi questo tipo di atteggiamento per sminuire i miei risentimenti.”

L’uomo si guarda nuovamente attorno.
ERIC: “Ora capisco perché questa casa è vuota… Hai avuto ventidue giorni di tempo per far sparire ogni indizio.”
LAUREN: “Ventidue giorni per la nostra rinascita.”
ERIC: “Non ti senti in colpa?”
LAUREN: “Chi non ricorda non può sentire alcuna mancanza.”
ERIC: “Non hai pensato che possa essere lei, la tizia senza nome, a farsi viva?”
LAUREN: “Perché mai dovrebbe, senza i tuoi ricordi lei non esiste.”
ERIC: “Quindi era tutto previsto?”
LAUREN: “Oh non tutto, non potevo immaginare che dopo l’incidente tu non potessi ricordare…”
ERIC: “Ma hai colto l’occasione e ne hai approfittato…”
LAUREN: “Diciamo che è stato un piccolo aiuto dal destino.”

Ora i due sono in piedi.

ERIC: “Come si chiama lei?”
LAUREN: “È importante per te?”
ERIC: “Voglio ricordare!”
LAUREN: “Tania.”
ERIC: “Questo nome non mi dice nulla… Da quanto tempo ci sto insieme?”
LAUREN: “Da che so io, da sempre, le hai dedicato tutti i tuoi romanzi.”
ERIC: “Quindi non sarà difficile rintracciarla.”
LAUREN: “Tesoro rassegnati se non ricordi lei non esiste.”
ERIC: “Beh vorrei conoscerla, se eravamo così intimi anche lei mi aiuterà a ricordare.”
LAUREN: “Mi spiace deluderti…”
ERIC: “Perché?”
LAUREN: “Perché Tania non è reale, è ciò che avresti voluto che io fossi, è il mio alter ego, ma decisamente più bella, più sensuale, più affascinante, più disinibita nel sesso, più intelligente, più giovane, più troia! Capisci ora?
ERIC: “No, non capisco…”
LAUREN: E allora ti dico che ha le tette più grosse, i capelli più soffici, le labbra più grandi, il sedere morbido, i fianchi rotondi, gli occhi da cerbiatta… insomma la classica amante rivale.”
ERIC: “Tutto questo è successo per lei, vero?
LAUREN: “Tesoro, non mi hai dato altra scelta, è difficile lottare contro un fantasma. Per lei mi hai trascurata, hai trascurato il nostro matrimonio, per lei non abbiamo avuto figli. È lei la protagonista dei tuoi romanzi e lentamente giorno dopo giorno è diventata la protagonista della tua vita. È uscita da quelle maledette pagine e si è fatta reale.”
ERIC: “In un certo senso ci stavo insieme…”
LAUREN: “A Natale il regalo più bello era sempre per lei. Mi capisci ora? Era una lotta impari, qualunque cosa indossassi, qualunque cosa facessi, la tua mente ogni volta faceva un piccolo scatto in avanti ed io ero sempre la seconda.”
ERIC: “Dov’è ora?”
LAUREN: “Visto che non è più nella tua testa, ora è solo nei tuoi libri e credo che lì rimarrà per sempre.”

La donna si asciuga gli occhi.
LAUREN: “Ho tollerato per anni che lei stesse qui in questa casa, che mangiasse con noi, che stesse seduta su questo divano con noi a guardare la tv, che fosse diventata una di famiglia… Pensa che per anni ho apparecchiato la tavola per tre persone! E poi ho accettato che dormisse nel nostro letto, facesse l’amore con noi, che in bagno ci fossero tre spazzolini. Ti rendi conto?”
ERIC: “No, non me ne rendo conto.”
LAUREN: “Leggevo avidamente i tuoi libri per essere uguale a lei, sorridere allo stesso modo, vestire come lei, portare lo stesso taglio di capelli, lo stesso profumo, gli stessi orecchini! Facevo di tutto per assomigliarle, ringiovanire, baciare allo stesso modo, assecondarti nell’amore… ma nonostante i miei sforzi tu preferivi lei.”
ERIC: “E quindi?”
LAUREN: “Quindi nulla, lo accettavo perché fondamentalmente eri sempre mio.
ERIC: “E poi cosa è successo?”
LAUREN: “La mattina della disgrazia, mentre lei era in bagno a fare la doccia ti ho chiesto di far l’amore solo io e te.”
ERIC: “Ma non era vero, lei non era in questa casa.”
LAUREN: “Nella tua testa era più che reale e col passare del tempo non ti nascondo che anche per me la sua presenza era diventata più che normale. Una volta hai anche preteso che uscissimo insieme per fare shopping, dicevi che dovevamo diventare necessariamente amiche e confidenti.”
ERIC: “Per quale motivo?”
LAUREN: “Beh io ero la donna della tua vita e lei la donna dei tuoi romanzi e tu all’inizio tenevi ben distinti i due ruoli, ma poi la cosa è degenerata, lei ha iniziato ad uscire dai romanzi e si è fatta a poco a poco reale, mentre non hai mai voluto che io entrassi nei tuoi romanzi.
ERIC: “Dai dimmi di quella mattina… Cosa è successo veramente?”
LAUREN: “Ti avevo quasi convinto, credevo davvero che avrei potuto riconquistarti. Tu mi baciavi, ovviamente in silenzio per non farti accorgere da lei, mi dicevi di non fare rumore. Mi sentivo bene, ero ad un passo dal paradiso, mancava davvero un nonnulla, ma tu improvvisamente hai fatto un’espressione strana del tipo: “ma che sto facendo?” Insomma ti sono venuti i sensi di colpa, hai cominciato a sudare freddo, a dirmi che ti sentivi indegno, che non volevi tradirla perché lei non lo meritava affatto.”
ERIC: “Praticamente una vera e propria tortura, mi spiace…”
LAUREN: “Ci sono rimasta molto male e in quel momento ho capito di essere ormai fuori gioco almeno nella tua testa.”
ERIC: “Cosa ti dicevo?”
LAUREN: “Ho cercato di prenderti con le buone, ma tu mi hai accusata dicendomi che stavo giocando sporco e soprattutto che tra noi era finita e che saresti andato via di casa. Poi hai urlato il suo nome, l’hai chiamata dicendole di fare in fretta, di vestirsi.”
ERIC: “E tu cosa hai fatto?”
LAUREN: “Mai ti avrei permesso di uscire con lei dopo quel litigio, in un certo senso era come se lei diventasse improvvisamente reale, in carne ed ossa…”
ERIC: “Ma scusa, lo hai detto tu che non era reale…”
LAUREN: “Quella era la prova provata di quanto fosse vera nella tua mente. Tu non potevi fare a meno di lei ed io non potevo tollerarlo.”
ERIC: “Sì, ma tu sapevi benissimo che era solo una fantasia comunque fossero andate le cose.”
LAUREN: “Ero esasperata, ultimamente facevi dei discorsi strani, tipo che due donne in casa erano troppe, anzi che una di noi due era di troppo e ovviamente quella di troppo ero io.”
ERIC: “Quindi volevo stare solo con lei?”
LAUREN: “Quello era evidente, ma la mia paura più grande era che mi stavi rifiutando.”
ERIC: “E poi quel giorno cosa è successo?”
LAUREN: “Ti ho pregato di non andare. Ti ho giurato che non ti avrei più chiesto di fare l’amore senza di lei. Tu ti sei calmato, ma era una calma apparente.”
ERIC: “E poi?”
LAUREN: “Abbiamo pranzato regolarmente in veranda come facevamo di solito, ma si sentiva nell’aria che c’era qualcosa di strano. Ti sentivi in colpa per aver pensato, anche solo un attimo, di fare l’amore con me, o forse in quel momento hai realizzato che fossi solo una minaccia per te, per lei, per il tuo lavoro. Lei era pur sempre la protagonista dei tuoi romanzi e per farti perdonare la chiamavi amore, la coccolavi, le facevi i complimenti, le versavi il vino... Insomma come se io non esistessi, ti stavo perdendo Eric.”
ERIC: “Poi?”
LAUREN: “Per la prima volta l’hai baciata davanti a me! Ti rendi conto? Dopo pranzo avete bevuto il caffè in salotto e poi vi siete chiusi in camera per circa un’ora.”
ERIC: “E tu cosa hai fatto?”
LAUREN: “Ero nervosa, fremevo dietro quella porta, ho anche cercato di origliare, ma non sentivo nulla. Poi quando siete usciti lei portava un vestito rosso estivo, scollato e con le spalline, un cappello dello stesso colore del rossetto, era bellissima! Mai vista una donna così incantevole!”
ERIC: “Ma se non era reale come facevi a vederla?”
LAUREN: “Me lo hai detto tu. Eri estasiato, ammirato, perso per quella figura. Tesoro forse non te ne rendi conto, ma io ormai ragionavo con la tua testa, vedevo le cose che vedevi tu.”
ERIC: “Quindi te l’ho detto io che era bella e come era vestita?”
LAUREN: “Non solo, mi hai anche detto che ci avevi fatto l’amore. Poi l’hai baciata di nuovo, le hai toccato le tette davanti a me, capisci? Stavo impazzendo…”
ERIC: “Quindi fammi capire, mi volevi trattenere perché non volevi che uscissi con lei quel giorno?”
LAUREN: “Era successo altre volte, ogni tanto uscivate per una passeggiata, ma quel giorno mi hai chiesto dove fosse la tua valigia, allora ho capito che non saresti più tornato.”

Lauren rimane un attimo in silenzio e poi riprende.

LAUREN: “Avevi l’aria strafottente, mi hai detto che non ti sarei più servita e che avresti passato il resto della tua vita con lei.
ERIC: “E dove stavamo andando?”
LAUREN: “Non lo so, mi hai detto di non cercarti mai più, che dovevo considerarti morto. In quel momento siete andati insieme nel ripostiglio, cercavi la valigia, eri agitato, mi prendevi a male parole. Lei rideva, mi sono sentita ridicola e allora non ci ho visto più. Sono andata in cucina ed ho preso una bottiglia e vi ho inseguiti.”
ERIC: “Volevi colpire me o lei?”
LAUREN: “Al buio vedevo solo le vostre ombre e mi sono fatta largo. Tu eri salito sullo scaffale per prendere la valigia, io mi sono aggrappata a te, ti gridavo di non andare, che avrei fatto la brava, ma tu non sentivi ragioni, anzi hai preso a colpirmi, mi scalciavi e alla fine hai messo un piede nel vuoto e sei caduto rovinosamente su di me. Dal dolore non ci ho visto più e presa dalla rabbia ho reagito e ho iniziato a colpirti nel buio.”
ERIC: “E lei dov’era finita? Hai colpito anche lei?”
LAUREN: “Tesoro so solo che non volevo farti del male, non eri tu il mio obiettivo.”
ERIC: “Sì ma avevi già la bottiglia in mano… Quindi la tua intenzione era chiara…”
LAUREN: “Quella non era per te.”
ERIC: “Per questo motivo hai mirato direttamente alla mia testa…”
LAUREN: “Se lei fosse stata reale, avrei saputo dove colpire e non ti avrei mai fatto del male, lo giuro, ma lei era lì nella tua testa… Volevo solo sbarazzarmi di lei e spero tanto di esserci riuscita.”




FINE

Liberamente ispirato a “Piccoli crimini coniugali” un film del 2017 diretto da Alex Infascelli, tratto dall'omonima piece teatrale di Éric-Emmanuel Schmitt, (Petits crimes conjugaux, 2003)









Photo   Adam Allen




Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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