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Adamo Bencivenga
L'Amore Malato
GIOVEDI 15 APRILE. ORE 9:00 P.M. UN’ORA DOPO
Squilla il telefono, Karen è nella sua camera da
letto. Corre e risponde affannata. Karen: Amore…
Mathias: Tesoro… Come facevi a sapere
che ero io? Karen: Solo tu puoi
essere e poi riconosco lo squillo. Quando chiami tu è
diverso ed io lo sento col cuore. Mathias:
Dai Karen, quando parli così mi spaventi.
Karen: Sono solo felice! Mathias:
Ma a me preoccupi, ho paura che troppo amore a lungo
andare non ti faccia stare bene. Karen:
Oh no, anzi, forse sei tu che hai paura che una donna
possa amarti in questo modo. Mathias:
Ascolta, sei contenta di sentirmi di nuovo oggi?
Karen: Oh sì tanto, ma che succede? Non
mi hai mai chiamato tre volte di seguito in un giorno.
Mathias: È perché ti amo.
Karen: Mi dai una gioia immensa, sai?
Mathias: Cosa stavi facendo?
Karen: Mi stavo preparando per andare a
dormire. Mathias: Hai cenato?
Karen: Mi sono preparata un panino, non
avevo voglia di cucinare. Mathias:
Hai la camicia da notte? Karen: Sì.
Quella bluette con i ricami bianchi, te la ricordi?
Mathias: Sotto porti le mutandine?
Karen: Sì certo. Mathias:
Allora toglile e toccati. Devo dirti una cosa.
Karen: Tu ti tocchi? Mathias:
No, io non posso, fallo tu. Karen:
Ma così non mi piace! È tanto tempo che non lo facciamo
insieme. Mathias: Ti ho detto di
toccarti, ubbidisci! Karen: Ok,
aspetta.
Karen si alza, poggia la cornetta
sulla sedia e si toglie le mutandine, poi si scopre il
seno. Karen: Ecco fatto.
Mathias: Toccati ora. Karen:
Sì sì. Dio che bello, sentirti così. Mathias:
Ti piace la mia voce calda? Karen:
Mi fa impazzire. Dai parla piano, sussurrami qualcosa.
Dimmi che ti manca fare l’amore con me.
Mathias: Voglio sentire i tuoi gemiti caldi.
Dai ora accarezzati tra le gambe, ti voglio far arrivare
al limite dell’orgasmo, ma tu non godere.
Karen: È difficile, ma lo faccio. Dimmi che
sono tua, amore. Mathias: Sarai mia
se fai quello che ti dico. Karen:
Due dita tesoro… Mathias: Brava,
spingi, poi smetti quando stai per venire.
Karen: Sììì, mi senti? Mathias:
Ancora no. Karen: Ci sono quasi
amore. Mathias: Ecco brava ora togli
le dita da lì, accarezzati il seno e ascoltami.
Karen: Sì amore, ti vorrei qui ora.
Mathias: Senti ci ho ripensato. Non
chiamarla Hanna, lascia stare. Karen:
Faccio quello che vuoi. Mathias:
Non andare a ballare… Karen: Lo
sapevo che ci avresti ripensato. Ti amo.
Mathias: Ascolta, no non ci ho ripensato, ma
voglio la prova che mi ami veramente. Karen:
Tu non senti il mio amore? Sono piena di te ora.
Mathias: Non mi basta, voglio di più.
Karen: Che devo fare?
Mathias: Hai detto che il signor Whatson ti
guarda le tette, vero? Karen: Sì, me
le guarda eccome, e mi fa anche apprezzamenti.
Mathias: Cosa ti dice? Karen:
Che sono bella. Mathias: E poi?
Karen: Che magra sono ancora più
affascinante ed ho il portamento da signora.
Mathias: E poi? Tutto qui? Karen:
L’altro giorno mi ha detto che è un delitto che una
donna sposata, giovane e bella come me non abbia un uomo
accanto. Mathias: Ecco vedi? La
pensa come me. Karen: Cosa vuoi
dire? Mathias: Che siamo adulti e
sappiamo come va il mondo. Karen:
Più che adulti siete maschi. Mathias:
Amore accarezzati il seno, non smettere.
Karen: Lo sto facendo. Mathias:
Stringi i capezzoli, fa conto che lo stia facendo io. E
poi cosa ti dice? Karen: Nulla, ma
mi fissa come se mi volesse spogliare.
Mathias: Quindi ci ha provato? Karen:
Ma che dici? Non gli ho dato modo, di solito abbasso lo
sguardo, faccio la spesa ed esco in fretta dal negozio.
Mathias: Allora domani prova a stare di
più nel negozio, attardati facendo finta di scegliere
qualche prodotto, poi chiedigli consiglio…
Karen: E perché mai questa commedia?
Mathias: Prova a sorridergli, metti il
rossetto, quello rosso fragola e quando cammini davanti
alla cassa cerca di ancheggiare… Karen:
No, questo non lo faccio. Mathias:
Ti devi muovere come se fossi io a guardarti, capisci?
Karen: Ma è vecchio! Mathias:
Ma che vecchio! Avrà sì e no quarantacinque anni. E poi
scusa se fosse stato più giovane non avresti avuto
dubbi? Karen: Non mi fraintendere,
ti prego. Intendevo dire che mi sento a disagio.
Mathias: Secondo me invece è una
fortuna, non ci creerà problemi. Sbaglio?
Karen: In che senso problemi?
Mathias: Non è un ragazzino come quelli che
potresti incontrare al Leone Nero. Un uomo adulto tiene
la bocca chiusa non va in giro a spiattellare le sue
conquiste. Karen: Tu vuoi davvero
che lo faccia? Mathias: Non sto
scherzando Karen. Karen: Allora ok
gli sorrido, ma niente di più. Mathias:
Beh poi vedremo. Karen: No Mathias
no, non dirmi poi che non te l’ho detto.
Mathias: Smettila. Ora lasciati andare.
Continua ad accarezzarti il seno. Me lo stai facendo
indurire. Karen: Davvero?
Mathias: Non tu, ma il pensiero che
sorridi al signor Whatson. Karen: Se
ti fa questo effetto lo faccio, ma tu mi devi assicurare
che anche domani mi chiami tre volte. Mathias:
Tesoro non dipende da me, questo è stato un caso
eccezionale. Toccati tra le cosce dai. Karen:
Oh amore ci sono. Sto venendo. Sì, ti giuro che gli
sorrido. Oddio eccomi. Sì. Mathias:
Brava, ma dimmi meglio cosa che farai. Karen:
Mi metto il rossetto fragola e gli sorrido.
Mathias: Ti adoro quando sei così obbediente.
Karen: Ed io invece ti amo!
Mathias: Ora vedrai che dormirai meglio
e domani sarai ancora più disponibile. Devi essere meno
problematica tesoro. Ti voglio leggera senza chiederti
perché mai ti chiedo certe cose o se sia giusto o meno
farle. Da oggi voglio prendermi cura di te.
Karen: Ma già lo fai, forse non te ne rendi
conto di quanto tu sia indispensabile per me.
Mathias: Voglio che tu stia bene e
soprattutto felice, rilassata e bella. Karen:
Sì sì, grazie tesoro mio. Cosa farai ora?
Mathias: Cosa vuoi che faccia? Controllo questi
maledetti strumenti tutta la notte. C’è una burrasca in
atto, speriamo bene. Karen: Povero
amore. Fai attenzione. Ti voglio vivo.
Mathias: Tu non mi vuoi vivo, tu mi vuoi tutto
per te. Karen: Non è la stessa cosa?
Mathias: Beh no. ora vai a nanna dai.
Karen: A domani amore.
Mathias: Notte.
*****
VENERDI 16 APRILE. ORE 5:00 P.M. IL
GIORNO DOPO.
Karen: Ciao amore.
Mathias: Ciao, come stai?
Karen: Bene, la pioggia è arrivata anche qui,
piove a dirotto e da stanotte non ha mai smesso. Dio
come vorrei che mi abbracciassi. I tuoni mi fanno paura,
mi fanno sentire piccola. Mathias:
Ma tu sei piccola Karen… Karen: E
infatti ho bisogno di te. Mathias:
Tesoro oggi non ho tanto tempo. Karen:
Come mai? Mathias: Anche qui piove
tanto e abbiamo un problema in piattaforma.
Karen: Mi spiace. Mathias:
Ma volevo comunque sentirti, sono curioso sai, ci ho
pensato tutta la notte. Karen: A
cosa amore? Mathias: Sei stata dal
Signor Whatson? Karen: Certo, questa
mattina, come al solito. Ho fatto un po’ di spesa.
Mathias: Ma hai messo il rossetto?
Karen: Sì, quello fragola.
Mathias: Come eri vestita? Karen:
Avevo il maglione a strisce. Mathias:
Quello attillato che ti fa le tette grandi?
Karen: Sì. Mathias: E lui
te le ha guardate? Karen: Beh è
impossibile non guardarle. Mathias:
E come te le guardava? Karen: Dai
Mathias come vuoi che me le guardasse?
Mathias: Che c’è amore, ti sento distante.
Perché non mi racconti? Cos’hai? Karen:
Mi vergogno. Mathias: E non fare la
bambina, cazzo! Karen: Quando sono
andata alla cassa per pagare gli ho sorriso come mi
avevi chiesto tu. Mathias: E lui?
Karen: Ha scosso la testa e poi
guardandomi le tette ha sospirato e ha detto che se
avesse avuto dieci anni di meno… ma non ha finito la
frase… Mathias: Immagino che
pensasse che te le avrebbe strapazzate… Karen:
Boh non lo so, non lo ha detto… Mathias:
Sì, ok, ma dall’atteggiamento avrai capito qualcosa no?
Karen: Tesoro dai, non leggo nei
pensieri degli altri. Comunque le guardava.
Mathias: Ok scusa, ma tu? Cosa hai detto? Ti è
piaciuto? Karen: Ero imbarazzata,
c’era anche un’altra cliente in negozio, la signora
Rothford, la madre di Thuner, te la ricordi? Insomma
avevo il timore che sentisse. Comunque gli ho sorriso di
nuovo. Mathias: E lui?
Karen: Mi ha aiutata a mettere la spesa nella
borsa, poi quando eravamo vicini, ha abbassato la voce e
mi ha detto che sarei un bellissimo sogno per lui.
Mathias: Ci credo! Karen:
E poi mi ha aggiunto che se vado quando non c’è nessuno
mi fa anche lo sconto. Mathias:
Fantastico è quello che volevamo no? Karen:
Lo volevi tu. Io mi sono solo comportata come mi avevi
chiesto Mathias: Lo sai vero cosa
dovrai fare domani? Karen: Tesoro
gli ho sorriso come mi avevi chiesto. Cosa devo fare di
più? Mathias: Devi fargli vedere le
tette. Karen: Ma le ha viste!
Mathias: Da sotto il maglione ha solo
intuito quanto possano essere belle. Credi si
accontenti? E poi se ti fa lo sconto vorrà qualcosa di
più. Karen: Lo so, ma io non voglio
lo sconto. Con i soldi che mi mandi ci vado avanti senza
problemi. Mathias: Perché? Non ti
capisco. Uniresti l’utile al dilettevole.
Karen: No, non voglio fargli vedere le tette.
Mathias: Perché? Karen:
Perché mi sa di puttana. Mathias: E
che male c’è, anzi, la cosa ci intriga di più, vero?
Karen: Pensa se la gente del paese
sapesse che il signor Whatson mi fa lo sconto per quel
motivo… Mathias: Ma che ci frega
cosa pensano gli altri Karen! Karen:
Non ti scoccerebbe se qui in paese sapessero che tua
moglie fa la puttana per un po’ di sconto?
Mathias: E allora se ti scoccia non farti fare
lo sconto, così non ti senti una puttana.
Karen: Beh lo sarei lo stesso.
Mathias: Ma che dici? Karen:
Tesoro sono sposata, come la chiameresti una moglie che
si fa vedere le tette da un altro? Mathias:
A me sembra tutto così incredibilmente eccitante! E poi
scusa sarebbe peggio se sapessero che ci vai perché te
lo ha chiesto tuo marito… Karen:
Appunto hai detto bene, io, in caso, lo farei solo
perché tu lo desideri e non vorrei nulla in cambio.
Mathias: Ecco mi piace quando sei
ragionevole. Karen: Ho detto in
caso… non che lo faccio. Mathias: Tu
hai un seno meraviglioso tesoro, sodo, da guardare e
baciare. È un peccato non farlo apprezzare. Senti a me,
devi scoprirlo e farglielo vedere. Poi chiudi gli occhi
e aspetti che lui te lo tocchi. Karen:
Vedi che non ti accontenti? Mi avevi detto di farmi solo
guardare. Mathias: Ma se siete soli,
lui proverà a toccarti le tette no? Pensa amore, dopo
due lunghi anni… chissà che effetto ti faranno due mani
che ti stringono i capezzoli. Secondo me impazzirai di
piacere… Nessuno donna resiste così tanto.
Karen: Ti sento eccitato amore.
Mathias: Lo sono, penso a quando te le bacerà…
Sono sempre molto sensibili vero? Karen:
Tanto amore mio. Ora di più… Ma anche ieri quando facevo
l’amore con te pensavo che a stringermele fossero le tue
mani. Mathias: Vedi che ho ragione?
Non puoi stare così, è una tortura bella e buona. Hanno
bisogno di mani di maschio, non certo le tue.
Karen: Tu sapevi massaggiarle a dovere.
Mathias: Non puoi vivere di ricordi. E
poi ricordati che più te le fai toccare e più rimangono
belle e sode. Non mi dire che le vuoi far diventare
molli e cadenti come le vecchie. Karen:
Dici? Mathias: Dico che quando
tornerò a casa non voglio due pere striminzite.
Karen: Saranno belle vedrai.
Mathias: Allora mi raccomando, fai
quello che ti dico, devi essere disponibile come quando
lo facevi con me. Karen: Non sarà la
stessa cosa… ma se a te eccita così tanto ti prometto
che ci provo, ma non posso garantirti il risultato.
Mathias: Vedi che ci sentiamo tutti e
due più leggeri? Oggi non ti ho sentito triste, non
abbiamo parlato della lontananza e né di quando tornerò.
È un bene no? Karen: Mi manchi lo
stesso. Mathias: Comunque è una cosa
buona non credi? Almeno non stai tutto il giorno a
pensare a me. Karen: Tanto ci penso
lo stesso. Mathias: Anche se non lo
vuoi ammettere questo pensiero ti rende occupata.
Karen: È una lotta contro me stessa.
L’altra me vorrebbe accontentarti, te lo giuro.
Mathias: Sei sempre tu tesoro, non
esistono due Karen, vedrai che la parte meno cosciente
alla fine la spunterà, ne sono sicuro perché mi renderai
felice. Karen: Io voglio che tu sia
felice con me, indipendentemente da cosa faccio.
Mathias: Questo aiuta, fidati.
Karen: Mi fido ciecamente di te.
Mathias: Senti, ma la signora Rothford
ti ha vista quando sorridevi al signor Whatson?
Karen: No, era di spalle.
Mathias: Quindi vedi? Devi stare serena, sarà
un nostro segreto. Karen: E del
signor Whatson… Mathias: Ora devo
andare Karen ci sentiamo domani. Karen:
Ma anche oggi non vuoi fare l’amore? Mathias:
Lo abbiamo fatto ieri sera. Karen:
No! L’ho fatto solo io e poi abbiamo pensato per tutto
il tempo al signor Whatson… Mathias:
Lui ci renderà felici vedrai. Karen:
Ma come fa a renderci felici e poi è vecchio.
Mathias: Tesoro, vedi che non capisci?
Non lui in quanto lui, ma l’immagine di qualcuno che ti
rende viva e impegnata. Non so più come spiegartelo.
Karen: Scusa, ma non è facile per me
entrare nel tuo cervello. Mathias:
Non si tratta del mio cervello, anzi, ascolta, se non ti
va di farlo, non farlo, discorso chiuso.
Karen: Dai Mathias non ti arrabbiare, ti ho già
detto che ci provo. Mathias: Ok, ma
ora non ho tempo tesoro. Karen: Ma
io ho bisogno di stare solo con te… Mathias:
Ora hai altro a cui pensare… vedrai che tra qualche
giorno non ti accontenterai più di farlo al telefono.
Quello era solo un palliativo mentre ora hai la
possibilità di godere e anche tanto. Karen:
Ti desidero. Mathias: Karen, allora
lo faremo quando mi racconterai cose più piccanti. Ok?
Karen: Tu sei cambiato Mathias, c’è
qualcosa che mi sfugge. Mathias: Ma
che dici? Sto solo rendendo più frizzante il nostro
rapporto. Karen: Sarà, ma non ne
sono sicura. Mathias: Fai quello che
ti ho detto e vedrai che mi sentirai più vicino.
Karen: Allora spero domani.
Mathias: Ok a domani amore. Karen:
Aspetta! Mathias: Non ho tempo.
Karen: Pensi davvero che poi per noi
sarà tutto più bello? Che mi desidererai tanto perché ho
fatto toccare le tette ad un altro? Mathias:
Lascia stare questi discorsi. Per il momento devi
pensare a te stessa, essere più leggera, sentirti
femmina e goderti la vita. Karen: Se
fosse così tu mi ameresti di più? Mathias:
Saresti una donna indipendente e le donne indipendenti
hanno un fascino in più. Karen: Ok
Mathias, spero di non deluderti. Mathias:
Ciao Tesoro. Karen: Già mi manchi…
Mathias: Fammi andare. Devo chiudere
scusa. Karen: Ma perché così in
fretta? Ma scusa non lo sanno che chiami tua moglie?
Mathias: Ho detto che non posso
restare. Ciao.
Click
*****
SABATO 17 APRILE. ORE 5:00 P.M. IL GIRONO
DOPO
Karen è in attesa della telefonata, come
al solito qualche minuto prima delle cinque si siede
sulla sedia in corridoio ed aspetta fissando il
telefono, passano i minuti, poi le ore, ma questa volta
il telefono non squilla e Mathias non chiama. Dalla
piattaforma le telefonate avvengono tramite
radiotelefono e lei non ha il suo numero per cui non può
chiamare. Si alza va in cucina poi torna e questo
per decine di volte, alla fine aspetta per tutta la sera
bevendo due boccali interi di birra fino a che, stremata
per quell’attesa, si addormenta sulla sedia.
Quando si sveglia sono quasi le quattro di mattina,
sconsolata va a letto. Nella sua mente s’annida una sola
ed unica domanda, perché mai Mathias non l’abbia
chiamata? Ma la sua domanda è senza risposta e allora
ripassa a memoria la telefonata del giorno prima. Sì
certo, lei con il cuore in mano gli ha spiegato le sue
ragioni e il suo stato d’animo, ma sicuramente, pur
accettando, non si è dimostrata entusiasta. Pensa che
Mathias si sia arrabbiato e che il motivo per il quale
quel telefono è rimasto muto non sia molto distante dal
suo pensiero. Passa una notte agitata. Sogna
Mathias, il signor Whatson, sua madre e la signora
Rothford.
*****
DOMENICA 18 APRILE. ORE 5:00 P.M. DUE GIORNI DOPO
DALL’ULTIMA TELEFONATA
Mathias:
Karen sei tu? Karen: Si amore sono
io. Mathias: Scusami per ieri,
purtroppo il generatore ha avuto un guasto per via del
cattivo tempo e siamo stati senza energia elettrica fino
a questa mattina. Abbiamo dormito sull’isola qui faceva
un freddo cane. Karen: Ma è la prima
volta in assoluto che saltiamo un giorno senza sentirci.
Sono stata in ansia e non sapevo cosa pensare.
Mathias: Tesoro anche a me è
dispiaciuto tanto, ma non ho potuto. Il radiotelefono
qui non funzionava. Karen: Scusa, ma
non potevi chiamarmi dall’isola? Mathias:
Non ho potuto. Credi davvero che lo abbia fatto apposta?
Perché? Karen: Perché l’altro giorno
hai chiuso in fretta senza salutarmi… Chi c’era con te?
Mathias: Tesoro, ma che dici? Comunque
ti avevo salutato e qui non c’era nessuno.
Karen: Ci sono rimasta male, sembrava come se
non volessi far sentire che eri al telefono con me.
Mathias: Non voglio che sentano i
nostri discorsi. Karen: Ma mi stavi
solo salutando, che male c’è? E poi stavi parlando con
tua moglie, mica con un’amica, cavolo!
Mathias: Hai ragione scusa, non lo farò più.
Karen: Ma neanche la sera hai potuto?
Con chi hai dormito sull’isola? Mathias:
Da solo tesoro, negli uffici della Compagnia.
Karen: Come si chiama la Compagnia?
Mathias: Perché mi fai questa domanda?
Ti sento sospettosa… sono due anni che lavoro qui è
possibile che tu non lo sappia? Comunque si chiama
JustOil. Karen: Ma non mi avevi
detto Goliat? Mathias: Goliat è la
piattaforma dove siamo. Karen: E non
c’erano donne sull’isola? Mathias:
Ero solo ti ho detto! Karen: Non ci
credo! Prima hai detto che siete andati tutti
sull’isola. Dimmi la verità, hai dormito con una donna
vero? Lo sento che non sei solo. Mathias:
È inutile che ti ripeta ogni volta che sono solo. Sei tu
che devi crederci. Karen: No tesoro
non funziona così, sei tu che devi convincermi.
Mathias: Karen io penso solo a te, anzi
pensavo… lo sai a cosa, vero? Karen:
È bella vero? Dimmi solo che è una prostituta ed io mi
tranquillizzo e non ti faccio più domande.
Mathias Accetteresti se ci andassi?
Karen Io ti amo da impazzire, voglio che sei
solo mio, e stanotte pensavo che per non perderti meglio
una puttana che una ragazza normale. Mathias:
Tranquillizzati non ci sono prostitute sull’isola e se
anche ci fossero io non le ho viste. Karen:
Scusa ma i tuoi colleghi, quelli non sposati, come
fanno? Mathias: Non parliamo di
queste cose. E poi lo sai che non mi piacciono le
puttane, non ci andrei mai. Karen:
Ma tu vuoi che io faccia la puttana però…
Mathias: Non ho detto che devi fare la puttana.
Karen: E come la chiami una sposata che
va con un altro uomo per puro divertimento.
Mathias: Non è divertimento, ma terapia…
Keren: Sei singolare… Non credo sia
come prendere una medicina. Mathias:
Quello che conta è il risultato e comunque tesoro tu sei
veramente ingenua, certe cose si fanno senza dirlo. Tu
sei nel fiore dei tuoi anni ed hai le tue esigenze come
qualsiasi altra donna. Karen: Vuoi
dire che anche le altre lo fanno senza farlo sapere?
Mathias: Ovvio, ma delle altre non me
ne frega niente, a me interessi tu, sei mia moglie ed in
questo periodo hai bisogno di sentirti viva e per
sentirti viva devi liberarti mentalmente di me.
Karen: Mathias io non voglio liberarmi
di te, sono persa senza di te… E mi piace pensare,
quando tornerai, di essere stata virtuosa.
Mathias: Lascia stare, questa non mi sembra una
virtù. Ti stai solo impuntando perché pensi a torto che
poi io possa in qualche modo vendicarmi.
Karen: Non lo farai vero? Mathias:
Tesoro ma non sei tu a farlo, sono io che te lo sto
chiedendo. Karen: Comunque mi hai
fatto preoccupare, ho pensato a cose brutte, ho avuto
degli incubi, avevo paura che ti fosse successo qualcosa
di brutto. Tra l’altro mi avevi detto che c’era un
temporale in atto. Mathias: E dai
che non è la fine del mondo, può succedere no?
Karen: Promettimi che non succederà
più… Mathias: E come faccio a
promettertelo, non fare la bambina Karen.
Karen: Dimmi che mi ami… Mathias:
Dimmi prima tu cosa è successo ieri. Sei stata dal
signor Whatson? Karen: Sono stata a
fare la spesa come al solito. Mathias:
Spero che tu non abbia fatto solo la spesa.
Karen: Ho fatto quello che volevi.
Mathias: Dai racconta. Karen:
Non c’è nulla da raccontare, quando sono entrata lui
stava mettendo in ordine degli scatoloni, allora l’ho
salutato, lui mi ha sorriso e mi ha chiesto di
avvicinarmi. A quel punto ho sollevato la maglia e lui
ha iniziato a toccarmi il seno, poi… Mathias:
Tesoro me lo stai raccontando come se stessi leggendo,
senza trasporto, senza un minimo di enfasi.
Karen: È quello che è successo! Cosa ti devo
dire di più? Mathias: Perdonami, ma
non credo ad una parola di quello che dici.
Karen: Mi senti lontana perché non sono
dell’umore giusto per questo le mie parole non ti
arrivano. Mathias: No tesoro, io ti
conosco, le tue parole non arrivano perché mi stai
mentendo, tutto qui. Karen: Mi
sembra che per te sia una cosa vitale, anzi più
importante del mio amore. Mathias:
Se mi amassi davvero non diresti questo e soprattutto
non mi diresti bugie. Karen: E vabbè
hai ragione tu, sono una schiappa, non sono capace
neanche di mentirti. Pensa che, per paura di sbagliare,
ho anche scritto su un foglio le cose che dovevo dirti.
Mathias: Mi stai ingannando ti rendi
conto? Karen: Credevo di ingannarti
andando con un altro... Mathias:
L’inganno è se lo fai di nascosto. Karen:
Anche se lo sai, anche se sei tu a volerlo, non credo
sia una cosa bella. Mathias: Ma chi
te le dice queste cazzate? Tua madre o le tue sorelle?
Karen: Pensa che oggi sono stata a casa
dei miei, per un attimo, quando ero sola con mia madre
ho pensato di confidarmi con lei… Mathias:
Ma sei pazza? Karen: Tu dici che
non c’è nulla di male… Mathias: Ma
tua madre non capirebbe! Karen:
Pensa se davvero sapesse che vado con il signor Whatson
e che me lo hai chiesto tu! Mathias:
Tra moglie e marito succedono cose inconfessabili che
nessuno deve sapere. Non fare la cretina.
Karen: Ed io voglio essere tua complice! Ecco
perché pur di accontentarti mi ero inventata tutto.
Mathias: È la prima volta che mi dici
bugie sai? Karen: Ma cosa ti importa
se sia vero o meno? Il fatto che te lo sto dicendo
significa che mentalmente sono pronta no? Dammi solo
tempo. Mathias: Tesoro non ci siamo,
io voglio che tu vada dal signor Whatson e ci fai
l’amore. Ora sono stato chiaro? La prossima volta non
dirmi che non hai capito. Karen: Ma
io lo voglio fare con te. Mathias:
La cosa non preclude l’altra… Karen:
Ma se lo faccio con lui poi tu non mi vuoi più.
Mathias: E perché non ti vorrei più?
Karen: Non ti fa strano pensare che ho
preso il pisello di un altro? E magari è più grosso del
tuo… Mathias: Beh se lo fosse ti
divertiresti di più… Karen: Mi fa
schifo solo il pensiero! E poi mi sentirei sporca…
Mathias: Ma non devi pensare
tecnicamente alla cosa, quello che tu chiami pisello è
solo un tramite, un mezzo per liberarti dall’ossessione
di me, dell’attesa e di quanti giorni mancano al mio
ritorno. Karen: Nulla alleggerirà
quest’attesa. Mathias: Non
l’alleggerisce, ma vedrai che passerà più in fretta.
Karen: Col pisello di un altro in
bocca? Mathias: Dai per favore
Karen, ma che sono queste espressioni? Karen:
Sono volgari? Mathias: Altro che
volgari. Certo l’amore è anche questo, ma detto così,
senza complicità e trasporto diventa tutto squallido. Mi
deludi sai… Karen: Non mi ami più?
Mathias: Se continui a dirmi bugie… no
che non ti amo. Anzi senti ora sono arrabbiato con te.
Sei diventata bugiarda e volgare ed io ora ti saluto.
Karen: No Mathias ti prego perdonami,
domani giuro che ci vado e ti dirò solo la verità… ti
prego. Mathias: Non deve essere un
obbligo, ma una liberazione. Lo capisci o no?
Karen: Ma è a te che fa piacere!
Mathias: Ma lo devi desiderare anche
tu, questa non deve essere una costrizione, ma una
ribellione ai fantasmi che girano nella tua mente.
Karen: Dici che sto impazzendo? Che ho
bisogno di cure? Mathias: Da sempre
le malattie d’amore si curano con il sesso.
Karen: Tu sei esperto, io no.
Mathias: Allora fidati di me, cavolo!
Karen: Amore ti giuro lo farò e non ti
dirò più bugie, ma ora stai con me ti prego. Ho messo il
completino bluette quello che mi regalasti tu il giorno
del nostro fidanzamento. Sono senza reggiseno.
Mathias: Ora devo davvero chiudere.
Karen: Ma stanotte rimani in
piattaforma o vai sull’isola? Mathias:
Non lo so, dipende dal tempo, se continua a piovere ci
trasferiranno di nuovo. Karen:
Tesoro mi raccomando. Lo sai vero che sono io la tua
puttana? Mathias: È la prima volta
che me lo dici! Karen: Sì perché tu
mi vuoi diversa, lo sento, non ti basta più la ragazzina
di un tempo. E poi voglio essere come quelle che
incontri sull’isola. Sono belle vero? Mathias:
Le puttane sono più brave che belle! Karen:
Ma loro hanno esperienza, ci credo! Mathias:
Allora fai quello che ti ho detto! Karen:
Tu promettimi che non mi tradirai, però… Voglio solo
essere sicura che vicino a te non ci sia un’altra donna.
Mathias: Non c’è nessuno come te lo
devo dire? Karen: Solo puttane vero?
Mathias: Karen, non posso restare
ancora al telefono. Qui sta piovendo a secchi. Ci
sentiamo domani dai. Karen: Ma io
non sento la pioggia, sento tutto silenzio… Che ti costa
dirmelo? Mi fai piangere… Sono stata una scema vero?
Mathias: Tu non deludermi e soprattutto
non dirmi bugie. Karen: Ok tesoro
scusami di nuovo. Mathias: Ciao
Karen: Aspetta…
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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TUTTI I
RACCONTI DI ADAMO BENCIVENGA
© Adamo Bencivenga - Tutti i diritti riservati
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