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Adamo Bencivenga
L'Amore Malato
Dopo quel giorno Mathias non chiamerà più. Karen
come ogni giorno continuerà ad andare dal signor Whatson
per non deludere suo marito e soprattutto per non
spezzare quel flebile legame che la lega a lui. Tuttavia
tutte le sere alle cinque lo aspetterà per quasi un mese
seduta sulla sedia in corridoio, fissando il telefono,
giocando col filo della cornetta, trattenendo il respiro
o guardando intensamente la lampada a muro nella
speranza che almeno uno di quei gesti scaramantici possa
influenzare la mente del suo uomo.
Dopo quelle
tre settimane passate ad aspettarlo si convincerà che
Mathias non chiamerà più e allora confesserà al signor
Whatson i veri motivi della sua totale disponibilità e
soprattutto gli dirà che da quel momento non ci sarà più
ragione di continuare a vedersi. Con tutta la sua
sincerità possibile gli confesserà che la loro storia
non era affatto segreta, che era stato lo stesso Mathias
a favorire quegli incontri e che non c’è mai stato un
solo momento, durante i suoi intensi orgasmi, che non
abbia pensato a suo marito e che non fosse lui ad
entrare dentro di lei. Gli dirà anche quanto abbia
provato a dimenticarlo, ma che una forza superiore alle
cinque del pomeriggio la risbatteva su quella sedia e la
costringeva lì davanti al telefono ad aspettare quella
chiamata.
Solo a quel punto il signor Whatson,
preso dal quel gioco di commozione e di verità, per non
farla dispiacere, le dirà che anche lui ha qualcosa da
farsi perdonare perché lei non è stata la sola a valersi
delle sue attenzioni e che le sue carezze in quel retro
bottega hanno dato piacere sia alla signora Rothford che
ad altre mogli del villaggio distanti miglia e miglia
dai loro mariti, giovani e vecchi. Ma allo stesso tempo
su una cosa vorrà essere estremamente chiaro, ossia che
in quel breve periodo che sono stati insieme non l’ha
mai tradita e che se fosse dipeso da lui senza dubbio
alcuno le avrebbe chiesto di diventare sua moglie.
Certo si sorprenderà per quella confessione e allora
capirà senza dirlo a Karen quanto lui sia stato solo un
ingranaggio di un gioco mentale complicato e pericoloso
e che lo stesso gioco sia servito a Mathias per
allontanare la sua donna. Detto questo però il signor
Whatson è un uomo di mondo e conosce le donne e conosce
i loro sentimenti al punto che comprenderà quanta
dedizione abbia spinto quella donna ad accettare la sua
compagnia e quanto in quel momento sarebbe inutile
tentare di trattenerla. Finirà così come è iniziata in
un freddo pomeriggio con lui seduto alla cassa del suo
negozio e lei in piedi con lo stesso maglione che
portava la prima volta. Lui non distoglierà neanche per
un attimo lo sguardo dalle sue tette, ma lei non si
sentirà a disagio perché le farà piacere pensare che tra
loro non ci sia stato altro che una forte attrazione
fisica.
Di nuovo sola e senza alcun motivo che la
trattenga in quel villaggio Karen di nascosto dai suoi
genitori chiederà al signor Whatson di accompagnarla
fino alla stazione. Senza sapere bene per dove, deciderà
di partire verso sud e prenderà quella corriera, la
stessa quando due anni prima aveva visto Mathias
partire. Sa che sarà un viaggio faticoso, ovviamente non
per la distanza, ma solo perché sarà un viaggio
nell’incognito che molto probabilmente alla fine non le
resterà che un misero buco nell’acqua, ma di una cosa è
certa, quel viaggio la porterà in una cittadina chiamata
Kjerringvik, unica indicazione in suo possesso, dove sa,
per sentito dire, che da lì partono le barche per
l’isola di Flaten.
Prenderà la corriera delle
17:32 e arriverà di sera, su quel piazzale a qualche
ombra della sera chiederà a caso di un certo Mathias
Sorensen, sapendo benissimo quale sarà l’espressione e
la risposta di quelle forme anonime. Oh forse la
prenderanno per pazza, per una scapestrata senza arte e
né parte, per una malata di mente e d’amore che cerca un
fantomatico ragazzo più o meno della sua età. Entrerà
nell’unico locale del porto e purtroppo verrà a sapere
che di traghetti ne parte solo uno a settimana, ma lei,
convinta a non mollare, cercherà a tutti i costi di
prendere una barca perché vuole rivedere il suo Mathias
o quanto meno sapere che fine abbia fatto e come vive e
come respira e con chi fa l’amore. Perché di una cosa è
certa, quei rumori non erano di un compressore e quella
voce era di un bambino.
Girerà a vuoto e senza
meta senza preoccuparsi dove passare la notte e lo
chiederà in giro a qualche marinaio, a qualche operaio,
poi stanca tornerà in quella locanda vicino al molo e
chiederà una stanza con vista porto in modo da non
perdere di vista quel mare che la separa dal suo amore.
Salterà il pranzo per non consumare i suoi pochi
risparmi e la sera cenerà nel locale annesso alla
pensione. La prima sera non succederà nulla, stanca
andrà a dormire prima che venga buio, ma la sera
successiva, dopo aver vagato inutilmente per il piccolo
villaggio in fronte al mare, conoscerà Tommy, che fa il
cameriere ed è il figlio del titolare della locanda. Lui
è fidanzato con una ragazza che porta lo stesso suo
nome, è un ragazzo pulito e di bell’aspetto, ha 31 anni,
gli occhi espressivi, dolci e neri che, caso ha voluto,
per qualche tempo lavorasse alla JustOil Inc, la società
che gestisce la piattaforma. Le basterà un solo
giorno per rendersi conto che in quel piccolo villaggio
si conoscono tutti, ma nessuno ha mai visto Mathias
neanche Tommy che dice di aver lavorato sulla Goliat.
Ogni sera Karen chiamerà sua madre, non perché abbia
desiderio di sentirla, non perché abbia desiderio di
raccontarle cosa sta facendo in quel posto sperduto, ma
solo per la speranza che Mathias si faccia vivo e che,
non trovandola a casa, abbia telefonato a sua madre. Ma
niente, Mathias è completamente scomparso. Ripassa a
memoria ogni istante di quell’ultima telefonata. Eppure
non era successo nulla, tranne l’insistenza di lui e la
voce in lontananza di un bambino. Ma i suoi pensieri
vanno oltre, lei teme il peggio, perché non puoi credere
che lui non abbia più voluto sentirla volontariamente. E
allora chiede agli uomini del posto, a Tommy, a suo
padre se negli ultimi tempi ci siano stati dei problemi
sulla piattaforma o peggio se sia successo qualcosa di
grave. Ma nessuno riesce a darle notizie precise.
Dopo tre giorni di permanenza nella locanda tra lei
e Tommy si stabilirà una certa confidenza e
trascorreranno insieme lunghe serate al molo, fumando e
bevendo birra e guardando il mare, lui le barche, lei in
direzione della piattaforma che ovviamente non si vede.
Lei gli racconterà per filo e per segno la sua vita e
Tommy quando saprà il nome di suo marito le dirà
mentendo di non conoscere quel tizio che lei sta
cercando, sicuramente sa di più, ma non vuole farle del
male, le dirà soltanto di mettersi l’anima in pace e
tornare a casa. Di correre dal signor Whatson anche se
non sarà una prima scelta, anche se in quel mese non ha
mai fatto l’amore con lui, ma solo con Mathias.
Glielo dirà in maniera dolce, quasi sussurrando e
accarezzandole il viso, ma la caparbietà di quella
donna, l’ostinazione di prendere a tutti i costi quel
traghetto appena possibile, lo costringerà alla fine,
tra una barca e un fascio di luna, a dirle una mezza
verità, ossia che la JustOil Inc ha chiuso i battenti da
circa sei mesi e che quella piattaforma in mezzo al Mar
del Nord è stata smantellata. Quindi nessun traghetto la
porterà mai su quella piattaforma.
Di più non
dirà, anche se sa benissimo dove sia finito l’uomo, dove
ora alloggi e che fine abbia fatto, ma forse Karen ora
non vorrà sapere oltre, sa quanto sapeva e quanto non
voleva ammettere a se stessa. Ma la sua ostinazione non
demorde, la sua linfa vitale sarà lì in mezzo a quel
mare e lei non potrà per nessuna ragione mai farne a
meno. La sera dopo uscirà da sola, incontrerà un tipo
losco che fiuta l’affare e per quel poco di soldi che
sono rimasti in tasca a quella donna, il tizio giurerà e
spergiurerà che il ragazzo si è confuso con un’altra
piattaforma perché la JustOil Inc non solo esiste, ma è
attiva con decine e decine di operai che ci lavorano.
Karen avrà dei dubbi, ma il tipo losco le dice che
forse Tommy ha altri interessi e non vuole che lei
incontri suo marito. Alla fine la convincerà
promettendole di portarla dal suo Mathias e a quel
punto, di fronte a quella prospettiva così immediata,
lei non potrà non crederci! Senza pensarci due volte gli
darà tutti i marchi che possiede comprese le monete. Si
daranno appuntamento per il giorno dopo su quel molo
alla stessa ora. Lei per la contentezza non riesce a
respirare, la notte non chiuderà occhi e la mattina
seguente eviterà Tommy per tutta la giornata. Forse sa
che si sta solo illudendo, ma nell’eventualità di
incontrare il suo uomo dopo pranzo si metterà il
maglione aderente che le fa le tette grandi e si
truccherà, arriverà all’appuntamento due ore prima ed
aspetterà, ma non aspetterà solo quelle due ore perché
in quel posto non ci sarà né la barca e né l’uomo.
Sola, disperata e senza più soldi racconterà
piangente l’accaduto a Tommy. Dirà di essersi comportata
come una cretina, Tommy capirà, del resto in quelle
condizioni anche un filo di speranza può sembrare una
gomena. D’accordo con suo padre lui l’aiuterà facendole
lavare i piatti e rassettare la cucina, ma lei non vorrà
essere di peso, lei è nata testarda, la sera per cena
accetterà solo una minestra di verdure bollite e un
bicchiere d’acqua, finché conoscerà un cliente della
locanda. L’uomo è carino, sposato, ha tre figli grandi e
si chiama Bjørn, è un imprenditore di pesce surgelato ed
è da quelle parti per lavoro. Come qualsiasi uomo
lontano da casa desidera solo un po’ di compagnia, e
Karen è il suo primo pensiero quando la vede col suo
maglione aderente fuori dalla locanda che fuma e guarda
il mare.
Parleranno, si conosceranno e alla fine
della serata prima di augurarsi la buonanotte lui le
proporrà una gita per il giorno dopo, lontano da occhi
indiscreti e da quel villaggio dove anche le barche
parlano. Lei sa che non sarà solo una gita spensierata,
ci pensa e alla fine accetta, dopo aver messo le cose in
chiaro ossia che ha necessità di soldi, non sa bene per
cosa farci, se tornare a casa e lasciare lì ogni
speranza oppure rimanere e continuare a sognare, perché
sa che in quelle condizioni non può rimanere lì per
ancora tanto tempo. E glielo dirà in modo limpido
come l’acqua di quel mare, senza sotterfugi e senza
scrupoli pensando che dopo essere stata con il signor
Whatson senza amore, ma solo per la speranza di
trattenere il suo uomo, nulla le è più precluso. Nulla
sarà più immorale di ciò che ha fatto e ciò che farà
ancora per quella piccola luce di speranza che solo quel
posto tiene viva.
Il giorno dopo lei salirà su
quella macchina scoperta, rossa amaranto, si sentirà
diversa, intuisce che la sua vita potrebbe anche
cambiare, ma dipenderà solo da lei e da quel macigno che
ingombra la sua mente. Lui è carino, affabile, lei a dir
poco affascinante col suo foulard rosa antico, gli
occhiali scuri e un rossetto rosso fuoco sulle labbra da
diva del cinema americano. Ascolteranno musica
leggera e percorreranno la strada verso sud e poi verso
ovest, lungo le scogliere bianche e i fiordi scoscesi.
Poi prenderanno un traghetto ed arriveranno in un posto
chiamato Holmen. Un paradiso sperduto con quattro case
ed una locanda che li ospiterà per la cena e per la
notte intera.
Berranno birra e si inebrieranno
di vento ed alcol quando mano per mano, per strada dopo
cena, intoneranno una vecchia nenia norvegese, lei non
conosce le parole, ma riderà a crepapelle e si sentirà
complice. Ecco sì complice come avrebbe desiderato il
suo Mathias. Poi senza averlo previsto si fermeranno
contemporaneamente in mezzo alla strada e lei sulle
punte dei piedi bacerà quelle labbra calde e sensuali.
Sa che è un gesto senza senso, superficiale, che non ha
né passato e tantomeno futuro, che non sarà la medicina
dell’oblio, ma lo fa perché lui un attimo dopo la
prenderà per i fianchi, la stringerà e la farà volare.
Lei si sentirà impalpabile aiutata da quel vento che
soffia e muoverà le braccia come se avesse le ali, come
se per la prima volta in assoluto si sentisse leggera
senza più la zavorra del suo passato.
Poi senza
parlare torneranno alla locanda e lontana mille miglia
dalle sue angosce concederà senza alcun disagio la sua
parte migliore dimenticandosi per un attimo quanto tutto
ciò sia stato già previsto e di aver contrattato
precedentemente un prezzo. Certo sarà diverso dall’amore
col signor Whatson, perché sarà un amore più
consapevole, perché lo ha deciso lei e nessuna voce al
telefono la inciterà a farlo e soprattutto lei non
stringerà le sue palpebre durante l’orgasmo per vedere
le sembianze e sentire la voce del suo Mathias.
Il giorno dopo davanti a quello spettacolo della natura,
faranno colazione in terrazza, oh certo sì lui le
chiederà se le sia piaciuta la notte e tutto il resto,
ma lei non risponderà per non deluderlo. Solo a quel
punto lui le farà trovare quanto dovuto sul bordo del
letto e lei, pur avendo bisogno come il pane di quel
denaro, rifiuterà categoricamente di accettarlo. Lui
capirà e senza insistere la bacerà chiedendole di nuovo
amore, seppur breve.
Di nuovo a Kjerringvik lei
scenderà dall’auto all’inizio del paese, si saluteranno
per sempre e percorreranno strade diverse perché ambedue
non vogliono assolutamente che si sappia di loro. Lei si
fermerà al porto e mentre guarderà in direzione della
piattaforma troverà magicamente nella sua tasca dieci
volte la somma concordata. Avrà più di un attimo di
smarrimento, correrà alla locanda per restituire quel
denaro, ma del signor Bjørn non troverà più traccia.
Certo avrebbe voluto che il ricordo di quella gita
rimanesse attaccato al suo cuore come il primo giorno
romantico vissuto nella sua vita, ma quella somma
dimostrerà pur sempre che ci sarà ancora futuro nella
sua vita perché, nonostante tutto, sarà sicura di aver
fatto breccia nei sentimenti di un uomo.
Con il
biglietto in mano e la valigia pronta il giorno dopo
dirà a Tommy della sua decisione e le dirà anche di
Bjørn, della locanda di Holmen e di quella notte passata
insieme. Ringrazierà lui e suo padre per averle
allungato la speranza di ritrovare il suo Mathias, ma
aggiungerà che dopo l’ultimo sogno c’è sempre un’alba.
Il ragazzo l’ascolterà con un groppo in gola, perché non
vorrà perderla, perché giorno dopo giorno gli sta
entrando nel cuore, lei e la sua storia, lei e la sua
illusione. Lui si pentirà per non averle detto la
verità intera e che non si dovrà più svendere perché lei
vale sempre di più del prezzo di una corsa in corriera.
Alla fine la convincerà a rimanere, ma non per
aspettare il suo Mathias, ma semplicemente perché quel
posto potrebbe essere l’inizio di una nuova vita. Karen
da sguattera passerà a servire i tavoli nella speranza
che da quella porta dell’unica locanda di Kjerringvik un
giorno o l’altro entrerà un uomo che lei conosce molto
bene. Forse non sarà solo, forse sarà in compagnia di
una donna e dei figli, ma tutto ciò apparterrà solo al
suo passato e non avrà nulla a che fare col suo
presente.
Trascorreranno ancora dei giorni e
Tommy per quella magnifica donna dai capelli rossi
lascerà la sua ragazza, si innamorerà pazzamente di lei,
glielo confesserà una mattina tra una portata di
merluzzo e un piatto di fagioli con cipolla ed aceto,
sarà strano, sicuramente buffo, ma forse non sarà amore
vero, ma solo un misto di pena e tanto affetto. Lei
preferirà non chiederselo perché sa che quel ragazzo non
le farà mai del male e anche se non è Mathias accetterà
i suoi baci caldi, accetterà la notte stessa di
concedersi, e questa volta non sarà come con Bjørn,
perché questa volta non ci sarà alcuna partenza il
giorno dopo.
Dopo circa un mese si accorgerà di
essere incinta e per via del tempo ravvicinato non saprà
mai chi sia con certezza il padre di quel bambino. Sarà
il signor Whatson? Sarà Bjørn o Tommy, ma per lei non
avrà alcuna importanza, perché di certo non sarà di
Mathias anche se spererà dentro di sé che sia del signor
Whatson l’unico che in qualche modo riconduce quel
bambino a Mathias.
Il giorno della nascita di suo
figlio Erik, il padre di Tommy offrirà birra gratis per
tutto il giorno, illuminerà la locanda a giorno e un
gruppo musicale intonerà le canzoni della primavera
ossia della speranza perché Karen non si sposterà più da
lì, rimarrà in quel posto davanti al mare, ad attendere
un traghetto che non arriverà mai e che mai la porterà
su una piattaforma che non esiste più. Lei rimarrà lì,
coccolata dal suo Tommy e circondata dall’affetto di
tutto il villaggio, che come le barche mute ha saputo
della sua triste storia. Lei si sentirà amata e
ringrazierà il destino anche se in fondo al suo cuore ci
sarà sempre un barlume di luce che illuminerà il suo
stato d’animo simile ad una perenne attesa di quello che
lei considera a tutti gli effetti suo marito, anche se
formalmente non l’ha mai sposata. Anzi più di una volta
s’illuderà di vederlo, sbarcare su quel molo,
passeggiare lungo la scogliera o con un bambino in
braccio e spingere una carrozzina. Certo lo chiamerà,
rincorrerà quell’ombra accorgendosi in un attimo dopo
quanto la mente possa fare certi scherzi.
Chiamerà ogni giorno sua madre e le sue sorelle, una
volta anche il signor Whatson dicendo a tutti di stare
bene, di essere serena e che la sua vita ora non è poi
così tanto male ed ha il giusto sapore di essere
vissuta. Di certo accetterà l’amore di Tommy, quel
ragazzo dagli occhi neri e teneri, convinta che il
destino le abbia dato una nuova occasione e che quella
sarà una nuova bellissima storia d’amore, forse più
matura, forse meno coinvolgente, forse unica, ma questa
volta con la totale consapevolezza che dare la propria
anima non sarà mai amore vero, ma solo il suo bisogno
che nega l’amore stesso. Come a lei è successo.
|
FINE
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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