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INTERVISTA IMPOSSIBILE
Milena Milani
La ragazza di nome Giulio
Scrittrice italiana processata e
condannata nel 1966 per il suo romanzo considerato: “osceno
e oltraggiante il senso del pudore”
(Savona, 24 dicembre 1917 – Savona, 9
luglio 2013)
Madame le sue
origini? Sono nata a Savona nel 1917, mio
padre Tullio faceva l’agronomo ed era di sinistra tanto
che, ripeteva spesso, se fossi nata maschio mi avrebbe
chiamata "Lenin". A Savona presi il diploma di
Magistrale poi mi trasferii a Roma e mi iscrissi alla
Sapienza. Lì iniziai a frequentare un gruppo di
intellettuali che si riunivano nella terza saletta del
Caffè Aragno.
Cos’era il Caffè Aragno?
Il Caffè Aragno era uno dei più famosi ritrovi artistici
di Roma, frequentato da letterati e pittori. Si trovava
in Via del Corso al civico 180 poi diventato Alemagna.
Nella terza saletta era facile incontrare Marinetti,
Bragaglia, Mario Pannunzio ed altri letterati famosi.
Come proseguì la sua esperienza romana?
Con alcuni studenti guidati da Giuseppe Ungaretti
partecipai all'occupazione di un quotidiano fascista in
via del Tritone e nel 1942 Marinetti mi nominò
Comandante generale di tutte le donne futuriste
d'Italia. Poi però durante l’occupazione tedesca fui
costretta a lasciare la capitale e rifugiarmi a Venezia.
Qui incontrai il collezionista e mercante d'arte Carlo
Cardazzo, che divenne il mio compagno di vita. Mi
dedicai al giornalismo e seguii il Giro d'Italia per la
rivista Il Campione.
Negli anni sessanta
divenne famosa… Il mio romanzo “La ragazza
di nome Giulio”, edito da Longanesi, divenne un caso
letterario ed editoriale. Fu pubblicato nel 1964, ma
resistette solo pochi giorni in edicola perché fu presto
sequestrato e ritirato dal commercio.
Lei fu processata, vero? Sia io che lo
scrittore Mario Monti, direttore di Longanesi, il 22
marzo 1966 fummo condannati a sei mesi di reclusione per
“pubblicazione oscena oltraggiante il senso del pudore”.
Solo nel processo di appello del 1967, grazie anche
all’appoggio di numerosi intellettuali tra i quali
Giuseppe Ungaretti venni assolta con formula piena, con
la seguente motivazione: «Gli spunti erotici si
inseriscono armoniosamente nel tessuto narrativo e
rispondono alle esigenze descrittive che il tema della
donna condannata alla solitudine suggeriva e che sono
state felicemente realizzate nell'unità poetica
dell'opera». Dopo il dissequestro il romanzo fu tradotto
in numerose lingue ed ottenne un grosso seguito in
Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna. Dal libro fu
tratto anche un film omonimo nel 1970 invitato al
Festival di Berlino ma non proiettato.
Di
che parla il libro? Il romanzo è ambientato
in Italia nel periodo che va dagli anni trenta agli anni
cinquanta del Novecento e racconta l'infanzia e
l'adolescenza di una ragazza di nome Jules. Questo nome,
che in francese corrisponde a Giulio, le causerà vari
problemi nella sua vita.
Come inizia il
romanzo? All'età di dieci anni Jules si
trasferisce a Perugia insieme alla madre. La loro
governante, Lia, molto legata a Jules, le consiglia di
non fidanzarsi con i ragazzi perché potrebbero usarla
come un oggetto, ma poi sarà la stessa Lia a diventare
la prima donna con cui Jules entrerà in intimità.
Quindi? Quindi Jules da
adolescente scopre la sua sessualità, il significato del
diventare donna e l'orrore delle perversioni degli
adulti. Durante i festeggiamenti del diciassettesimo
compleanno di Olga, la sorella di un suo amico, Jules
scopre che la mamma frequenta di nascosto Matteo, il
fidanzato di Olga. Per lo scandalo causato da quella
relazione madre e figlia sono costrette a trasferirsi a
Senigallia, qui Jules lega velocemente con Serafina,
un’altra governante, e il suo fidanzato Amerigo con il
quale ha una relazione segreta. Inizia a fare pensieri
scomodi che le opprimono la mente. Tra i vari pensieri
inizia a fare, come lei stessa dice, "giochi d'amore con
se stessa".
Poi cosa succede?
Nella seconda parte, finita la guerra, Jules frequenta
il liceo ad Ancona e qui incontra Fausto, il suo
professore di filosofia. Lui la invita a prendere
qualcosa al bar e mentre parlano, il professore la
bacia. Nasce una storia e spesso capita che Fausto la
inviti a casa sua e la costringa a spogliarsi mentre lui
si tocca. Nella terza parte del libro invece Jules vive
a Venezia, si è nel frattempo laureata in lingue, ma
continua ad avere una vita sentimentale piuttosto
complicata. Combattuta da due uomini con i quali conduce
relazioni separate e promette ad entrambi di diventare
la propria moglie, Jules cerca spesso momenti di
solitudine facendo lunghe passeggiate. In una di queste
incontra Siro con il quale si bacia in un capannone e si
lascia trasportare da una forte passione, ma poi si
pente e in un attimo di follia prende un temperino e
inizia a tagliare il membro di Siro. Mentre lui urla e
si dissangua, lei scappa.
Lei si
identificava nel suo personaggio? Per sommi
capi la sentivo molto vicina, in fin dei conti Jules,
come me, lottava contro una smisurata insoddisfazione
esistenziale. Lei era una creatura incompleta, che
ricercava Dio, che voleva sapere che cosa fosse il
peccato, e che infine approdava alla solitudine.
Oltre che di letteratura, Milena Milani si è
anche occupata attivamente di pittura. La sua prima
esposizione personale è avvenuta nel 1965 alla Galleria
l'Argentario di Trento e, nello stesso anno, al Circolo
degli Artisti di Albissola Mare. Ebbe molti
corteggiatori, tra cui Alberto Moravia. Morì
nell'Ospedale San Paolo e volle essere inumata nel
camposanto di Albissola.
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L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
Realizzato grazie a:
https://it.wikipedia.org/wiki/Milena_Milani
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