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AMARSI CHE CASINO
 


 

Le amanti di Stalin
Di Stalin sappiamo quasi tutto ma molto poco della sua vita affettiva anche se in linea di massima possiamo riassumerla in due mogli e molte amanti, alcune delle quali giovanissime....




 


 


Di Iosif Stalin sappiamo che è nato nel 1878, che è stato un rivoluzionario e politico che governò l'Unione Sovietica dopo la morte di Lenin, reggendo la carica di segretario generale del PCUS dal 1922 fino alla morte nel 1953. Inoltre sappiamo che era un georgiano di umili origini e che visse la sua giovinezza da rivoluzionario socialista. Grande organizzatore e fedele alle direttive di Lenin divenne uno dei leader della rivoluzione d'ottobre, capo dello Stato e mandante dell’assassinio di Lev Trockij. Insomma sappiamo quasi tutto dell’uomo politico, ma molto poco è noto della sua vita privata anche se in linea di massima possiamo riassumere la sua vita affettiva in due mogli e molte amanti, alcune delle quali giovanissime.

La sua prima moglie, Ekaterina Svanidze, detta Katja era una donna georgiana di umili origini ed estremamente timida. I due si conobbero tramite il fratello di lei Aleksandr. Lei aveva appena sedici anni e il ventiquattrenne Stalin appena la vide ebbe una folgorazione e si innamorò al punto di chiedere subito la sua mano ai genitori, i quali acconsentirono, ma a condizione che la cerimonia fosse religiosa. Sta di fatto che si sposarono nel 1906 e nello stesso anno Katja diede alla luce Jakov, ma purtroppo l’anno successivo la donna morì di tubercolosi. Fu un duro colpo per il giovane Stalin.

Per alleviare il dolore si immerse nell’attività politica e quando venne spedito in esilio in Siberia ebbe modo di distrarsi. Da quanto sappiamo ebbe almeno due relazioni sentimentali con donne presso le quali viveva. Una di queste fu Marija Kuzakova, una giovane vedova con figli che ospitò Stalin nella casa nel 1911. Tra i due nacque del tenero tanto che lei rimase incinta, ma quando si concluse il periodo di confino, Stalin lasciò quella casa senza attendere la nascita del figlio Kostja.

Stessa sorte capitò all’altra amante, sempre durante un periodo di confino. Lei si chiamava Lida Pereprygina ed aveva appena 14 anni mentre Stalin ne aveva compiuti 36. Lui visse nella casa di lei dal 1914 al 1916 e Lida diede alla luce due bambini. Il primo morì quasi subito e il secondo, nato nell’aprile 1917 fu registrato all’anagrafe col nome di Aleksandr. Per via della giovane età della sua amante ebbe dei problemi e fu accusato di circonvenzione di minore, e pur promettendo che avrebbe sposato la piccola Lida, scaduti i termini del confino sparì in tutta fretta. Sia Marija che Lida in seguito ricontattarono Stalin, ma in cambio non ottennero nulla tranne l’imposizione a non rivelare le origini dei bambini.

Dopo l’ennesimo confino Stalin conobbe Nadezhda Allilueva. Lo aveva incontrato la prima volta ancora bambina, poiché suo padre Sergei Alliluyev aveva offerto riparo al giovane Stalin in occasione della fuga dalla prigione nel 1908.

La coppia si sposò nel 1919, quando Stalin aveva già 40 anni e lei 18. Dal matrimonio durato dodici anni nacquero due figli: Vasilij e Svetlana Allilueva. I contemporanei dicevano che fosse un matrimonio d’amore e di sentimenti molto forti. Nadia era una donna molto indipendente e molto attiva nel partito, ma improvvisamente nel 1921, venne espulsa dal Partito Comunista. La donna protestò, chiese aiuto a suo marito senza sapere che era stato proprio Stalin a farla allontanare dal Partito, desideroso di mettere un freno a quella moglie troppo intraprendente e di confinarla a casa. I due vanno in crisi, il loro rapporto vacilla finché l'8 novembre 1932, in occasione dell'anniversario della rivoluzione, durante un banchetto al Cremlino, Stalin si mostrò estremamente scortese nei confronti di sua moglie, addirittura arrivò a gettare su di lei una sigaretta accesa. Nadežda lasciò la cena e si ritirò nella sua stanza, alcune ore dopo telefonò al capo della scorta chiedendo di suo marito, il quale le riferì che Stalin non era al Cremlino, ma nella sua dacia fuori città in compagnia della moglie di Gusev. Secondo un’altra versione sembra invece che, dopo l’ennesima lite, Stalin disse a sua moglie: “Sai che tu sei mia figlia?” Riferendosi alla relazione che aveva avuto con sua madre Olga quando fu ospitato dal padre nella loro casa. Sta di fatto che il giorno dopo Nadežda Allilueva fu trovata morta, uccisa da un colpo di revolver al cuore. Aveva 31 anni e ufficialmente venne fatta passare morta di appendicite.

Stalin non si risposerà più, ma si circonderà di amanti come Vera Davydova, cantante d’opera. La conobbe nel 1932, durante un ricevimento al Cremlino, lei era sposata, ma si trovò ugualmente in tasca un bigliettino in cui c’era scritto che all’uscita la attendeva un autista. Vera andò all’incontro al buio e si ritrovò a casa di Stalin. Dopo un caffè, Stalin la invitò in camera e le chiese semplicemente di spegnere la luce. La loro relazione durò 19 anni. Non ebbero figli, ma Stalin la riempì di doni, compreso un appartamento e guarda caso per bene tre volte vinse il Premio Stalin.

Amanti di Stalin furono anche la ballerina del Bolshoj Olga Lepeshinskaja e Valia Istomina, la sua cameriera personale. Valia era una bellissima donna contesa da tutta la gerarchia sovietica, ma quando Stalin in persona iniziò a corteggiarla, tutti gli altri fecero un passo indietro tranne il capo della sicurezza Nikolai Vlasik e quando Stalin si ammalò e finì in ospedale, lui ebbe un rapporto sessuale con la donna più o meno consenziente. Venuto a conoscenza del tradimento, Stalin mandò Vlasik in un gulag per 10 anni e diede l’ordine di spedire Valia nel terribile lager di Magadan per poi pentirsene. Stalin infatti si rese conto che la governante fosse stata vittima di uno stupro e a quel punto la riportò indietro. Altri invece affermano che indipendentemente dalla natura di quel rapporto, Stalin soffrisse troppo per la sua mancanza.

Dopo la morte di Stalin, sua figlia Svetlana Allilueva scrisse: “Valja cadde in ginocchio accanto al divano, abbassò la testa sul petto di mio padre morto e si mise a piangere come un ossesso. Fino alla fine dei suoi giorni, rimase convinta che non esistesse uomo migliore di mio padre.”













L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
Realizzato grazie a:  
https://it.rbth.com/storia/81661-le-donne-di-stalin-tutte
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/lenin-putin-
cremlino-rsquo-rsquo-sempre-scopato-parecchio-388230.htm



 















 
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