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AMARSI CHE CASINO
 

L'INCHIESTA CHE FECE SCANDALO

“La zanzara
14 febbraio 1966:
il giornale studentesco del liceo
Parini di Milano pubblicò
un'inchiesta dal titolo: "Cosa pensano
le ragazze d'oggi" e le opinioni delle
studentesse su sesso, divorzio, religione
e famiglia procurarono un vero
terremoto nella società italiana




 


 

Adamo che cos’era La zanzara?
Era il giornale studentesco del liceo Parini di Milano, fondato nel 1945. Nella sua storia ebbe giovani redattori, divenuti poi firme importanti nel giornalismo italiano come Walter Tobagi. Il suo scopo, come del resto suggeriva lo stesso nome del periodico, ossia “punzecchiare”, consisteva nel proporre di volta in volta, inchieste su vari temi di carattere sociale, ma mai e poi mai, avrebbero potuto immaginare che quel numero del 14 febbraio 1966 sarebbe diventato così famoso!

Perché famoso?
Perché un articolo sulla sessualità degli studenti portò alla denuncia e al processo dei suoi tre redattori.

Cioè? Cosa è successo?
Il 14 febbraio 1966 la rivista, organo ufficiale dell'associazione studentesca del Parini, pubblicò un'inchiesta dal titolo "Cosa pensano le ragazze d'oggi". Si trattava di uno spaccato sulla posizione della donna nella società del tempo, sul matrimonio, il lavoro femminile, la verginità e il sesso prima del matrimonio, a firma di Marco De Poli, Claudia Beltramo Ceppi e Marco Sassano.

Quindi?
Nell'inchiesta emersero le opinioni di alcune studentesse del liceo sulla loro educazione sessuale e sull’esigenza di approfondire alcuni argomenti legati al sesso allora tabù. L'associazione cattolica Gioventù Studentesca protestò immediatamente per "l'offesa recata alla sensibilità e al costume morale comune" denunciando che alcune intervistate erano minorenni.

Dunque si trattava solo di interviste… ma qual era il vero scandalo?
Alla metà degli anni Sessanta l’Italia era ancorata a valori e codici di comportamento tradizionali, per cui lo scandalo era aver dato voce alle ragazze in una società ancora profondamente maschilista. Nelle risposte delle ragazze si vi erano opinioni non allineate alla mentalità della società del tempo ossia: l’auspicio dell’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole, la convinzione che la purezza spirituale non coincide con l’integrità fisica (leggi verginità), l’uso degli anticoncezionali anche durante il matrimonio, la speranza di una vita autonoma e non legata al maschio padre/marito e infine l’introduzione di una legge sul divorzio.

Qualche esempio?
Sulla famiglia ad esempio le ragazze non accettano più un atteggiamento autoritario, ma chiedono confronto e comprensione: «Io posso accettare un consiglio da mio padre solo se è motivato e non perché dice che è mio padre e basta!».
Sui rapporti prematrimoniali le ragazze sono convinte che entrambi i sessi hanno ugualmente diritto a rapporti prematrimoniali e nell’amore nessuno dovrebbe agire secondo limiti e regole imposte, ma solo secondo la propria coscienza e la propria volontà.
Sul divorzio le ragazze affermano che sarebbe giusto che esistesse per quelle persone che sono costrette a rimanere legate per tutta la vita alla persona che non amano.
Sull’educazione sessuale le studentesse reclamano maggiore libertà nel vivere la propria sessualità: “Ognuno deve essere libero di fare ciò che vuole.”
Sull’uso dell’anticoncezionale la posizione è ancora più netta: “Se potessi usare gli anticoncezionali non mi porrei limiti nei rapporti prematrimoniali” oppure
“Perché ciò che è naturale dopo le nozze, dovrebbe essere innaturale prima»?
Sulla religione e il sesso le risposte incriminate furono: “La religione in campo sessuale è portatrice di complessi di colpa” e “Quando esiste l’amore non devono esistere limiti e freni religiosi.”

Dopo la denuncia cosa accadde?
Circa un mese dopo i tre redattori vennero accompagnati in questura e poi rinviati a giudizio dalla Procura della Repubblica con l’accusa di oscenità a mezzo stampa e pubblicazione clandestina. Il giudice Pasquale Carcasio invitò i tre studenti, seguendo una legge fascista del 1934, a spogliarsi "per verificare la presenza di tare fisiche e psicologiche". I due ragazzi acconsentirono, invece Claudia Beltramo fece resistenza e in seguito rese noto quanto accaduto.

Immagino il clamore…
Infatti l’accaduto divenne un caso nazionale e divise il paese. Anche la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica si interessarono al caso. La Democrazia Cristiana e la Destra in genere condannarono l’articolo ritenendolo osceno mentre la sinistra intervenne in difesa degli studenti.

La stampa nazionale come si comportò?
Il Corriere della Sera non prese alcuna posizione netta, cercando di barcamenarsi, e dando comunque maggior spazio alle voci di chi gridò allo scandalo. L’Espresso (con articoli di Camilla Cederna, Eugenio Scalfari, Carlo Gregoretti ed altri), guidò viceversa il fronte opposto difendendo ed elogiando l’operato degli studenti incriminati. A livello internazionale a partire da Le Monde, al New York Times, da le Figarò, al Times invece vennero pubblicati numerosi articoli evidenziando al mondo intero l’arretratezza culturale della nostra società e di quanto non fosse più al passo coi tempi.

Vi fu un processo?
Certo che sì! Nonostante una partecipatissima “Marcia per la Libertà” di studenti e professori per le vie di Milano ci fu comunque il processo. Ebbe così clamore che parteciparono oltre 400 giornalisti, molti dei quali provenienti dall'estero. Gli imputati furono difesi da un collegio composto da alcuni tra i più importanti penalisti d’Italia (Giandomenico Pisapia, Carlo Smuraglia, Alberto Dall’Ora e Giacomo Delitala). Il 2 aprile 1966 la sentenza assolse i tre studenti dall'accusa di stampa oscena e corruzione di minorenni.

Siamo agli albori della contestazione giovanile del Sessantotto…
Esatto, la vicenda infatti viene vista come indicatore del malessere giovanile e il segnale del cambiamento dei costumi della società italiana che sarebbe sfociata nella contestazione del sessantotto.






FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/La_zanzara_(periodico)
https://liceoparini.edu.it/news/50-anni-fa-larticolo-de-la-zanzara-incriminato-per-oscenita/
https://www.rivistailmulino.it/a/16-marzo-1966
https://www.divinamilano.it/la-zanzara-un-caso-nazionale/

 

 








 
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