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AMARSI CHE CASINO
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ONLYFANS NON TUTTI SANNO CHE…
Gli abbonati pensano di parlare direttamente con la donna nei video, ma in realtà dietro ci sono chatter gestiti da agenzie, i quali rispondono per iscritto ai messaggi e inviano a richiesta contenuti multimediali originali della creator che stanno impersonando creando l’illusione all’abbonato che dietro quei messaggi ci sia effettivamente la modella tanto desiderata.
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OnlyFans è un sito popolare nel settore dell’intrattenimento per adulti. Ospita contenuti distribuiti a pagamento da parte dei “creator” i quali possono distribuirli in cambio di un abbonamento mensile che può essere compreso tra i 5 e i 50 dollari oltre a contenuti personalizzati per somme aggiuntive. Il 20% delle somme ricavate è trattenuto da OnlyFans. La piattaforma è nata nel 2016 e in pochi anni ha raggiunto oltre un milione di creatori di contenuti. È un Social spesso oggetto di critica da parte dei media poiché associato alla mercificazione della pornografia. Più del 60% degli iscritti ha un’età compresa fra 18 e 34 anni ed è composto per l’80% da uomini e per il 20% da donne, al contrario i creator sono per la maggior parte giovani donne. Per quanto riguarda gli introiti, la piattaforma registra un tasso di crescita del 20% anno su anno. Il Sole 24Ore parla di 150 milioni di iscritti per un fatturato annuo di 2,5 miliardi di dollari. Fin qui tutto bene, in quanto si parla di ricavi da capogiro come ad esempio la pornostar Bella Thorne che guadagnerebbe milioni di dollari a settimana, ma ovviamente è solo un’eccezione perché la maggior parte dei creator fa fatica e sgomita per avere una minima fetta di popolarità. La possibilità di guadagnare molto e velocemente ha creato un mercato sempre più strutturato e sempre più spesso si sente parlare di papponi ossia intermediari che gestiscono l’account di un creator, facendolo crescere e permettondogli di fatturare di più in cambio di una percentuale sui guadagni. Esistono infatti diverse agenzie che gestiscono centinaia di pagine di altrettante donne e ne curano la visibilità, i messaggi diretti e perfino le conversazioni online con i loro abbonati. Il gioco è abbastanza semplice: l’agenzia chiede alla nuova modella foto e video di nudo per la presentazione sulla piattaforma, poi entrano in gioco i ghostwriter, ossia ragazzi pagati dall’agenzia che lavorano a turni, rispondono ai messaggi in arrivo e cercano di convincere gli abbonati ad acquistare nuovi video in pay-per-view. Va da sé che lo stesso video “personalizzato” può essere venduto a più persone. Gli abbonati pensano di parlare direttamente con la donna nei video, ma in realtà dietro ci sono chatter sottopagati, spesso dei paesi del sud del mondo come le Filippine. Del resto devono solo rispondere per iscritto ai messaggi e saper tenere una conversazione più o meno piccante, inviando a richiesta contenuti multimediali originali della creator che stanno impersonando e creando l’illusione all’abbonato che dietro quei messaggi ci sia effettivamente la modella tanto desiderata. Recente è il caso di uno spagnolo di Andorra indagato dalla polizia per sfruttamento della prostituzione avendo tra l’altro ammesso di ricavare percentuali dal 30% al 50% su ragazze che prestano servizi sessuali a distanza. Attualmente gestisce decine di account e guadagna circa 400mila euro al mese. Intervistato da una tv locale, non si ritiene un magnaccia, ma ha candidamente affermato che se qualcuno considerasse prostituzione la vendita di contenuti su OnlyFans, allora sì che sarebbe un magnaccia. |
FONTI:
https://www.linkiesta.it/2022/05/onlyfans-ghostwriter-chat/
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