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RACCONTI D'AUTORE
 

ANALISI DI UN TRADIMENTO
LA BELLA ESTATE CON MIA SUOCERA

Non l’avrei mai creduto possibile, ma è successo!
Ora ci sono dentro fino al collo e i sensi di colpa
mi divorano. Spesso mi sono chiesto perché proprio
lei e penso che la risposta sia nella domanda
ossia perché è mia suocera!

 





 

Non l’avrei mai creduto possibile, ma è successo! Non so quando, non so come e neanche perché, ma cavolo è successo! Faccio fatica a ricordare, sto cercando di ricucire i miei pensieri e capire quando è realmente cominciata, quali indizi, sintomi, ammiccamenti e tracce. Di certo quando giudicai il comportamento di mia suocera a dir poco stravagante iniziai a pensare di non esserle per nulla indifferente, ma ora ci sono dentro fino al collo, si ok, è un mare decisamente piacevole, ma i sensi di colpa mi divorano e all’inizio non ero affatto disposto perché consideravo questa passione particolare un vero e proprio guaio! Spesso mi sono domandato perché fosse capitato proprio a me e perché mai non mi fossi sottratto alle prime avvisaglie visto che sin da subito ho ritenuto questa situazione moralmente inaccettabile

Ma andiamo per gradi. Mi chiamo Paolo, sono sposato da circa 3 anni con Greta, mai uno screzio, men che meno qualche incomprensione o bisticci vari. Lei è una bellissima ragazza di ventisette anni, alta, mora, un fisico da modella e laureata in economia. Ho sempre considerato una fortuna averla incontrata e nonostante mi ritenga un uomo attraente, mi sono spesso chiesto perché mai si fosse innamorata proprio di me.

La sua rivale, ossia sua madre Mirella, ossia mia suocera, ha cinquantasei anni ed è una avvenente signora di aspetto mediterraneo, capelli lunghi, labbra sensuali, esuberante e formosa nei punti giusti, è sposata da 30 anni con mio suocero Giorgio, un ex militare in pensione. Per mie difficoltà economiche, sono elettricista e faccio lavori saltuari, ci accorgemmo di non poter andare avanti col solo stipendio di Greta per cui i suoceri ci ospitarono nella dependance della loro villa.
Certo non era stato facile per me accettare quella situazione, ma Mirella per amore di sua figlia aveva insistito e sin da subito si era resa disponibile cercando di rendere più piacevole e meno imbarazzante la nostra permanenza nella loro casa anche aiutandoci economicamente e invitandoci sia a pranzo che a cena.

Mirella, da quando la conosco, è sempre stata una donna aperta ed estroversa e all’inizio pensavo che quell’atteggiamento fosse dovuto al fatto che mi vedesse come un figlio, il classico figlio maschio tanto desiderato, ma mai avuto. Essendo orfano anche io l’adoravo e mi faceva un estremo piacere essere sempre al centro delle sue attenzioni, ma poi, dopo alcune settimane di permanenza in quella casa, l’idea che quell’atteggiamento avesse un altro fine, cominciò a frullare nel mio cervello. Capitava spesso infatti che per il più banale motivo, anche davanti a suo marito e sua figlia, non perdeva occasione di abbracciarmi e di chiedermi se avessi bisogno di qualcosa e quanto fossi felice nella loro casa.

In quegli slanci molto familiari più di una volta ho percepito chiaramente il calore del suo corpo ed il guaio era proprio questo! Non riuscivo ad essere indifferente a quelle attenzioni. Certo all’inizio niente di consapevole, perché se quelle intenzioni mi fossero state chiare avrei avuto il tempo di inventarmi una scusa e trasferirmi con Greta il più lontano possibile da quella casa. Ma poi, quando iniziai a capire, mi dissi che, per amore di Greta, sarei stato in grado di respingere quelle tentazioni. Mi ripetevo spesso che, se avessi ceduto, avrei distrutto due famiglie e annientato gli affetti tra madre e figlia. Insomma consideravo anche il minimo approccio una cosa ingiusta e soprattutto disonesta, praticamente un incesto dai risvolti imprevedibili.

Mirella intanto continuava il suo lavoro ai fianchi. Di solito in casa vestiva con una vestaglia leggera a fiori allacciata in vita da una sola cintura ed era un vero e proprio spettacolo ammirarla nella sua disinvoltura quando ostentava la sua straripante sensualità e le forme del suo seno abbondante, spesso senza reggiseno. Durante quelle cene vivevo momenti di grande imbarazzo e puntualmente abbassavo lo sguardo, ma non perché non apprezzassi quella visione, bensì semplicemente perché avevo il timore che sia Greta che suo padre avessero potuto pensare a qualche strana intesa tra noi due.

Come detto con mia moglie le cose andavano a gonfie vele, lei laureata e donna in carriera non mi aveva mai fatto pesare la differenza di cultura e la differente condizione economica. Anche nel sesso l’intesa era fantastica e non passava notte che non ci lasciassimo andare ai nostri piaceri. Però quell’estate, quando andammo ad abitare dai suoceri, qualcosa si insinuò nella mia mente tanto che nei nostri momenti d’amore il viso di Greta prendevano le sembianze di quello di sua madre.
Era proprio in quei momenti che le mie performance sfioravano l’assoluto e nonostante i complimenti di mia moglie non ero affatto soddisfatto di quei pensieri.

Sorpreso, mi chiedevo cosa stesse cambiando realmente nella mia testa, ma soprattutto mi chiedevo insistentemente quali fossero le vere intenzioni di mia suocera. Da Greta avevo saputo delle difficoltà tra moglie e marito, lui del resto aveva ben dodici anni in più e a quanto pareva da qualche tempo sua moglie gli era totalmente indifferente. Di più Greta non mi aveva detto, ma le sue ammissioni mi confermavano che i miei non erano solo fantasmi prodotti dalla mia mente peccaminosa. I suoi atteggiamenti insomma avevano anche un movente e non era un caso o una dimenticanza il fatto che Mirella spesso lasciasse sparsi e bene in vista in bagno, sullo stendino o nella sua camera da letto segnali più che eloquenti come reggiseni di pizzo, reggicalze supersexy e mutandine ultrasottili.

Mi vergogno a dirlo, ma un segnale più che eloquente del mio cambiamento fu quando, una volta chiuso in bagno, presi in mano un suo paio di mutandine. Nere e trasparenti emanavano una sensualità travolgente. Insomma con le dita tremanti le avvicinai al mio naso e le annusai profondamente. Certo nella realtà profumavano solo di bucato, ma nella mia fantasia le immaginai a contatto con la sua pelle intima percependo chiaramente tutte le intensità e le sfumature del suo odore di femmina.

Per mia moglie invece l’atteggiamento di sua madre era più che normale e forse per quel motivo non mi aprii con lei, del resto, anche per il timore di non essere capito, non volevo assolutamente mettere benzina sul fuoco e farla dubitare sul comportamento della madre. Ero di fatto in un vicolo cieco e la mia curiosità maschile avrebbe voluto almeno verificare con mano quanto di reale e quanto di fantasioso ci fosse, ma non era proprio il caso di agire per cui, da bravo giocatore di poker, dovevo solo aspettare l’occasione giusta ossia rimanere da soli e vedere come lei si sarebbe comportata. Pensavo ad una situazione tipo trovarla la mattina in cucina mentre preparava il caffè coperta dalla sola vestaglia trasparente, oppure un pomeriggio soli in casa mentre sistemavo la luce del ripostiglio che ogni tanto saltava per qualche strano contatto.

Più passavano i giorni e più il mio rigore morale si ammorbidiva, ormai fantasticavo momenti di puro abbandono, giustificandomi che se nessuno ne fosse venuto a conoscenza il fatto non sarebbe esistito e quindi non avremmo fatto del male a nessuno, ma il primo passo era conoscere le vere intenzioni di mia suocera e se davvero anche lei stesse pensando alla stessa cosa. E in secondo luogo se si fosse accontentata di una scappatella. Ecco questo era il punto oltre il quale non mi sarei mai spinto. Insomma una botta e via senza strascichi o relazioni pericolose continuate nel tempo. Quindi solo di fronte ad un mordi e fuggi segretissimo avrei rivisto la mia posizione.

Ecco ero ormai entrato nel tunnel di quel desiderio inconfessabile anche se mi restavano totalmente oscuri i motivi di quel richiamo erotico. Pensavo alla grande differenza di età tra madre e figlia e la cosa invece di scoraggiarmi alimentava le mie fantasie, come del resto la consistenza morbidissima del suo seno, infatti capitava a volte che avvicinandosi per farmi vedere una foto sul suo cellulare, appoggiasse il suo seno su di me. Di fatto non era per nulla come quello sodo di Greta, ma nonostante questo andavo letteralmente in estasi.

Poi venne la bella estate e l’occasione desiderata, così per caso, senza programmare nulla. Mia moglie dovette andare ad un convegno per lavoro fuori città e la sorte volle che nello stesso giorno mio suocero decise di aggregarsi ad un gruppo di ex alpini per una camminata trai boschi scoscesi della Maiella. Insomma rimanemmo soli ed io per agevolare il destino decisi di rimanere in casa rifiutando un pronto intervento dall’altra parte della città.
Lei non perse tempo e come avevo previsto mi chiamò di buonora chiedendomi cosa avessi gradito per pranzo. Curioso di conoscere quale stratagemma avesse escogitato affinché fossi io a prendere l’iniziativa, dopo una decina di minuti mi presentai in casa e Mirella si fece trovare con un vestitino leggerissimo, giallo e rosa, così scollato e corto che ad ogni suo movimento lasciava intravedere il seno e quando si chinava si intravedeva il bianco delle mutandine facendo inevitabilmente salire la mia eccitazione.

Vedendo quello spettacolo, rimasi per qualche secondo immobile ed arrossii, lei mi chiese se avessi perso la parola o avessi visto un fantasma e sorridendo mi disse che in fondo, considerata la sua età, non si sentiva affatto una donna appetibile e soprattutto perché avevo accanto a me una donna giovane e bellissima come sua figlia.
Stava giocando Mirella, perché sapeva benissimo che non mi era mai stata indifferente e di certo avrebbe desiderato in quel momento qualche mio complimento, ma, non volendo screditare Greta, decisi di non rispondere, anche se in me saliva la convinzione che nessuna donna compresa Greta aveva mai procurato quell’effetto.

Insomma rimasi in vigile attesa anche quando lei, invitandomi a stappare la bottiglia di vino rosso, mi venne vicino e mi diede un leggero bacio sulla guancia. Lo aveva già fatto altre volte, ma questa volta essendo soli e sentendo il suo profumo rimasi inebetito, non ricambiando quel bacio. Beh sì lei si era manifestata e mi stava rendendo il compito più facile di quanto avessi previsto, ma a quel punto il problema non erano le reciproche intenzioni, ma ciò che avrebbe comportato una sana giornata di sesso con mia suocera. Incredibilmente fissandomi negli occhi lesse all’istante i miei timori e mi confessò con fare complice che aveva agevolato il destino pregando suo marito di accettare quell’escursione in montagna. A quel punto anche io le confidai che anche io avevo rimandato un appuntamento di lavoro. Il suo viso cambiò espressione e tra il compiaciuto e il sorpreso riprese per un attimo il suo ruolo di suocera preoccupandosi di dirmi che sarebbe stato un guaio se Greta fosse venuta a conoscenza dei particolari di quel pranzo.

Poi andò in cucina e cambiò discorso parlando della prossima vacanza in Grecia e di quanto adorasse quel mare non prima però di mettermi a conoscenza di quanto quel sorso di vino rosso le avesse dato alla testa: “Non te ne approfitterai di me vero?” Risposi che da buon genero mi sarei preso cura di lei senza svelare i particolari.

Durante il pranzo parlammo di tutto e complice quel vino lei iniziò a parlare di una sua amica coetanea che tradiva regolarmente il marito con un giovane addetto del supermercato dove anche lei si serviva. Poi mi chiese come fossero l’amore con sua figlia, affrettandosi a sottolineare che non aveva mai tradito suo marito, ma che iniziava a perdere il suo proverbiale equilibrio dato che da circa due anni non facevano più sesso. Insomma la situazione stava prendendo la piega desiderata e i minuti scorrevano lisci come il vino della seconda bottiglia che gustammo insieme all’arrosto.

Finito il pranzo Mirella si alzò e in precario equilibrio guadagnò la cucina per preparare il caffè. In dubbio se quel sinuoso ancheggiamento fosse dovuto al vino o al suo desiderio di farmi notare la sensualità del suo sedere non mi rimase che seguirla.
Ecco quello fu il momento, il limite oltre il quale non ci sarebbe stato ritorno. Lei era rivolta verso i fornelli ed io pensai per un attimo a Greta cercando di focalizzare il suo viso, ma vidi solo ombre sfumate che si materializzarono subito dopo nelle curve perfette e provocanti di quel vestitino leggerissimo che non chiedeva altro di essere sgualcito.

Fortemente eccitato, ma non sapendo ancora come approcciare, le misi semplicemente una mano sulla spalla. Rimanemmo così per più di un minuto e nell’attesa che uscisse il caffè dalla moca mi disse: “Se vuoi ti aiuto…” Così dicendo non ci pensò due volte e calò la spallina del vestito, poi si girò ed a me non rimase che apprezzare quel meraviglioso seno che aveva solo bisogno di essere accarezzato e baciato. Per ben due volte mi disse: “Paolo, sei sicuro?” Ma non mi diede il tempo di rispondere e respirando profondamente guidò la mia testa avvicinandola al suo seno ed io non mi feci pregare. Sorreggendolo con la mano libera me lo offrì come su un piatto d’argento ed io lo baciai avidamente, lo leccai e strinsi tra le mie labbra quei capezzoli vogliosi, mentre lei ansimando, si preoccupò solo di dirmi che tutto sarebbe rimasto segreto, anche quei baci, anche quel seno nudo, anche la sua mano che senza esitazione scese senza indugio tra le mie gambe. Ci sapeva fare Mirella! Non so quanto fosse esperta, non se davvero non avesse mai tradito suo marito, ma senza alcun dubbio quella mano determinata e delicata strinse il mio piacere esclamando quanto fosse un onore per lei sentirmi così eccitato.

Prendemmo il caffè ormai freddo e ci baciammo scambiando le nostre salive calde, poi quando fu certa che quel bacio non era altro che la frenesia di unirmi a lei, fissandomi negli occhi, mi chiese cosa mi attraesse di lei e perché mai non avessi evitato le sue avances più o meno esplicite. Risposi sinceramente che oltre alla sua sensualità dirompente e alla sua consapevolezza di essere femmina era inevitabile che la spinta principale fosse la trasgressione travolgente di fare l’amore con la madre di mia moglie.
“E allora cosa aspetti?” Mi disse prendendomi per mano.

Andammo in camera da letto, lei si tolse il vestito e si distese. Invitandomi nelle sue grazie mi sussurrò: “Non guardarmi, non sono bella come tua moglie.” Incantato da quel suo modo di fare mi adagiai su di lei e la presi all’istante sul suo letto matrimoniale. La sentii fremere, tremare, godere a ripetizione, ma più che altro mi sconvolse il suo modo generoso di fare l’amore, le sue attenzioni per ogni mio respiro e per ogni mio centimetro di pelle, come se mi considerasse una vera e propria fonte del suo piacere.

La mia eccitazione toccò livelli mai raggiunti prima, i miei pensieri erano contrastanti considerandola geisha per la sua voglia di darmi piacere e madre per il suo desiderio di protezione. A differenza di Greta urlò per tutto il tempo chiedendomi a volte di resistere ed altre di abbandonarmi nel lago del suo piacere. Ebbe diversi orgasmi ringraziandomi ogni volta per quanto bene le stessi offrendo e ripetendomi che non voleva affatto sostituirsi a sua figlia, ma che avrebbe avuto piacere se fosse stata ogni tanto un mio diversivo piacevole.

In un momento di pausa le confessai che era la mia prima volta che facevo l’amore con una donna diversa da Greta e per giunta di venti anni più grande. Poi dopo l’ennesima volta andai oltre ammettendo senza ombra di dubbio che l’amore con sua figlia non era così appagante. Tra una pausa e l’altra mi rispose che non tollerava quei paragoni cercando di convincermi che quello che stavamo facendo non fosse un tradimento, ma semplicemente uno scambio di piaceri senza coinvolgere i nostri sentimenti.

Rimanemmo su quel letto per oltre tre ore e incredibilmente dopo la doccia ci unimmo ancora nonostante il timore dell’imminente ritorno di suo marito e mia moglie. Poi tornai nella mia dependance e accolsi il ritorno di Greta come se nulla fosse successo. Certo mi dovevo abituare a vivere un mio segreto all’insaputa di mia moglie, ma quella sera non ci riuscii e fingendo un malessere passeggero evitai di andare a cena dalla suocera.

Mi girai più volte nel letto, non potevo credere di aver fatto sesso con la madre di mia moglie, ma soprattutto ero scandalizzato e travolto dal piacere inestimabile che avevo provato. Era stata fantastica, il suo calore, la sua femminilità, la sua disponibilità, la sua accondiscendenza erano stati come un uragano di sensualità che nessuna femmina mai avrebbe potuto eguagliare.

Così i miei propositi di una sola scappatella rimasero solo delle buone intenzioni. Dopo due giorni, durante i quali evitammo di incontrarci, la chiamai al telefono e lei mi disse semplicemente “Grazie!” La sera stessa ci baciammo pieni di desidero furtivamente al buio come due innamorati adolescenti sulle scale che portano alla sala hobby.


*****

Ora è passato circa un mese da quella volta ed è ancora estate, anzi la bella estate che mai vorrei finisse perché l’estate è sinonimo di spensieratezza e felicità come l’autunno di razionalità e malinconia. Non so quanto possa ancora durare, ma al momento non è trascorso giorno che non abbiamo trovato almeno un momento intimo per noi. Di solito l’accompagno a fare la spesa fermandoci nel tragitto di ritorno nei paraggi di una pineta, oppure la sera in giardino quando i rispettivi coniugi, senza sospettare nulla, cedono alla stanchezza del giorno. L’amore vero e proprio lo facciamo due volte a settimana in un alberghetto fronte mare, a qualche chilometro distante da casa, confondendoci con i villeggianti.

Come due amanti ci perdiamo nei sensi del piacere, ma le cose rispetto alla prima volta sono cambiate. Ha paura che mi stanchi di lei, che un giorno o l’altro questa folle attrazione possa finire, ed è diventata così gelosa di sua figlia che durante il sesso è ora lei che mi invita a fare paragoni pur sapendo che mai rinuncerei a lei.

Insomma il fatto che sia mia suocera è una componente imprescindibile del nostro rapporto e per questo mi rendo conto che è una cosa sbagliata, ma per ora non mi faccio domande, sto vivendo la circostanza con leggerezza perché pur guardandola da qualsiasi prospettiva so che è una situazione deplorevole e soprattutto immorale, ma se qualcuno mi chiedesse perché mai tradisco mia moglie proprio con mia suocera risponderei che la risposta è nella domanda ossia perché è mia suocera.









Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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FOTO Rossella Viccica











 
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