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RACCONTI D'AUTORE
Lo tradisco con suo fratello
Quando ho iniziato a tradire? Me lo ricordo come fosse ieri, anche
se ormai sono passati tanti anni. La prima volta in assoluto avevo
33 anni ed ero appena sposata.
Quando ho iniziato a
tradire? Me lo ricordo come fosse ieri, anche se ormai
sono passati tanti anni. La prima volta in assoluto
avevo 33 anni ed ero appena sposata. Ero in vacanza al
Circeo con la mia amica Claudia, mio marito, per impegni
di lavoro, veniva solo nei week end, ed è successo così,
per caso, senza averci pensati poi tanto. Con
claudia avevamo deciso di passare la sera in un locale
della zona. Rilassate ad ascoltare musica, avevamo
bevuto qualche drink di troppo quando un ragazzo, bello
da morire, ha iniziato a corteggiare la mia amica, ma
poi, il motivo non l’ho mai capito, mi sono ritrovata
tra le sue braccia. In quel momento non ho sentito
nessuna vocina che mi dicesse di fermarmi, mi stavo solo
divertendo e non ci trovavo nulla di male. Alla fine non
ho avuto problemi a salutare la mia amica, salire nella
sua auto e passare la notte con lui nella sua bella
casetta da single in riva al mare. Beh sì, non ero stata
la prima e non sarei stata l’ultima, sapevo benissimo
che ero solo uno svago e infatti quella prima volta l’ho
sempre considerata uno sfizio senza darle alcuna
importanza al pari di un puro rilassamento come una
nuotata al mare o come prendere il sole in topless sul
pattino a largo.
Però poi la cosa è continuata
senza che ci fossero pretesti come la vacanza, l’assenza
di mio marito o il ragazzo bello da morire e adesso a 49
anni, Dio mio quasi cinquanta, continuo a tradire con lo
stesso entusiasmo di sempre aggiungendo al puro
abbandono un pizzico di trasgressione, perché a lungo
andare mi sono convinta che quello che conta nei miei
rapporti extraconiugali è la sensazione di libertà
assoluta, il puro godimento di sentirmi bella,
l’eccitazione di essere desiderata senza trascurare il
brivido di essere scoperta con annesse la passione e la
cura dei particolari prima di uscire di casa e dopo
quando rientro.
Alle volte mi chiedo perché mai
mi sia sposata, ma la risposta è sempre la stessa, avevo
ed ho bisogno di un uomo che mi stia vicino, che
condivida con me parte della giornata e una casa senza
per questo dargli l’esclusiva del mio corpo e della mia
mente. Inizialmente si trattava di una volta ogni tanto,
la classica scappatella mordi e fuggi, ma i rischi non
erano pochi, gente che conoscevo appena, incontrata in
coda alla posta o alle casse del supermercato. Sposati o
meno per me non faceva alcuna differenza, ma ripeto,
nonostante per me il rischio è sempre stato una
componente delle mie emozioni, razionalmente sapevo
benissimo che per essere la moglie perfetta, dolce e
comprensiva, avrei dovuto scegliere situazioni meno
azzardate.
Comunque il destino mi ha sempre
aiutata e senza mai essere stata colta con le mani nella
marmellata ho continuato a saltare di fiore in fiore
finché è successo l’irreparabile. No, no, ripeto, mio
marito non ha mai scoperto nulla, tanto che ancora oggi
ringrazia Dio per avermi incontrata e poi sposata
credendo che al mondo non esista altra donna degna di
essere sua moglie.
Dicevo, tutto è nato per caso,
un colpo di fulmine che mi ha letteralmente travolta,
quando una sera sola in casa, mio cognato Emilio, ossia
il fratello gemello di mio marito, ha bussato alla mia
porta. Mio marito, in trasferta per lavoro, lo aveva
pregato di passare da me per prendere dei documenti da
consegnare l’indomani al notaio per una piccola casa di
loro proprietà che avevano deciso di vendere.
Erano circa le dieci di sera, stavo andando a letto e
indossavo uno di quelle camicie da notte leggere che uso
in estate, nera e un po’ trasparente sul seno. Mio
marito si era dimenticato di avvertirmi e quando ho
aperto la porta, vedendo mio cognato, istintivamente ho
cercato di coprirmi. Beh sì, data l’ora insolita e non
conoscendo la ragione per cui fosse lì, ho subito
pensato che in qualche modo avesse saputo che fossi sola
e avessi bisogno di qualcosa. Lui però, percependo il
mio disagio, si era scusato più volte spiegandomi il
vero motivo di quella visita. A quel punto ho sorriso e
l’ho fatto accomodare in sala da pranzo.
Emilio,
praticamente una fotocopia di mio marito, così
somigliante che a volte stento a distinguerlo, lavora
come assistente alla fotografia a Cinecittà e
soprattutto, diverso anni luce da mio marito, ha la fama
da tombeur de femme. Separato con due figli, al momento,
da quanto sapevo, aveva una relazione con un’attrice
francese conosciuta sul set di un film americano. Tra
noi non c’era mai stato nulla, anche se in verità,
durante una festa di fine anno di qualche anno prima,
quando ancora era sposato, invitandomi a ballare si era
lasciato andare ad un vero e proprio corteggiamento
riempiendomi di complimenti e gentilezze. Beh sì certo
aveva alzato il gomito ed oltre alle parole era passato
ai fatti facendo scivolare la sua mano lungo i miei
fianchi. Ad un tratto con aria maliziosa mi chiese:
“Scommetto che porti il reggicalze!” Stando al gioco ho
risposto: “E se lo portassi cosa faresti?” E lui: “Si
trova sempre un posto per ammirarlo…” A quel punto mi
sono voltata e vedendo mio marito a pochi passi da noi,
togliendogli la mano, l’ho bruciato con uno sguardo e da
quella volta non c’erano state altre avvisaglie.
Tornando a quella sera fatidica, da buona padrona di
casa mi sono sentita in dovere di chiedergli se avesse
gradito qualcosa da bere, ma lui vedendomi con quella
camicia da notte tutto pizzo nero e trasparenze, ha
subito preso la palla al balzo e mi ha risposto che ero
così bella che l’unica cosa che avrebbe potuto gradire
in quel momento da me, non sarei stata in grado di
offrirgliela. Ovviamente ho finto di non capire, ma la
situazione in un attimo aveva preso una piega non
prevista e così diversa che, immaginando cosa sarebbe
potuto accadere, sono rimasta in piedi tra la sala e la
cucina dimenticandomi dei documenti.
In quel
momento la mia vita scorreva monotona, avevo da poco
concluso una relazione turbolenta con un mio collega, e
quel complimento di mio cognato aveva immediatamente
alterato il mio stato d’animo. Appoggiata alla porta
della cucina ho sentito nettamente una vampata mista a
sudore che dalle gambe rapidamente era salita per tutto
il corpo invadendo le mie parti intime. Conoscevo bene
quella bramosia e sapevo benissimo a cosa avrebbe
portato per cui ho cercato di contenere la mia
agitazione facendo finta di niente.
Emilio,
seduto di fronte a me, mi fissava studiando le mie
mosse, poi chiedendomi qualcosa di forte da bere ha
sussurrato a denti stretti: “Se non fossi mia cognata…”
Beh, ripensando a quel Capodanno, sapevo benissimo che
era un modo per tenere alta la tensione e che del grado
di parentela gliene importava meno di zero per cui
scuotendo la testa ho versato un dito di cognac nel
bicchiere e con fare disinvolto gli ho risposto: “Lo
portavo sai…” Lui sorpreso ha subito intuito a cosa mi
riferivo: “Parli del reggicalze, vero?” Quando mi sono
avvicinata per porgli il bicchiere, le mie gambe
tremavano e scientemente ho lasciato che le trasparenze
del mio négligé parlassero al mio posto.
“Sono
anni che aspetto questo momento, che dici ne devo
approfittare?” Certo capivo la sua ritrosia a prendere
l’iniziativa, ma allo stesso tempo, anche conoscendo la
sua fama, non potevo certo essere io a spianargli la
strada. Per cui sono rimasta in silenzio che lui ha
riempito all’istante: “Scommetto che non porti le
mutandine…” Ho sorriso: “A quanto vedo non perdi il
vizio.” Comunque non le portavo e cautamente ho
risposto: “Non farti illusioni, la tua visita non era
prevista ed io stavo andando a dormire.”
Qualcosa però stava succedendo e percepivo il mio stato
d’ansia. Stavo perdendo il controllo della situazione e
già immaginavo dove avessero portato quelle schermaglie
maliziose: “Dai, per favore, ti vado a prendere i
documenti.” A quel punto si era sentito in dovere di
insistere: “Te l’hanno mai detto che sei una bomba
erotica?” Poi senza perdere tempo ha allargato le
braccia tirandomi a sé. Dopo qualche secondo ho sentito
le sue mani stringermi i fianchi ed accarezzarmi il
sedere. Ero ancora in piedi e lui attratto dal mio odore
ha poggiato il suo naso tra le mie gambe, ma poi, sempre
per non sentirsi il solo colpevole mi ha chiesto: “È una
pazzia vero?” Ormai era andato oltre e non capivo i suoi
timori per cui istintivamente gli ho risposto: “È una
pazzia se tuo fratello lo venisse a sapere…”
Sentito il tanto desiderato lasciapassare non ha avuto
più freni e dopo qualche minuto completamente nuda mi
sono ritrovata distesa accanto a lui sui cuscini morbidi
del mio divano. Un attimo dopo senza alcun preliminare
l’ho accolto tra le mie grazie staccando la spina a
tutti i miei timori. Lui sopra di me, facilitato dai
miei umori abbondanti, è scivolato dentro come una lama
in un burro. Non ci potevo credere, ma mia resistenza e
le mie riserve morali erano durate appena una manciata
di secondi, ma la sensazione strana era come fare
l’amore con mio marito, stesso sguardo, stessa
espressione, stesso odore, stesso modo di respirare, ma
con una ritrovata energia, quella dei primi tempi del
mio matrimonio. Se non fosse stata per quella leggera
barba potevo sicuramente giurare che non stavo affatto
tradendo e che quell’uomo non fosse altro colui a cui
avevo giurato sì sull’altare.
Così identico che
ad un certo punto avevo smesso di farmi domande e per
tutta la notte i nostri corpi come calamite non hanno
smesso di cercarsi e se non fosse stata la telefonata
alle tre del mattino della sua compagna francese in
apprensione avremmo di certo continuato fino all’alba.
Ecco così era iniziata. Certo, all’insaputa di
mio marito avevo avuto altre relazioni, ma per me quella
volta è stato il mio primo vero tradimento sia perché
avevo fatto l’amore col suo fratello gemello, sia perché
sapevo benissimo che non sarebbe stata solo una
scappatella e che, se anche fosse durata solo quella
notte, non l’avrei mai dimenticata. Travolta dal suo
ardore sono stata io a chiedergli di non smettere anche
quando al telefono con la sua compagna si arrampicava
sugli specchi inventando un’improbabile noia al motore.
Quando è andato via sono crollata, rilassata ed appagata
ho dormito senza mai svegliarmi. La mattina seguente,
nonostante fossero passate solo poche ore, avevo il
telefono pieno di suoi cuoricini e messaggi: “Ti
desidero tanto!” “Sei stata magnifica, la donna che ho
sempre desiderato!” “Se vuoi mi libero e passo da te!”
“Stanotte è successo qualcosa di incredibile.” “Ti
prego, tesoro, rispondimi.” Insomma, sin da subito, mi
sono sentita desiderata e leggendo quei messaggi ho
avuto la conferma che non sarebbe stato solo un fuoco di
paglia. Certo sì ero cosciente che la situazione si
stava irrimediabilmente complicando.
Comunque,
approfittando dell’assenza di mio marito ci siamo
rivisti la mattina stessa, e poi il pomeriggio e poi la
sera e da quel giorno senza più freni inibitori
ricercavo in tutti i modi le sue attenzioni, anche in
presenza della sua compagna o di suo fratello,
costringendolo a inventare scuse improbabili per il solo
piacere di averlo tutto per me. La cosa strana è che da
quella prima volta il mio metabolismo è letteralmente
impazzito, avevo reazioni ripetute e incontrollate, al
solo pensiero mi irrigidivo trovandomi poi con le
mutandine completamente bagnate, al punto che pur
facendo l’amore con entrambi, anche lo stesso giorno, e
pur avendo ogni volta esplosioni paradisiache, non
riuscivo più a saziarmi.
Per la prima volta in
vita mia mi sono ritrovata a masturbarmi e soprattutto
ad avere orgasmi ripetuti ogni qualvolta la mia fantasia
superava i limiti di tempo e spazio. Stentavo io stessa
a crederci, ad ammettere a me stessa che fosse tutto
vero. Lui al telefono mi incitava a farlo ed io trovavo
immenso piacere ad assecondarlo. Nel frattempo era
diventato di casa, veniva nelle ore improbabili con
scuse incredibili e senza che mio marito avesse alcun
dubbio. Ogni volta si raccomandava di non far
insospettire mio marito pregandomi di farci regolarmente
l’amore. Felice di quelle attenzioni obbedivo e
praticamente facevo l’amore con lo stesso uomo al punto
che a volte così somiglianti mi chiedevo chi dei due mi
stesse procurando quel piacere estremo.
Ecco
questa è la mia storia. Non cerco giudizi, perché mi
rendo conto che se non si prova, se non ci si ritrova
coinvolti, non è facile comprendere. Comunque la cosa
ormai va avanti da anni sempre con la stessa intensità.
Lui nel frattempo ha lasciato la francese e si è messo
con una sceneggiatrice polacca senza mai e dico mai
trascurarmi. Mio marito non ha mai saputo nulla,
continua a pensare che io sia la moglie perfetta, mentre
io e suo fratello condividiamo letti, motel, ristoranti
e segreti. Sto bene, lo ammetto, ed anche se continuo a
pensare che fargli le corna con suo fratello gemello sia
il peggiore dei tradimenti, mi sento una donna felice al
massimo della femminilità.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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