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RACCONTI D'AUTORE
 

  
 
ANALISI DI UN TRADIMENTO
Mi sono innamorato di mia cognata

Ok sì lo so è successo e continua a succedere! Ho 49 anni, sposato con un figlio di 10 anni e da un anno circa ho una relazione con mia cognata Isabella!
 





 

Ok sì lo so è successo e continua a succedere! Ho 49 anni, sposato con un figlio di 10 anni e da un anno circa ho una relazione con mia cognata Isabella! Il mio matrimonio purtroppo, non è andato come speravo, pochi rapporti, poche parole, lei spesso fredda e indifferente, donna in carriera ambiziosa e presa totalmente dal lavoro. Insomma negatività che forse, avrei dovuto conoscere sin dal primo momento.
Isabella è completamente l’opposto, sensibile e piena di entusiasmo mi ha fatto perdere letteralmente la testa, e il nostro rapporto, pur nelle difficoltà della situazione, non ha mai avuto un attimo di crisi anche se ora le cose si sono complicate e prendere qualunque decisione è estremamente complicato.

Lei è mia cognata, la moglie di mio fratello! Lui ha problemi di salute ed io vigliaccamente ne ho approfittato. Mi giustifico pensando che alla forte attrazione fisica che si è stabilita sin da subito tra noi non è stato assolutamente possibile ribellarsi. È qualcosa che ti prende testa, mani, corpo e non c’è possibilità di dire basta, qualcosa che ti tira dentro, ti stravolge e ne diventi succube. Tante volte comunque ho pensato di troncare tutto anche perché una passione del genere, se si venisse a sapere, porta ineluttabilmente la famiglia alla distruzione totale e lo scenario successivo è fatto solo di scandalo e tormento e la tragedia è di fatto assicurata.

Mi chiedo spesso come si possa uscire da una situazione simile, ma in realtà mai vorrei che finisse perché il cuore ha le sue ragioni che la mente non contempla e per essere l’amante di mia cognata ci vuole senz’altro coraggio, una quantità esagerata di cinismo e una buona dose di incoscienza. Alle volte incoscientemente ci baciamo e ci tocchiamo anche con loro in casa sapendo benissimo che se venissimo scoperti nessuno dei due sarebbe in grado di difendere questa follia, perché dall’esterno questa relazione è immorale, disonesta, sporca ed è considerata solo figlia della perversione e del doppio tradimento. Eh già, ogni volta che la bacio, la tocco, la stringo, ogni volta che stiamo a letto insieme, ma anche quando solamente penso a lei, tradisco contemporaneamente mia moglie e mio fratello!

Tutto è successo circa un anno fa quando io e mia moglie per ragioni di lavoro ci siamo trasferiti nella città dove vivono anche mio fratello e Isabella. Il destino ha voluto che dopo qualche mese si è sfittata magicamente la villetta accanto alla casa dove abitano loro. All’inizio mi sembrava una fortuna, ma poi il fatto di frequentarci quotidianamente ha complicato le cose. Lei del resto non passa indifferente, è una bellissima cinquantenne, capelli lunghi, bionda, morbida e formosa, ogni parte del suo corpo è sesso puro ed emana una sensualità morbosa che non è possibile ignorare. Qualsiasi cosa indossi la rende un boccone succulento a cui non è facile sottrarsi. Insomma è in tutto e per tutto il mio ideale di donna. E infatti immediatamente ho avuto per lei un’attrazione irresistibile e, rapito dalle mie fantasie, ho iniziato a sognare ad occhi aperti e, non me ne vergogno a dirlo, il corpo di mia moglie durante il sesso prendeva le sue forme. La tentazione di tradirla è diventata a poco a poco un’ossessione, pronto com’ero ad agire non appena Isabella avesse abbassato le sue difese ed io mi fossi reso conto di quanto fosse fertile quel terreno!

Certo sapevo benissimo quanto fosse delicata la situazione, ma quando la mela tentatrice si trova ad un passo, davanti agli occhi, tutti i giorni, la pazza idea a portata di mano diventa fattibile, lecita, almeno nella mente. Mi chiedevo retoricamente come potessi respingere quell’impulso così travolgente quando l’oggetto di quel desiderio era la moglie di mio fratello!

Beh sì, più di una volta ho cercato di mettere a tacere quella passione troppo compromettente per svelarla alla diretta interessata, ma durante le sere trascorse insieme ai nostri rispettivi coniugi mi chiedevo spesso se e quanto fossi ricambiato e che tipo di reazione avrebbe avuto se avessi tentato la sorte.
Le cene in famiglia sono diventate così più intriganti e in più di un'occasione, anche quando non vi era necessità, lei distrattamente mi toccava il braccio per qualche secondo, chiedeva sempre il mio parere e, ciliegina sulla torta, quando ci salutavamo col bacio sulla guancia più di una volta ci siamo sfiorati l’angolo della bocca.

Piccoli dettagli ovvio, ma mi rendevo conto che quel pensiero non aleggiava solo nella mia mente. Così è stato finché ho avuto la certezza che anche mia cognata iniziava a guardarmi con una luce diversa e quelle piccole attenzioni riaccendevano in me la consapevolezza che quando un desiderio cresce, non si può fare altro che cedergli. Ogni momento era buono ed elettrizzante per verificare ed essere sicuro che non mi stessi sbagliando e quanto quell’attrazione potesse sfociare in un vero e proprio tradimento. In quei momenti avevo bisogno solo di incontrarla da sola, di starle vicino e anche il solo suo profumo mi dava l’ebbrezza e l’adrenalina necessaria a pensare che prima o poi sarebbe successo.

Certo sì, nei miei voli pindarici e nel mio stato d’animo altalenante pensavo alle tante difficoltà, ai sensi di colpa e alle proibizioni morali in quanto cognata, ma era proprio questo che faceva amplificare in maniera smisurata il mio desiderio sessuale e rinvigoriva in me il senso del proibito e dell’inaccessibile.

Nell’incertezza se svelarmi o meno siamo andati avanti per qualche settimana. Lei continuava a presentarsi sexy e provocante, con ampie scollature e vestiti trasparenti che non davano adito a dubbi. Certo mi illudevo che fossi io il suo oggetto di desiderio segreto e inconfessabile, ma vedendola cosi esuberante e sensuale il mio pensiero è stato quante volte avesse già tradito mio fratello o se in quel momento avesse un altro uomo. Era un modo per reprimere i miei istinti pensando che con mio fratello gravemente malato di cuore una donna così non poteva non avere un amante!

Lo ammetto, il suo modo di porsi, di parlare, di vestire mi aveva letteralmente disarmato al punto che un pomeriggio, vedendola uscire di casa, sexy e provocante, mi sono incuriosito e l’ho seguita. Col fiato in gola, tenendomi a debita distanza, passo dopo passo l’ammiravo in tutto il suo splendore e quella gonna corta e svolazzante mi dava la certezza che non si trattasse assolutamente di una innocente passeggiata. Così è stato, dopo circa duecento metri l’ho vista indirizzarsi verso un parcheggio e subito dopo salire su una bella auto tedesca in sosta. Lì ho avuto la conferma ai miei sospetti. Il tizio, all’incirca della sua età, preso dal desiderio, ha iniziato subito a baciarla, ma lei, evidentemente a disagio, ha cercato di respingerlo guardandosi più volte attorno. Per non perdermi il benché minimo dettaglio di quella scena piccante maldestramente mi sono avvicinato il più possibile all’auto, fin quando i nostri sguardi si sono incrociati e lei ormai scoperta è scesa dalla macchina e mi è venuta incontro.
Dopo qualche attimo di imbarazzo mi ha detto: “Non è come pensi.” Ma la situazione era così chiara che non c’era assolutamente nulla da pensare, le ho sorriso dicendole con celata soddisfazione di stare tranquilla e che la cosa sarebbe rimasta tra noi. Lo confesso, mi faceva piacere avere quel tipo di complicità ovviamente da sfruttare a mio vantaggio in altre occasioni. Lei ha tentato ancora di giustificarsi ma, accarezzandole in viso, l’ho invitata a tornare dal suo amante.

Da quella volta le cose sono cambiate. Dopo circa una settimana, soli in casa, siamo tornati sull’argomento e lei si è sentita in dovere di confidarmi che sì in effetti erano mesi che nei suoi pensieri si annidava il desiderio di trasgredire, di sentirsi nuovamente donna, ma che con quell’uomo non c’era stato assolutamente nulla: “Mi capisci vero? Io ho bisogno di attenzioni e complicità! Anche noi donne abbiamo le nostre esigenze!” Certo che la capivo, con mio fratello in quelle condizioni, mi sembrava del tutto normale che lei si concedesse qualche diversivo.
Poi è scoppiata a piangere ed è stato un pianto così disperato che mi sono sentito in dovere di abbracciarla e proprio in quel momento ho pensato seriamente che avrei potuto essere io il complice che stava cercando. Tremava e si stringeva a me così forte che attraverso la stoffa del suo vestito leggerissimo sentivo tutto il suo calore di donna e la morbidezza del suo seno.

Non so se in quegli attimi cercasse solo la mia approvazione, ma non ho detto niente anzi nel breve giro di un secondo le ho sollevato il viso, l’ho guardata negli occhi e l’ho baciata. Lei non ha posto alcuna resistenza anzi tra un bacio e l’altro mi ha sussurrato: “Con te sarebbe tutto più facile.” Ma ormai eravamo andati oltre e quel condizionale era decisamente fuori luogo.
In un attimo siamo sprofondati sul divano morbido della sala da pranzo e senza curarci di suo marito che riposava nella stanza da letto adiacente e di mia moglie che sarebbe tornata a breve abbiamo consumato il nostro primo tradimento. Bella e disponibile, splendida e provocante mi ripeteva più volte di prenderla e di farla sua senza esitazioni: “Troverai tante ragnatele, sai…” Beh quella frase era il permesso, il passe, il passaporto per invitarmi a superare il confine. Così è successo e scivolando dentro di lei, per la prima volta in vita mia, ho sentito il vero piacere di possedere una donna. Calda, tremante e bagnata gemeva e si divincolava per il piacere sussurrandomi che erano anni che aveva aspettato quel momento.

In verità non credo di aver trovato ragnatele e che per lei fosse il primo tradimento, e soprattutto ho sempre pensato che quel trasporto e quella sua disponibilità immediata avesse lo scopo principale di rendermi complice e quindi di scongiurare l’eventualità che riferissi a suo marito dell’uomo con l’auto tedesca.

Ecco sì, è iniziato tutto lì, tra quelle braccia calde ed accoglienti su quel divano, anche se credo che la vera causa di quella folle attrazione che ho provato in quel momento, non fosse affatto tutto merito della sensualità di mia cognata, ma una buona dose del mio coinvolgimento derivasse dal rapporto che avevo con mia moglie. Ed ancora oggi lo penso perché al contrario di mia moglie, Isabella non ha scatti d’ira, non parla di mutuo e di carriera, dei problemi di nostro figlio a scuola, lei è solo la quintessenza del piacere, la donna che conosce e sa come riempire le ore ed appagare il proprio maschio. Sa farsi desiderare e non trascura mai il più semplice dettaglio, la lingerie che indossa per il mio esclusivo piacere è qualcosa simile ad un’opera d’arte e posso tranquillamente confermare che in poco più di un anno di incontri clandestini non l’ho mai vista indossare lo stesso paio di mutandine.
Certo lo so che l’equazione erotica del nostro rapporto si basa sulla complicità e sui tanti ostacoli da superare, due elementi che si trasformano magicamente in pura eccitazione che ci danno la spregiudicatezza di camminare in bilico e sospesi sul pericoloso confine tra estasi e tormento, tra passione e catastrofe.

Vivo in perenne confusione e mi chiedo come faccia mia moglie a non accorgersi. Nell’ultimo anno le volte che sono stato a letto con lei si contano sulle dita di una mano, alle volte provo a rilassarmi e non fare confronti, ma non c’è nulla da fare, le cosce calde e formose di Isabella sono pari ad un’amaca appesa tra due alberi fronte mare su un’isola deserta. I suoi umori abbondanti sono il succo di quel frutto proibito chiamato passione a cui nessun uomo sano di mente potrebbe mai rinunciare.
Ormai è diventata un’ossessione, ho provato anche a farglielo capire parlando del fatto che tra noi non ci potrà mai essere futuro, ma a lei sta bene così, non le importa del futuro, lei vuole me in questo presente fatto di attimi e sesso, di ore d’orgasmi consumati nei tempi e modi più assurdi oppure di attese e fantasie sui nostri possibili incontri.

Certo, ho una vita scombussolata e quando non la vedo mi manca da morire e aspetto che mi chiami con ansia quasi adolescenziale... Sono geloso, apprensivo e vorrei essere più presente per lei ed a volte mi illudo che ormai sono diventato una figura strutturale per lei e per mio fratello e che se la loro relazione non sia arrivata al capolinea è solo merito mio, al punto che tra inganno e desiderio penso che mio fratello abbia capito, faccia finta di non vedere e che un giorno o l’altro mi ringrazierà.









Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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FOTO Massimo Passalacqua


 










 
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