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MUSE
 

INTERVISTA IMPOSSIBILE
Jo Hopper
L’unica musa
Moglie di Edward Hopper trascorse la sua esistenza all’ombra del marito nonostante fosse un’artista di grande talento







 Madame le sue origini?
Sono nata a Manhattan il 18 marzo 1883. Il mio nome da ragazza era Josephine Verstille Nivison, provengo da una famiglia di artisti. Mio padre Eldorado era un pianista e professore di musica, mia madre Mary Ann era una donna molto affettuosa e grazie a loro durante la mia adolescenza mi interessai all’arte, alla letteratura, alla danza e nello studio del francese.

Gli studi?
Nel 1900 mi iscrissi al Normal College of the City of New York e approfondii lo studio della letteratura e la filosofia francese tra cui Molière, Honoré de Balzac, Michel de Montaigne, Cartesio. Quella passione mi spinse anche a studiare la letteratura inglese con particolare interesse per William Shakespeare, John Milton, William Wordsworth. Nel contempo dipingevo e collaboravo per due giornali universitari, la mia passione era la pittura per cui in seguito mi iscrissi alla School of Art, uno dei più importanti istituti di New York.

Poi si dedicò all’insegnamento…
Lavoravo per mantenermi, ma non abbandonai mai l’arte rimanendo in contatto con molti artisti dell’epoca tra cui Edward Hopper che diventerà mio marito il 9 luglio 1924.

Vi sposaste piuttosto tardi…
Entrambi quarantenni affrontammo quell’esperienza razionalmente senza particolari entusiasmi, pensi che io ero ancora vergine e lui, figlio di un negoziante di tessuti e di una madre arcigna profondamente religiosa, era un uomo timido e riservato.

Si dice che fu lei a contribuire al suo successo.
Lo convinsi ad usare l’acquarello e visto che ero già conosciuta come pittrice, avendo esposto le mie opere insieme ad artisti come John Singer Sargent e Man Ray, chiesi al direttore del Brooklyn Museum d'includere anche le opere di Hopper.

Com’era il vostro rapporto?
Abbastanza critico e difficile da gestire. Col senno di poi penso che non corrispondessi affatto al suo ideale di moglie. Edward, di natura scontroso, era insofferente alla mia indipendenza di donna e che avessi le sue stesse aspirazioni artistiche anche se riconosco che il mio atteggiamento era piuttosto atipico allo stereotipo dell'epoca. Per amore e soprattutto per mancanza di incoraggiamento da parte sua smisi di dipingere e mi dedicai sempre di più a mio marito.

Ma vi erano anche incomprensioni quotidiane…
Una delle prime riguardò Arthur il mio gatto, lo trattavo come un figlio, ma Edward non lo sopportava perché riteneva che dessi più attenzioni ad Arthur che a lui. Un’altra riguardò quando decidemmo di acquistare insieme un’automobile: solo Edward prese lezioni di guida e m’impedì di fare altrettanto.

Come visse quella decisione?
Per lui ero moglie, amica, confidente, musa ispiratrice, amministratrice della casa, del suo lavoro e delle sue ansie, unica modella che a 60 anni suonati, accettai di posare sui tacchi, completamente nuda per dar vita a uno dei suoi più famosi quadri: A woman in the sun.

Come si sentiva nel ruolo di modella?
Posai praticamente in tutte le sue opere in cui compaiono figure femminili, anche se il più delle volte Edward modificò le mie fattezze per rendermi più simile all’immagine di donna che aveva in mente. Guardi ad esempio Automat, il dipinto rappresenta una donna che siede da sola al tavolo davanti a una tazza di caffè. La tela è del 1927 quindi avevo 44 anni, lui modificò il mio aspetto rendendomi molto giovane e magra. Insomma niente a che vedere con Dalì che ritraeva la sua Gala con tutta la tenera decadenza del tempo.

Nonostante il loro difficile rapporto rimaranno insieme per quarant’anni. Edward Hopper morì nel 1967, lei il 6 marzo del 1968. Praticamente a meno di un anno l'uno dall'altra, senza eredi e furono sepolti nel cimitero di Nyack. La Nivison lascerà tutte le sue opere e quelle del marito al Whitney Museum of American Art.








ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
https://it.wikipedia.org/wiki/Josephine_Verstille_Nivison
https://www.vogue.it/news/article/art
https://www.storicang.it/a/josephine-nivison
https://www.artein.it/josephine-nivison












 
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