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INTERVISTA IMPOSSIBILE
Katsuyama
Intervista impossibile a
Katsuyama una prostituta Oiran vissuta nel 1700 nel quartiere a luci
rosse di Tokyo. Le Oiran, prostitute d’elite affascinanti, sensuali
e misteriose, donne dai mille volti e dai mille talenti, erano
considerate figure molto importante nella cultura giapponese
Madame le sue origini?
Vivevo a Yoshiwara nel XVII secolo durante il primo
periodo Edo ed ero la figlia di una famiglia di samurai
decaduta. Originariamente svolgevo la mia attività di
prostituta in un bagno pubblico che fungeva anche da
bordello privato. Nell'agosto del 1657 lasciai il bagno
e divenni una Oiran, famosa per il mio aspetto
sgargiante.
Ossia? Mi legavo
i capelli in stile samurai da me ideato e andavo in giro
indossando una vistosa giacca di cotone a righe con una
grande spada di legno attaccata alla vita. Il mio
aspetto piacque così tanto che tutte le giovani donne
del periodo imitarono il mio stile.
Mi
scusi ma al tempo la prostituzione era legale?
Assolutamente no tanto che fui colta in flagrante
durante un’irruzione della polizia e venni arrestata. Il
fatto mi diede una grande popolarità e divenni nota ai
vassalli dei signori feudali e dei ricchi mercanti che
venivano a Yoshiwara per incontrarmi.
Cosa significa Oiran? La parola oiran deriva
dalla frase oira no tokoro no nēsan traducibile con "la
mia sorella maggiore". Nella storia e nella cultura
giapponese le oiran erano figure assimilabili a
cortigiane ed erano considerate donne di piacere. Da non
confondersi però con le yujo, prostitute ordinarie tipo
le donne che sedevano nell’harimise, delle specie di
vetrine che potrebbero ricordare quelle attuali di
Amsterdam.
Insomma prostitute di lusso…
La nostra condizione sociale si distingueva da quella
delle prostitute perché eravamo di fatto meretrici di
lusso e alcune di noi, come la sottoscritta,
riscuotevano tanto successo da diventare delle celebrità
anche fuori dei quartieri del piacere.
Al tempo quel tipo di attività era considerata arte…
Spesso eravamo accompagnate da uomini di potere e il
nostro modo di vestire era spesso oggetto di mode e
tendenze. I nostri costumi divennero sempre più
articolati con uno stile che prevedeva otto pettini e
spilli tra i capelli, tanti strati d'abiti e un paio di
sandali con la zeppa in legno alta venti centimetri che
calzavamo senza calzini. Come quello delle geishe il
nostro volto era truccato di bianco e, a differenza
della geisha, l’obi era annodato sul davanti, più facile
da slacciare per gli incontri intimi.
Anche tra le Oiran però c’era differenza… Il
rango più alto era costituito dalle Tayu le quali erano
le sole che godevano del privilegio di rifiutare i
clienti. Per avere un incontro con una Tayu bisognava
essere inviati dalle stesse per poi entrare in liste
d’attesa di settimane.
Insomma una specie
di escort di oggi! Esatto, al tempo i
bordelli erano illegali e confinati nelle campagne per
cui per evitare sanzioni nelle maggiori città si
diffusero i cosiddetti "quartieri del piacere", luoghi
dove era offerto qualunque tipo di intrattenimento:
danza, canto, musica, poesia, calligrafia e naturalmente
sesso. Inoltre era necessaria una conoscenza di arti
come quella dei fiori, la cerimonia del tè e l’uso di
strumenti musicali quali il koto e lo shamisen nonché la
capacità di conversare in maniera erudita su vari temi.
Tra i quartieri più conosciuti, c’erano: Shimabara a
Kyoto, Shinmachi a Osaka, Yoshiwara a Edo (attuale
Tokyo).
Quindi le Oiran erano
necessariamente erudite. Confinate in quei
quartieri il nostro isolamento ci rese sempre più
idolatrate, del resto il grado di cortigiana non
indicava assolutamente nulla e si veniva valutate solo
per le proprie doti e per la propria bellezza.
Selezionate accuratamente per compiacere i clienti,
soltanto i più ricchi e potenti potevano permettersi di
possedere una Oiran. Infatti per avere rapporti con noi
bisognava passare vari step, tra cui dimostrare il
proprio alto rango sociale ed una grande disponibilità
economica, ma comunque non sarebbero stati sufficienti
perché alla fine della fiera era sempre la Oiran a
decidere se intrattenere il cliente oppure no.
Quanto costava il servizio di una Oiran?
Un detto giapponese dice: “Tanto denaro da fare
inclinare un castello”, infatti per poter passare del
tempo intimo con noi i clienti dovevano tirar fuori una
grande quantità di denaro, oggi sarebbero più o meno dai
cinquemila ai diecimila euro, praticamente l’equivalente
di un salario medio annuale. Tenga presente che le Oiran
dovevano pagare di loro tasca i bellissimi e
costosissimi vestiti, pagare l’affitto della casa, il
cibo, le accompagnatrici che le supportavano e tutte le
altre spese necessarie.
Ci spiega come
avveniva l’approccio? Ripeto essere nel
novero dei clienti di una Oiran era estremamente
difficile e molto oneroso. La nostra compagnia andava
prenotata con molto anticipo attraverso un percorso
ritualizzato di richiesta formale alla casa da tè che ci
ospitava, e soprattutto con la donazione reiterata di
regali via via più preziosi. Lo step iniziale era
ovviamente la prima conoscenza. L’aspirante cliente
passava una serata con altri commensali e in
quell’occasione doveva dimostrare il suo livello
culturale, sociale ed economico, venendo così giudicato
dalla Oiran che sedeva molto distante da lui. Se il
primo incontro era andato bene, il cliente e l’Oiran si
riunivano di nuovo per un banchetto insieme ad altre
persone, ma questa volta la Oiran si sedeva accanto al
cliente. Nel terzo e ultimo incontro, se la donna era
soddisfatta di ciò che aveva visto, il cliente, pagando
una quota, diventava un “najimi”, ossia un cliente
abituale, e da questo momento aveva la possibilità di
passare dei momenti intimi con l’Oiran e gli era
rigorosamente proibito intrattenersi con altre donne di
piacere. Tenga conto che nella cultura giapponese una
Oiran manteneva sempre una posizione sociale superiore
rispetto al cliente.
L’ultima Oiran ufficiale
visse fino 1761. La figura scomparve definitivamente con
l’ascesa della Geisha.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
https://it.wikipedia.org/wiki/Oiran
https://mikeleerose.com/oiran-le-prostitute-delite-giapponesi-nella-vecchia-edo/
https://www.japanitalybridge.com/2017/08/japanese-tradition-oiran/
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