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MUSICA PASSIONE
STORIA E SIGNIFICATO DELLE
CANZONI
Il ragazzo della via Gluck
Là dove c'era l'erba ora c'è
una città
Adriano
Celentano
1966
Adamo mi parli del brano “Il
ragazzo della via Gluck”? È una canzone di Adriano
Celentano, scritta insieme a Luciano Beretta e Miki Del
Prete con l'arrangiamento di Detto Mariano. Fu
originariamente pubblicata come singolo nel 1966 e poi
inserita nella raccolta “La festa”, destinata
esclusivamente ai lettori della rivista di fotoromanzi
“Bolero Film”). Due anni dopo è stata inserita
nell'album omonimo.
Fu presentata al Festival di
Sanremo vero? Alla vigilia del Festival del 1966 a
Celentano fu proposta la canzone Nessuno mi può
giudicare, affidata in seguito a Caterina Caselli, ma il
cantante preferì portare invece questo brano, presentato
in coppia con il Trio del Clan (Gino Santercole, Ico
Cerutti e Pilade).
Un insuccesso clamoroso…
L’esibizione non convinse il pubblico e la giuria tanto
che il brano fu eliminato alla prima serata, ma poi si
rifece con le vendite del 45 giri: il disco raggiunse il
secondo posto nella classifica della hit parade,
risultando il 10º più venduto alla fine dell’anno e
diventando nel tempo una sorta di manifesto artistico
del cantante milanese e una delle sue canzoni più note.
Di che si tratta? È una sorta di ballata folk con
testo autobiografico. La via Cristoforo Gluck del
quartiere Greco della periferia di Milano era la strada
dove il cantante era nato e viveva da ragazzo con la
famiglia, al civico 14. La zona poi nel dopoguerra
conobbe una forte urbanizzazione col conseguente
spostamento degli abitanti in altre parti della città.
Un testo nostalgico… Beh sì è il rimpianto di un
mondo perduto, quello dell'infanzia e di parte
dell'adolescenza, cioè fino a quando Celentano dovette
lasciare il quartiere con la famiglia per andare a
vivere in centro, in casa del fratello. Infatti il testo
racconta di un ragazzo che con il cuore spezzato lascia
la periferia, i suoi amici e la vita all’aria aperta,
per trasferirsi in città, ma è anche un testo di
denuncia sulle conseguenze della cementificazione
selvaggia che potrebbe non essere sostenibile a lungo
termine.
Un pezzo di storia italiana degli anni
sessanta… Per l’Italia un periodo di grande boom
economico, il cui rovescio della medaglia è la forte
ondata di migrazione interna, che costrinse gli italiani
ad abbandonare le proprie radici. La città moderna e
prepotente si estende inesorabilmente fino ad
inghiottire la campagna, distruggendone natura e
bellezza.
Cover? Nello stesso anno della
pubblicazione Giorgio Gaber ne incise una cover. La
canzone fu inoltre tradotta in diverse lingue. La
cantante statunitense Verdelle Smith ne eseguì una
versione in inglese dal titolo Tar and Cement. Sempre in
inglese, ma con il titolo The story of a country boy fu
cantata dai belgi The Cousins. Nel 1967, la cantante
Anna-Lena Löfgren cantò una versione in svedese dal
titolo Lyckliga gatan e una in tedesco dal titolo Immer
am Sonntag. Fu anche adattata in spagnolo con il titolo
La casa donde yo crecí dalle Seducidas y Abandonadas.
Comunque una delle versioni più riuscite è quella in
francese cantata da Françoise Hardy col titolo La maison
où j'ai grandi.
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L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_ragazzo_della_via_Gluck
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