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MUSICA PASSIONE
STORIA E SIGNIFICATO DELLE
CANZONI
Il Signor Hood
Francesco De Gregori
1975
Adamo mi parli del brano: “Il
Signor Hood”? È una canzone di Francesco De Gregori
pubblicata dalla RCA Italiana nel 1975 e inserita
nell’LP Rimmel, il suo quarto album in studio.
Una canzone particolare con una dedica speciale…
Esatto, il brano è dedicato a Marco Pannella visto come
un Robin Hood del nostro tempo, l’eroe bandito che ruba
ai ricchi per dare ai poveri. E Giacinto Pannella, per
tutti Marco, era una sorta di eroe solitario al tempo
impegnato nella difficile battaglia per dare un volto
nuovo all’Italia attraverso la conquista dei diritti
civili in un momento in cui molti ne erano indifferenti
o contrari.
Quale sarebbe l’analogia? Marco
Pannella era un uomo che si esaltava nelle imprese
impossibili, più le battaglie erano considerate perse e
più ci metteva anima e corpo. Le pistole rappresentavano
i suoi digiuni come le munizioni le sue parole. La
descrizione di un uomo “sempre ispirato dal sole” con
“due pistole caricate a salve” e un “canestro pieno di
parole” evoca l’immagine di un lottatore pacifico, che,
nonostante le avversità, continua a perseguire la sua
causa con determinazione.
Marco Pannella è sempre
stato un personaggio contro… Da sua madre Andrée
aveva preso la leggerezza e la modernità. Lei era una
donna che nel 1923 guidava l'auto ed era iscritta
all'università, portava i capelli corti e ballava
benissimo. Da suo padre Leonardo che faceva l’ingegnere,
aveva preso invece il senso di giustizia. E Marco è
stato il più grande amante delle contraddizioni di
questo Paese. Adorava il contrasto e lo scandalo, come
presentarsi imbavagliato o ammanettato in diretta tv,
irregolare, provocatore, un idealista senza eredi,
talmente avanti che non tutti ancora oggi lo hanno
compreso. È stato la popstar della nostra politica per
60 anni, quello che ha portato una pornostar in
Parlamento nella figura di Ilona Staller, quello che
dialogava col Dalai Lama, che spacciava hashish e denaro
a Piazza Navona, discuteva coi papi e nel contempo
lottava per una legge sul divorzio, per l'aborto, contro
la fame nel mondo, per l’eutanasia, per legalizzare le
droghe leggere, per migliorare la condizione di vita dei
carcerati, per un’amnistia, per una giusta obiezione di
coscienza, per i diritti di tutte le minoranze, delle
marce antimilitariste. Lui lottava per quelli che amava,
i drogati, i diseredati, le prostitute, i carcerati, gli
avanzi della società e tutti quelli che non avevano
voce. La liberazione sessuale del Sessantotto, della
rivolta studentesca al femminismo, ha trovato in lui un
interprete perfetto. Più che “contro” era un uomo
“oltre”, quando riusciva a convincere qualche suo
avversario politico, era solito domandarsi: “Dove sto
sbagliando?” E allora come un giocatore di poker
rilanciava. Di lui era solito dire: «Sono un cornuto
divorzista, un assassino abortista, un infame traditore
della patria con gli obiettori, amico dei
fiancheggiatori delle Brigate Rosse, provocatore,
qualunquista, destabilizzatore, un drogato, un perverso
pasoliniano, un mezzo-ebreo mezzo-fascista, un
liberalborghese esibizionista, un nonviolento
impotente». Fumava 60 sigarette al giorno, roba forte
dalle Celtique alle Gauloises passando per le Gitanes,
il suo digiuno più lungo durò tre mesi. Ha amato uomini,
pochi, e donne, tante, tra cui Bianca dagli occhi
dolcissimi e Mirella con la quale ha convissuto per 30
lunghi anni.
Il significato del brano in senso
lato? “Il Signor Hood” ribadisce l’importanza di
lottare per ciò in cui si crede, anche quando si è soli
contro tutti.
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L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
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