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MUSICA PASSIONE
1989
La vita mia
Amedeo Minghi
Un amore talmente grande da
identificarlo con la propria vita
Adamo mi parli del brano “La
vita mia”? È un brano del cantautore romano Amedeo
Minghi pubblicato nel 1989 nell’album omonimo. L’album
registrato dal vivo al Teatro Eliseo di Roma comprendeva
11 tracce di successo più l’unico inedito in studio: “La
vita mia”.
Di che parliamo? Di un classico del
suo repertorio, forse la canzone più bella di Amedeo
Minghi, scritta in collaborazione con Vanda Di Paolo,
pseudonimo femminile di Pasquale Panella, scrittore e
arrangiatore musicale, il quale tra l’altro scrisse
anche i testi di Canzone e Vattene amore. Una curiosità:
Vanda Di Paolo è il nome della moglie di Panella.
Di che parla la canzone? Di un amore così grande
verso la sua donna da identificarlo proprio con la sua
stessa vita. La frase "Rivedo te che sei, che sei, la
vita mia" esprime il riconoscimento dell'essenza della
sua esistenza. L’uomo ricorda i momenti belli vissuti
insieme, riassapora l’essenza, la totalità di quel
rapporto tanto che l’addio finale lo vive come la fine
della sua vita. La donna idealizzata porta via con sé i
suoi anni più belli.
L’ermetismo di Minghi
potrebbe anche far intendere altro… Certo, il testo
potrebbe essere letto come lo scorrere lento del tempo e
non della fine del rapporto, quindi la perdita naturale
della passione ("Questo amore che svanisce e sguscia
via") che innesca incertezza e uno stato d’animo che si
lascia andare ai ricordi e a quando tra loro due vi era
quell’entusiasmo travolgente. Insomma una riflessione
sulle complessità dell'amore e sulla natura fugace della
vita.
Come al solito un Minghi molto raffinato…
Un po’ malinconico e un po’ ottimista in cui però
traspare in fondo una forte coscienza di aver vissuto un
amore vero, sufficiente per compensare le differenze e
le incomprensioni.
L'immagine della pioggia?
Nel testo ci sono due riferimenti: “Infatti piove,
vorresti uscire e raffreddarti insieme a me…” e “C’è un
temporale, possiamo uscire e raffreddarci insieme
ormai.” Entrambi stanno a significare il desiderio del
protagonista di uscire e affrontare insieme le sfide più
ardue, ma la successiva frase “"Io vestito leggerissimo
morrei" lascia pensare a quanto quella vita stessa sia
vulnerabile e fragile.
Come finisce? L’ultimo
verso rappresenta il tumulto del cuore e la fragilità
della vita: “Perché tremare fa la vita che se ne va, con
Te che porti via, con Te, la la Vita mia…”
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE FONTI
https://www.marcoliberti.it/article-la-vita-mia-un-capolavoro
https://www.lerecensionidisettimaluna.cloud/la-vita-mia-amedeo-minghi/
https://www.songtell.com/it/amedeo-minghi/la-vita-mia
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