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MUSICAPASSIONE
1968
Il gorilla
Fabrizio de André
Traduzione fedele del brano “Le gorille”
di Georges Brassens datato 1952 .
Adamo mi parli del brano “Il
gorilla”? Il brano, cantato in italiano da Fabrizio
de André, è la traduzione abbastanza fedele di “Le
gorille”, una delle prime composizioni di Georges
Brassens, datata 1952. De André la inserì nel suo terzo
album d'inediti chiamato appunto “Volume III” e
pubblicato nel 1968. In quel disco oltre al Gorilla vi
erano pezzi celebri come: “La canzone di Marinella”,
“Amore che vieni amore che vai”, “La guerra di Piero”,
“Il testamento”.
Di che si tratta? Con questo
pezzo alquanto spiritoso ed ironico il cantautore
francese si scaglia con forza contro le ingiustizie e in
particolare contro la pena di morte prendendo in giro un
magistrato vittima di un gorilla che, scambiandolo per
una femmina della sua specie, lo violenta con forza. In
Francia il brano, per il suo significato, fu bandito
dalle radio di Stato.
Di che parla
dettagliatamente il testo? Racconta la storia di un
gorilla che viene portato in una piazza della città dai
gitani di uno spettacolo itinerante. Improvvisamente la
gabbia si apre e il gorilla scappa con l’intenzione di
togliersi la verginità. Le persone che erano lì ad
ammirarlo scappano in tutte le direzioni, ma in mezzo al
caos, solo una vecchia signora e un giudice si
attardano. Ovviamente la signora si sente in pericolo,
ma in cuor suo non disdegnerebbe quelle attenzioni, ma
sorprendentemente il gorilla la ignora preferendo il
giudice. Il testo qui lascia solo intendere cosa succede
lasciando i particolari della violenza sessuale
all’ascoltatore.
Significato? Al di là della
satira, a volte grottesca, la canzone vuole ingaggiare
una riflessione sull'imprevedibilità della vita e su
come anche coloro che occupano posizioni di autorità o
si considerano superiori agli altri possano trovarsi in
situazioni vulnerabili e umilianti e quindi anche quel
giudice che il giorno prima aveva fatto tagliare la gola
ad alcuni condannati considerandosi quindi alla stregua
di Dio.
Insomma una cruda metafora contro il
potere… Solo alla fine viene fuori il fascino della
cruda vendetta contro l’ingiustizia: “Dirò soltanto che
sul più bello, dello spiacevole e cupo dramma, piangeva
il giudice come un vitello, negli intervalli gridava
mamma. Gridava mamma come quel tale, cui il giorno prima
come ad un pollo, con una sentenza un po' originale,
aveva fatto tagliare il collo.”
De André decide
di riproporlo in italiano… Sensibile alla tematica e
in piena contestazione giovanile il cantautore genovese
non si fece scappare l’occasione con una
reinterpretazione piuttosto fedele all’originale se si
esclude qualche differenza minima tipo la figura degli
"zingari di un baraccone" che Brassens non cita. E poi
quando le comari della piazza contemplano l'animale
esaltando la sua virilità De André se la cava con la
frase “non dico come, non dico dove” mentre Brassens
dice: “nel posto che mia madre mi ha impedito
rigorosamente di citare”. Per il resto il testo di De
André segue in maniera abbastanza aderente la versione
originale di Brassens compresa la musica che è rimasta
praticamente la stessa.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE FONTI
https://www.songtell.com/it/fabrizio-de-andr/il-gorilla
https://significatocanzone.it/il-gorilla
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