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STORIE DI ROMA
 
 
INTERVISTA IMPOSSIBILE

CLODIA
La nobildonna romana che venne additata da Cicerone come prostituta e amante di suo fratello



 
(94 a.C. circa – post 45 a.C.)

 
Madame le sue origini?
Sono nata con il nome patrizio di Claudia Pulcra e sono figlia di Appio Claudio, console nel 79 a.C, e di Cecilia Metella.

Cambiò il suo nome da Claudia a Clodia, come mai?
Clodia era la versione popolare del mio nome originale che si pronunciava chiudendo il dittongo “au”.

Fu la Musa ispiratrice di Catullo…
Provò per me sentimenti contrastanti dalla venerazione all’odio mosso dalla gelosia e per dichiararmi il suo amore non trovò di meglio che riprendere le strofe nelle quali Saffo, la poetessa dell'isola greca di Lesbo, arde d’amore identificandomi come Lesbia. Per ovvie ragioni preferì non rivelare mai il mio nome. Mi dedicò versi caldi e sensuali tipo: "Dammi mille baci, poi altri cento, / poi altri mille, poi ancora cento, / poi senza fermarti altri mille, poi cento", descrivendomi come una donna sensuale e ricca di fascino, ma anche capace di spezzargli il cuore perché abituata a frequentare più di un amante contemporaneamente.

Quando avvenne il vostro primo incontro?
Nel 62 a.C., a Verona. Lui rimase folgorato da quell’incontro e nonostante io fossi sposata e lui più giovane di me di circa dieci anni, mi desiderò ardentemente. Per Catullo non ero solo un’aristocratica piena di fascino, ma l’essenza della vera bellezza dotata di grazia e femminilità.

Otto anni prima aveva sposato Metello Celere…
Da quella unione nacque mia figlia Cecilia Metella.

Sua figlia è ricordata per aver avuto diversi amanti.
Sposò Publio Cornelio Lentulo Spintere; ma ebbe varie relazioni clandestine tra cui quella con Publio Cornelio Dolabella, genero di Cicerone, che portò nel 45 a.C. al divorzio dal marito. Altri amori di Metella furono il poeta Ticida, che scrisse di Metella chiamandola Perilla, ed Esopo, un ricco cavaliere, che fu fedele cliente della gens dei Cecili Metelli.

Ma torniamo a lei… gli storici dicono che fu protagonista di un celebre scandalo…
Al tempo avevo una relazione con Celio Rufo e lui fu accusato di aver assassinato i membri di una delegazione straniera, servendosi del mio denaro e successivamente di aver tentato di avvelenarmi per non restituirmi il denaro.

Al processo venne fuori la sua natura libertina…
In quel processo ero solo la vittima anche se Cicerone, difensore di Rufo, cercò di infangare la mia reputazione dipingendomi come una persona irresponsabile e immorale, pronta a prostituirsi con diversi uomini tra i quali mio fratello, Publio Clodio Pulcro. Addirittura mi chiamò quadrantaria insinuando che nel mio salotto nella mia residenza sul Palatino ricevessi clienti e mi facessi pagare un quarto di asse per le mie prestazioni sessuali.

Ma in realtà Cicerone usò quel processo per questioni private…
Utilizzò quell’oratoria per vendicarsi di mio fratello con il quale in passato aveva avuto dei dissapori. Le mie uniche colpe erano quelle di preservare a tutti i costi la mia libertà e di condurre una vita con leggerezza al punto di innamorarmi di un delinquente come Rufo.

Mi sta dicendo che venne giudicata per la sua mentalità moderna e spregiudicata…
Di certo non amavo restare in casa a filare la lana o di sottomettermi a mio marito e soprattutto non mi preoccupavo quanto i miei comportamenti potessero dare scandalo.






L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
Realizzato grazie a:  
https://www.harpersbazaar.com/it/cultura/costume/a42176632/clodia-musa-catullo/
https://tribunus.it/2021/06/11/una-donna-fuori-dal-coro-clodia/












 
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