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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 
SOFONISBA ANGUISSOLA
La ritrattista
Pittrice italiana del tardo Rinascimento, particolarmente abile nella ritrattistica fu tra le prime artiste a raggiungere la fama in Europa
(Cremona, 2 febbraio 1532 – Palermo, 16 novembre 1625)



 

Sofonisba Anguissola, Self-Portrait (1556). Oil on canvas, 66 x 57 cm (25.9 x 22.4 in). Łańcut Castle, Poland


Madame le sue origini?
Nacqui a Cremona intorno al 1532, la mia famiglia era di origini aristocratiche ascritta al patriziato veneziano e discendente dal nobile casato di Galvano Sordi, che nel 717 contribuì a liberare Costantinopoli dai Saraceni.

Fu la prima di sette figli…
Mio padre Amilcare sposò la nobildonna Bianca Ponzoni, nel 1530 in seconde nozze. Nella mia famiglia si respirava arte e cultura: quattro delle mie sorelle divennero anch'esse pittrici. La mia quinta sorella, Minerva, fu insegnante di latino e scrittrice, mentre l'unico fratello, Asdrubale, studiò latino e diventò musicista.

Tutto merito di suo padre, vero?
Mio padre, amante dell’arte, frequentava l’Accademia degli Animosi e la società colta cremonese, aperta ai nuovi fermenti culturali che percorrevano l’Italia e l’Europa. Avviò tutti i suoi figli allo studio della letteratura, della pittura e della musica.

Lei però fece della pittura una professione e non un passatempo…
Le condizioni economiche di mio padre non avrebbero mai potuto provvedere a sei doti per le figlie per cui fui contenta di provvedere al sostentamento della famiglia.

A unidci anni fu affidata agli insegnamenti del pittore lombardo Bernardino Campi…
Per tre anni dimorai insieme a mia sorella Elena nella sua casa come ospiti paganti. Il suo stile influenzò la fase iniziale della mia pittura per cui mi dedicai in particolar modo alla ritrattistica.

Dicono fosse molto brava…
Apprezzamenti sulla mia pittura vennero anche da Michelangelo Buonarroti, che ebbe modo di conoscere la mia opera tramite mio padre. Michelangelo rimase positivamente colpito da un disegno a carboncino e matita, “Fanciullo morso da un gambero”, in cui avevo ritratto l'espressione del pianto e l’istante di dolore di mio fratello Asdrubale, morso da un granchio. Si dice che più tardi Caravaggio trovò in questo motivo l’ispirazione per il suo Ragazzo morso da un ramarro.

Quindi divenne famosa…
Partecipai alla vita artistica delle corti italiane tra cui quella dei Gonzaga, dove ritrassi la duchessa Margherita e alla nuora Elena d'Austria, e quella degli Este a Ferrara e dei Farnese. Poi la mia fama valicò i confini nazionali e nel 1559 mi chiamò re Filippo II di Spagna come dama d'onore della quattordicenne regina Elisabetta di Valois, sua promessa sposa, per darle lezioni di pittura. Lì eseguii i ritratti di quasi tutti i membri della famiglia reale. Alla morte della regina, nel 1568, rimasi alla corte di Spagna ancora per alcuni anni come dama e ritrattista delle due infante Isabella e Caterina.

All'età di quarant'anni, nel 1573, si sposò…
Mi sposai per procura con il nobile siciliano Fabrizio Moncada, fratello del viceré di Sicilia, con l’appoggio della corte spagnola che mi assegnò una cospicua dote. In seguito mi trasferii a Paternò nel palazzo dei Moncada.

Il matrimonio durò solo cinque anni però…
Il 27 aprile 1578 mio marito morì durante un attacco pirata mentre si stava recando su una galera alla corte di Filippo II. Per omaggiarlo dipinsi la pala d’altare, “Madonna dell’Itria”, conservata nell'atrio della chiesa del monastero delle benedettine di Maria Santissima Annunziata.

Rimasta vedova cosa fece?
Lasciai l'isola per ritornare a Cremona, ma durante il viaggio via mare conobbi un giovane capitano di marina, il nobile genovese Orazio Lomellini, vedovo e con figlio. Da subito nacque tra noi un forte legame sentimentale e lo sposai a Pisa nel 1579, andando poi a vivere a Genova. Rimasi in quella città per 35 anni, continuando a dipingere ritratti di personaggi di corte spagnola, in visita a Genova.


Tornata nel 1615 con il nuovo marito a Palermo, , Sofonisba continuò a dipingere nonostante un forte calo della vista. Alla lunga, tuttavia dovette rinunciare alla sua arte. Morì ultranovantenne il 16 novembre 1625, e fu sepolta nella chiesa palermitana di San Giorgio dei Genovesi, dove ancora oggi si trova la lapide del sacello, nella navata destra.











L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
grazie a:
https://it.wikipedia.org/wiki/Sofonisba_Anguissola
















 
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