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STORIE DI ROMA
AGRIPPINA
L'ambiguo rapporto tra Nerone e sua
madre
Due figure predominanti assetate di potere al punto che si è
fortemente dubitato sulla natura incestuosa del loro rapporto.
Adamo ma davvero tra
Agrippina e il figlio Nerone vi fu un rapporto
incestuoso? ll rapporto che legava Agrippina al
figlio è storicamente controverso. Erano due figure
predominanti assetate di potere al punto che si è
fortemente dubitato sulla natura del loro rapporto.
Di Nerone conosciamo un po’ tutto, ma chi era
Agrippina? Giulia Agrippina, meglio conosciuta come
Agrippina minore, per distinguerla dalla madre Agrippina
maggiore, nacque in un accampamento militare sulle
sponde del Reno da Germanico, nipote e figlio adottivo
dell’imperatore Tiberio, nonché candidato alla
successione, e Agrippina maggiore, la nipote favorita di
Augusto. I suoi fratelli più famosi erano Druso,
Caligola, Livilla e Drusilla
Era bella vero?
Bella e colta, portava la classica pettinatura a trecce
ed era solita sfoggiare abiti sontuosi intessuti d’oro
nelle occasioni ufficiali. Gli storici la descrivono
come donna avvenente anche dopo aver compiuto
quarant’anni.
Alla morte di Tiberio divenne
imperatore suo fratello Caligola… Caligola le diede
gli stessi diritti delle Vestali, concedendole il titolo
di “sorella dell’imperatore”, di sedere al posto
d'onore, accanto a sé, durante gli spettacoli, e permise
che il suo nome venisse incluso nelle preghiere per il
benessere del principe, nei giuramenti che i consoli
facevano quando proponevano una mozione in Senato, e in
quelli di fedeltà verso l'imperatore, onore questo senza
precedenti per una donna.
Nel frattempo si era
sposata… A 22 anni convolò a nozze con Gneo Domizio
Enobarbo, un uomo che non amava, di trent’anni più
vecchio di lei, ma discendente da un'antica famiglia
aristocratica. Da lui ebbe suo figlio Nerone.
A
Roma in quel periodo correvano voci di rapporti
incestuosi tra Caligola e le sue sorelle ossia Agrippina
e Livilla… Non solo, Agrippina venne anche accusata
di adulterio con Lepido, vedovo di sua sorella Drusilla.
Per questa accusa fu confinata a Ventotene e i suoi beni
messi all’asta dall’imperatore.
Nel 41, Caligola
venne assassinato… Claudio ascese al trono e fece
richiamare a Roma Agrippina e Livilla, restituendo loro
i beni confiscati da Caligola. A seguito della morte di
Gnelo, l’anno dopo, rimase vedova e tentò di sedurre
Servio Sulpicio Galba, futuro imperatore. Quando si rese
conto che i suoi tentativi sarebbero stati vani cambiò
obiettivo e sposò il ricco Gaio Sallustio Passieno
Crispo, proconsole d'Asia, ma dopo alcuni anni Crispo
morì in circostanze misteriose e secondo voci ben
accreditate, avvelenato da Agrippina, che rimase vedova
per la seconda volta ed erede dei beni del facoltoso
marito.
Sposò quindi l’imperatore Claudio in
terze nozze… Dopo la caduta di Messalina
l'imperatore, rimasto vedovo, iniziò a cercare una nuova
moglie. Tra le pretendenti oltre ad Agrippina c’erano
Lollia Paolina, vedova di Caligola e Calpurnia. La prima
si suicidò, mentre la seconda fu spedita in esilio. Alla
fine per mancanza di altre pretendenti Claudio scelse
proprio sua nipote Agrippina, adottando suo figlio
Nerone, ma si trattava comunque di un matrimonio fra uno
zio e una nipote, per cui considerato incestuoso. Per
aggirare l'ostacolo, vennero concessi permessi speciali.
Quel matrimonio e il riconoscimento di Nerone da
parte di Claudio le conferì il titolo di Augusta. Si
trattava di un onore mai riservato alla moglie di nessun
imperatore, inoltre, ottenne di poter sedere di fianco a
Claudio quando questi riceveva ambasciatori stranieri,
il permesso di potersi spostare in un carro coperto
trainato da mule, ed essere raffigurata come prima donna
sulle monete.
Ma non si accontentò solo di
questo… Assolutamente no, anzi iniziò a promuovere
fortemente suo figlio Nerone, destinandolo alle nozze
con la figlia di Claudio e Messalina, Claudia Ottavia,
ossia la sorellastra, già promessa sposa però al
nobilissimo Lucio Giunio Silano. L’ostacolo venne
rimosso con un’accusa ad hoc di incesto. Vennero infatti
messe in giro voci di un rapporto incestuoso con sua
sorella Giunia Calvina, il povero Silano fu espulso dal
Senato e non gli rimase che suicidarsi.
Il 13
ottobre del 54 Claudio morì… L’artefice fu senz’altro
Agrippina che avrebbe avvelenato il marito con un piatto
di funghi, poiché temeva ripensamenti da parte di
Claudio sulla propria successione e quindi accelerare
l’ascesa al potere di suo figlio Nerone, ormai
sedicenne. Sta di fatto che Nerone divenne imperatore e
lei ottenne nuovi privilegi e le vennero assegnati due
littori e una scorta di pretoriani e non ultimo il
diritto di girare in pubblico nella stessa lettiga di
suo figlio.
Ora capisco perché le fonti antiche
sono uniformemente ostili ad Agrippina… In una
società che relegava le donne nella sfera domestica
Agrippina fu accusata di stravolgere le regole di una
società fortemente patriarcale. Gli storici antichi la
descrivono maligna e perfida e le attribuiscono un
comportamento sfrontato, trasgressivo e oltraggioso
anche dal punto di vista sessuale: "Agrippina è un
"monstrum", che, come la regina Cleopatra, deve essere
distrutto, perché viola ogni tipo di norma sociale."
Torniamo al racconto… in quel periodo abbiamo un
imperatore sedicenne, più dedito alla lussuria che al
governo dell'impero, controllato e manovrato dalla
madre… Esatto, ma quel rapporto non era destinato a
mantenersi solido. Quando Nerone si innamorò della
liberta Claudia Atte, Agrippina si infuriò, forse
temendo che Nerone si allontanasse da sua moglie
Ottavia, e si oppose alla relazione. Fu quello il primo
atto di disobbedienza da parte di Nerone nei confronti
della madre.
Perché? Chi era Claudia Atte?
Una ex schiava e l’amante preferita di Nerone che se ne
innamorò follemente al punto di amarla più della moglie
Ottavia. Tieni conto che Nerone aveva sposato
l’undicenne Ottavia a soli sedici anni ed Atte ebbe il
merito di tirare a sé l’esuberanza dell’imperatore
eccitandone la lussuria con pratiche amorose dissolute,
tanto da essere additata come causa principale delle
depravazioni dell’amante. Riusciva a soddisfare
pienamente tutti i suoi desideri al punto che Nerone
dimostrò una vera e propria ripugnanza nei confronti
della virtuosa Ottavia e per un certo periodo pensò
seriamente di sposare Atte.
Quindi Agrippina cosa
fece? Si rese conto che la sua influenza stava
inesorabilmente esaurendosi per cui iniziò a coltivare
il suo rapporto con sua nuora, la tradita Claudia
Ottavia, e nel contempo a stringere rapporti con le più
antiche e illustri famiglie di Roma e ad ingraziarsi la
guardia pretoriana. Nerone rispose però licenziando la
scorta armata di Agrippina, e chiedendo alla madre di
trasferirsi nella casa di Antonia sul Palatino.
Claudia Atte non fu però la causa della rottura
definitiva tra madre e figlio… La liberta Atte era
sostanzialmente innocua in quanto da ex schiava, secondo
le leggi romane, non avrebbe mai potuto sposare
l’imperatore. E in effetti poco tempo dopo apparve
all’orizzonte la bellissima Poppea Sabina, Agrippina si
oppose alla relazione, facendo scoppiare un nuovo
conflitto col figlio.
Secondo alcune versioni
Agrippina, disperata per mantenere il controllo su
Nerone, si sarebbe offerta a lui… Con indosso una
veste trasparentissima andò nelle stanze del figlio e
quando fu certa delle sue attenzioni fece cadere a terra
la veste e si concesse a lui dicendogli che nessuna
donna al mondo sarebbe stata più devota di lei
all’imperatore. Ovviamente non conosciamo i dettagli e
se effettivamente andò così, ma sappiamo che quello fu
il suo ultimo e disperato tentativo per mantenere il
controllo su suo figlio.
Perché dopo cosa
successe? Nel 59 Nerone decise di sbarazzarsi della
madre. Per questo tragico epilogo si affidò ad Aniceto
progettando un avvelenamento, ma il piano venne presto
abbandonato perché Agrippina sospettando la sua tragica
fine si era munita di diversi antidoti. Si decise alla
fine di assassinarla fingendo un incidente in barca.
Nerone si trovava nella stazione balneare di Baia per
celebrare le feste di Minerva e da lì chiamò la madre
presso di sé, facendole credere che voleva riconciliarsi
con lei. La madre arrivò dopo due giorni da Ventotene.
La sera stessa Nerone la invitò a un banchetto in suo
onore e volle che la madre gli si sdraiasse accanto e
ogni tanto l’abbracciava e la baciava, rivolgendole
mille attenzioni per dissipare ogni sospetto.
Poi? Quando Agrippina, conclusa la cena, si avviò
verso la propria nave, Nerone la guardò negli occhi e la
strinse al petto conoscendo già la sua tragica morte. Ma
il marchingegno inventato da Aniceto per il finto
incidente fallì rovinosamente e Agrippina incolume
riuscì ad arrivare nella sua villa. A quel punto,
appresa la notizia che sua madre si era salvata, Nerone
ordinò ad Aniceto e ai suoi uomini di raggiungere
l'isola, circondare la villa e procedere alla sua
eliminazione. Loro eseguendo gli ordini dell'imperatore
sfondarono la porta e, raggiunsero Agrippina, che era
sola nella sua camera. Incredula non riusciva a
capacitarsi che volessero ucciderla. Colpita
violentemente alla testa cadde a terra e al sicario che
si apprestava a darle il colpo di grazia, mostrò il suo
ventre, dicendo di colpirlo col pugnale, dal momento che
quel ventre aveva generato Nerone!
E Nerone come
spiegò la cosa? L'imperatore inviò una lettera
scritta da Seneca al Senato, in cui sostenne che
Agrippina aveva attentato alla sua vita e che, scoperta,
si era tolta la vita, accusando la madre di ambizione e
superbia. Nonostante ciò, il matricidio continuò a
perseguitarlo per il resto della sua vita. L'imperatore
confessò più volte di essere perseguitato dal fantasma
della madre, dalle torce e dalle fruste delle Furie.
Però era ancora viva la questione di Claudia
Ottavia, ossia sua moglie… Nerone, per sposare Poppea
scacciò Ottavia e col pretesto della sterilità venne
esiliata a Ventotene. Ma quella figura ingombrante in
quanto moglie dell’imperatore doveva essere eliminata
per cui Nerone ordinò la sua morte e per nulla valsero
le preghiere di Ottavia di risparmiarle la vita in nome
del fatto che oltre moglie era anche sua sorella. Le
suppliche non ebbero effetto. Ottavia fu incatenata e le
furono aperte le vene, simulando così un suicidio. La
testa troncata fu portata a Roma e mostrata a Poppea.
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L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
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