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STORIE VERE
Il senso di colpa tra le gambe
"Il legame con mio marito era bellissimo eppure, l'ho tradito. No no, nessuna incomprensione di coppia, nessuna disattenzione da parte sua, l’ho tradito e basta!..."






Il legame con mio marito era bellissimo eppure, l'ho tradito. No no, nessuna incomprensione di coppia, nessuna disattenzione da parte sua, l’ho tradito e basta! L’ho tradito perché la vita alle volte ti sorprende, ti fa fare delle scelte che non avresti mai immaginato e purtroppo senza alcun motivo valido che possa giustificare la tua scelta. Ed ora provo un disagio più fisico che mentale perché razionalmente ho trovato mille e più giustificazioni, ma i miei sensi di colpa, nonostante siano passati diversi mesi, sono rimasti ben saldi nel segreto delle mie gambe.

È successo perché, dopo dodici anni di matrimonio felice, è spuntato dal passato il mio primo amore adolescenziale vissuto tra i banchi del liceo. Marco, un ragazzo gentile e delicato dai grandi occhi espressivi, non ha dovuto penare tanto. Praticamente un colpo di fulmine che mi ha fatto innamorare all’istante tanto che sentivo le classiche farfalle nello stomaco ogni qualvolta lui poggiava i suoi occhi su di me. Il passo è stato breve e dopo una settimana ho fatto l’amore con lui, a casa sua, con sua madre che spiattellava in cucina e noi distesi nel suo letto a una piazza davanti al poster di Bono degli U2.

Me lo ricordo ancora la sensazione quando per la prima volta in assoluto davanti ad un ragazzo ho tolto impacciatissima le mie mutandine bianche e lui più inesperto di me non sapeva cosa fare. Mi guardava come fosse un’aliena, così tanto diversa fisicamente da lui. Comunque sono stati due anni bellissimi, poi però lui si è trasferito dal padre in Francia continuando i suoi studi di Giurisprudenza alla Sorbona. Il giorno dell’addio sono state solo tragedie e promesse, oh sì certo anche pianti a dirotto quando lui mi stringeva forte e mi diceva che ci saremmo rivisti, ma in cuor mio sapevo che dovevo farmi forza perché quella fase della mia vita stava inesorabilmente finendo.

Ecco sì. una storia di venti anni fa, che mai ho dimenticato, anche se nel frattempo ho avuto altre storie brevi e qualche relazione importante, finché ho conosciuto Andrea, un uomo affidabile e positivo, sempre attento e disponibile. Dopo un anno e mezzo ci siamo sposati e sono diventata madre di due splendidi ragazzi. Mai uno screzio, mai una noia, lui, geologo, pieno di iniziative mi ha trascinata in giro per il mondo facendomi apprezzare ogni bellezza della natura e dell’arte e avvolgendomi con un sentimento protettivo che credevo unico.

Insomma tutto perfetto finché un giorno nello studio legale dove lavoravo ho ricevuto un messaggio tramite Facebook, ebbene sì, era Marco, il mio grande primo amore. Da quel momento è cambiato tutto, con lui ci eravamo persi nel tempo, ma quel messaggio mi ha fatto capire che a lui non avevo smesso di pensare e quel sentimento nonostante gli anni non si era minimamente assopito. Ebbene sì, era lui che mi avvertiva che era a Roma di passaggio e che avrebbe desiderato incontrarmi il giorno stesso per un caffè. Nella mia mente avevo già deciso, ma il primo dubbio è stato se dirlo o meno a mio marito. Mi illudevo che fosse solo uno stupido caffè e poi nelle ore d’ufficio per cui non avrei dovuto inventarmi nessuna scusa.

Dopo due ore ero seduta al tavolo all’aperto di un bar del centro di fronte ad un uomo a dir poco affascinante, era cambiato sì, ma in meglio. Col suo accento un po’ francese e un po’ romano mi ha letteralmente stregata. Curiosi l’uno dell’altra abbiamo parlato per circa due ore riempiendo quella lunga assenza e ricordando vari aneddoti divertenti dei tempi di scuola. Così ho saputo che era single e padre di una bambina e che era in Italia con Luca, un nostro ex compagno di scuola e ora suo collaboratore, per avviare un nuovo studio legale.

Dopo il caffè abbiamo fatto una lunga passeggiata tra il verde di Villa Borghese ed anche io ovviamente ho raccontato per sommi capi la mia vita, tra cui che ero madre di due figlie e che avevo una bellissima relazione con mio marito. Lui all’istante sentendo che ero sposata si è immediatamente sentito in dovere di dirmi che nella vita aveva un solo rimpianto ossia di non aver potuto continuare la nostra bella storia d’amore invidiando ora mio marito. Sono rimasta muta perché dopo tanti anni non me lo aspettavo, ma allo stesso tempo sentivo che tra noi stava crescendo una forte tensione. Ci siamo seduti su una panchina e lui avvicinandosi mi ha preso la mano tenendola stretta. Sentivo che aveva desiderio di baciarmi per cui con una scusa improvvisa gli ho detto che dovevo andare. Salutandoci ci siamo scambiati i numeri di telefono.

Stravolta dall’emozione sono tornata a casa e per non dire bugie ho fatto finta di non sentirmi bene. A letto tra pensieri e desideri contrastanti mi sono rigirata più volte dandomi della scema per non aver accettato quel bacio che desideravo ardentemente e poi immaginando, se fossi stata disponibile, cosa sarebbe successo dopo. Sapevo che alloggiava in un albergo del centro e che quindi la nostra meta sarebbe stata sicuramente quella.

Il giorno dopo durante una pausa del lavoro con l’adrenalina a mille l’ho chiamato e lui come al solito gentilissimo ha iniziato a parlare di lavoro dicendomi che se avessi voluto ci sarebbe stata la possibilità che fossi io la responsabile del loro nuovo studio in Italia. “Sei sicuro, Marco? Ma è una proposta bellissima!” Non stavo più nella pelle e poi nella mia testa ho iniziato a farmi un film pensando che lavorando assieme anche se a distanza avremmo potuto avere più contatti e chissà cosa. Lui non mi ha risposto, sentivo che aveva gente intorno per cui frettolosamente ha chiuso la telefonata dandomi appuntamento un’ora dopo nello stesso bar del giorno prima.

Con mia sorpresa all’appuntamento non era solo, con lui c’era Luca, il nostro ex compagno, e lui ha ripreso a parlare della proposta facendomi poi spiegare da Luca il loro progetto nei dettagli. Si trattava sostanzialmente di assistere contrattualmente grandi aziende francesi che avevano intenzione di investire in Italia. Beh sì la cosa mi stuzzicava e non poco, anche perché l’onorario delle consulenze non era male, ma ovviamente avrei dovuto prima risolvere la mia posizione con lo studio dove lavoravo. Dopo il caffè i due si sono alzati, avevano un impegno di lavoro e mentre tornavo in ufficio ripensando alla proposta ho sentito vibrare il telefono. Era un messaggio di Marco: “Ti ho vista dubbiosa, non voglio metterti fretta, pensaci con calma e se vuoi io alle cinque sono nel mio albergo. Ne possiamo parlare… A dopo.”

Beh sì, aveva ragione, i cambiamenti mi avevano sempre spaventata, e dopo l’iniziale entusiasmo nella mia testa erano iniziati a girare mille dubbi. Al momento non avevo fatto caso al dettaglio dell’albergo, ma poi rileggendo il messaggio mi sono detta che non potevo non accettare quell’invito illudendomi che quell’incontro avrebbe riguardato solo il lavoro. In ufficio ho chiesto un’ora di permesso e sono uscita.

Lui mi ha accolto con un gran sorriso dicendomi che ero a dir poco affascinante. Alla vista di quella stanza con solo un grande letto e una piccolissima scrivania ho realizzato che dell’argomento lavoro ne avremmo parlato, ma molto poco, e che quel pomeriggio sarebbe stato diverso da tutti gli altri che avevo vissuto finora. Lui non ha perso tempo, senza togliermi il soprabito mi ha baciata, praticamente sulla porta, e bacio dopo bacio, invece di parlare di quella proposta allettante, siamo finiti sul letto. Senza accorgermi mi sono ritrovata con la camicetta aperta e con la mia seconda scarsa che non chiedeva altro di essere baciata. Neanche un minuto ed era sopra di me e come ai tempi di scuola mi sono sentita di nuovo viva ricordando perfettamente quella sensazione di abbandono che avevo represso per anni. Certo le mutandine bianche di cotone erano state sostituite da un pizzo nero chissà poi quanto involontariamente la mattina nel bagno. E senza mai staccarci abbiamo fatto l’amore due volte con lui che mi diceva che negli anni mi aveva cercata in tutte le donne con cui aveva fatto l’amore. Per me era la prima volta che tradivo mio marito, mai era successo, ma stranamente in quei momenti non sentivo alcun senso di colpa anzi, sentendomi così protetta e desiderata, dentro di me qualcosa si stava rovesciando al punto che gli ho chiesto perdono per averlo tradito in tutti questi anni.

Esausti su quel letto abbiamo continuato a farci le coccole, a prometterci che non sarebbe finita lì e che questa volta, a qualunque costo, saremmo stati noi a guidare gli eventi e non viceversa. Mi sembrava davvero di essere in paradiso! Generoso di baci e pieno di attenzioni, mi diceva che nonostante i vent’anni passati avevo ancora il fisico da ragazzina e lo stesso entusiasmo di quando ero adolescente, finché un messaggio di mio marito mi ha riportato alla cruda realtà anche perché mi ero totalmente dimenticata dell’appuntamento col dentista di mio figlio David. Mi sono alzata di scatto, ma Marco non voleva mandarmi via, mi diceva che avremmo potuto passare la serata insieme, che per me avrebbe prenotato la cena su una delle più belle terrazze di Roma e che dopo cena avremmo fatto ancora l’amore, fino all’alba, fino a perderci, ma con la morte nel cuore mi sono rivestita pregandolo di non parlare più e di abbracciarmi forte. Sulla porta gli ho semplicemente detto: “Ti desidero da morire, Marco!”

Con l’umore a pezzi sono tornata a casa inventandomi un’emergenza lavorativa, ma si vedeva a mille miglia che non ero più la stessa. Qualcosa in me era cambiato, da un lato mi sentivo leggera e contenta di aver dato tutta me stessa all’uomo che inconsciamente avevo sempre amato, ma dall’altro era stato proprio quel concedermi così facilmente senza un minimo di resistenza a farmi pensare. Certo mi era piaciuto e non avevo dubbi che quegli orgasmi sarebbero stati i migliori mai provati e che di contro, comunque fosse andata quella storia, avrebbero aperto voragini dolorose.

Durante la cena a casa, davanti ai miei figli e mio marito, non sono riuscita a distogliere per un solo attimo quel pensiero combattendo tra le responsabilità di moglie e di madre con la spensieratezza della ragazzina che ero stata un tempo. Ebbene sì mi sentivo davvero un’adolescente con le tette ed il cervello rimasti tali e quali. Seguendo quell’istinto e col pretesto che dovevo assolutamente chiarire la situazione, il giorno dopo alle cinque in punto ero ancora lì sotto il suo albergo, desiderosa soprattutto di sapere cosa mi avrebbe riservato il futuro e non certamente l’aspetto lavorativo, anche se la mia camicetta trasparente senza reggiseno tradivano le mie più buone intenzioni. Insomma ero più che disponibile e dopo l’amore se Marco me lo avesse chiesto ci avrei pensato seriamente, in fin dei conti era lui l’uomo della mia vita, l’uomo che aveva reso belli i miei ricordi, felice il mio passato e con cui avevo fatto l’amore la prima volta.

Sicura che avrebbe apprezzato, volevo fargli una graditissima sorpresa e solo a quel punto ho provato a chiamarlo, ma, con mia grande sorpresa, inutilmente. Sotto l’albergo, in quella splendida piazza di Roma, l’ho aspettato per circa un’ora provando a chiamarlo a intervalli regolari, ma il telefono risultava spento o irraggiungibile. Poi mi sono rassegnata, del resto si era fatto tardi e non volevo mettere un’altra scusa a mio marito, per cui ho preso un taxi e nell’auto che mi riportava a casa ho ricevuto un messaggio da parte sua. Freddamente mi diceva che per un’emergenza aveva dovuto anticipare la sua partenza per Parigi, che al momento non era previsto un suo ritorno a Roma e che nei giorni successivi mi avrebbe fatto ricontattare da Luca per la proposta lavorativa.

Ero sconvolta! Neanche una chiamata! Solo un misero messaggio che sostanzialmente tra le righe aveva il sapore di un addio bello e buono. Lo ammetto, dentro quel taxi ho pianto lacrime amare, ma non tanto per quell’addio, bensì per aver creduto che un pomeriggio d’amore, seppur intriso di ricordi e di aspettative, avrebbe in qualche modo potuto farmi cambiare vita. Più volte mi sono data della cretina pensando che quella proposta lavorativa fosse solo un pretesto, o quanto meno un modo per riallacciare un vecchio rapporto e portarmi a letto, come del resto era stato. Certo sì ero stata bene, ma sarei potuta stare meglio se tutto si fosse svolte nella trasparenza e nella sincerità assoluta, invece lui con quel comportamento aveva ucciso per sempre il mio più bel ricordo! Non era giusto!

Comunque non ho mai detto nulla ad Andrea, non ho mai pensato di scaricarmi la coscienza con una crudele confessione, anzi questa è la prima volta in assoluto che ne parlo. La mia infedeltà di un solo giorno e il mio senso di colpa sono rimasti ben saldi nel segreto delle mie gambe, giurando ogni volta che ci penso che non si ripeterà mai più.







Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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