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La Bomboniera
"Lui, lei,
l'altro in un gioco erotico con sorpresa finale..."
La bomboniera
Mi chiamo Francesco ed ho 49
anni e fino a qualche mese fa ero sposato con Myriam di
un anno più giovane. Ci eravamo conosciuti in una balera
sulla riviera romagnola, lei era in compagnia del mio
amico Renzo, ma la loro storia era agli sgoccioli o
forse non era mai iniziata per cui dopo circa un mese
abbiamo iniziato a frequentarci seriamente e dopo circa
un anno e mezzo ci siamo sposati.
Non abbiamo
mai avuto figli perché il buon Dio ha voluto così, ma
nonostante questo il nostro era stato un matrimonio
felice e tranquillo, fatto di dolcezze e rispetto, fino
a quando, dopo anni di divertimento, viaggi e cene e
feste con gli amici, aveva iniziato a scricchiolare.
Insomma non era più lo stesso ed anche a letto non
eravamo più gli stessi, tanto che nei nostri sabati sera
preferivamo annoiarci davanti ad una serie tv anziché
passare il nostro tempo nel caldo letto coniugale.
Passavamo settimane senza sfiorarci senza che nessuno
dei due facesse il primo passo o rivendicasse un minimo
di attenzione.
Lo so e mi rendo conto che è una
costante per molte coppie sposate da decenni e che nei
rapporti standardizzati non è affatto facile rinverdire
i propri stimoli. C’era affetto sì, ma quel motore che
si chiama sesso, passione, complicità e trasgressione si
era inesorabilmente ingrippato, tanto che da classico
maschio latino, una volta a settimana, con la scusa
degli straordinari, avevo iniziato ad allungare il mio
viaggio di ritorno a casa in un paese vicino, facendo
una sosta di mezzora da una incantevole cinesina che
faceva massaggi ed altro niente male. Lo ammetto, quella
sosta non l’ho mai vista come un tradimento, ma
semplicemente un bisogno maschile che mi aiutava ad
andare avanti ed a preservare il rapporto con mia
moglie.
Convinto che Myriam avesse raggiunto la
pace dei sensi non sentivo sensi di colpa, ma una sera,
durante una delle nostre cene noiose a due, in una
trattoria del paese dove andavamo spesso, dopo aver
bevuto un’intera bottiglia di rosso Merlot, ho preso la
mano di Myriam, l’ho stretta forte e guardandola negli
occhi, in modo che non ci fossero dubbi sull’argomento,
le ho detto: “C’è una soluzione?” Stranamente, non ho
dovuto spiegarle oltre perché, trasparente come l’acqua,
mi ha subito risposto che anche lei si stava chiedendo
la stessa cosa.
Per la prima volta in assoluto
abbiamo cominciato a parlare intimamente e lentamente
sono venuti fuori i nostri segreti più nascosti.
Avvertendo una forte e insolita complicità ho sentito il
dovere di raccontarle della cinesina e a quel punto lei
mi ha svelato che nelle sue fantasie notturne aveva
trovato magicamente, da un po’ di tempo, la sua
soluzione. Senza giri di parole si è lasciata andare,
confessandomi che nel suo sogno ricorrente tornava
spesso Renzo, l’amico che ci aveva fatto incontrare,
nonché suo ex fidanzato e il mio capo nell’azienda dove
lavoravo.
Credendo di essere andata oltre ha
subito aggiunto: “Francesco, credimi, è solo uno stupido
sogno!” Ma sorprendentemente, forse perché era stata
sincera e schietta o forse perché anche io desideravo
qualcosa di forte che spezzasse la nostra noiosa
routine, invece di ingelosirmi mi sono alzato e l’ho
baciata, stringendola forte. Lei mi ha guardato stupita
senza sapere che quelle poche parole mi avevano
restituito l’immagine di una donna non affatto
rassegnata alla tranquillità di un’età matura, ma di una
femmina complice e ancora viva che, almeno nei sogni,
sentiva il bisogno di essere desiderata.
Beh sì,
immediatamente mi sono reso conto, che quel nostro
rapporto avrebbe potuto prendere una piega diversa e che
lei, svelandomi i suoi pensieri più intimi, cercava di
apparire diversa ai miei occhi da quell’immagine dimessa
che il tempo aveva ammuffito.
La sera stessa
abbiamo fatto l’amore, immaginando situazioni e
galoppando con la fantasia e devo dire, da parte di
entrambi, con un trasporto insolito. Incredibilmente ci
sentivamo ambedue complici e coinvolti da quel segreto
tanto che dopo alcune settimane Renzo era diventato il
protagonista assoluto dei nostri giochi serali.
Nell’intimità segreta della nostra camera da letto
immaginavamo situazioni sempre più piccanti condendole
giorno dopo giorno con dettagli che prefiguravano un
vero e proprio incontro sessuale con tanto di candele
aromatizzate, lenzuola di seta e musica soffusa. In quel
gioco a tre non mi sentivo affatto escluso, anzi,
vedendo mia moglie così eccitata, pensavo davvero
all’eventualità di un loro incontro. Myriam di contro
cercava di rassicurarmi ribadendo ogni volta che il suo
desiderio era puramente sessuale e mai e poi mai avrebbe
coinvolto la nostra sfera sentimentale.
*****
Con Renzo lavoravamo nella stessa azienda da oltre
vent’anni, avevamo iniziato entrambi da apprendisti, ma
lui rispetto a me, più brillante e sicuro di sé, aveva
fatto una carriera rapida e piena di successi. Ho sempre
pensato che il suo segreto stesse nel fatto che non
essendo sposato, da single incallito avesse avuto modo
di fare più esperienza di me esercitando il suo fascino
e la sua sicurezza nelle occasioni giuste. Nonostante le
nostre strade si fossero divise e lui nel tempo fosse
diventato il responsabile del reparto dove lavoravo,
siamo rimasti comunque amici e compagni inseparabili di
tennis e padel.
Cadesse il mondo ogni giorno ci
ritrovavamo nell’ora di pausa al solito tavolo vicino
alla finestra della sala della mensa. I nostri discorsi
sempre un po’ goliardici non si discostavano mai dai
temi usuali di sport e donne.
Ovvio di solito io
parlavo dei miei risultati a tennis nei tornei senior
mentre lui non passava giorno che non vantasse i suoi
trofei in gonna e tacchi alti. Innamorato dell’eleganza,
della lingerie e del sesso femminile non si faceva
scappare nessuna preda con cui entrava in contatto,
soprattutto le neo assunte alle prime armi. Al limite
del maniacale era ossessionato dalle tettine acerbe e
dalla ingenua malizia delle colleghe giovani. E in
effetti le sue conquiste erano così belle, giovani e
affascinanti che anche l’ultima nella classifica delle
mie preferenze sarebbe stata per me a dir poco un sogno.
Tra noi c’era sempre stata una forte complicità
tanto che nonostante i miei scarsi successi in fatto di
donne non avevo avuto problemi a confessargli
dell’incantevole cinesina a pagamento che vedevo
settimanalmente e dei problemi con Myriam. Di solito lui
non mi faceva domande, ma da latin lover consumato
ribadiva la sua preferenza per le giovani inesperte
convinto com’era che le donne di una certa età fossero
piuttosto complicate e noiose.
Certo ora era
diverso perché la confessione di mia moglie e i nostri
giochi serali, dove lui era in assoluto il protagonista,
mi avevano messo così in difficoltà che spesso durante
la pausa pranzo, forse per pudore, rimanevo in silenzio.
Lui conoscendomi non si era fatto problemi: “Dai
Francesco sputa l’osso, so che c’è qualcosa che non va!
Si tratta di Myriam, vero?” Stranamente aveva centrato
la questione al primo tentativo o comunque ci era andato
vicino, ma quella volta non ho risposto, anche perché il
mio problema non era affatto svelargli i nostri giochi
serali, ma quello di ricevere un eventuale rifiuto. Del
resto lui era abituato ad una fauna femminile di primo
ordine e sicuramente giovane, mentre Myriam era una
donna sposata, dall’aria dimessa, appesantita, e sulla
soglia dei cinquant’anni. Certamente distante anni luce
dalle tipe che frequentava, per cui, per non metterlo in
difficoltà, preferivo aspettare e magari strappargli un
giudizio su mia moglie.
Più volte infatti avevo
tentato di spostare il discorso sul fascino delle
cinquantenni e in particolare sulle donne sposate
insoddisfatte dal proprio menage coniugale, ma senza
risultato.
Quando tornavo la sera a casa quasi
rassegnato, era la stessa Myriam a chiedermi se ci
fossero delle novità e se in qualche modo avessi fatto
dei passi in avanti. Insomma quel nostro gioco erotico
limitato alla nostra stanza da letto e nelle ore
notturne iniziava ad invadere la nostra quotidianità.
Evidentemente per mia moglie quel desiderio stava
diventando così reale e possibile al punto da
convincersi che sarebbe stato semplice e fattibile
realizzarlo, senza tenere conto che di fatto c’era un
ostacolo fondamentale da superare, ossia l’assenso di
un’altra persona e in questo caso del mio capo, seppur
amico di vecchia data.
Ero in estrema difficoltà,
più volte mi ripetevo il discorso e soprattutto che
tattica utilizzare per convincere Renzo. Comunque per
non deludere Myriam alla fine ho preso tutto il coraggio
e un lunedì a pranzo senza pensarci due volte ho detto a
Renzo: “Mi faresti un favore grandissimo, da amico, più
che da collega?” Lui mi ha guardato sorpreso: “Francesco
ti servono soldi? Comunque in nome della nostra
amicizia, certo che te lo faccio un favore, lo sai che
su di me puoi contare per qualsiasi cosa, no?” A quel
punto mi sono aperto: “No, no, non si tratta di soldi,
ma di un qualcosa di molto delicato e privato.” Lui ha
sorriso: “Dai vuota il sacco!” Un attimo di pausa, un
respiro profondo e poi tutto di un fiato gli ho detto:
“Si tratta di Myriam. La nostra intesa sessuale non
funziona più e da un po’ di tempo sei entrato
stabilmente nei nostri giochi intimi e insieme stavamo
pensando se tu avessi gradito entrare nella nostra
camera da letto mentre io vi osservo da dietro la porta
socchiusa…” Lui di rimando senza per nulla essere
sorpreso mi ha chiesto: “Dimmi la verità, Myriam ne è al
corrente o è solo una tua fantasia? Comunque mi fa
piacere di essere il protagonista dei vostri giochi.”
Sì, ok, ma non mi aveva dato la risposta per cui
l’ho incalzato: “Lo faresti?” E lui: “Lo sai che
quando si tratta di donne non mi faccio problemi e poi
in questo caso mi sembra di capire che mi dovrei
sacrificare per una buona causa…” Beh sì era certamente
una buona causa, ma il verbo sacrificare non mi era
affatto piaciuto. A quel punto gli ho detto che se non
se la fosse sentita non mi sarei offeso, ma lui forse
intrigato dalla situazione ha aggiunto: “Francesco
ammetterai che la tua richiesta è perlomeno insolita, ma
pensando ad una moglie che si annoia sotto le lenzuola
matrimoniali e coltiva un desiderio proibito nei
confronti del collega di suo marito per nessuna ragione
potrei tirarmi indietro. E poi ricordati che Myriam me
la sono scopata prima di te e non mi sorprende ora che
possa avere dei desideri verso il suo ex. Se anche a te
eccita guardandoci nessun problema, tranne il fatto che
me la devi far trovare già distesa sul letto vestita
come una bomboniera.”
Alla sua risposta mi ero
sentito immediatamente sollevato anche se il fatto di
fargliela trovare bella e pronta già distesa e vestita
come una bomboniera, quindi niente cena romantica come
avevamo fantasticato io e Myriam, confermava i miei
sospetti e i suoi gusti in fatto di donne.
La
sera stessa ho comunicato orgogliosamente a mia moglie
la buona novella e insieme eccitatissimi abbiamo
iniziato a preparare la serata del giorno dopo, anzi il
pomeriggio, visto che Renzo aveva la sera impegnata con
una collega. Non c’era tempo da perdere, tra l’altro il
mio esigente capo si era raccomandato, per il buon
successo dell’evento, di farle indossare lingerie nuove
mai messe prima. Per cui un’ora dopo io e Myriam eravamo
già in un centro commerciale a scegliere l’intimo più
intrigante, in pizzo e latex, rigorosamente nero, che
avrebbe soddisfatto l’amante dei nostri giochi.
Tornati a casa, eccitati come due bambini davanti ad una
grande torta con le candeline, abbiamo provato i nuovi
acquisti e devo dire che vedendola vestita così
provocante, come una puttana di motel di periferia, mi
sono venuti dei dubbi, ma lei sicura di sé mi ha detto:
“Fidati, le piacerò eccome!” La risposta non ammetteva
repliche e concentrandomi su quella bellezza smaccata e
per me insolita mi sono eccitato pensando però,
esclusivamente, all’effetto che avrebbe fatto al capo
che era solito scoparsi le ventenni, ma non disdegnava
affatto le donne sposate in versione milf vogliose e
disponibili.
Secondo le istruzioni concordate
verso le cinque e mezza Renzo avrebbe bussato alla
nostra porta di casa e io sarei andato ad aprirgli
perché Myriam si sarebbe fatta trovare pronta come una
bomboniera appunto sul letto matrimoniale. E così è
successo perché alle cinque e mezza, puntualissimo come
un orologio svizzero, Renzo ha bussato alla porta ed
entrando trafelato senza neanche salutarmi mi ha
chiesto: “Dov’è?” E subito dopo si è fatto accompagnare
nella stanza lasciando come avevo chiesto la porta
socchiusa.
Sebbene avessi immaginato la scena
ogni notte da quando Myriam mi aveva proposto la sua
idea, ho sentito le mie gambe tremare al punto che ho
dovuto prendere una sedia. Il tempo di sedermi lì sul
corridoio davanti alla porta semiaperta e i due erano
già all’opera, col mio capo che, saltando i preliminari,
forse per non tardare all’appuntamento serale o forse
perché la vista di Myriam in stile burlesque non era
affatto male, era già al lavoro e senza tante cerimonie
aveva già dato il via al grande spettacolo.
Dietro di lei e nella parte del maschio oggetto che era
stato chiamato per appagare le voglie di una moglie
annoiata non aveva perso tempo e in un attimo senza
pietà, per non deludere le aspettative, si era
trasformato in una macchina da sesso. Dio mio, la
prendeva come io non avevo mai fatto e lei gemeva come
mai aveva fatto con me. Lui, maschio e deciso sguazzava
senza risparmiarsi, tirandole i capelli e assestando
pacche decise sul sedere, mentre lei cercando la
posizione più giusta, e da vera inconfessabile
ninfomane, sembrava gradire al punto che tra gridolini e
frasi spezzate sospirava: “Sì, Renzo, così, mi fai
morire. Dai continua, mio marito ci sta guardando… Mai
avrei pensato sai?” Ebbene sì, forse credendo di non
essere ascoltati, presi dall’eccitazione avevano
iniziato a parlare e Renzo rispondeva a tono: “È
meraviglioso così, ora godi dai, fai veloce, ho detto
che dopo avrei avuto un altro appuntamento.” E lei: “Ora
sono tua vero?” E lui: “Sei sempre stata la mia
preferita…”
Ed è stata quella frase che mi ha
aperto un mondo. In un infinitesimo di secondo sono
passato dall’eccitazione alla più assoluta depressione.
Era evidente che tra i due c’era più che un’intesa e
quella performance era di fatto un loro gioco
trasgressivo o una sfida che contemplava anche il
rischio di essere scoperti. Insomma avevano una storia e
che da quando erano fidanzati non era mai finita, così
come appurai la sera stessa tramite la confessione di
Myriam in lacrime. Sì in effetti quello era stato un
gioco, ma un loro gioco, dove io recitavo la parte
dell’inconsapevole vittima. Entrambi mi avevano
preparato, lui con le storie inventate delle tante
colleghe, e lei con la recita dell’annoiata e
insoddisfatta. E quella messinscena, aveva un solo scopo
quello di assaporare il gusto del proibito facendomi
assistere alla loro performance, finora consumate in
un’anonima stanza d’albergo, ma anche quella di andare
oltre, rischiare e in qualche modo farmi sentire
inutile.
Beh sì ero stato tradito dalla mia
smania di provare cose nove, ma soprattutto dalle mie
due persone più care. Mai avrei sospettato che quel
gioco mi si rivoltasse contro, ma allo stesso tempo
quella storia mi aveva fatto capire che anche tra amanti
ci sono fasi di stanca e che la passione occorre tenerla
viva anche giocando crudelmente coi sentimenti di un
marito tradito.
Morale della favola… il giorno
dopo Myriam è andata via di casa, trasferendosi da sua
sorella, Renzo non si è presentato al nostro solito
tavolo a mensa ed io lì solo, guardando fuori dalla
finestra, ho pensato che alla fine della fiera i miei
sensi di colpa per la cinesina erano al confronto uno
scroscio di acqua pura.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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