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STORIE DI ROMA
SERVILIA
Intervista impossibile
Nobildonna romana, fu
l’amante di Giulio Cesare e madre di Marco Giunio Bruto, l’assassino
di Cesare
Madame le sue origini?
Il mio nome è Servilia Caepionis e sono nata nel: 104
a.c. da Quinto Servilio Cepione e Livia Drusa.
Appartenevo ad una delle più influenti famiglie patrizie
romane. Mio padre era stato questore e pretore, mentre
mia madre, Livia, era figlia del console Marco Livio
Druso. Mia sorella sposò il console Lucio Licinio
Lucullo, ripudiata in un secondo momento per cattiva
condotta, mio fratello Quinto fu invece questore nel 67
a. C. e sposo di Ortensia.
Quando lei aveva sei
anni i suoi genitori divorziarono vero? Era il 98
a.C. quando ad un’asta il fratello di mia madre e mio
padre entrarono in competizione per un anello. Mio zio
vinse l’anello e mio padre s'infuriò a tal punto che
tornato a casa ripudiò mia madre. Ma per lei fu però una
fortuna perché si risposò quasi subito con Marco Porcio
Catone e da quel matrimonio nacquero i due miei
fratellastri: Marco Porcio Catone e Porcia. Io andai a
vivere con mia madre e il mio patrigno, ma alla loro
morte fui allevata nella casa di mio zio Marco Livio
Druso.
Si sposò giovanissima… Non avevo
ancora compiuto quattordici anni, quando sposai Marco
Giunio Bruto, tribuno della plebe nell’83 a.C. Dal mio
matrimonio nacque Marco Giunio Bruto, passato alla
storia per aver ucciso Giulio Cesare.
Dopo
cinque anni rimase vedova… Mio marito appoggiò il
tentativo di Lepido di rovesciare il governo di Silla e
nel 78 fu ammazzato per mano di Pompeo nel Nord Italia.
Per questo tragico evento mio figlio crebbe covando odio
verso Pompeo.
La sua vedovanza durò poco…
Circa due anni dopo sposai il console e pretore Decimo
Giunio Silano. Da quell’unione nacquero tre figli.
Nonostante i due matrimoni, lei però è passata alla
storia per essere stata l’amante di Giulio Cesare… La
nostra storia iniziò poco dopo l’adolescenza e fummo
amanti per vent’anni. Tenga conto che all’epoca erano i
genitori a combinare i matrimoni e soprattutto le donne
non avevano alcuna voce in capitolo. Però quando il mio
secondo marito venne a mancare decisi di non risposarmi
e di dedicarmi completamente a Cesare.
Da che ci
dice la storia Cesare era un vero e proprio donnaiolo...
Durante la nostra storia sentimentale dovetti mandare
giù diverse sue relazioni, sicuramente la prima fu
quella con la bellissima e ricca Cornelia che sposò nel
83 a.C., ma che tradì diverse volte con Tertulla, moglie
di Crasso, con Muzia, moglie di Pompeo e sua consuocera.
Dopo la morte di Cornelia, Cesare si sposò con la nipote
di Silla, Pompea, poi però quando scoprì che Pompea lo
tradiva con Clodio, la ripudiò e nel 59 a.C. si risposò
con la diciottenne Calpurnia, figlia di uno dei suoi più
potenti alleati, il senatore Lucio Calpurnio Pisone. Il
matrimonio durò fino alle idi di marzo, anche grazie al
fatto che Calpurnia sopportò i diversi tradimenti, in
particolare quello con Cleopatra. Lui aveva superato i
50 anni mentre lei era una splendida diciottenne.
Ovviamente la nostra relazione non era alla luce del
sole, ma, nonostante le sue tante distrazioni non passò
inosservata.
Ci fu un episodio in Senato durante
il dibattito sulla Congiura di Catilina che la riguardò
personalmente… Mentre mio fratello Catone stava
parlando, Cesare ricevette una tavoletta e mio fratello
lo accusò di ricevere messaggi da parte dei nemici dello
stato. Per far cadere le accuse di complotto, Cesare
porse la tavoletta a Catone, che poté così leggere il
contenuto ossia un mio messaggio amoroso.
La
descrivono come una donna ambizione e spregiudicata…
Il mio obiettivo principale era quello di riconquistare
l’antica potenza della mia famiglia, per questo motivo
combinai diversi matrimoni dei miei familiari e parenti
avendo sempre e comunque una logica ben precisa ossia
quella di stringere nuove alleanze.
Nella
relazione con Cesare cercò di sfruttare a proprio
vantaggio la sua posizione per aiutare suo figlio Bruto.
Nelle mie intenzioni Bruto avrebbe dovuto sposare
Giulia, la figlia di Cesare, ma rimasi delusa quando
Cesare per ragioni politiche affidò sua figlia a Pompeo.
Lui per farsi perdonare mi donò una bellissima perla dal
valore di seimila sesterzi. Una cifra da capogiro. Ma
ormai stavo diventando troppo anziana per il suo
desiderio sessuale per cui, per richiamare le sue
attenzioni, riuscii a infilare nel suo letto mia figlia
Terza, così da mantenere intatto il legame che ci univa.
Poi ci fu la guerra civile… Era il 49 a.C. e vi
fu la rottura del Primo Triumvirato e a mio figlio Bruto
toccò scegliere se appoggiare Cesare, l’amante di sua
madre, o Pompeo, l’assassino di suo padre! Bruto odiava
Pompeo, ma quest’ultimo aveva l’appoggio incondizionato
di suo zio Catone per il quale Bruto aveva sempre avuto
una predilezione. Mio figlio quindi appoggiò Pompeo.
Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che Bruto fosse
figlio di Cesare, per cui il risentimento da parte di
suo figlio nasceva dal fatto che non era stato
riconosciuto. Nel corso dei secoli ci sono state
varie interpretazioni. Posso dire che sicuramente
Cesare, vincitore su Pompeo, risparmiò la vita a Bruto
ma non perché fosse suo figlio, bensì perché era pur
sempre il figlio della sua amante storica e quindi per
compiacermi e non arrecarmi dolore. Pensi che tempo dopo
Cesare conferì a mio figlio incarichi importantissimi,
come quello di governatore della Gallia Cisalpina.
Nonostante gli incarichi Bruto non cambiò
atteggiamento… I motivi erano sostanzialmente due: la
predilezione di Cesare per Ottaviano e la nuova moglie
di mio figlio, la cugina Porcia, figlia di mio fratello
Catone. Nelle Idi di marzo del 44 a.C., circa sessanta
senatori colpirono a morte Cesare. Le ultime parole di
Cesare rivolte a Bruto furono «Anche tu, figlio?»
Ovviamente non perché fosse il padre, ma la frase era un
chiaro riferimento alla relazione che aveva con me.
Dopo la morte di Cesare? Con l’arrivo di
Ottaviano la situazione per mio figlio precipitò e fu
costretto ad accettare l’incarico come sovraintendere
l’acquisto di grano nelle province dell’Asia e della
Sicilia. Praticamente un esilio lontano da Roma. Dopo
una vita spesa a ripristinare l’antica grandezza della
mia famiglia, quell’esilio, insieme alla morte di
Cesare, fu il segno del mio fallimento. Roma era
cambiata ed io dovevo prenderne atto.
In
conclusione possiamo comunque dire che Cesare fu l’amore
della sua vita? L’ho amato sempre anche quando
combatteva per questioni di potere contro mio fratello
Catone o contro mio figlio Bruto. Quando fu ucciso da
colui che avevo messo al mondo la sofferenza fu doppia e
lo piansi disperatamente insieme a sua moglie Calpurnia.
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L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
Realizzato grazie a:
https://it.wikipedia.org/wiki/Servilia_(madre_di_Marco_Giunio_Bruto)
https://www.romanoimpero.com/2010/05/servilia-lamante-di-cesare.htm
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