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STORIE VERE
 
 
Adamo Bencivenga
LA RAGIONE DI UN TRADIMENTO
"L’ho fatto. L’ho tradito e il bello è che lo rifarei ancora!"
Un rapporto consolidato, un matrimonio da favola tranne che per quel figlio voluto e mai arrivato. L'incontro con un ex compagno di scuola sarà la chiave per la completa felicità
 



 


 
Mi chiamo Lara, vivo con mio marito Claudio in una bella villa con vista lago poco fuori Roma. Claudio è un odontotecnico con uno studio molto avviato nella zona, mentre io lavoro come agente immobiliare.
Siamo sposati da sei anni e andiamo di comune accordo, abbiamo gli stessi interessi che vanno dall’arte, al cinema e alla pittura, la nostra casa è sempre piena di amici e ci piace essere circondati da persone interessanti.

Insomma tutto giusto tranne che per quel figlio desiderato che al tempo, parlo di circa tre anni fa, non era ancora arrivato. Certo ci avevamo provato, la nostra intesa sessuale era ed è stata sempre perfetta, ma nonostante i nostri sforzi non era mai successo nulla. Dopo diverse visite e consulti, tre diversi medici erano arrivati alla stessa conclusione: mio marito aveva ed ha una seria difficoltà ad avere figli a causa della scarsa vitalità dei suoi spermatozoi. Ovviamente non essendo un’infertilità permanente ed essendo collegata molto probabilmente allo stress l’unico consiglio era stato quello di armarci di santa pazienza e provarci e riprovarci.
Certo quel chiodo fisso ci aveva sempre limitati e il sesso passionale e pieno di fantasie dei primi tempi era andato via via scemando. Ma entrambi avevamo una sola convinzione ossia quella che per diventare genitori non avremmo mai cercato soluzioni alternative tipo fecondazione assistita o inseminazione artificiale. Tutto sarebbe dovuto arrivare naturalmente senza forzare il destino.

Dicevo… faccio l’agente immobiliare e lavoro in una piccola agenzia, l’unica del paese, e in una mattina di sole di circa tre anni fa mentre ero al telefono con una cliente vidi entrare Dario, un mio ex compagno di scuola. No, no tra noi non c’era stato nulla, anzi al tempo non mi piaceva affatto e più di una volta avevo respinto le sue avance, ma quel giorno, guardandolo mentre si avvicinava alla mia scrivania: biondo, occhi azzurri intensi, fossette sul viso e fisico invidiabile, rimasi senza fiato sorprendendomi per quanto si fosse fatto interessante e soprattutto per quanto fossi stata scema al tempo!

Elegantissimo, si dimostrò immediatamente affabile e gentile. Iniziammo a parlare e dai tempi di scuola arrivammo fino al motivo della sua visita. Stava cercando una nuova casa: “Lara mi sto separando da mia moglie!” Gli risposi con una frase fatta: “Dario, se le cose non vanno è meglio prendere una decisione drastica.” Lui scosse la testa: “Il problema è che in soli quattro anni di matrimonio abbiamo sfornato tre meravigliosi bambini.” Insomma, viste le difficoltà di convivenza, mi chiese il favore di trovargli presto una nuova sistemazione e quindi separarsi definitivamente dalla moglie.

Presi a cuore la sua richiesta e il giorno dopo andammo con un’altra mia collega a vedere la prima casa, ma, troppo grande e fuori mano, non era adatta alle sue esigenze. Nel pomeriggio gli feci visitare un’altra casa, molto più graziosa, e questa volta andammo da soli. Tutto ad un tratto tra quelle mura vuote mi disse: “Lara sei bellissima!” Devo dire che la cosa mi sorprese e mi fece anche un certo effetto. Mi voltai, senza parlare lo guardai stupita come se quel complimento non fosse indirizzato a me. Lui però sfoggiò un sorriso a dir poco accattivante cercando con lo sguardo di stabilire una forte connessione tra noi. Agitata feci fatica a sottrarmi a quel magnetismo, tanto che, ne ero più che certa, se fossi rimasta ancora qualche minuto in quella casa sarebbe anche potuto succedere qualcosa, per cui inventando un’urgenza uscii di fretta.

In macchina tornando a casa ripensai a quegli istanti chiedendomi: “Ma davvero ero sul punto di tradire Claudio?” La cosa mi sconvolgeva e neanche poco! In quei sei anni non mi era mai successo di sentire quel trasporto, nonostante i tanti ammiccamenti anche da parte degli amici di mio marito. Insomma provare qualcosa simile ad un’attrazione fisica senza aver sfiorato minimamente cuore e cervello mi faceva pensare.

Comunque la risposta non venne subito. Il giorno dopo quando Dario tornò in agenzia, lo invitai al bar di fronte e sorseggiando uno spritz seduti ai tavolini all’aperto mi chiese: “E tu cosa mi racconti? Come va la tua vita?” Descrissi il mio matrimonio come una fiaba, la bella casa vista lago, i viaggi e le vacanze, gli amici e le feste. Insomma esagerai un po’, ma poi alla sua domanda perché mai non avessi figli, mi sentii in dovere di dirgli tutta la verità, ossia che non era affatto una nostra scelta, che la vivevo come una mancanza e soprattutto, non so per quale motivo, gli spiegai per filo e per segno i diversi tentativi inconcludenti e il problema di mio marito. Certo mi ero spinta oltre, lui se ne accorse immediatamente e per non essere da meno, mi svelò la vera causa della separazione da sua moglie, ovvero che da circa un anno frequentava un’altra donna, una sua collega, che ora era in dolce attesa del suo quarto bambino.

Deglutii senza parlare, ma ai miei occhi, quell’ex compagno insignificante tra i banchi di scuola, si stava rivelando una persona più che interessante! Non so perché, ma quelle nostre confidenze mi avvicinarono a lui, sia per la sua schiettezza che per la mia confessione, del resto era la prima persona, oltre a mia madre, a cui avevo confidato il mio disagio e i miei fallimenti.
Ingannandomi cercai di non dar peso alla cosa, ma il giorno dopo invece dei soliti jeans indossai un tailleur nero con un po’ di tacco, e cosa rara per me, velai le mie labbra con un tenue rossetto rosa. No, no, non avevo alcuna intenzione di fare, cedere o creare situazioni strane, ma la voglia di piacergli l’avevo decisamente messa in conto. Mi ripetevo che, essendo lui sposato, separato in casa, accompagnato e non so che altro, ma sicuramente padre di tre figli o meglio quasi quattro, per nessuna ragione al mondo avrei voluto complicarmi la vita. Ripensai ai momenti intimi con mio marito e scossi la testa, certo non stavo vivendo una situazione tranquilla e felice, ma giurai a me stessa che le cose non erano affatto collegate!

Nel pomeriggio avevamo un terzo appuntamento ed anche questa volta andammo da soli. La casa era deserta e completamente spoglia a parte un piccolo divano in sala da pranzo. Nervosa come una scolaretta cercai di assumere un’aria disinvolta lasciando però la porta aperta, aprendo tutte le finestre e spiegandogli professionalmente le caratteristiche della casa, ma mentre giravo per le stanze avvertii chiaro e forte il suo disinteresse, insomma non mi stava ascoltando e invece di ammirare la casa era concentrato su altre forme.

Non ci volle molto a pensare quanto non gli fossi indifferente e il cuore iniziò a battere a mille tanto che non ressi al suo sguardo ed ebbi un attimo di sbandamento. Lui se ne accorse e mi prese tra le braccia, ma non mi chiese cosa avessi. Seduta su quel piccolo divano mi ripresi quasi subito e lui sorridendo disse: “Mi sa che sono io a farti un brutto effetto!” Lo guardai e sorrisi anch’io: “Sai cosa mi piace di te? La tua sicurezza… Credi di avere molto fascino vero?” Lui prontamente rispose: “Non sono io che lo credo, sei tu che involontariamente me lo fai pensare… Appena sei entrata qui ti ho vista a disagio…” Beh sì era vero e per togliermi dall’imbarazzo dissi: “Dai Dario, ti prego non scherzare! Sono sposata!”

In effetti lui non stava scherzando e mentre mi accarezzava la spalla mi rispose: “Le signore sposate come te, sono le più interessanti. Sono più disponibili, meno complicate e fanno l’amore in modo divino.” A quella frase mi alzai dal divano, andai verso la finestra e mentre fissavo il grande parco verde gli chiesi a bruciapelo: “Perché vuoi farlo proprio con me? Non ho nulla di speciale! Chissà quante donne più belle avrai conosciuto in questi anni!” E lui: “E invece sei bellissima, hai due gambe da sogno…” Mi voltai: “Solo per quello?” Lui sorrise: “E secondo te per cosa altro? Non cerco altri casini, ma solo puro divertimento. Del resto tu conosci la mia situazione…”

Di nuovo quella schiettezza che mi aveva colpita il giorno prima. Certo lui non era un uomo di mezze parole e sicuramente non perdeva tempo. E allora per provocarlo non mi venne altro che dirgli: “Beh per il puro divertimento ci sono molte donne più facili che la danno a pagamento…” Sorrise a voce alta: “Non cerco puttane, non mi ecciterebbero. A me piace conquistare e alle volte rischiare…”
Non feci in tempo a replicare che sentii i suoi passi avvicinarsi e subito dopo le sue labbra sulle mie. Curiosa di sentire un sapore diverso lo lasciai fare, poi mi staccai da quel bacio e dissi: “Tu non molli mai l’osso!” Lui, sempre più sicuro di sé, mi accarezzò il seno: “Che ci posso fare, vado pazzo per le donne sposate… e soprattutto per quelle che hanno dalla terza in su… Tu corrispondi perfettamente a tutti i miei requisiti e poi non mi sembri così indifferente…” Sì, in effetti non lo ero, sentii le gambe tremare, e se mi avesse baciata ancora forse non lo avrei allontanato, ma quella mano sul mio seno e quei brividi lungo la schiena mi fecero reagire: “Smettila dai, non vedo la minima ragione per abbandonarci…” Lui non cedette di un millimetro: “Oltre al fatto che sei bellissima, non saprei… E tu conosci una ragione per farlo?” Non risposi, mi divincolai da quella stretta, presi la borsa, le chiavi e lo pregai di uscire insieme a me da quella casa.

Nel piccolo giardino antistante prima di salutarci, senza sapere il prezzo, mi disse che era interessato alla casa e che il giorno dopo, a mezzogiorno, sarebbe venuto in agenzia a firmare il contratto. Poi, mentre era in macchina con il motore accesso, abbassò il finestrino e mi disse serio: “Lara pensaci, sarei enormemente felice se tu trovassi quella ragione… A me basterebbe anche un mezzo motivo per stare con te… Mi piaci troppo!”

Rimasi lì ferma come un’imbranata, quel bacio mi aveva confusa, ma soprattutto quella sua ultima frase mi fece pensare… Beh sì una ragione ce l’avevo, eccome! Non so per quale motivo, forse perché a conti fatti mi ero comunque lasciata baciare da un altro uomo, la sera a casa raccontai a Claudio di quell’incontro. Gli dissi che quell’ex compagno di scuola mi aveva corteggiata pesantemente, ma senza parlargli del bacio o di come aveva reagito il mio seno a quelle carezze. E lui: “Tutto qui? Non è successo altro vero?” Lo rassicurai, ma poi mentre eravamo a tavola lo vidi pensieroso e allora gli chiesi: “E se fosse successo qualcosa come avresti reagito?” Lui rimase per un po’ in silenzio e alla fine disse: “Se non ne sei innamorata, penserei ad un tuo momento di fragilità, diciamo che mi lagnerei per non averlo intuito…” La risposta era alquanto sibillina, forse avrei dovuto approfondire, ma in quel momento mi alzai dalla sedia e sentii il bisogno di abbracciarlo: “Tesoro, io amo solo te!”
Era vero! Non lo avrei mai e poi mai sostituito con un altro uomo ed ero più che certa, se fosse accaduto, non ci sarebbe stato alcun pericolo perché mai mi sarei innamorata.

La notte stessa ci pensai eccome! Mi sentivo in colpa per non avergli detto del bacio e di quel piccolo mancamento, ma più di tutto ripensai alla sua frase sulle mie fragilità e mi convinsi che Claudio, conoscendomi come le sue tasche, si riferisse al mio desiderio di rimanere incinta. Ovvio erano miei pensieri ed io per vigliaccheria non avevo voluto approfondire per non essere smentita. Del resto se fossi rimasta in dolce attesa avrei raggiunto lo scopo di entrambi e soprattutto avrei esaudito il nostro desiderio di non forzare il destino e rimanere incinta naturalmente.
Da lì iniziai a considerare fattivamente a come sarebbe potuto accadere e, ripensando a Dario e ai suoi quasi quattro figli, ero certa che sarebbe bastato un solo tentativo. Tra le altre cose ero nel mio periodo più fertile e, cosa non di poco conto, anche mio marito era biondo con gli occhi azzurri. Quindi se tutto fosse successo nel segreto di quella casa vuota non ci sarebbe stato nulla di male anzi per me sarebbe stata la molla o come aveva detto Dario la ragione per fare l’amore con lui e quindi tradire mio marito per un obbiettivo più importante di una semplice scappatella.

Che fare? La mattina Dario sarebbe venuto in agenzia per firmare il contratto e forse mi avrebbe chiesto se avessi trovato quella ragione, per cui dovevo decidere e non farmi trovare impreparata. Col passare delle ore la frase di mio marito divenne una conferma, anzi un vero e proprio lasciapassare e allora pensai a quale scusa inventarmi per rimanere sola con Dario, magari visitare ancora quella casa oppure farmi invitare per un pranzo in collina.
Non lo nego, durante la notte, pensai anche a come vestirmi per essere più che accattivante e nuovamente al centro dei suoi pensieri. Insomma in cuor mio avevo già deciso e a quel punto iniziarono a venirmi mille dubbi. E se lui ci avesse ripensato? E se la sua fosse stata solo una tecnica narcisistica per misurare il suo fascino e nulla di più? Quindi avrei dovuto circuirlo senza però mostrarmi interessata, apparire disposta e provocante, ma allo stesso tempo neanche troppo dimessa per sperare che lui nel momento giusto fosse tornato alla carica. Ripensando alle sue parole sulle mie belle gambe optai per una gonna poco sopra al ginocchio, un giacchino corto e una camicetta aderente che mettesse decisamente in risalto il mio seno. Ecco sì, quella fu l’unica concessione all’eventuale approccio.

Come una cambiale si presentò puntualmente a mezzogiorno. Mi feci trovare sulla porta dell’agenzia con le chiavi in mano e senza parlare salii sulla sua bella macchina rossa parcheggiata in seconda fila e lui senza chiedermi nulla si diresse verso la casa. Che dire? Entrambi sapevamo quanto non fosse necessaria quella seconda visita, in effetti lui aveva già deciso ed era bastato farmi trovare fuori dall’agenzia in attesa e con le chiavi in mano perché tutti i miei pensieri su come comportarmi evaporassero all’istante.
Durante il tragitto, forse per il timore di rompere quell’incantesimo, non parlammo, ma davanti alla porta di quella casa mi disse: “Deduco che tu abbia trovato la ragione.” Aprii la porta senza parlare, certa che solo dopo gli avrei confessato quella ragione.

Più facile che bere un bicchiere d’acqua ci baciammo sul corridoio e non staccando per un secondo le nostre labbra a piccoli passi raggiungemmo la sala da pranzo e sprofondammo sul divano. Lui non perse tempo, mi spogliò completamente e mi chiese di salire a cavalcioni su di lui. Non era passata che una manciata di secondi quando nel tumulto dei sensi gli chiesi di baciarmi il seno: “Ti piace la mia terza vero?” Lui sussurrò appena: “Sei fantastica Lara… non credevo…” La mia esuberanza lo stava travolgendo, ma il mio obiettivo era un altro e allora ancora più decisa gli ordinai di non perdere tempo e di essere più maschio di quanto finora mi aveva dimostrato.
Lui incredulo per quanto fosse stato facile conquistarmi ebbe un attimo di esitazione ed io a quel punto afferrai il suo piacere e lo guidai tra le mie cosce. Fu un attimo… Lo sentii scivolare dentro di me: “Sono calda vero?” Lui ancora più sorpreso mi chiese a cosa fosse dovuto quel cambiamento e quella mia voglia. Beh sì, forse quello sarebbe stato il momento per dirgli cosa frullasse nella mia testa, ma uscì dalla mia bocca un solo ed eloquente: “Mi piaci, sei bello e desidero godere con te!” Eccitato come un narciso lo sentii spingere follemente, cambiammo più volte posizione senza mai perdere un filo di intensità e quando avvertii che fosse il momento lo pregai di non uscire: “Voglio unire i nostri orgasmi. Vieni tesoro vieni…” Stravolto mentalmente e fisicamente balbettò se prendessi la pillola, ma non feci in tempo a rispondere…

*****

Ora sono passati tre anni da quella volta, seduta alla mia bella scrivania indosso un tailleur grigio fumo e sono diventata titolare dell’agenzia. Mio figlio Luca è a scuola dalle suore, la sua foto è in bella mostra sulla mia scrivania, è un bellissimo bimbo biondo dagli occhi azzurri ed è la gioia di mamma e papà.
Mio marito Claudio, pur non essendo credente, ha sempre pensato ad un miracolo ringraziandomi ogni volta per quel regalo inaspettato.
So che Dario abita ancora in quella casa, ma come avevo previsto, dopo quell’amore travolgente il bel narciso non si è fatto più vedere.
Con Claudio va tutto a gonfie vele, abbiamo una vita coniugale perfetta e continuiamo a ricevere amici e organizzare feste nella nostra bella casa vista lago. La nostra intesa sessuale è perfetta, ma da qualche settimana mi frulla nella mente un pensiero bizzarro. Luca ha bisogno di un fratellino e allora ho deciso che un giorno di questi chiamerò Dario per svelargli quella ragione che non gli ho mai detto e soprattutto che dopo tre anni avrei la stessa ragione per farlo di nuovo.





Pur basato sull'osservazione di temi sociali
questo racconto è opera di pura fantasia.
Nomi, personaggi e luoghi sono frutto
dell’immaginazione dell’autore e non sono da
considerarsi reali. Qualsiasi somiglianza con
fatti, scenari e persone è del tutto casuale.


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