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EROS D’ALTRI TEMPI
FRENCH POSTCARD
All’inizio del ‘900
venivano vendute sotto banco nelle strade di Parigi
Gli scatti erano considerati scandalosi e
illegali. Per ovvi motivi l’identità delle modelle delle “Cartoline
Francesi” era sconosciuta, in gran parte venivano reclutate fra le
prostitute di strada o nei bordelli
La maggior parte delle
cartoline erotiche di inizio ‘900 furono prodotte in
Francia. Le cartoline ebbero molto successo all’inizio
del secolo, e venivano vendute con molta discrezione dai
commercianti francesi nei negozi e per le strade.
Perciò, sebbene fosse illegale spedirle per posta,
divennero popolari negli Stati Uniti come “French
Postcard”. “Una volta intravedere le calze di una
donna era scandaloso, oggi solo Dio sa cosa lo è”,
diceva nel 1934 il compositore americano Cole Porter.
I giovani fotografi scattavano immagini erotiche per
arrotondare lo stipendio, le foto venivano poi firmate
con un falso nome per salvaguardare la reputazione
professionale e stare lontani dai guai con la legge...
A questo proposito è significativo ricordare che nella
Legge di Pubblica Sicurezza emanata dal Regno d’Italia
si faceva esplicitamente divieto alle prostitute stesse
di abitare presso un dagherrotipista.
La storia
artistica ci tramanda che la prima modella a posare nuda
fu l'attrice, pittrice e poetessa Adah Isaacs Menken.
Prima del 1839 la rappresentazione della nudità
consisteva generalmente in dipinti, disegni e incisioni.
Gli artisti adottarono presto la tecnologia fotografica
come un nuovo modo di rappresentazione del corpo umano,
allora esclusivamente rivolto al genere femminile;
almeno inizialmente cercarono di seguire gli stili e le
tradizioni della forma d'arte anche se il realismo di
una fotografia entrava parzialmente in contrasto con
l'idealismo di un dipinto, facendone così opere
intrinsecamente erotiche.
E’ evidente che la
fotografia, per la sua possibilità di riprodurre un
soggetto reale, da un punto vista diciamo “voyeuristico”
era largamente preferibile a qualsiasi altro tipo di
rappresentazione iconografica, ma la diffusione era
abbastanza limitata in quanto il procedimento non
utilizzava negativi. Ogni copia era ricavata
fotografando l'immagine originale, il cui tempo di
esposizione andava dai tre ai quindici minuti, rendendo
il tutto quindi abbastanza difficoltoso per la
ritrattistica. Dal momento che anche una sola di queste
foto poteva costare lo stipendio di un'intera settimana,
il pubblico dei nudi era per lo più costituito da
artisti e da membri di ceto elevato della società.
Col tempo la tecnica fotografica superò la
limitazione dell’esemplare unico rappresentato dal
dagherrotipo e quindi si realizzò con una sola posa un
numero altissimo di copie, che consentì di abbassare
notevolmente i costi e di diffondere il business della
fotografia erotica.
Parigi divenne il centro di
questo commercio, spesso prodotte in serie di 4, 8 o 12,
le foto venivano vendute anche da commessi viaggiatori
presso le stazioni ferroviarie o da donne per la strada
che le nascondevano sotto gli abiti; giungevano infine
anche ad esser esportate a livello internazionale in
Inghilterra e negli Stati Uniti. Il mercato rimase per
anni clandestino e le attività di realizzazione e di
commercio venivano effettuate di nascosto per sfuggire
alle proibizioni di legge e quindi alle eventuali
condanne penali.
Venivano definite semplicemente
come cartoline, ma il loro scopo primario non era per
l'invio per posta, perché in tal caso sarebbero state
immediatamente bloccate. Julian Mandel divenne noto
negli anni venti e trenta per le sue raffinate
fotografie di nudi femminili: le modelle si trovano
spesso in pose classiche altamente organizzate,
fotografate sia in studio che all'aperto. Le immagini
sono composte ad arte, con toni raffinati e un uso
morbido dell'illuminazione mostrando una particolare
texture creata dalla luce piuttosto che dall'ombra.
Molte fotografie di questo periodo sono state
intenzionalmente danneggiate. Bellocq, per esempio,
spesso graffiava i volti dei suoi soggetti per oscurarne
le vere identità; alcune delle sue "sitters" sono state
fotografate mentre indossano maschere. Anche Edward
Weston, che operò in California negli anni venti e
trenta, era costretto a fotografare le sue modelle senza
mostrare i loro volti.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
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