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AMARSI? CHE CASINO!
 

INTERVISTA

Matrimonio a tre
DUE GENERI TRE PERSONE
Nell’era dei matrimoni di persone con lo stesso sesso c'è chi propone di legalizzare il matrimonio a tre. "Non c'è alcun impedimento etico, afferma la nostra interlocutrice, tenga conto che in questo rapporto non è necessario ricorrere all’adozione anzi è mantenuta la riproduzione e la conservazione della specie…"
 

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Mi trovo a Roma, seduto comodamente su una poltrona all’ultimo piano di un'elegante palazzina dell’Eur, dalla terrazza in lontananza si scorge la cupola di San Pietro e qui nelle vicinanze corrono tutto intorno siepi ben curate e la tranquillità di un quartiere benestante. Tra un succo di pompelmo e dei biscotti fatti in casa, davanti a me un’affascinante signora cinquantenne, la padrona di casa, Nadia.

Dopo alcune telefonate e qualche mia insistenza cortesemente mi ha dedicato una mezz’ora della sua giornata.
“Lei è un giornalista vero? Sono alquanto sorpresa che la mia vicenda abbia fatto il giro delle redazioni di tutti i giornali. Credo sia del tutto normale rivendicare i propri diritti e il proprio amore.”

“Ma non è così semplice…” Rispondo.
“Adoro le battaglie impossibili. E poi ho la forza di sentirmi nel giusto.”
Nadia sta combattendo una sua battaglia del tutto personale al fine di legalizzare il proprio amore, anzi in questo caso occorre sicuramente parlare al plurale…

“Nadia ci racconti la sua vicenda.”
“Mi creda non pensavo davvero che la mia richiesta di sposare due uomini potesse avere tutto questo clamore.”

“E’ abbastanza singolare non crede?”
“Beh sì, lo è senz’altro per chi non conosce la mia storia.”

“E qual è la sua storia?”
“Tutto cominciò a Sabaudia, una località di vacanze vicino Roma. Tutti gli anni i miei affittavano per i mesi estivi una villetta vicino al mare. Ero appena adolescente quando conobbi gli uomini della mia vita: Marco e Giulio. Anche loro in vacanza con le rispettive famiglie. Loro però erano amici per la pelle, si frequentavano anche nei mesi invernali a Roma, e nacque tra noi una meravigliosa storia di amicizia.”

“E non solo…”
“Beh sì, agli inizi riempivamo il nostro tempo di giochi e spensieratezza. La sera andavamo a ballare in un locale all’aperto poco fuori Sabaudia. Crescendo però mi accorsi che nutrivo un sentimento particolare, diciamo inscindibile, per entrambi i ragazzi ed anche per loro fu la stessa cosa, per cui diventammo inseparabili.”

“Cosa significa sentimento inscindibile?”
“Significa che uno non escludeva l’altro, quando avevo qualcosa da confidare mettevo al corrente entrambi. Marco è sempre stato più riflessivo, Giulio più ironico e dissacrante per cui alla fine ero sempre soddisfatta della loro risposte e del loro affetto.”

“Ma il cuore era diviso…”
“Questo è un concetto filosofico di una cultura fondata sulla dualità, ma le assicuro che per me non era così. Per me era quasi un concetto matematico, mi ero innamorata della somma o se vuole della media del loro smisurato sentimento nei miei confronti.”

“Vuole dire che a poco a poco si instaurò una relazione a tre?”
“Esatto, avevo ormai diciotto anni quando decidemmo di formalizzare la nostra relazione. Io li amavo entrambi e loro non potevano fare a meno di me.”

“Lei non aveva alcuna preferenza?”
“Assolutamente no, eravamo cresciuti insieme e ciascuno di loro mi completava.”

“Una curiosità chi la baciò per prima?”
Sorride
“Eravamo seduti su una barca in riva al mare. Era sera. Aiutato dalla sua ironia fu Giulio a baciarmi sulla bocca, poi mi chiese scusa, ma io per pronta risposta mi voltai verso Marco e lo baciai.”

“E Giulio come la prese?”
“Non ci fu bisogno di alcuna spiegazione, l’amore a tre era suggellato!”

“Andaste a vivere insieme?”
“A 23 anni già lavoravo, ma i miei non avrebbe mai tollerato che la loro unica figlia uscisse di casa senza essere sposata, per cui una sera estraemmo a sorte il “fortunato”. Dopo due mesi mi sposai con Marco e così andammo a vivere insieme. Ma ripeto quel matrimonio fu solo un atto di formalità, non avevo alcuna preferenza.”

“Avete una bellissima casa, siete benestanti credo.”
“Beh non possiamo lamentarci. Io lavoro nel campo della moda, Marco è architetto e Mauro un grafico pubblicitario.”

“Sono venuti dei figli da queste relazioni?”
“La prego non usi il plurale, la relazione è una sola, ed anziché una coppia siamo un trio. Comunque sì, sono nate due bellissime figlie: Martina e Mariella, ma nessuno di noi sa chi sia il padre di una e dell’altra.”

“Perché?”
“Non abbiamo mai voluto saperlo con precisione. Anche se una madre sente e sa, ma loro sono figlie della nostra relazione.”

“Le ragazze come vedono questo vostro rapporto singolare?”
“Ne sono entusiaste, avere due padri è meglio di uno, trovi sempre la parte più comprensiva.”

“Come procede la vostra giornata?”
“Come quella di tutte le coppie di questo mondo, di giorno siamo impegnati ognuno per proprio conto e ci vediamo la sera. Due o tre che differenza fa? Parliamo dei figli, vediamo la tv, andiamo a teatro, mostre, frequentiamo amici ecc. Non esiste tra noi la parte più dominante, credo sia una relazione più democratica di altre, se ci sono disaccordi si mette a votazione e comunque si parla molto. Tre pareri sono meglio di due.”

“Scusi la domanda intima, ma com’è il sesso tra voi tre?”
“Semplice come in tutte le coppie, solo che siamo in tre.”

“Beh forse le inclinazioni e i desideri sono diversi.”
“Con tempo si appianano le differenze. Se c’è tolleranza si cede qualcosa si acquista altro. Vede io non penso che sia il numero a determinare la qualità, ma l’essenza e l’anima delle persone.”

“Non ha mai fatto sesso da sola con uno dei due?”
“Certo, capita a volte.”

“E la gelosia?”
“E’ tutto alla luce del giorno, non ci sono sotterfugi, e la parola gelosia non rientra nel nostro vocabolario. Ripeto sin da ragazzi loro si sono completati e mi hanno nel tempo completato. Ora sono indispensabili sia per la mia vita affettiva che per quella sessuale.”

“E il rapporto tra i due uomini?”
Lo definirei di pura e smisurata amicizia. Vede quello che ci tengo a dire è che non sono io il catalizzatore del trio. Non deve assolutamente immaginare due relazioni in una. Le componenti hanno tutte un peso egualitario, vale a dire del 33%.”

“Quindi chiede un matrimonio a tre?”
“Già quello sarebbe il massimo, un solo atto che comprenda tre persone, ma per ora mi accontento di sposare Giulio e che Giulio possa sposare Marco.”

“Perché solo ora ha fatto la richiesta di essere sposata con entrambi?”
“Perché ritengo che i tempi siano maturi.”

“Sfiduciata?”
“No, no, anzi, nell’era dei matrimoni di persone con lo stesso sesso non vedo alcun impedimento etico per legalizzare i matrimoni a tre… e tenga conto che in questo rapporto non si ricorre all’adozione anzi è mantenuta la riproduzione e conservata la specie… Quindi…”

“Messa così il ragionamento non fa una piega…”
“Pensi che per la legge vivo nell’illegalità… Roba da matti! Cosa faccio di male? La maggior parte delle italiane e italiani hanno amanti segreti… Ma non mi fermo… Ho intenzione di scrivere anche al Papa se sarà necessario. Nessuna legge fatta dagli uomini deve e dovrà mai ostacolare l’amore.”

Stiamo parlando di poliandria…
La poliandria è sempre esistita. E non solo nelle leggende induiste. Se ne trovano tracce in Asia, in India, in Sri Lanka e soprattutto in Tibet. Il “matrimonio a tre” è la logica conclusione di una premessa che “l’amore non deve conoscere limite alcuno: né di sesso, né di razza, né di orientamento sessuale, né di credo, né di stato sociale.” E allora anche il limite numerico deve essere abbattuto perché discriminatorio. Più amore c’è, meglio è, no? Come è lecito amare una persona dello stesso sesso, non si vede perché non si possa amare più di una persona contemporaneamente. Non fa così la madre con i propri figli?

“Quindi ora cosa chiede?”
“Per ora chiedo di sposare l’altro mio uomo e quindi… che le mie due figlie possano portare il cognome di entrambi i loro padri. Per quanto mi riguarda posso vivere ancora così. Non è stata e non sarà mai una legge che mi impedirà di amare chi voglio, quanti voglio e come voglio.”

Grazie Signora Nadia.
Grazie a lei.



 





 





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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
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