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IL MESTIERE ANTICO
VIAGGIO NEL PIACERE
Dove la prostituzione è illegale
Viaggio nel fenomeno
tanto sommerso quanto diffuso della prostituzione
Un percorso lungo il quale l’integralismo
religioso o le leggi ferree, anziché debellare il fenomeno, hanno
fatto lievitare a dismisura il mercato del sesso.
.
Il nostro viaggio del piacere
tende a dimostrare quanto l’attività sia radicata nel
profondo delle società e insita stessa nell’aspetto
umano delle persone e mai e poi mai potrà essere
proibita. Sarebbe stato troppo facile intraprendere il
viaggio in Europa o nelle Americhe, vale a dire nelle
società in cui il fenomeno è parzialmente o totalmente
tollerato, per cui siamo andati nei paesi dove fare
l’attività o esserne in qualche modo coinvolto comporta
pene severissime ed addirittura la morte.
Il
nostro viaggio quindi non può che cominciare dagli
Emirati Arabi e in particolare da Dubai. Perché? Perché
questo tipo di attività non conosce confini, non occorre
conoscere propriamente una lingua ed essenzialmente va
di pari passo con la ricchezza o, guardandolo sotto un
altro aspetto, con la povertà. E nella ricchezza
sfrenata a vendersi ai ricchi uomini d'affari arabi che
pullulano in città sono per lo più cinesi, indiane,
filippine, bengalesi e pakistane. Donne che per sfuggire
alla miseria dei rispettivi paesi affrontano il
trasferimento con l'idea di fare la badante o la baby
sitter. Poi si sa le cose vanno come vanno. Le
organizzazioni criminali ben radicate nel territorio
sequestrano i passaporti ed avviano le ragazze nei
labirinti della prostituzione. La maggior parte finisce
in strada o nei locali di infimo ordine. Certo ci sono
pure le volontarie europee, modelle ed escort, attratte
dalla ricchezza sfrenata. Le più carine finiscono nelle
discoteche, nelle case private e negli hotel di lusso.
Si stima che ciascuna ragazza renda tra i 60mila e gli
80mila euro l'anno. (Nel famoso night club Cyclone si
contano ogni sera oltre 500 prostitute tutte in piena
attività!)
Nel vicino Bahrein, la piccola isola
nel Golfo Persico, generalmente la prostituzione si
pratica nei centri massaggi, tanto che la capitale
Manama è denominata la Bangkok del Medio Oriente. A
gestire i centri, veri e propri bordelli, sono
soprattutto i russi. Le donne provengono dalla Turchia,
Siria e Marocco. La sera l’attività, regolata da leggi
meno rigide rispetto ad altri paesi limitrofi, si sposta
negli hotel di lusso affollati dai ricchi abitanti dei
vicini Emirati o Arabia Saudita disposti a spendere, per
fiumi di champagne e avvenenti donne, anche cinquemila
dollari a sera.
In Arabia Saudita, invece, il
fenomeno è molto limitato e rischioso. Nello stato etico
dove le leggi sono regolate dal Corano i rapporti
sessuali fuori del matrimonio sono puniti con il
carcere. E’ impensabile pensare ad una vera e propria
attività professionale.
Nel vicino Yemen la
prostituzione, assolutamente illegale, viene punita con
tre anni di prigione. L’unico modo per aggirare la legge
è il famoso matrimonio a tempo, vale a dire sposare una
prostituta, consumare il rapporto sessuale e poi
ripudiarla. Tutto questo per non essere accusati di
avere rapporti sessuali fuori dal matrimonio.
Varchiamo il confine e ci accorgiamo immediatamente che
nel Regno di Giordania la situazione è molto diversa. I
ricchi del Golfo in vacanza, pur con mogli velate e
figli al seguito, non hanno alcun pudore/problema ad
affittare interi piani di lussuosi alberghi, le cui
stanze vengono trasformate in veri e propri bordelli.
Comunque anche per uno straniero occidentale, avendo le
giuste conoscenze, non è affatto difficile pagare per
fare l’amore. L’attività di richiamo, anche se molto
discreta, è generalmente praticata negli alberghi. Lì
ancora vige la tendenza che una donna seduta da sola su
un comodo divano della hall è sicuramente una donna in
attesa di clienti. Quindi non è un’impresa ardua
riconoscerle la donna con cui passare la notte. La
maggior parte delle signore di piacere proviene da paesi
asiatici come lo Sri Lanka, le Filippine o l’Indonesia
portate in Giordania con l’inganno dei lavori domestici.
Le ragazze belle invece provengono dall’Est Europa e
sono quasi tutte volontarie.
Nel vicino Libano la
prostituzione è legale, o forse è meglio dire
consentita. Il governo combatte il fenomeno non
rilasciando più licenze per aprire bordelli, per cui di
fatto le lucciole lavorano illegalmente. La maggior
parte proviene dall’Est Europa, mentre le libanesi e le
siriane sono più richieste dai clienti di altre
nazionalità arabe. Anche qui, pur essendo uno dei Paesi
del medio oriente più liberi, il sesso è un tabù e un
bacio in pubblico costa l’arresto. Diversamente dagli
altri paesi visitati finora qui vi è la comparsa del
fenomeno maschile. Molti giovani dei paesi limitrofi
cercano guadagni e ricchezze nei tantissimi hamman
frequentati da uomini disposti a pagare anche 200
dollari per una prestazione.
In Iran nonostante
le pene severissime si stimano almeno 300mila donne
praticanti. Cifra esorbitante se si considera che qui
fare la prostituta o meglio, vendere il proprio corpo,
significa rischiare di essere condannate a morte per
lapidazione, ma c’è sempre la scappatoia del matrimonio
a tempo. Sotto il chador, quindi, si cela una diffusa
prostituzione. Sembra quasi che, l’intransigenza di
mullah e ayatollah abbia ottenuto l’effetto opposto.
E giungiamo nella confinante Iraq, dove, nonostante
l'assoluta illegalità c'è un mercato del sesso più che
sviluppato. Vista la miseria imperante, dopo l’invasione
americana, a prostituirsi sono spesso donne che cercano
di sfamare i propri figli, oppure ragazze rimaste
orfane. Il dopo Saddam ha trasformato il sesso in un
vero e proprio business illegale, si calcola che a
Kirkuk vi siano almeno 200 bordelli e case private
clandestine nelle quali è possibile trovare i piaceri di
belle donne.
Sempre a causa della guerra, molte
donne sono fuggite nella vicina Siria, dove si stima
lavorino almeno 50mila profughe!
A nord
attraversiamo il confine. Incredibilmente in Turchia la
prostituzione è perfettamente legale e regolamentata.
Non ci sono ancora veri e propri quartieri a luci rosse,
ma i bordelli ufficiali sono statali. Prima di
intraprendere la professione, le ragazze devono
registrarsi per avere una sorta di carta d'identità. I
controlli medici sono severissimi: ogni due settimane.
In questo modo chi fa l’attività è schedata per sempre.
Alle prostitute non è consentito sposarsi e ai loro
figli non è permesso entrare nell'esercito o nella
polizia. Nonostante sia legale esiste anche in fenomeno
clandestino: si calcola che a fronte di 15mila
prostitute legali ci siano oltre 100mila che lavorano in
completa clandestinità. Inoltre sono presenti nel paese
numerose “agenzie” che organizzano tour sessuali in
Moldavia e altri paesi dell’est europei. Le agenzie
offrono “un pacco standard” di servizi: una “lucciola”
come da catalogo, sistemazione in un albergo in genere
da 2-3 stelle (raramente di 4). La prostituzione
maschile è severamente proibita, ma tantissimi sono i
transessuali: solo nel 2007 se ne contavano circa 5000.
Arrivano ad Istanbul “da tutto il paese con molte
speranze. Per loro rifarsi una vita è impresa ardua e la
stragrande maggioranza, date le difficoltà a trovare un
lavoro, non ha alternativa che il mercato del sesso. Il
99% si prostituisce.
In Palestina il sesso fuori
dal matrimonio è assolutamente proibito, figuriamoci la
prostituzione, però come in tutti i paesi dilaniati
dalla miseria e dalla fame esistono sacche di attività
illegali tra le quali la prostituzione.
Alcune
donne palestinesi preferiscono varcare il confine e
prostituirsi nella più ricca Israele, dove la
prostituzione è legale, ma è proibito lo sfruttamento e
la creazione di bordelli. Anche qui esiste un trust di
russi che gestisce centri massaggi e si stimano che
siano almeno mille le russe in attività. Il business è
enorme, si calcola che il settore genera un fatturato di
almeno due miliardi di dollari all'anno.
Anche in
Egitto la prostituzione è illegale, il cliente sposato
rischia sei mesi di prigione per adulterio, se invece è
celibe non rischia nulla, Tuttavia, può testimoniare
contro la prostituta che, invece, rischia dai tre ai 36
mesi di carcere. Se minorenne viene rinchiusa in un
carcere correttivo.
In Pakistan le danzatrici si
tramandano la professione di madre in figlia,
contribuendo al bilancio familiare. Le ballerine di
danza del ventre, ad esempio, anche se sono artiste
spesso viene loro richiesto sesso da parte dei clienti
locali. Le famiglie gestiscono il business come un clan
mafioso ed una non può sottrarsi. E’ la famiglia a
decidere il prezzo di una notte e a rifiutare bei
giovani per timore che le ragazze s’innamorino, si
sposino e cessino di essere una fonte di reddito.
In Marocco la prostituzione è illegale, ma diffusa
specialmente a Marrakech. I punti di raccolta sono
negozi alla moda, fast food e brasserie; di notte,
discoteche e ristoranti. Si stima che siano almeno 50
mila le prostitute in attività. Qui non esistono
intermediari, le ragazze si offrono liberamente. E si
contendono il mercato con le colleghe che arrivano dal
centro dell'Africa. Hanno tra i 18 e i 20 anni e costano
più o meno dai 50 ai 70 euro, a prestazione o 300 per
una intera notte, cena inclusa a carico del cliente.
Impossibile affittare camere in hotel, perché proprio
per evitare il diffondersi della prostituzione una legge
del regno vieta ai marocchini di soggiornare con altri
che non siano i legittimi consorti. Chi non esibisce il
certificato di matrimonio è passibile di arresto e mette
nei guai anche l'albergatore che rischia di chiudere
l'attività. Vi sono anche donne che si prostituiscono
nella medina, ma non sono belle, e si vendono per 2 euro
per un rapporto sessuale consumato a due passi dal souk.
Nella vicina Tunisia il mestiere più antico del
mondo è illegale ma le leggi che lo vietano tendono a
punire l’adescamento pubblico considerato come una
provocazione alla dissolutezza e attacco alla moralità.
Di contro se una persona consente di avere rapporti
sessuali dietro compenso non è punibile, per cui le case
d'appuntamento sono tollerate e regolate da parte delle
autorità locali. Le ragazze che lavorano nei bordelli
vengono sottopongono regolarmente a controlli sanitari
gratuiti e pagano regolarmente le tasse e molte di loro
fungono da informatori della polizia.
La
prostituzione nelle Filippine è vietata e punita con
pene severe, fino all’ergastolo. In realtà il paese è un
mercato del sesso a cielo aperto. Secondo statistiche
recenti qui lavorano 800 mila prostitute, metà delle
quali minorenni. Epicentro del fenomeno è Angeles City,
dove anni fa avevano sede basi militari Usa. E che
adesso sono la meta prediletta dei turisti sessuali.
In Ghana, anche se la prostituzione è illegale, il
paese sta diventando meta ambita dai turisti sessuali di
mezzo mondo. Definito «la Thailandia d’Africa», il Ghana
è considerato anche un paradiso per i pedofili. Il
fenomeno è così diffuso che stanno fiorendo agenzie di
escort. Molti clienti sono olandesi, ma non mancano
tedeschi, americani e britannici
La prostituzione
in Kenya è illegale, ma il turismo sessuale è in pieno
boom nelle località sull’Oceano Indiano, da Mombasa a
Malindi. La compravendita di sesso avviene sotto gli
occhi della polizia turistica, che non la contrasta con
forza per non scoraggiare gli arrivi. Secondo uno studio
dell’Unicef, nel 2006 circa il 30 per cento dei
minorenni kenyoti di età compresa fra i 12 e i 18 anni
era coinvolto in attività sessuali.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
.Alessandra Boga
http://www.fusiorari.org/world/attualita/651-le-mafie-nel-mondo-prostituzione-dal-e-nel-mondo-islamico-pt2.html
Gabriella Tesoro
http://it.ibtimes.com/articles/63353/20140303/prostituzione-medio-oriente-sesso-siria-dubai-iran-turchia-bordelli.htm
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