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AMARSI? CHE CASINO!
L’AMORE AL TEMPO DEL
FOTOROMANZO
In principio fu Grand Hotel
Non solo lacrime e
tradimenti, anche il ritratto di un Paese in crescita
Il successo del fotoromanzo fu
accompagnato dalle perplessità delle forze più conservatrici di
allora. Per i cattolici e i comunisti l'enorme successo di pubblico
del fotoromanzo rischiava di tradursi nella corruzione dei costumi
traviando adolescenti e donne sposate.
.
Storie di coppie e tradimenti,
passioni e intrighi, tormenti d’anime e sofferenze di
cuore. Ecco cos’era il fotoromanzo, un tipo di racconto
per immagini con fotografie e attori veri al posto di
disegni. Una storia a metà tra fumetto e cinema comunque
a lieto fine, comunque rivolto ad un pubblico femminile,
una letteratura rosa per immagini che ha fatto sognare
migliaia di donne.
La storia racconta che tra il
1946 e il 1947 un signore di nome Stefano Reda andava in
giro per proporre questo nuovo genere ricevendo solo
porte in faccia perché le case editrici consideravano
l'idea troppo bizzarra. Alla fine fu una piccola casa
editrice romana, la Novissima, che accettò l'idea. La
nuova rivista uscita per la prima volta l'8 marzo del
1947 era un albo settimanale di sedici pagine e si
chiamava Sogno. All'interno c'erano due storie narrate
con fotografie, a puntate come una telenovela moderna.
Le prime due storie avevano per titolo: "Nel fondo del
cuore" di Stefano Reda e "Menzogne d'amore" di Luciana
Peverelli.
Evidentemente l’idea piacque tanto che
dopo pochi giorni un altro grande editore italiano,
Arnoldo Mondadori, pubblicò una rivista interamente
dedicata ai fotoromanzi il cui titolo era Bolero film.
Il titolo era azzeccato, perché in fondo il fotoromanzo
era simile a un film, solo che le immagini erano
immobili e le fotografie stampate su carta. Era la
nascita di un nuovo mezzo di comunicazione appunto: il
fotoromanzo (anche se inizialmente non compariva la
parola fotoromanzo ma veniva definito: “Romanzo d'amore
a fotogrammi”). Per la verità l'anno precedente, ossia
nel 1946, era uscita nelle edicole la rivista Grand
Hotel, ma i suoi romanzi erano solo disegnati e non vi
erano ancora foto e attori veri.
Le eroine
sono sempre povere e romantiche, ma coraggiose e decise,
per regalare speranze e a volte illusioni a gente
semplice che ha bisogno di sogni. Anche se le prime
storie non erano inedite, ma sequenze di immagini tratte
da film con l'aggiunta di didascalie, tipo "La
principessa Sissi" con Romy Schneider. Al di là del
valore delle storie il fotoromanzo ebbe una funzione
educativa e formativa insegnando a leggere a molte
ragazze italiane.
Visto il successo nacque una
vera e propria industria del fotoromanzo anche se agli
inizi si trattava ancora di storie semplici realizzate
in modo artigianale. I primi teatri di posa erano nel
capannone di via Romanello da Forlì di Roma. Lì, con un
compenso di cinquecento lire per comparsata, gli
aspiranti attori sognavano una sfolgorante carriera come
quella di Sofia Loren o di Gina Lollobrigida. Il primo
numero fu subito esaurito in edicola e per il secondo la
tiratura venne raddoppiata. In seguito si resero
necessarie scenografie più complesse create all'interno
di appositi teatri di posa. C'erano poi il montaggio, il
fotomontaggio, la cura della fotografia a volte
ritoccata, la stampa su carta adatta.
Eravamo nel
dopo guerra e le italiane avevano bisogno di evadere
dagli orrori della guerra e della miseria rifugiandosi
in quelle storie per poi proiettarsi in un mondo bello e
pulito dai sentimenti buoni. Storie sentimentali
semplicissime costruite su due o tre varianti di una
linea narrativa amatissima: lei bella virginale e
ingenua, lui ricco potente e temibile; seduzione,
ostacoli, redenzione, matrimonio e lieto fine. Le
eroine erano sempre povere e romantiche, ma coraggiose e
decise, per regalare illusioni a gente semplice che
aveva bisogno di sogni. Appunto storie d’amore
irrealistiche, ma roventi e passionali, quasi sempre
sdolcinate rappresentavano una falsa realtà, un mondo
dove si faceva all’amore, ma non si faceva sesso. Dove,
in un’Italia in piena trasformazione con enormi problemi
economici e sociali derivanti dalla guerra, la fortuna
era sempre dietro l’angolo, le donne erano sempre
sorridenti e gli uomini, se non ricchi, avevano sempre
un lavoro.
Anche se la dimensione del conflitto e
del dolore era tutta racchiusa nelle pene d’amore
occorre comunque dire che questa letteratura popolare
aiutò a modernizzare la mentalità del tempo e la
condizione della donna. In effetti le eroine dei
fotoromanzi flirtavano con sconosciuti, giravano il
mondo da sole per riunirsi all’anima gemella,
sfasciavano famiglie pur di coronare il loro sogno
incantato. Svenevole quanto si vuole, è anche leggendo
fotoromanzi che operaie e casalinghe italiane impararono
i rudimenti del galateo e dell’igiene domestica e
personale, e in qualche modo fortificarono le loro
difese contro gli uomini (padri, mariti, fratelli,
amanti) più volgari o più violenti.
Il successo
del fotoromanzo fu accompagnato dalle perplessità delle
forze più conservatrici di allora. Per i cattolici e i
comunisti l'enorme successo di pubblico del fotoromanzo
rischiava di tradursi nella corruzione dei costumi
traviando adolescenti e donne sposate.
Negli anni
'50 arrivò il boom, la televisione stentava a decollare
per via dei costi e si calcolava che nei primi anni del
decennio circolassero oltre 1.600.000 copie di
fotoromanzi. Dopo Roma, Milano e Torino, fu la volta di
Cinisello Balsamo che a cavallo del boom diventò la vera
capitale del fotoromanzo in Italia.
Gli anni
sessanta videro l'affermarsi della casa editrice Lancio,
nata inizialmente come società di pubblicità nel 1936
per opera di Arturo Mercurio. L’azienda si converte,
inizia a occuparsi di fotoromanzi e sforna numerose
nuove testate prestigiose come Letizia, Charme, Marina,
Jacques Douglas, Lucky Martin, ecc. La Lancio vola anche
a Parigi e a New York per realizzare alcune delle sue
più famose produzioni. È a questa casa editrice
soprattutto che si deve la qualità di questo genere che
ha appassionato milioni di lettori in tutto il mondo.
Nel gennaio 1975 venne pubblicato il primo
fotoromanzo tutto a colori nel mondo realizzato a
Venezia dal titolo “Bambina che scherzi con l'amore”.
Nel 1976 la tiratura delle varie case editrici raggiunse
in Italia la quota di oltre otto milioni e seicentomila
copie al mese, di cui cinque milioni vendute dalla sola
Lancio. Nacquero così nuovi miti, le ragazze italiane
appendevano alle pareti le foto dei loro attori
preferiti: Franco Gasparri, Claudia Rivelli, Adriana
Rame, Michela Roc, Katiuscia, Alex Damiani, Franco Dani,
Sebastiano Somma. Molte di queste ragazze facevano la
fila fuori dai cancelli della Lancio per poterli vedere.
A partire dalla seconda metà degli anni '80, la
diffusione dei fotoromanzi inizia a scemare, ma dopo
quarant'anni di vita questo genere di lettura è
riconosciuto ormai senza più i pregiudizi di un tempo
come espressione della narrativa popolare, la cosiddetta
letteratura rosa.
Tra gli attori di fotoromanzi
degli anni '80 ricordiamo: Franco Gasparri, Franco
Califano, Barbara De Rossi, Laura Antonelli, Francesca
Dellera, Luc Merenda, Isabella Ferrari, Massimo Ciavarro
Raffaella Carrà, Ornella Muti, Giuliano Gemma, Sandra
Milo e poi ancora Massimo Girotti, Tino Carraro, Walter
Chiari, Corrado Pani, Delia Scala, Gina Lollobrigida,
Elsa Martinelli, Sandra Milo, Paola Pitagora, Renzo
Arbore e tanti altri.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
.Giulio Passerini
http://www.panorama.it/cultura/libri/indagine-fotoromanzo/
http://it.wikipedia.org/wiki/Fotoromanzo
http://www.huffingtonpost.it/2015/02/16/mostra-fotoromanzo-a-roma_n_6691784.html?utm_hp_ref=italy
Luzzatto Sergio http://archiviostorico.corriere.it/2003/
http://www.treccani.it/enciclopedia/fotoromanzo_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/
IL LIBRO Anna Bravo, «Il fotoromanzo», Il Mulino, pagine
174, euro 12 L’ AUTRICE
https://www.facebook.com/pages/Fotoromanzi-Lancio/519075784820550
Tutte
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