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REPORTAGE
“S” COME SOLDI, SESSO,
SPIRITUALITÀ E SOPRATTUTTO SANTONI E SETTE SATANICHE
Viaggio nelle psico-sette sataniche
In Italia è boom di
psico-guru e psico-sette
L’allarme arriva dalla Polizia di Stato
che negli ultimi due anni ha registrato un incremento di strutture e
gruppi organizzati che dietro il millantato raggiungimento del
benessere psicofisico, celano vere e proprie “sette” in grado di
annientare psicologicamente ed economicamente uomini e donne. Le
vittime sono generalmente donne (80%), residenti nel nord o centro
Italia, con un livello di scolarità medio alto.
Siamo in un bar dell’Eur,
un elegante quartiere di Roma. Incontriamo Claudia, il nome
chiaramente è inventato. Claudia, 37 anni, benestante, ci ha voluto
raccontare la sua storia, ovviamente sotto tutela dell’anonimato. Un
passato da modella, un matrimonio fallito, poi tante delusioni alle
spalle, la solitudine, qualche seduta di psicanalisi, un grosso
problema di salute e l’incapacità di relazionarsi.
Un maledetto giorno ho conosciuto un uomo tramite una
chat molto popolare. Era molto affabile e gentilissimo.
Diceva di essere un architetto ma in realtà era un
reclutatore. Il suo fine era conquistare la mia fiducia
e ci è riuscito, eccome! Lo credevo un amico o quanto
meno una persona che volesse stabilire con me un
rapporto sentimentale.
Del resto le modalità con
le quali si impossessano delle persone sono sempre le
stesse… Esatto, ma al tempo ne ero completamente
ignara. Agiscono sulla psiche di persone in crisi usando
metodi basati su elementi di pseudo-psicoanalisi. Ecco,
anche nel mio caso è iniziata pressappoco così. Con
semplici domande ha studiato il mio comportamento, le
mie abitudini, il mio passato, le mie fobie e
soprattutto la mia condizione economica. Claudia
si interrompe come per focalizzare meglio i ricordi, poi
si accende una sigaretta e continua: “E’ ovvio che se
non mi fossi fidata di lui non avrei accettato la sua
proposta. Tengo a specificare che non c’è mai stata una
costrizione da parte sua, nessuna coercizione e tutto
ciò è avvenuto su base volontaria. Nelle nostre serate
in chat e successivamente nei nostri incontri
pomeridiani parlavamo di tutto, poi è scattata la molla.
Ha iniziato a parlare con insistenza di un’associazione
culturale di tipo onlus che avrebbe fatto al mio caso.
E tu? Avevo fiducia in lui e non mi passava
neanche per l’anticamera del cervello che potesse avere
secondi fini.
Quindi andasti? La prima volta
andammo insieme, poi evidentemente aveva realizzato il
suo scopo e da quel giorno lo vidi molto raramente.
Di cosa si occupava l’associazione? Durante la
settimana i componenti più anziani delle setta
impartivano gratuitamente corsi di yoga, discipline di
meditazione orientale, di autoguarigione o quant’altro.
Dov’era questa associazione? Non posso
dirtelo. Diciamo che era in centro in una villa
circondata da verde e mura antiche.
Come sono
andati i primi incontri? Guarda, non ci crederai, ma
immediatamente mi sono sentita circondata da affetto e
giovialità. Hanno una capacità incredibile di
relazionarsi e di conseguenza farti abbassare le difese
tanto che dopo solo alcune sedute mi sono sentita
riconosciuta e valorizzata dal gruppo.
Cioè?
Sentivo calore ed affetto, come se queste persone
potessero essere in grado di proteggermi dagli attacchi
della società e dai fallimenti della mia vita.
Oltre a quei corsi settimanali com’era la vita del
gruppo? Il sabato e la domenica svolgevamo pratiche
benefiche tipo: jogging, sauna, lavoro manuale
(naturalmente non pagati), corsi di autoanalisi. In
realtà il solo loro scopo era di portare l’adepto a uno
stato di rottura completa con il mondo esteriore e ad un
impoverimento degli affetti.
Eri cosciente che ti
stavano “formattando”? Beh sì, ma in quel momento non
lo ritenevo un indottrinamento. Mi sentivo bene e avrei
giurato che questo cambiamento nella mia vita fosse in
grado di risolvere qualsiasi mia angoscia esistenziale.
Anzi credevo davvero che potesse portarmi sulla via
della guarigione e annullare le mie crisi d’ansia.
E i tuoi figli? Ero presa dalla setta 24 ore su
24 per cui dopo la separazione da mio marito vennero
affidati ai miei genitori. Ma vedi, io non mi rendevo
conto di averli abbandonati, pensavo semplicemente che
fosse un processo necessario per il mio e il loro bene.
Al telefono mi hai parlato di un “Santone”… Ah
sì, Lui, il capo indiscusso, il guru. Da lui dipendevano
gli adepti consenzienti e le vittime. Diceva di essere
un diretto discendente di un samurai. Parlare con lui
privatamente era un’impresa impossibile, mi riceveva
pochissimi minuti al giorno, facendomeli pesare, ma il
più delle volte parlava a tutto il gruppo con un
linguaggio incomprensibile. Non ci metto la mano sul
fuoco che fosse davvero giapponese, per me erano frasi
incomprensibili, una specie di cantilena che aveva il
solo scopo di suggestionarti.
Come è stato il
primo incontro con il santone? Ovviamente gli avevano
riferito tutta la mia storia per cui per lui è stato un
gioco da ragazzi fare leva sul mio narcisismo e sulle
mie fragilità. Immaginandolo su una dimensione diversa
non credevo usasse simili mezzucci per cui quando mi
raccontò alcuni dettagli della mia vita iniziai a
venerarlo…
Venerarlo? In che senso? Beh sì,
una specie di guida spirituale. Mi consigliava letture e
mi insegnava il valore del sacrificio e della
condiscendenza. A lui pensavo anche di notte, una sorta
di infatuazione autosuggestiva. Giorno dopo giorno senza
rendermi conto entrava nella mia anima e il risultato
finale era il pieno controllo della mia psiche. In me
sentivo nascere il senso del dovere e di colpa.
Colpa? Ero un essere impuro e non passava giorno che
il santone o i suoi seguaci più stretti non me lo
rammentassero.
E cosa facevi per “discolparti”?
Cresceva in me un forse desiderio di emulazione. Alla
mia età ero praticamente tornata a scuola, e desideravo
che il santone o un suo protetto mi dessero i voti.
La loro tattica era a buon punto allora?
Ovviamente sì, mi caricavano di nuovi obblighi e pesanti
divieti e sprofondavo a mia insaputa in un indebolimento
psichico e fisico. I segnali evidenti erano lo
schiacciamento della personalità (ormai non pensavo più
al singolare) e la perdita d’identità (tutta la mia vita
era in funzione della comunità).
Ti rifaccio la
domanda: eri cosciente di ciò che stava avvenendo? Sì
e no, nel senso che avvertivo chiaramente la pressione
psicologica e le mie alterazioni mentali, ma in me
cresceva una dimensione superiore che giustificava le
privazioni fisiche e gli abusi psichici.
Sarebbero? Le più banali erano rispettare una dieta:
cioè ero costretta a mangiare determinate pietanze in
nome della purificazione del corpo. Oppure leggere
tanto: almeno un libro ogni tre giorni. Oppure esibire
il mio corpo nudo in pubblico liberando così le mie
vergogne. Poi dopo alcuni mesi diventarono pressanti le
richieste economiche.
Fammi capire: so che molti
hanno intestato case, stipendi alla comunità, tu lo hai
fatto? Formalmente no, ma, viste le frequenti
donazioni, è come se lo avessi fatto. Queste richieste
avevano il doppio fine di arricchire il santone e di
essere reticente nei confronti dei familiari quindi
l’allontanamento forzato. Mio marito un giorno, contro
la mia volontà, venne a parlare con il santone con il
risultato che mi allontanai definitivamente da lui.
Eri ancora sposata al tempo? Sì, ma con lui ci
separammo pochi mesi dopo.
Motivo? Oltre alle
difficoltà quotidiane, non eravamo più una coppia e
ovviamente mi astenevo con lui da qualsiasi attività
sessuale, aveva scoperto che avevo prosciugato tutte le
mie eredità e i nostri conti in banca. Ormai non avevo
più niente di mio e per fronteggiare le continue
richieste avevo anche venduto la macchina e gli ultimi
piccoli gioielli.
Scusami ma la domanda a questo
punto è d’obbligo. Hai subito richieste sessuali? Sì.
Anzi potrei dirti di aver partecipato ad orge. Ma mi
rendo conto che detta così non ha senso. Durante le
nostre contemplazioni con l’aiuto di varie tecniche
ascetiche, o se vuoi riti satanici, si raggiungeva un
così alto livello di simbiosi che era del tutto naturale
unire anche i nostri corpi.
Scusa, facevi sesso
con loro e non con tuo marito? Ti ripeto non era
sesso, o quanto meno io non lo consideravo tale, era una
tecnica per raggiungere altre dimensioni. E il
santone partecipava? Copulare con Lui era il più alto
grado di riconoscimento mistico. Era nelle cose obbedire
ciecamente al guru, attraverso schemi di autosuggestione
tali che arrivavano alle volte a provare
alternativamente dolore e benessere fisico. La
manipolazione mentale era tale che avevo, anche senza
alcuna penetrazione, orgasmi spontanei. Ripeto il fine
era la dipendenza totale ed io ero fermamente convinta
che quell’atto fosse necessario per la mia purificazione
e il mio benessere.
Tutte le donne del gruppo
facevano sesso? Qualcuna si rifiutava? Ascolta, era
un processo normale, un elemento della purificazione.
Chi partecipava alle sedute prima o poi desiderava
raggiungere mentalmente e sessualmente livelli sempre
più alti.
Eri gelosa di lui? Sì.
Quanto è durato? Quattro maledetti anni.
Quando hai ricominciato a pensare con la tua testa?
Avevo bruciato ogni cosa, affetto, famiglia,
considerazione di me stessa, autostima, soldi e
quant’altro. Alle mie spalle solo macerie. Le mie fobie,
le mie vertigini invece di annullarsi si erano
violentemente acuite.
Come ne sei uscita?
Purtroppo non se ne esce mai, o meglio una volta che te
ne rendi conto di essere caduta nella trappola
subentrano paura e vergogna credendo di essere stata
l’unica cretina finita nella rete. Poi quando loro si
rendono conto che stai facendo un percorso diverso
iniziano le minacce e scattano ricatti di ogni tipo.
Devi avere tanta forza di volontà, fare appello agli
affetti familiari, i miei figli, i miei genitori con la
speranza che anche loro si rendano conto, dopo anni di
bugie e finzioni, che in qualche modo sei determinata ad
uscire.
Ora come stai? E’ difficile, ma ci
sto provano. E comunque ti dico una frase letta da
qualche parte su internet: anche se fisicamente
abbandoni la setta, la setta impiegherà molto più tempo
a uscire da te.
Perché ci ha raccontato questa
storia? Non lo so… forse potrei dirti che l'ho fatto
perché vorrei che non capitasse agli altri ma in realtà,
visto che, a parte i miei famigliari non l’avevo mai
raccontata a nessuno, spero sia il primo segno di vera
liberazione.
Grazie Claudia Grazie a te
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
IL PRESENTE ARTICOLO E’ STATO REALIZZATO VIA INTERNET, LA
MODALITA’ DI INTERVISTA E’ STATA UTILIZZATA PER DARE PIU’
EFFICACIA ALL’ARTICOLO http://www.linkiesta.it di Nadia
Francalacci
http://news.panorama.it/cronaca/Mix-di-sesso-e-soldi-dilagano-le-psico-sette
http://www.direttanews.it/2011/03/12/sette-sataniche
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