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Il turismo sessuale in Thailandia
Il supermercato delle
ragazze Thai
Ecco Pattaya, al tempo un piccolo
villaggio di pescatori, poi fu scoperta dall’esercito americano
durante la guerra del Vietnam. I soldati della United States Air
Force di base nella vicina U-Tapao vi trascorrevano le vacanze per
riposarsi e svagarsi, causando il boom della prostituzione.
.
Oggi Pattaya è la meta più
frequentata al mondo dai cosiddetti turisti sessuali.
Il centro della vita notturna è la Walking street,
proseguimento del lungomare a sud della città.
Questa area la notte offre qualsiasi genere di
intrattenimento sessuale. Beer bar, cabaret e go-go
nonché molti bar, discoteche e centri massaggi,
frequentati da un esercito smisurato di prostitute. Qui
è sempre estate (mediamente dai 23 ai 32 gradi) per cui
non ci sono pause invernali. Per molti
turisti, Walking Street è un paradiso di un chilometro e
mezzo. La zona è un vero e proprio parco giochi del
sesso: mercanzie di carne in bella mostra, lustrini,
trucchi, tacchi e minigonne con l’unico scopo di
attirare il cliente straniero. Un parco giochi di
follie lungo il quale i turisti soprattutto russi,
cinesi, indiani e arabi si aggirano camminando sui
marciapiedi degli strip club illuminati dalle insegne al
neon multicolori. Il contorno all’ordine del
giorno è fatto di risse, alcool, tensione tra turisti e
prostitute e soprattutto spaccio di droga. Molto
diffuso è l'uso di ya ba "droga della pazzia", un
derivato della metanfetamina. A consumarlo sono
soprattutto le prostitute. Nata per dare energia ai
cavalli che dovevano trainare i carretti nelle campagne,
la sostanza, sotto forma di compresse, dà euforia, ma
crea anche una forte dipendenza e ha effetti collaterali
imprevedibili.
Il turista è generalmente single e
non sarà difficile per lui trovare, oltre alla fauna per
strada, non certo affidabile, situazioni molto più
discrete e riservate. Tra fiumi di birra, musica e
danze nei locali nella Walking Street lavorano centinaia
di migliaia ragazze thai, le famose Lady Bar, belle e
disponibili, desiderose di divertirsi offrendo sesso a
pagamento.
Nei locali più grandi e di un certo
rango le ragazze thai vestono con scollatissimi e
trasparenti abiti da sera o eleganti mini gonne, ognuna
di loro ha un numero. Al turista è sufficiente
sedersi ad un tavolo ordinare una coca cola o una birra
e alla fine scegliere un numero (ogni numero corrisponde
a una lady) per poi andare con la ragazza prescelta in
una stanza ben arredata con aria condizionata o al piano
di sopra in stanze riservate con tutti i confort
necessari.
Qui la prostituzione è considerata un
fenomeno naturale e soprattutto un business per tutta la
comunità. In linea di massima queste ragazze per una
notte di sesso chiedono al cliente 1000 baht
l’equivalente di circa 20 euro! Poi c’è la “tassa”
per il titolare del locale che mediamente si aggira
attorno ai due euro. «Donando qualche dollaro,
permetterete alle ragazzine di far vivere tre persone
della loro famiglia» si legge su un sito dedicato alla
Thailandia. Nel Paese dove il sesso resta una
locomotiva economica, ma dove la legge dal 1960 vieta la
prostituzione, ci sono almeno 2,5-3 milioni di persone
che più o meno occasionalmente vendono il loro corpo.
Quel milione di turisti del sesso che ogni anno
sceglie la Thailandia lo fa perché si tratta di una
«meta facile, anonima, senza rischi e poca cara» spiega
poi un esperto. Fin qui tutto bene, o forse
poco male, ma il problema è che queste ragazze sono
spesso adolescenti e nella trappola del cosiddetto
"turismo sessuale", ci finiscono soprattutto i più
piccoli. Solo nel 2008, secondo le stime
dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, novanta
milioni di viaggiatori (il 10 per cento del totale)
hanno scelto la loro meta turistica in funzione
dell’offerta sessuale. Pochi gli arresti e le
condanne, se si guarda al numero dei soggetti coinvolti
e in generale alle dimensioni del fenomeno. La
prostituzione e il traffico di esseri umani contano tra
i 2,5 e i 4 milioni di vittime, e l’80% sono donne e
bambini. Gli italiani purtroppo sono tra i primi
posti della mostruosa classifica del turismo sessuale e
nulla può la legge nazionale 269/98 contro lo
sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del
turismo sessuale in danno di minori: “L’italiano che
commette il reato di abuso sessuale all’estero, è
colpevole anche in patria.”
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
.http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/ Duncan Forgan
http://www.vice.com/it/read Ludovica Jona
http://www.unita.it/italia/turismo-sessuale
http://pattaya/ragazze-thai ROBERTA FALASCA
http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/
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