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REPORTAGE
 


 

 

L'AUTOBIOGRAFIA DELL'AUTRICE DI LUSSURIA
I segreti postumi di Zhang Ailing
Una delle maggiori scrittrici cinesi la cui biografia, per molti versi eccessiva, è lo specchio dei suoi romanzi che raccontano una Shanghai anni Venti - Quaranta fatta di sentimenti corrotti e tradimenti amorosi, morali e politici


 


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Zhang Ailing, una delle maggiori scrittrici cinesi. Una vita per molti versi eccessiva, molto vicina all’immaginario dei lettori occidentali che inseguono l’esotismo di una Shanghai anni Venti-Quaranta fatta di languori meticci, fra Occidente e Asia, di sentimenti corrotti, di tradimenti amorosi, morali e politici.

Si intitola “Piccola riunione” titolo perversamente ironico per una donna che finì i suoi giorni da sola a Los Angeles nel giorno della festa d’autunno, consacrata dai cinesi agli affetti familiari.

Caratteri classici (non quelli semplificati in uso nella Repubblica Popolare), impaginazione in verticale, secondo la tradizione. E parecchia suspense da parte dei lettori. Perché il testo era atteso come un’autobiografia dell’autrice di “Lussuria”, il racconto trasformato in film da Ang Lee.

Dopo una prima lettura, i critici sembrano orientati a considerarlo comunque un romanzo, sebbene autobiografico. Ma emergono aspetti intimi della sua vita movimentata, compreso il matrimonio con un funzionario del governo collaborazionista durante l’occupazione della Cina da parte dei giapponesi, al punto che lo scrittore hongkonghese Michael Lam lo ha definito “uno spogliarello volontario.”

Ma c’è molto altro come del resto è stata la sua vita movimentata e i drammatici contrasti familiari tra i quali Zhang Ailing è cresciuta. Nata a Shanghai all'inizio dei ruggenti anni Venti in una famiglia benestante, a cinque anni vide la sua famiglia andare in pezzi, sua madre infatti partì per l'Inghilterra non tollerando la passione del marito per oppio e concubine. Fece ritorno quattro anni più tardi, ma le promesse non mantenute del marito di mettere la testa a posto resero inevitabile il divorzio.

La piccola Zhang ebbe comunque modo di frequentare una delle più prestigiose scuole occidentali a Shanghai, ma nel 1939 lo scoppio della guerra le impedì di completare gli studi a Londra come sperava. Si trasferì a Hong Kong dove ottenne comunque importanti riconoscimenti. La madre intanto era fuggita a Singapore e con un padre perso nell'oppio, Zhang Ailing crebbe nella totale sfiducia verso le relazioni di coppia.
A ventitré anni scrisse il suo capolavoro “La storia del giogo d'oro” in cui la protagonista, la bella Qiqiao, resa sempre più perfida dalle circostanze e soprattutto dalla sua insofferenza, trascina se stessa e chi le è accanto verso una infelicità senza rimedio.

Agli inizi degli anni ’40 la guerra dilaga, Hong Kong cade nelle mani dei giapponesi, Zhang Ailing trova il modo e il tempo di sposare Hu Lancheng, un uomo del quale è fortemente innamorata malgrado sia considerato un traditore per via delle sue simpatie verso i giapponesi. Il destino sembra però voler dare ad Ailing una ragione in più per non fidarsi degli uomini e dell'amore perché Hu non è diverso da suo padre, la tradisce ripetutamente e dopo soli tre anni il matrimonio finisce.

Con l’avvento della Repubblica Popolare Zhang Ailing torna a Shanghai, ma la nuova Cina di Mao è troppo distante dal suo individualismo per cui qualche anno dopo lascia per sempre la madrepatria ed emigra negli Stati Uniti. A New York incontra e sposa lo sceneggiatore Ferdinand Reyer che di lì a pochi anni morirà in seguito a un infarto.

All'inizio degli anni Settanta si stabilisce a Los Angeles alternando l'attività di scrittrice a quella di sceneggiatrice per il cinema di Hong Kong. Tra le altre cose si dedica alla traduzione di Haishangua liezhuan, scritto da Han Bangqing, uno spaccato realistico del quartiere a luci rosse di Shanghai narrato attraverso le storie di varie prostitute e dei loro clienti.

Trascorrerà la parte finale della sua vita lontano da tutto e tutti. Venne trovata morta l'8 settembre 1995 nel suo appartamento di Los Angeles. Dopo la cremazione senza alcun rito funebre, le sue ceneri vennero sparse nell'Oceano Pacifico poiché queste erano le sue ultime volontà. Su un quotidiano apparve il seguente necrologio: "Non ci sono superstiti".

Zhang è stata definita una delle quattro donne geniali cinesi insieme a Lü Bicheng, Xiao Hong e Shi Pingmei.


 




 





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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
.corriere.it
https://www.libreriadelledonne.it/_oldsite/Stanze/Paradiso/Nespole/manif251006.htm



 



 
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