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GIALLO PASSIONE
AMARSI? CHE CASINO!
IL DELITTO
DI VIA VENETO
Christa Wanninger
L’aspirante attrice
Roma, primavera del '63.
Le tre del pomeriggio. Qualcuno chiama la
questura: "C'è un cadavere in un palazzo
da due passi da via Veneto"...
Il corpo straziato da venti coltellate apparteneva a
una bellissima ragazza tedesca di 23 anni. Le cronache
dell’epoca la definivano un’attricetta in cerca di
fortuna. Veniva da Monaco. Appassionata di foto
lavorava saltuariamente anche come modella.
Buongiorno Adamo, tutto bene?
Ma
senti, ma tu non hai altro compito che rompere le
scatole a me?
Rido
Volevo farti solo
due domande due!
Guarda ragazzo, se non
fosse stato per l’amicizia che mi legava alla buon
anima di tuo padre, ti avrei già cacciato a calci.
Perché ce l’hai tanto con me?
Perché hai l’aria di chi prende per il culo! Dimmi
dimmi, ma ti avverto tra dieci minuti ho un
appuntamento con il barbiere. Finito, o no ti lascio.
Christa Wanninger ti dice qualcosa?
Parli con la persona giusta ragazzo! Al tempo ero un
cronista del Momento Sera, un giornale romano che
usciva nel pomeriggio e ho seguito direttamente il
caso.
Vediamo… Roma, primavera del 63. Le tre del
pomeriggio. Qualcuno chiamò la questura: "C'è un
cadavere in un palazzo di via Emilia a due passi da
via Veneto".
Le volanti partirono a sirene
spiegate. Sul pianerottolo al quarto piano del civico
81 trovarono il corpo di una giovane donna martoriato
da venti coltellate. Iniziò così un giallo che
appassionò l'opinione pubblica riempiendo le prime
pagine dei giornali.
Chi era Christa?
Una bellissima ragazza tedesca di 23 anni, figlia di
un commerciante all’ingrosso di tabacchi. Le cronache
dell’epoca la definivano un’attricetta in cerca di
fortuna. Veniva da Monaco. Appassionata di foto
lavorava saltuariamente anche come modella. A Roma
frequentava locali notturni spesso in compagnia di
uomini facoltosi. Si parlava di petrolieri ed agenti
segreti.
Perché la Wanninger si trovava
lì?
Era andata a trovare la sua amica
Gelda Hoddap.
Gelda cosa disse alla
polizia?
Affermò più volte che stava
riposando e quindi di non essersi resa conto di quello
che stava accadendo sul suo pianerottolo.
Altri testimoni?
La custode dello
stabile. La sua testimonianza fu fondamentale per il
corso delle indagini e stabilire la dinamica dei
fatti. Praticamente passarono non più di cinque minuti
da quando vide entrare la bellissima tedesca e le
strazianti urla.
Come fu trovata la
ragazza?
Il corpo martoriato da decine di
coltellate era riverso con la porta dell’ascensore
spalancata. La porta dell’amica era chiusa.
La portiera vide altro?
Un uomo
elegante in abito blu con le mani in tasca che
scendeva di corsa le scale del palazzo e si avviava
verso l’uscita. Naturalmente all’epoca un uomo in blu
vestito elegante era sinonimo di uomo d’affari e di
potere. La stessa testimonianza dell’uomo in blu venne
confermata da altri inquilini. Nessuno di loro lo
conosceva o l’aveva visto altre volte nello stabile.
Gli investigatori scoprirono qualcosa di
interessante?
Fu interrogato il fidanzato
della vittima, un rappresentante di tessuti di
Firenze. Ammise di essere stato con Christa le ore
precedenti al delitto nell’appartamento di lei in via
Sicilia. Ma per l’ora del delitto aveva un alibi di
ferro.
E l’amica?
Gelda
dopo un interrogatorio durato 25 ore venne associata
al carcere femminile ed accusata di reticenza. Verrà
in seguito condannata per favoreggiamento, ma poi
rilasciata per insufficienza di prove.
Poi cosa successe?
Per quasi un anno
assolutamente nulla, poi un pittore senza arte né
parte, al secolo Guido Pierri, telefonò al nostro
giornale assicurando di sapere qualcosa del caso.
Naturalmente voleva denaro in cambio dell’esclusiva.
Cinque milioni di lire!!!
Vennero immediatamente
avvertiti i carabinieri che rintracciano la telefonata
e arrestarono il mitomane in piazza San Silvestro. In
tasca gli venne trovato un coltello a serramanico.
Durante la perquisizione nel suo appartamento venne
alla luce un abito blu chiuso in un armadio e
soprattutto un interessantissimo diario dove era
descritto nei dettagli l’assassinio della Wanninger.
Messo sotto torchio cominciò a ritrattare affermando
che i diari erano il frutto di articoli di giornale e
un pizzico di fantasia. Nonostante i numerosi indizi a
suo carico, il magistrato incriminò Pierri solo per
tentata truffa.
Quando viene ripreso il
caso?
Solo nel 1976 tredici anni dopo, la
polizia si accorse che il Pierri non aveva fornito un
vero e proprio alibi per cui venne di nuovo
incriminato ma assolto per insufficienza di prove.
Nel 1985 fu nuovamente sottoposto a giudizio. Dopo tre
ore di Camera di Consiglio, il tribunale sentenziò che
"l'uomo in blu" era proprio lui. Quindi venne
riconosciuto come autore dell’omicidio, ma poiché
all'epoca era incapace di intendere e volere venne
rilasciato immediatamente.
Per la
Giustizia caso chiuso?
E non solo! Ormai
erano passati parecchi anni e l’opinione pubblica non
si interessava più al caso.
La morte dell’attrice
tedesca che aveva tentato la fortuna attratta dalla
Dolce vita, diventava solo un trafiletto sui giornali.
Ombre e dubbi?
Diciamo che il
pittore ha sempre continuato a dichiararsi innocente
affermando di aver trovato sulla propria strada
"qualcosa di più grande di lui", ma nessuno ha voluto
più riesaminare il suo caso ed il delitto di Via
Emilia rimane una pagina insoluta nella cronaca nera
italiana.
Comunque qualcuno ha cercato di inquinare le indagini...
Ci
sono stati avvenimenti e coincidenze di contorno al delitto
tipo la
scomparsa di un ufficiale dei Carabinieri che stava
indagando sul caso. Un destino fatale lo fece morire in un
incidente stradale. Venne alla luce più tardi che i
nomi di alcuni amici di Christa Wanniger risultavano
in alcuni documenti relativi alle indagini sulla
strage di Piazza Fontana avvenuta a Milano nel
dicembre 1969. E poi ancora su alcune indagini che
riguardavano traffico d’armi e segreti industriali.
Quindi Servizi Segreti?
L’avvocato difensore del Pierri sostenne in aula che
la Giustizia avrebbe dovuto seguire altre piste…..che non furono mai battute!
Il caso Wanninger resterà, insieme al caso Bebawi, uno
dei più emblematici fatti di cronaca nera del periodo
della dolce vita romana. Secondo me l'assassino della
giovane modella tedesca, indipendentemente da tutto, va
ricercato nel sottobosco di playboy e mantenute, di
particine cinematografiche ottenute in cambio di favori
sessuali.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://guide.dada.net/cronaca_nera www.lollymagic.it
www.misteriditalia.com www.popobawa.it
www.lastoriasiamonoi.rai.it
FOTO GOOGLE IMAGE
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