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GIALLO PASSIONE
LA SPOSA SENZA AMORE
Henriette Caillaux
Un delitto d'orgoglio
Henriette Caillaux è una giovane donna
dalle forme prosperose. Assieme alla sorella ha ricevuto dal
padre una rigorosa educazione e, alla morte di questi, l'eredità
di un consistente patrimonio...
(Francia 13 marzo 1914)
Adamo, leggevo "La caduta dei
giganti di Follett" ed ho trovato un accenno a Madame
Caillaux… Chi era? Henriette Caillaux fu
definita dai giornali del tempo sposa senza amore. In
effetti si sposò per rispetto delle convenzioni sociali
e per mantenere il suo status economico visto che
proveniva da una famiglia benestante.
Quindi un'arrivista... Come andò il matrimonio?
A giudicare dalle apparenze per undici anni il rapporto
andò a gonfie vele. Visse da madre e moglie esemplare.
Poi ci fu il colpo di fulmine…
Eh già, quel matrimonio senza amore la rese estremamente
sensibile ai richiami, diciamo così, extraconiugali.
Naturalmente tacitò sempre quelle sirene finché non
incontrò ad un party di beneficienza il Ministro delle
Finanze. Uomo a dir poco carismatico ed affascinante,
molto più anziano di lei.
Se ne innamorò
immagino… Purtroppo sì, cominciarono a
frequentarsi in segreto. Le solite cose: lettere piene
d'amore e di desiderio, incontri clandestini con la
complicità di portieri d'albergo... Insomma
un'attrazione fatale di quelle che ti sconvolgono la
vita! Il problema era che ambedue erano sposati. Lei era
decisa a chiedere immediatamente il divorzio da suo
marito, mentre Joseph Caillaux prendeva tempo. Temeva
che quella storia offuscasse la sua immagine di politico
e quindi mettesse in forse la sua rielezione in
Parlamento.
Hai ragione, la solita storia
della donna innamorata pronta a lasciare tutto e l'uomo
che si gode la situazione senza prendere una
decisione... No, no, non correre...
Effettivamente anche lui era innamorato ed i suoi
tentennamenti erano esclusivamente causati da ragioni di
carriera politica.
Quindi continuavano a
vedersi in clandestinità… Come al solito il
diavolo fa le pentole ma non i coperchi… La moglie di
lui si insospettì e fece pedinare il marito finché venne
a conoscenza della tresca…
Cosa fece?
Avendo il marito un posto di rilievo chiese ed ottenne
una piena confessione scritta dell’adulterio. L’intento
era chiaro, non voleva danneggiare il consorte, quindi
la fonte del suo benessere, prima delle elezioni. Quella
lettera sarebbe servita successivamente per ottenere
vantaggiosissime condizioni all’atto del divorzio.
Lui accettò… immagino Non poteva
fare altro. In effetti andò come previsto. Lui venne
rieletto e lei chiese il divorzio a condizioni
vantaggiosissime avendo dalla propria parte quelle prove
inconfutabili.
A questo punto i due
amanti erano liberi? Anche la signora aveva
ottenuto il divorzio dal marito per cui convolarono a
nozze…
…E vissero felici e contenti…
Quando tutto sembrava volgere al meglio accadde
l’imprevisto…
Ovvero? Le
Figaro iniziò una selvaggia campagna politica
diffamatoria contro il ministro delle finanze. in soli
due mesi si contarono 138 articoli corredati da vignette
di dubbio gusto. Tutto ciò minò l’onesta di Joseph
Caillaux e la tranquillità familiare della nuova coppia.
La stampa bivaccava ventiquattro ore su ventiquattro
davanti alla loro casa. Vennero intervistati vicini e
parenti in cerca di pettegolezzi piccanti. Henriette
Caillaux, sconvolta da quel clamore e soprattutto da
quelle malignità, si rinchiuse in casa sperando che quel
clamore prima o poi terminasse.
Una
campagna fatta ad arte, immagino… Gli
articoli continuarono concentrandosi sulle scorrettezze
politiche del Ministro, accusandolo tra le altre cose di
aver ricevuto denaro da varie fonti per finanziare le
sue campagne elettorali. Ma il colpo fatale doveva
ancora venire.
Cioè? Qualche
giorno dopo il giornale rivelò di essere entrato in
possesso di lettere compromettenti e ne annunciò la
pubblicazione.
Quelle conservate dalla
ex-moglie? Non solo, fu corrotta la
cameriera di casa Caillaux per indurla a rubare altri
documenti scottanti per cui il giornale aveva in mano
anche altre prove che accertavano la fragranza
dell’adulterio quando ancora il signor Ministro era
sposato con la ex-moglie. La prima lettera fu pubblicata
il 14 Marzo 1914. Si trattava di una missiva intima
spedita dal ministro all’amante piena non solo di
considerazioni politiche alquanto imbarazzanti, ma
soprattutto di dolcezze e smancerie che comprovarono
l'infedeltà di entrambi.
Finora una
storia normale di corna e ricatti… Infatti,
ma un bel giorno, il 16 Marzo alla buon ora la signora
Caillaux decise di difendere la reputazione del marito e
farsi giustizia da sola. Andò prima a comprarsi una
pistola poi si fece accompagnare dal suo autista in rue
Drouot, dov’era la sede de “Le Figaro”. Chiese al
portiere di poter vedere il direttore, Gaston Calmette,
ma non disse il suo nome.
Poi cosa
avvenne? Fu condotta nella sala d’attesa,
aspettò per circa un’ora. Si spazientì, protestò finché
una segretaria le confermò che il direttore era nel
proprio ufficio e che l’avrebbe ricevuta solo dopo aver
saputo chi fosse. A quel punto preoccupata per il suo
piano fu costretta a dare alla segreteria il suo
biglietto da visita.
Il direttore la
ricevette? Sì, la cosa apparve un po’ strana
in effetti, chissà forse aveva in mente uno scoop,
magari un’intervista alla moglie del Ministro…
Quindi lei entrò nella stanza di Gaston Calmette
… Il direttore era seduto dietro la sua
scrivania, si alzò e la salutò cordialmente. Lei esordì
dicendo: “Voi dovreste immaginare lo scopo della mia
visita e sicuramente non per augurarvi una buona
giornata”. Lui sorpreso negò di sapere il motivo di
quella visita pregandola di sedersi.
Lei
cosa gli disse? Nulla. Non rispose al suo
invito e rimase in piedi. Tirò fuori la pistola dalla
borsa, tolse con tutta calma la sicura e sparò un primo
colpo. L’uomo dapprima tentò di guadagnare la porta, poi
si gettò a terra per ripararsi, ma lei continuò premendo
per quatto volte il grilletto. Dei cinque colpi, tre
andarono a segno colpendo il petto, il ventre e la
coscia. Il malcapitato non si alzò più.
La signora cosa disse? Ai testimoni che
accorsero disse di essere la moglie del Ministro e che
era lì per dare una lezione e non per uccidere. Tra le
altre cose disse di essere pentita e che era in pensiero
per la salute del direttore, il quale nello stesso
istante, adagiato su un letto di ospedale, stava morendo
per un’emorragia interna.
Andò in
prigione? Fu ospite delle patrie galere per
quatto mesi, mentre suo marito fu costretto a dimettersi
da Ministro.
Immagino che ci fu un
processo… Grazie agli avvocati di rango e
alle conoscenze del marito fu un processo fuori dalle
righe e un verdetto discutibilissimo. Prima di tutto
l’avvocato della difesa, Fernand Labori, convinse
abilmente la giuria che il crimine non era il risultato
di un atto preparato con cura, ma un riflesso
incontrollato tipico del sesso femminile, trasformando
così da delitto premeditato a delitto passionale, e
quindi chiedendo l'assoluzione. Poi, con varie
peripezie, la corte si persuase che il colpo mortale che
freddò il direttore de Le Figaro era partito
accidentalmente. Quindi fu assolta.
In
sostanza il processo le riconobbe la liceità di
uccidere, nelle circostanze... Non
dimenticare mai il contesto storico ed ambientale quando
si è in sede di critica… Ad esempio qui Joseph Caillaux,
funzionario delle finanze sin da giovanissimo, deputato
a 25 anni e ministro a 36, incarna il meglio e il peggio
della Terza repubblica, vale a dire l’ostilità con la
Germania, i vagiti dello scoppio della prima guerra
mondiale, la Belle Epoque, l’affarismo, gli scandali, la
meritocrazia che porta ai vertici i trentenni, il
parlamentarismo ipertrofico, l’instabilità dei governi
(quarantanove tra il 1876 e il 1914), i residui di
giacobinismo, la spensieratezza edonistica, e
soprattutto la corruzione.
Tua morale?
Non vado oltre il mio naso. Ne ho viste tante, troppe
per scandalizzarmi. A me resta il dubbio sul movente.
Davvero Henriette Caillaux ha ucciso per salvaguardare
il nome di suo marito infangandolo definitivamente? Io
ci vedo dell'altro ovvero una donna esasperata, gelosa
della propria riservatezza, del proprio nome, della
propria condizione sociale acquisita ed ultimo e non
ultimo della prima moglie del ministro. In base a queste
considerazioni potrei anche essere d'accordo con la
sentenza di assoluzione.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
FOTO GOOGLE IMAGE
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