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GIALLO PASSIONE
AMARSI? CHE CASINO!
Maria Martirano Fenaroli
Il delitto di via Monaci
Roma, settembre 1958 Maria Martirano,
una bella signora di 47 anni viene trovata morta nel suo
appartamento di via Ernesto Monaci 21, una tranquilla strada
nei pressi di piazza Bologna
“Adamo...
Chi era Maria Martirano”
“Era la moglie di un
industriale da sempre in difficoltà economiche. Suo
marito era titolare della Fenarolimpresa. Lui viveva a
Milano e lei a Roma. Viene trovata morta nel suo
appartamento il 10 settembre 1958.”
“Chi trovò il cadavere?”
“La domestica. Dopo ripetuti squilli alla porta
dell’appartamento decise di rivolgersi ad un vicino.
L’uomo dal suo appartamento rompe il vetro divisorio,
entra in casa e scopre il cadavere.”
“Omicidio, incidente o
suicidio?” “Erano evidenti i segni di
strangolamento…”
“Chi l’ha uccisa?” “In casa
c’erano evidenti segni di furto, mancavano tra l’altro i
gioielli della vittima, per cui si pensò immediatamente
ad un ladro occasionale. Del resto il marito aveva un
alibi forte, era a Milano.
“Quindi le indagini
seguirono una pista precisa?” “Sì, ma c’era qualcosa
che non convinse gli inquirenti: la signora Martirano,
una donna molto timorosa, non avrebbe mai aperto la
porta ad uno sconosciuto e nel sopralluogo la polizia
notò subito che non c’erano segni di scasso.”
“Come si arriva al marito?” “Alle domande degli
investigatori, Fenaroli, tra una lacrima e l’altra
rispondeva con una serie di particolari troppo
dettagliati che sembravano preparati e l’alibi era
troppo perfetto da sembrare falso. Quella sera prima del
delitto aveva addirittura telefonato alla moglie ed
indicò un ragioniere della ditta, Egidio Sacchi, come
testimone. Per cui finì per insospettire la Polizia.”
“Quando ci fu la svolta?” “Gli investigatori
misero sotto torchio il Sacchi e proprio il testimone a
discarico divenne la persona chiave per districare la
matassa. Confermò la telefonata tra il principale e la
moglie, ma aggiunse dell’altro e cioè che aveva
prenotato quella sera stessa un posto sul volo
Milano-Roma delle ore 19,35 a nome Wolfango Rossi.”
“Cosa si erano detti moglie e marito durante la
telefonata?” “L’avvisava che si sarebbe recata da lei
una persona di fiducia, un certo Raul per ritirare
alcuni documenti importanti. La tranquillizzò dicendo
che doveva aprirgli la porta e consegnare il materiale.”
“Ma chi è Raul?” “Era Raul Ghiani, un
elettrotecnico di 20 anni. Si erano conosciuti a casa di
Carlo Inzolfa, fratello di un’amante di Fenaroli. Il
quale a Milano conduceva una vita completamente separata
dalla moglie, anche dal punto di vista sentimentale.”
“La tradiva quindi…” “Vennero accertate varie
relazioni.”
“Strano, ma vero, dopo qualche ora
Maria Martirano venne uccisa…” “L’assassino l’ha
afferrata al collo e la uccise. Per confondere gli
inquirenti rovistò nella camera da letto della vittima e
simulando il furto di pochi gioielli.
“Il
castello accusatorio è presto fatto. E il movente?”
“Fenaroli aveva bisogno di soldi e decise di far
uccidere la moglie per incassare un’assicurazione sulla
vita a suo favore di 150 milioni. Somma, all’epoca, più
che consistente!”
“E Ghiani cosa ci avrebbe
guadagnato?” “Compenso: un milione di lire che il
killer avrebbe trovato in casa della vittima.”
“Sembrava fatta!” “Fenaroli e Ghiani vennero
arrestati, anche se quest’ultimo aveva un alibi a prova
di bomba che solo in seguito fu demolito.”
“La
sentenza?” “Fenaroli e Ghiani furono condannati
all'ergastolo in quanto mandante ed esecutore
dell'omicidio. Quella sera il giornale romano Paese Sera
uscì in edizione straordinaria. Per le strade di Roma si
potevano sentire gli strilloni gridare “Ergastolo!”,
“Ergastolo!”. Le stesse condanne vennero poi confermate
in appello.”
“Tutto chiaro, no?” “Fu un vero e
proprio "giallo" che appassionò l'opinione pubblica alla
stregua di uno sceneggiato televisivo. Ma qualcosa non
tornava. Come ad esempio il ritrovamento dei gioielli
prelevati da Ghiani a casa della vittima per inscenare
la rapina. Ebbene, nonostante le perquisizioni accurate,
saltarono fuori nella ditta dove il killer lavorava,
soltanto due anni dopo. Chi aveva messo i gioielli per
farli trovare a chi di dovere?
“Anche il movente
venne smontato dalla difesa…” “Già. La famosa polizza
non fu possibile usarla per dare corpo al movente in
quanto in una delle clausole era ben scritto che nessun
premio poteva essere pagato al beneficiario in caso di
morte violenta del soggetto assicurato.”
“Nonostante questo anche la Cassazione confermò le due
sentenze precedenti…” “Ergastolo per entrambi,
nonostante gli imputati continuarono a dichiararsi
innocenti.”
Colpito da un male incurabile,
Giovanni Fenaroli muore nel 1975, nel reparto urologico
del Policlinico di Milano. Raul Ghiani sopravvive e nel
1984 viene graziato dal presidente Pertini. Va ad
abitare in una casa popolare nel comune di Firenze e si
mette a fare l’elettricista in un’azienda di filati. A
chi glielo chiede continua a dichiararsi estraneo ai
fatti. Il delitto di Via Monaci rimane un mistero ancora
tutto da chiarire.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
www.misteriditalia.com www.poliziaedemocrazia.it
http://www.zetema.it/ www.bdp.it www.stile.it www.la7.it
FOTO GOOGLE IMAGE
Photo Tommy Retrò
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