|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Ada Mcgrath
Lezioni di piano
Diceva Thomas Hood nel suo poema
Silence. «C'è un grande silenzio dove non c'è mai stato suono,
c'è un grande silenzio dove il suono non può esserci, nella
fredda tomba del profondo mare.»
(Anno uscita del film
1993)
La donna si chiama Ada, Ada Mcgrath, è
scozzese, la figlia Flora è frutto di un precedente
legame. La donna è muta, non parla dall’età di sei anni,
non sappiamo il motivo, ma sappiamo che da sempre si
esprime attraverso i tasti del suo adorato pianoforte.
Non nego di aver provato ad intervistarla, mi ero
preparato, avevo visto tre volte il film, ma alle mie
domande scritte Ada Mcgrath ha risposto con una semplice
frase: “Parlo solo attraverso il mio pianoforte… lei lo
ascolti attentamente e troverà le risposte per i suoi
lettori…”
Ci provo, ascolto la colonna sonora,
ascolto Michael Nyman, la sua dolcissima “The heart asks
pleasure first!” Sono note che riempiono un’anima, ecco,
immaginale insieme a me, immagina quel suono, la donna,
sua figlia e un pianoforte. La senti vero? Ti sta
trasportando su una spiaggia sperduta di un’isola della
Nuova Zelanda. Piove. Senti i tuoni? E’ quasi l’alba, ma
è ancora buio, il sole è rimasto a dormire dall’altra
parte del mondo, oppure è un sole grigio e più di quello
non può dare.
"La voce che sentite non è la mia
voce, è la voce del mio pensiero." Ecco la senti? So che
è difficile, ma prova, senti ancora cosa dice: "Mio
padre dice che ho un talento oscuro e che il giorno che
mi metterò in testa di smettere di respirare sarà
l'ultimo." Sì ok, so a cosa stai pensando, Ada è una
donna forte, ha fatto del suo mutismo uno strumento di
difesa, le parole a volte non sono necessarie per
esprimersi e chi è capace di cogliere gli sguardi e i
gesti ha il grande potere di non essere schiavo delle
parole. Ada non parla, ok, ma ciò non significa che non
comunichi.
Continua ad ascoltare la musica e
torniamo sulla spiaggia. La vedi? E’ vestita da metà
Ottocento ed è approdata in questa isola per sposare
Stewart, un ricco possidente terriero che neppure
conosce. Ascoltala di nuovo: “Mio marito mi ha detto che
il mio mutismo non lo disturba, sentite cosa mi ha
scritto: «Dio ama le creature mute, perché io non
dovrei?». Gli auguro di avere la pazienza di Dio perché
il silenzio a lungo andare stanca tutti."
Purtroppo il primo incontro con il promesso sposo non è
dei migliori. Vedi l’uomo? E’ burbero, insensibile. Si
rifiuta di trasportare il pianoforte e lo abbandona
sulla spiaggia. Lui non capisce quanto lo strumento sia
importante per quella donna. Lasciando il piano sulla
riva del mare, ancor prima di conoscersi, apre una crepa
profonda tra loro: "La cosa strana è che io non penso a
me come una creatura silenziosa e questo grazie al mio
pianoforte." La senti Ada? Senza il suo piano diventa
una persona incompleta e su quella spiaggia non ha
lasciato soltanto uno strumento, ha lasciato la sua
voce. Il loro matrimonio è già destinato al
fallimento.
Ecco, ora immagina che su quell’isola
viva George Baines un uomo da tutti considerato poco più
che un selvaggio. Ed in effetti lui ha scelto di
isolarsi, di vivere come un primitivo, ma è genuino,
passionale, incarna l’uomo, che pur essendo
all’apparenza rozzo e ignorante, ha un animo sensibile.
Ada se ne è accorta al suo arrivo, è stato l’unico a
notare la sua stanchezza per il lungo viaggio e in
seguito è stato il solo a capire l’intenso legame con il
suo pianoforte. George subisce il fascino. Chiede a
Stewart il permesso di prendere il pianoforte e portarlo
nella sua capanna sperando così di poter vedere spesso
Ada. Stewart, in cambio di un pezzo di terra, accetta
e dà la possibilità alla moglie di frequentare la
capanna di George per suonare e contemporaneamente dare
delle lezioni di piano all'uomo.
Naturalmente le
lezioni sono di tutt’altra natura, ma andiamo per gradi.
George è affascinato dalla donna. Come rapito, invece di
studiare, si limita a guardarla suonare, anzi direi a
contemplarla. A lui non interessa imparare, vuole solo
sentirla suonare. Ok diciamola tutta, l’uomo desidera
fare l'amore con lei. Per convincerla le promette di
restituirle il piano tasto dopo tasto. Ogni tasto ha un
prezzo, che varia a seconda delle sue voglie. Oggi uno
per poterle sfiorare un braccio, domani cinque per
poterle baciare il collo e stare assieme a lei sdraiato
sul letto.
Guardali, li vedi? Non comunicano in
nessuna maniera, lui non sa leggere e lei non parla, ma
la musica, gli sguardi e i gesti creano tra loro un
legame magicamente intenso. La vedi Ada, vero? Senti
ancora la colonna sonora? Tutto di lei è femmina. Guarda
la sua camicetta, la forma del seno, guarda i capelli,
sono nuvole ad onde che il vento sparpaglia, fasci di
grano arrossati dal sole. Guardala sì, Ada non è bella,
ma sa d’amore, profuma intensamente di passione, di
donna e considerazione, di femmina ed attesa. Ora
immagina lui, anzi immagina i due, immagina l’armonia di
quel piano, Dio come è bello quel suono e come è intensa
lei quando si concede alle voglie. E’ un crescendo,
un’estasi! Una colonna sonora.
Ascolta quei
suoni, non smettere! Sono gemiti d’amore, note di
passione, respiri di carne, ossa e pelle cariche d’anni
d’astinenza e di ore clandestine rubate al mondo,
all’isola, al tramonto, a suo marito. Addirittura al
piacere, perché lei ora è oltre, dove il piacere si
confonde al dolore, è un misto di sensazioni. Ecco
guarda lui, ok è rozzo e ignorante, forse non ascolta la
musica, ma la fa sentire donna nell’unico modo che
conosce. Ecco ora guarda lei, è nuda, dentro quella
capanna, ora sul letto, ora distesa in terra. Guarda
quel pavimento ora, è legno morbido, culla di
perdizione, peccato originale. Guarda il sole che
filtra, quel fascio che la indora. E’ l’ora arancio del
tramonto, l’ora rossa dell’amore. Guarda i riflessi
sulle sue intimità. La vedi? Non è al piano, nessuno
suona, ma lei continua a sentire quella musica, quelle
note di carne e muscoli. Lei sa dare un genere ad ogni
nota e sa che questi non sono diesis e non sono minori,
questi sono colpi pieni, maschi, fruste e vibrazioni,
tremori d’anima e scosse di pelle, guardala sì, non si
tratta di semplice lussuria, forse è l’incapacità di
sottrarsi all’intensità del desiderio, o forse la
consapevolezza di godere oltre il suo limite, guardala
sì, quell’amore è un ordine, un comando al quale non può
sottrarsi, è lei ora che lo alimenta, guardala sì,
guarda i suoi occhi, sono espressivi, come quello
sguardo profondo che dà e chiede, quello sguardo che
rende inutili le parole, già non servono le parole…
Ecco lasciamoli soli ora, l’importante è sapere che
ogni giorno lei trovi in quella capanna il suo paradiso
segreto. E lui se ne innamora, diventa pazzo, pazzo, al
punto di sentirsi uno sciagurato, si sente in colpa
perché sta facendo di lei una sgualdrina, una
clandestina, una puttana. Non può capire, non ci arriva,
non sa che sta facendo di lei una donna in amore. Pensa
sì, ma ha già deciso. E un bel giorno senza dire nulla
le rimanda il pianoforte a casa. Lo considera un regalo,
anzi una salvezza. Ada è sconvolta senza più quel
piano il suo amante ha bruciato ogni possibilità di
incontro. Per lei non è un regalo e non vuole salvarsi.
Ma non è finita! Flora, sua figlia, nel frattempo,
gelosa delle attenzioni della madre per George, mette al
corrente il patrigno. Gli racconta ciò che ha visto
mentre giocava sulla spiaggia e gli consegna un
messaggio della madre al suo amante. Cosa c’è scritto?
“Dear George you have my heart. Ada McGrath.” La
prova dell’infamia, dell’infedeltà, dell’adulterio, la
lettera scarlatta, il ludibrio e la gogna. Ecco ora
guarda Ada, sta accarezzando il suo adorato piano e
trova all'interno un cuore trafitto inciso nel legno.
Guardala ora! Dio è pazza. Esce di casa, sbatte la
porta. Guarda come corre! E’ a piedi scalzi, salta sui
rovi, si graffia le gambe. I piedi sono insanguinati. La
vedi? Si sta precipitando a casa di George. Lo chiama
da lontano, spalanca la porta. Lui la sta aspettando. Li
vedi ora? Si baciano, si stringono, si prendono a morsi,
si fanno male, bene, prendono e danno fino a fondersi il
cuore. Lui le chiede scusa, la chiama Amore, ma lei non
gli rimprovera nulla, vuole fare l’amore. “Amami George,
amami ora!” Lei si distende, apre le gambe, è piena di
brama, disponibile. Lo accoglie ed urla! “Amami George,
amami sempre!”
E mentre urla il marito li spia da
fuori. E’ un dolore lancinante, immaginalo quanto possa
soffrire. Guardalo si sta tappando le orecchie, gli
occhi li ha già chiusi da tempo. Guardalo ora mesto a
capo chino percorre il sentiero verso casa. Maledice il
destino, se stesso, la donna. Si sente doppiamente
tradito, dalla moglie e dall’amico. Apre la porta di
casa, la sua mente diventa preda della follia. Pieno di
rabbia aspetta pazientemente che la moglie finisca i
suoi comodi e torni a casa. Conta i secondi. Sa che
ciascuno di questi è un respiro, un fiato, un urlo.
Ecco ora lei è tornata, guardalo, non ci pensa un
attimo, cerca di prenderla, cerca di costringerla con la
forza illudendosi di poterla obbligare ad amarlo. Vuole
sentire le stesse urla, ma il cuore di Ada è ormai
inesorabilmente destinato a chi ha saputo toccarle
l'anima rivoltandole i sensi. Quindi rifiuta, quindi lui
per vendetta afferra un’accetta e le taglia il dito
indice della mano destra perché lei non possa mai più
suonare. E' l'ultimo folle tentativo di impedirle di
essere sé stessa…
Lo so, la scena è profondamente
drammatica, Ada sente un dolore atroce, ma purtroppo non
è solo fisico, sa che non potrà più suonare, un colpo,
un taglio netto e via. Ora guarda lei come soffre,
guarda il dito così distante, miseramente non più
attaccato alla mano. Ora guarda Stewart sta avvolgendo
il dito in una tela. Poi soddisfa a pieno la sua
vendetta spedendolo a George.
Inevitabilmente Ada
si ammala, inevitabilmente peggiora di giorno in giorno.
Sta rischiando di morire… Qui Stewart capisce. Comprende
la grandezza di quell'amore che lega sua moglie a George
e, per salvarla, la lascia libera di andare via con lui.
Adesso Ada è libera, libera di raggiungere George, ora
il suo cuore appartiene a lui.
Ecco ora immagina
Ada, George, Flora e il pianoforte. Li vedi? Sono sulla
spiaggia, ora sulla barca prendono il largo verso una
vita insieme, Ada sembra finalmente felice ma,
all'improvviso, chiede a George di gettare il piano in
acqua. Lui non capisce, è ignorante, ma lei sa che non
potrà più suonarlo senza quel dito. Poi fa in modo che
un piede le rimanga impigliato in una fune e il peso
dello strumento la trascini in acqua. Ecco la senti?
Nonostante il pianoforte sia in fondo al mare, senti
ancora la musica? Ada sta pensando. I pensieri sono la
sua voce. Non potrebbe morire in maniera migliore.
Avvolta nel silenzio dell'oceano, ancorata allo
strumento simbolo della propria vita, della propria
solitudine interiore. Ma in quell’estremo tentativo Ada
sceglie di vivere, si toglie la scarpa, si libera della
fune e risale in superficie. Il pianoforte rimane in
fondo all'oceano….
Epilogo: George costruirà
per Ada un dito in argento. Ada tornerà a suonare.
Rasserenata dalla sua nuova vita, riprenderà lentamente
a parlare. Ecco, ora per la prima volta puoi
ascoltare la sua voce: «C'è un grande silenzio dove non
c'è mai stato suono, c'è un grande silenzio dove il
suono non può esserci, nella fredda tomba del profondo
mare.»
E’ la stessa frase che hai letto in
apertura del racconto. Spero che tu ora ci abbia
trovato qualche significato in più...
Fine
Lezioni di piano Titolo originale
The Piano Paese Nuova Zelanda, Australia Genere
drammatico Regia Jane Campion Soggetto Jane
Campion Sceneggiatura Jane Campion Fotografia
Stuart Dryburgh Montaggio Veronika Jenet Cast:
Holly Hunter: Ada McGrath Anna Paquin: Flora McGrath
Harvey Keitel: George Baines Sam Neill: Alisdair
Stewart Colonna Sonora: Michael Nyman Anno di
uscita: 1993 Ha vinto la Palma d'oro al 46º Festival
di Cannes e tre Premi Oscar nell'edizione del 1994:
migliore attrice (Holly Hunter), migliore attrice non
protagonista (Anna Paquin) e migliore sceneggiatura
originale (Jane Campion). La colonna sonora del film,
costituita da brani per pianoforte, ha riscosso un
grande successo ed è opera del compositore Michael
Nyman. Il titolo del tema principale è The heart asks
pleasure first.
|
INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
it.wikipedia.org erosefilosofia.altervista.org
erosefilosofia.altervista.org www.filmscoop.it
FOTO GOOGLE IMAGE
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|