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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Anne Bancroft
God bless you, Mrs.
Robinson
Sullo schermo è stata la sensuale e
provocante Mrs. Robinson, entrando così nell’immaginario
collettivo di milioni di ragazzi di tutto il mondo. La sua gamba
piegata, coperta per metà con una calza nera, è diventata una
delle icone di Hollywood. Nella vita reale è stata la moglie di
quel folle autore che risponde al nome di Mel Brooks.
(New York, 17 settembre 1931 - New
York, 6 giugno 2005 )
Madame, le sue originI?
Sono figlia della prima generazione di immigrati
italiani negli Stati Uniti. La mia famiglia era
originaria di Muro Lucano un paesino in provincia di
Potenza. Il mio nome vero è Anna Maria Louisa Italiano e
sono nata a New York, nel quartiere dei duri con la
mascella volitiva… ovvero il Bronx.
Quando comincia la sua carriera artistica?
Avevo diciassette anni, prendevo lezioni di danza e di
arte drammatica, quando entrai alla American Academy of
Dramatic Arts di New York, prendendo momentaneamente il
nome d'arte di Anne Marno.
Tanto teatro
ed anche televisione… Furono anni di
gavetta, conoscevo benissimo l’odore delle tavole
polverose di tantissimi teatri di periferia, finché
presi parte ai primi serial televisivi interrotti dalla
pubblicità della minestra Campbell.
A
quanto pare non passò inosservata… Nel 1952,
a ventuno anni, arrivò il mio momento. Debuttai a
Hollywood nel film “La tua bocca brucia”, con Marilyn
Monroe e Richard Widmark. Poi altre particine e tanta
scuola. Per un breve periodo frequentai anche l'Actor's
Studio e recitai a Broadway nello spettacolo Due
sull'altalena di William Gibson con Henry Fonda, una
storia di due solitudini incrociate. Nell’occasione
ricevetti un Tony Award, il mio primo premio.
Quattro anni ed arriva anche l’Oscar!
Esatto. Era il 1962. A Hollywood dissero: “La ragazza
del Bronx è diventata una stella!” Recitai come attrice
protagonista nel film “Anna dei miracoli” di Arthur
Penn. Interpretai la parte di Annie Sullivan,
un’insegnante che porta l'allieva cieca e sordomuta alla
soglia della conoscenza, facendole scoprire il mondo
attraverso il tatto. Quel ruolo mi portò fama e Oscar.
Ma la svolta nella sua vita fu l’incontro
con Mel Brooks… Venivo da un precedente
matrimonio con Martin May durato quattro anni.
Quell’esperienza non fu tra le più felici, ero
abbastanza sfiduciata e depressa quando incontrai Mel.
Lui era uno dei più rivoluzionari, corrosivi e
irrefrenabili comici di Hollywood, al tempo troppo
seriosa e piena di sé per i miei gusti. Trovai in Mel il
compagno ideale, avevo bisogno di ridere, di leggerezza,
di ironia, del resto noi italiani abbiamo uno spiccato
senso dell’humor. Io avevo imparato a ridere in casa.
Un matrimonio a dir poco bizzarro come i
film di suo marito! Ci sposammo nel
municipio di New York, in una cerimonia praticamente
semiclandestina. Pensi che fermammo dei passanti per
strada chiedendo loro di farci da testimoni per le
nozze. Era il 1964, più che bizzarro, lo definirei
unico!
Nel 1967 interpreta la
sensualissima Mrs. Robinson nel film Il laureato di Mike
Nichols. In quel periodo avevo lavorato
molto ed ad Hollywood dissero che sapevo usare cuore e
cervello insieme. Beh per una donna di quei tempi era
più che un complimento! Allora venni chiamata a recitare
la parte della provocante signora che seduce un
giovanissimo Dustin Hoffman.
Dustin
Hoffman la conduce dritta dritta nell’Olimpo del cinema.
In questo momento mi viene in mente il motivo della
celebre canzone di Simon & Garfunkel… In effetti, per la
storia, la canzone, il periodo, la bravura di Dustin e
soprattutto la genialità di Mike, quel film è stato
l’emblema di una generazione. Il taglio era sentimentale
e non politico, ma in qualche modo anticipò i fermenti
giovanili di ribellione che esploderanno di lì a pochi
mesi nelle grandi contestazioni del 1968.
In tutta la pellicola si respira un’aria di
incomunicabilità generazionale. L’occhio era
puntato sul mondo degli adulti che in qualche modo
cercavano di imporre i propri schemi perbenisti. Il
protagonista Benjamin non è ancora un figlio del '68,
non si ribella apertamente, non tenta di cambiare il
mondo, semplicemente si limita a disobbedire, ha il
coraggio di fare di testa sua, scegliendo una strada
diversa da quella pensata per lui dagli adulti.
Tuttora è un film di culto, rivisto, citato,
ricordato e apprezzato anche a distanza di moltissimi
anni. Alcune scene, prima fra tutte la corsa
disperata di Benjamin a bordo di un'Alfa Romeo Duetto
rossa e le urla in chiesa per impedire il matrimonio di
Elaine, ma anche il primo incontro fra Ben e Mrs.
Robinson in albergo, sono rimaste impresse nella memoria
e nell'immaginario collettivo.
Beh
diciamo che quel rapporto tra la matura Mrs. Robinson e
il giovane fidanzato della figlia ha in sé tutti gli
ingredienti trasgressivi… Sicuramente anche
l’immagine… il regista mi volle passionale con una forte
carica erotica. Al tempo avevo 36 anni, la giusta età
per interpretare quella parte. Ed in effetti Mrs.
Robinson, rivaleggiando sentimentalmente con la propria
figlia, sbaragliò l’ipocrisia e il perbenismo di
Hollywood.
Famosa è anche la scena quando
si sfila le calze velate davanti al ragazzo.
Direi una bomba freudiana gettata sui rapporti di
famiglia. Lì ci vedo l’iniziazione al sesso, ovvero il
primo traguardo della vita di chi si ribella al
conformismo dei padri.
Dopo quel film si
aprirono molte porte… Ormai ero famosa.
Anche se preferivo il teatro e Broadway mi ritagliai
qualche partecipazione cinematografica. Interpretai una
celebre attrice che nell'Inghilterra vittoriana prende a
cuore la vicenda di un ragazzo deforme in “The Elephant
Man” di David Lynch, ed anche una madre superiora che
scopre il terribile segreto di una giovane suora in
“Agnese di Dio” di Norman Jewison e quella di una
eccentrica scrittrice che instaura una tenera amicizia
epistolare con un venditore di libri in “84 Charing
Cross Road” di David Hugh Jones.
Se non
sbaglio fu chiamata la Brando donna! Esatto,
dicevano che nella recitazione avessi la stessa grinta
seduttiva di Marlon.
Lavorò molto anche
con suo marito… Mel scoprì in me doti
brillanti che credevo di non avere. Lavorai con lui in
“Silent movie”, un film pieno di divi, gag e battutacce
al limite del trash. Ma il film di Mel che ricordo con
più piacere fu il rifacimento del capolavoro di
Lubitsch, “Vogliamo vivere”. Si chiamava “Essere o non
essere” ed era la storia di due attori che si prendono
gioco del nazismo.
Se le dico
«Pastasciutta amore mio», lei cosa mi dice???
Dio mio no, non me lo ricordi! Fu un neo nella mia
carriera! Mi ero messa in testa di fare la regista e
diressi quel film, una sorta di anti dieta per gli
italo-americani. Un fallimento totale!
Anne Bancroft continuerà a recitare, prima di dedicarsi
alla famiglia. Nel 1972 ha dato alla luce il figlio Max
Brooks. Fermamente convinta della superiorità femminile,
quando le chiedevano perché avesse preferito la famiglia
a Hollywood, rispondeva con una voce resa vellutata da
40 sigarette al giorno: «Stare a casa ad accudire i
figli è il lavoro più importante del mondo. Perché le
donne non dovrebbero farlo, visto che sono le migliori
tra i due sessi?».
E’ morta il 6 giugno 2005, a
New York, quando in Italia era passata da poco la
mezzanotte. Aveva 74 anni. Se n’è andata in una stanza
bianchissima, il suo colore preferito, dell’ospedale
Mount Sinai Medical Center di Manhattan. Era afflitta da
un tumore all’utero. Ne ha dato notizia il portavoce del
marito. Le agenzie di stampa di tutto il mondo hanno
battuto la notizia con il titolo: “E’ morta Mrs
Robinson!” L'identificazione tra l'attrice e quel ruolo
è stata talmente forte che Anne si è lamentata spesso
del fatto che la gente continuasse a ricordarla
soprattutto come la signora Robinson oscurando di fatto
le sue tantissime e straordinarie interpretazioni. In
quella ultima notte suo marito le è stato sempre
accanto, sembra che Mel Brooks, non abbia smesso un
attimo di tenerle la mano e di provare a farla
sorridere… ancora una volta.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://biografieonline.it http://it.wikipedia.org/wiki
www.corriere.it www.ilgiornale.it www.repubblica.it
FOTO GOOGLE IMAGE
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