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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Catherine Howard
LA QUINTA MOGLIE
Regina consorte di re Enrico VIII
d'Inghilterra
(1520 –
1542)
Maestà nonostante l'alto lignaggio
degli Howard, lei era cresciuta in povertà…
Già, mio padre, Lord Edmund e fratello della madre di
Anna Bolena, pur essendo stato investito del titolo di
cavaliere non aveva fatto una brillante carriera…
Come mai? Di indole
essenzialmente pigra e sicuramente alieno dall’idea di
dover fare degli sforzi che convenivano agli uomini di
rango inferiore, per tutta la vita non fece altro che
commiserarsi e lamentarsi della crudeltà del mondo,
della moglie e della miseria in cui costantemente si
trovava.
Mi faccia capire lei era la
cugina di Anna Bolena, seconda moglie di Ernico VIII?
Esattamente, ma quel ramo della famiglia era sicuramente
di altro rango. Mia zia, sposando sir Thomas Boleyn
conte di Wiltshire, aveva senza dubbio assicurato un
avvenire radioso ai propri figli.
La sua
infanzia Maestà? La trascorsi a Oxenhealth.
Alla mia educazione provvide in gran parte Agnes Tylney,
duchessa vedova di Norfolk, la quale nella propria
residenza di Lambeth aveva istituito una sorta di scuola
di apprendistato alla vita adulta: luogo di studio,
buone maniere e facili amori. Il problema era che non
avendo una dote, nessuno pensava al mio mantenimento,
per cui dormivo in una sorta di dormitorio con donne
molto più grandi di me ancora non sposate. Li conobbi
indirettamente le prime pratiche sessuali.
Lì conobbe anche Henry Mannox, vero?
Fu la mia prima avventura galante, era il 1536 ed avevo
appena sedici anni. Henry era stato assunto come
insegnante di musica. Da lui appresi l’arte del canto e
della musica. Mi colpirono i suoi modi gentili e
raffinati, mi infatuai ma non vi fu nulla di serio tra
noi.
Poi seguirono avventure molto più
importanti, tipo quella con Francis Dereham…
Francis viveva a Lambeth, ma non era un insegnante. Era
un uomo adulto sicuramente affascinante. Con lui ebbi
una relazione seria.
Nel 1538 conobbe
Thomas Culpeper… Ero entusiasta delle sue
attenzioni e me ne innamorai perdutamente. Lui era un
gentiluomo di camera del re.
Così arrivò
a corte… Alla morte di mio padre nel 1539
entrai a servizio di Anna di Clèves, allora sposa di
Enrico. Thomas Culpeper mi fece conoscere il re, al
tempo deluso dall'aspetto e dai modi della regina
consorte Anna di Clèves.
E il re
s'invaghì di lei... Per la verità non ero
bellissima e come Caterina, la prima moglie, ero solo
piccola di statura, pensi che venivo chiamata
“parvissima puella", ossia fanciulla molto minuta.
Ciononostante, veniva lodata per la grazia
di portamento e la dolcezza del viso… Gli
uomini si invaghivano di me per la mia sensualità dei
modi, ma giuro non c’era niente di costruito, mi veniva
spontaneo e forse era proprio questo ad attirare le loro
attenzioni.
Ed arriviamo al 1540…
Nel frattempo ero diventata dama di corte della regina
Anna ed Enrico non mancava di lusingarmi. Un mese dopo
il loro divorzio furono celebrate le nostre nozze a
Oatlands Palace, nel Surrey. Era il 28 luglio 1540.
Cosa si prova ad essere la quinta moglie di
Enrico VIII? Enrico non mi dava tempo di
pensare, era perdutamente innamorato di me. Ero giovane,
bella e mi inondava di carezze e doni tipo collane di
diamanti e rubini, smeraldi incastonati in losanghe
d'oro, spille, croci, orologi, e quant'altro fosse
possibile.
La chiamava "rosa rosseggiante
senza spine", vero? Ed io ne ero
gratificata, era pur sempre il sovrano d’Inghilterra…
Quindi Maestà… lei non ne era innamorata
immagino… Posso dirle che di sicuro il mio
cuore non ardeva d'amore per lui. Lui aveva quasi
cinquant'anni, era grasso e non più in salute, ma
provavo per lui un profondo rispetto e timore. Apposi al
simbolo della rosa coronata la scritta: "Nessun altro
desiderio che quello di lui".
Lei al
tempo aveva circa 20 anni ma le cronache dicono che
fosse caparbia e che non brillasse per diplomazia…
Forse lei si riferisce all’episodio con l'arcivescovo
Lee per il diritto di patronato dell'arcidiaconato di
York? Ebbene lui si era messo in testa e non so con
quali pretese, di assegnare ad uno dei suoi cappellani
quel posto reso vacante per la morte dell'arcidiacono in
carica. Lui non digerì la mia giusta contrapposizione
che interpretò come una mancanza di carità nei confronti
della chiesa.
Ci fu la nomina del suo
segretario personale, la scelta fu quanto meno
stravagante… Nominai per quell’ambito posto
il mio precedente fidanzato Francis Dereham, ma tra noi
non c’era nulla.
I rapporti con Maria, la
figlia maggiore del re, non erano buoni… Mi
lamentavo, facendone partecipe il re, di non essere
trattata con lo stesso rispetto e la stessa benevolenza
dimostrata a Jane Seymour e ad Anna di Clevès.
In quel momento i rapporti con suo marito
andavano comunque a gonfie vele… Ripeto, era
innamorato di me e nulla turbava i suoi sentimenti.
Enrico decise di portarmi con sé in un viaggio ufficiale
al nord del paese, l’idea era quella di farmi incoronare
a York.
Poi tutto iniziò a prendere
un’altra piega ed Enrico aprì gli occhi… Beh
sì, io ripresi la relazione con il mio ex fidanzato
Thomas Culpeper. Ma le assicuro che era a fin di bene…
Enrico aveva frequentato i miei appartamenti rarissime
volte mentre io covavo in me la speranza di restare
incinta e dare al re un erede maschio sano e robusto
benché, ovviamente, illegittimo.
Peccati
di gioventù immagino, visto che rispetto ad Enrico,
Thomas era un bellissimo ragazzo che consapevole della
propria bellezza non si limitò alle mansioni di letto…
Esatto, Thomas approfittò dell'occasione e cominciò a
pensare ai propri interessi senza troppo curarsi dei
rischi che il nostro legame comportasse e della
necessaria discrezione.
1 novembre 1541,
era passato un anno e qualche mese dal vostro matrimonio
e fu l’inizio della fine… Eravamo tornati da
poco dal viaggio al nord e il mio rapporto con Culpeper
venne scoperto. Di lì non ci volle molto a scandagliare
il mio passato e mettere in fila attraverso testimoni
veri o presunti, le mie vecchie relazioni. Ero un
bersaglio particolarmente vulnerabile a qualsiasi voce
di corridoio che immancabilmente veniva presa come prova
provata.
La reazione di Enrico VIII fu
tremenda… Dereham e Culpeper furono
immediatamente arrestati e torturati, quanto a me fui
messa alle strette dall'arcivescovo Cranmer. Dopo alcuni
giorno di torture psicologiche ed altro confessai tutto
e venni arrestata. Era il 12 novembre 1541.
Accusata di aver condotto una vita "abominevole,
meschina e viziosa" prima e durante il matrimonio, fu
deportata dal palazzo di Hampton Court dove si trovava
reclusa alla Torre di Londra e ivi decapitata il 13
febbraio 1542. Il giorno dell'esecuzione Catherine
era così debole e terrorizzata da non riuscire quasi ad
aprir bocca, riuscendo solo ad affermare di meritare
mille volte la morte per aver offeso così gravemente il
re: moriva, così, allo stesso modo della cugina Anna
Bolena, la quinta moglie del monarca inglese, era stata
regina per poco più di diciotto mesi e non aveva neppure
21 anni. È sepolta assieme a quest'ultima nella Chiesa
di San Pietro ad Vincula.
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FONTI:
L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E REALIZZATA GRAZIE A:
http://it.wikipedia.org/wiki/Caterina_Howard
IMAGE GOOGLE
LEI SEI MOGLI
DI ENRICO VIII
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