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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Cecilia Baffo
Nūr Bānū
Una
veneziana sul trono di Costantinopoli
Cecilia Baffo meglio nota come Nūr Bānū,
di origini veneziane, era la favorita del sultano Selīm II e
madre del sultano Murād III. Diresse nell’ombra per lunghi anni
l’Impero Ottomano dando vita al cosiddetto “Regno delle Donne”.
Molte furono infatti le mogli e le concubine d'origine europea
che esercitarono la propria influenza sui sultani dell’impero
1525 – Istanbul, 1587
Madame le sue origini?
Sono la figlia naturale di Niccolò Venier, esponente di
una nota famiglia del patriziato veneziano e signore
dell'isola di Paros. Parente di Sebastiano Venier, doge
di Venezia, che nel 1571 comandò la flotta veneziana a
Lepanto. Anche mia madre Violante Baffo era di origini
aristocratiche.
Dov'è l'isola di Paros?
E' un'isola dell'arcipelago delle Cicladi, nel mar Egeo.
Al tempo il dominio veneziano si estendeva fino a Cipro.
Si racconta che per problemi di eredità suo
padre non riuscì ad assegnarle una dote degna del suo
rango… Infatti tutto il patrimonio era
destinato a mia sorella, figlia legittima, che portava
lo stesso mio nome. E come lei saprà, al tempo, senza
dote non avrei potuto ambire ad un matrimonio d’alto
livello.
Ma, a questo punto della storia
c’è un ma, …. uno scherzo del destino? O … una fuga?
Nessuna fuga! Correva l’anno 1537, quindi avevo 12 anni,
durante un viaggio in nave, venni fatta prigioniera dai
pirati. E come d’uso a quei tempi questi rapivano le
donne bianche, per rivenderle come schiave nei mercati
orientali, dove erano molto apprezzate. Il capo di
quella spedizione era il corsaro ottomano Khair ad-Dīn,
detto Barbarossa che successivamente conquistò tutta
l'isola di Paros. Venni rapita, fatta prigioniera e
condotta a Costantinopoli.
Poi cosa
accade? Su quella nave eravamo in molte ma
Barbarossa quando mi vide mi disse che sarei stata
l’unica a varcare la soglia dell’harem imperiale
d'Istanbul. Così fu. Viaggiai su quella nave come una
regina e guardata a vista, nessuno doveva avvicinarmi ed
attentare alla mia verginità.
Quindi?
Fui donata all’harem di Solimano il Magnifico e
successivamente introdotta in quello personale del
figlio Selīm II.
Era bella vero?
Beh sì, ero bella e vergine, ma più che altro ero ancora
troppo giovane per capire che le mie disgrazie si erano
trasformate di colpo in una fortuna immensa.
Com'era l'harem di Selim? Un
paradiso! E per la maggior parte di noi era di
passaggio. Solo le meritevoli e vergini sarebbero
rimaste, le altre invece erano destinate ad altri harem
di turchi molto meno facoltosi di Selim oppure rivendute
al mercato. Ma la vita di una schiava dipendeva non solo
dalla fortuna, ma anche dalla sua abilità…
Quindi cosa fece? Ero rimasta
affascinata da quel lusso e non volevo per nulla al
mondo essere rivenduta per cui mi diedi subito da fare
ed attirai l’attenzione di Salim. Lui mi notò e con mia
grande sorpresa mi scelse come favorita. Il secondo
passaggio fu d’obbligo: mi convertii all'islam assumendo
il nome di Nūr Bānū (Signora della Luce) e il 4 luglio
1546 diedi alla luce il mio primo ed unico figlio: Murād
III, erede al trono.
Quindi non solo
favorita ma anche Vālide Sultān ossia sultana madre…
Selim mi amava alla follia ma c'era ancora una piccola
noia burocratica... Selīm inviò un messo a Venezia, il
quale, col pretesto di acquistare armi, doveva assumere
informazioni perché fossero confermate le mie origini
nobili.
E Venezia come si comportò?
Il Senato veneziano riferģ che effettivamente ero di
origini aristocratiche, figlia naturale di Niccolò
Venier, nel frattempo deceduto, e che in città, in caso
ci fosse stato bisogno di testimonianza, viveva ancora
mio zio Francesco Zuan.
Quindi videro con
favore questa unione… I notabili veneziani
erano convinti che questa situazione potesse tornare
favorevole alla Serenissima, in un momento di non facili
rapporti con l'Impero Ottomano.
Lei
comunque ebbe una grande influenza sulla politica del
sultano. Il sultano oltre ad essersi
invaghito della mia bellezza mi riconosceva un notevole
intuito negli affari di stato. Mi interpellava spesso
quando occorreva prendere decisioni delicate.
Alla morte di Selīm lei mantenne e consolidò il
suo ruolo di primo piano… Quando nel 1574
salì al trono mio figlio Murād III vista la sua
inesperienza mi sentii in dovere di consigliarlo
specialmente in politica estera. Tutto qui.
A proposito di estero come furono i rapporti con
i Veneziani? Non dimenticai mai le mie
origini e per quanto potevo cercavo sempre di impedire
gli scontri militari con la Serenissima. Nel maggio del
1583 mi adoperai presso il Kapudan pascià e presso il
governo del Cairo perché i sudditi veneziani fossero
rispettati per mare e per terra. Il governo di Venezia
ricambiò sempre con ricchi doni, quella volta ad esempio
il Consiglio dei Dieci stanziò 2000 ducati, naturalmente
accettai ricambiando con due preziose vesti per il doge.
E le relazioni diplomatiche con gli altri
stati italiani? Mantenni sempre rapporti di
pace con tutti gli Stati italiani ed in particolare con
Caterina de' Medici. Gli ambasciatori stranieri
gareggiavano nel regalarmi cagnolini e cosmetici
francesi. Del resto un biglietto di mio pugno poteva
decidere la nomina di un principe danubiano, di un
patriarca, di un metropolita, di un flambulario. Devo
dire anche grazie alla mia pił intima confidente,
l'ebrea Ester Kira, la quale godeva di estese relazioni
all'estero e di una straordinaria capacità di
sfruttarle.
Ed a Costantinopoli come era
vista? Fui sempre amata dal mio popolo.
Direi un amore smisurato, pensi che nonostante avessi un
seguito numeroso di guardie del corpo, di eunuchi e
confidenti e un corteo di venti carrozze, quando
percorrevo le vie di Costantinopoli il mio popolo era
sempre là festante reclamando una mia qualche
attenzione.
A corte invece pullulavano
gelosie ed intrighi. Diciamo che l’unica mia
oppositrice fu Safiyye Sultān, favorita di mio figlio
Murād e madre di mio nipote Mehmed III. Lei come
favorita e futura sultana madre ebbe un ruolo di primo
piano nell'indirizzare le scelte di marito e figlio.
La sua luna era in fase calante…
Beh avevo fatto il mio tempo e dovevo solo ringraziare
quella luna che mi aveva seguito e protetta per tutta la
vita. Per mezzo di una disgrazia ero diventata la donna
pił potente e ricca del mondo, avevo dato alla luce un
meraviglioso bambino e protetto seppure distante
migliaia di chilometri la mia Venezia.
Nell'ottobre del 1583 Nūr Bānū si ammalò gravemente ed
ebbe frequenti ricadute con vomiti violenti. Si parlò di
cancro allo stomaco, ma anche di veleno che la favorita
di suo figlio le avrebbe propinato. Morì il 7 dicembre
dello stesso anno a Costantinopoli e fu sepolta accanto
a Selīm II in un mausoleo nella moschea di Santa Sofia.
Lasciò immense ricchezze che furono valutate sui due
milioni di zecchini in denaro e preziosi. Circa un terzo
del suo immenso patrimonio venne lasciato a moschee e
fondazioni di beneficenza. Lasciò libere centocinquanta
schiave e le dotò ognuna con 1000 zecchini. Fra le sue
opere di beneficenza, compiute in vita, si ricorda in
particolare la moschea Vālide di Scutari d'Asia, un
complesso di dodici edifici con medrese (scuola),
ospizio e ospedale. Commissionata al famoso architetto
Sinan fu completata nell’anno della sua morte.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://it.wikipedia.org/ http://www.treccani.it/
http://www.entrisolosesorridi.com/
FOTO GOOGLE IMAGE
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