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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Claire Waldoff
Non sono solo canzonette
CANTANTE CABARETTISTA TEDESCA
Clara
Wortmann, famosa a Berlino negli anni precedenti la seconda
guerra mondiale. Era apertamente lesbica, e la sua preferenza
per i travestimenti maschili ne fanno un chiaro esempio di butch
(Gelsenkirchen, 21/10/1884 – Bad
Reichenhall, 22/01/1957)
.Signora Claire lei nasce da una
famiglia tedesca molto modesta e numerosa, vero?
Ero la undicesima di sedici figli. Mio padre aveva
iniziato come minatore, poi diventò un albergatore.
Chi era la giovane Claire?
Frequentai il ginnasio femminile a Hannover. Fui
promossa con ampi voti, nonostante questo non riuscii a
realizzare il mio sogno, volevo diventare un medico, e
dovetti interrompere gli studi per problemi economici
della mia famiglia.
Cosa fece?
Decisi di impegnarmi nell'attività teatrale che al tempo
praticavo soltanto come hobby. Cambiai il mio nome in
Claire Waldoff e l’anno successivo alla maturità, nel
1903, ottenni il mio primo ingaggio a Bad Pyrmont e a
Kattowitz. Nel 1906 mi trasferii a Berlino, dove
assimilai rapidamente il dialetto berlinese.
Berlino le cambiò la vita… Grazie ad
un'amica lavorai in pianta stabile al "Figaro", un
teatrino del Kurfürstendamm, e venni subito apprezzata
per le mie doti da commediante. Fu così che approdai al
cabaret come cantante.
Il suo primo
spettacolo, Roland von Berlin, le causò subito problemi,
vero? Ebbi problemi con la rigida censura
imperiale dell'era guglielmina. Pensi che dopo tre
giorni dalla prima mi proibirono di entrare in scena
vestita in giacca e cravatta, tipo collegiale di Eton.
Anche i testi e le musiche furono ritenuti troppo
antimilitaristici.
La rappresentazione
venne interrotta? Per salvare il salvabile
il compositore della commedia scrisse in fretta e furia
come rimpiazzo un'innocua canzone, "Schmackeduzchen", la
storiella di un anatroccolo innamorato pazzo. La mia
esibizione fu un trionfo e mi valse l'appellativo di
"Stella di Berlino".
Fu così che si
specializzò in canzonette… Beh andiamoci
piano nel chiamarle canzonette… In realtà erano vere e
proprie denunce in rima talvolta triviali in gergo
berlinese che avevo appreso nel corso delle mie
esibizioni nelle osterie.
Comunque
nonostante la censura continuò ad esibirsi in giacca e
cravatta vero? Beh sì era la mia
caratteristica come del resto i capelli rossi tagliati
alla maschietta. Durante le esibizioni fumavo sul palco
e intrattenevo la platea con un linguaggio molto
popolare, ma credo che al pubblico piacque soprattutto
Il mio atteggiamento semplice, senza gesti, basato
solamente sulla mimica e sugli sguardi, era qualcosa di
nuovo sui palchi dei cabaret. Ero e rimasi grande nella
mia semplicità.
Siamo negli anni venti e
con lei nacque una nuova stella! Feci
svariate tournée in Germania e spopolai nei più
prestigiosi teatri di varietà berlinesi, tipo la Scala
ed il Wintergarten. Le mie canzoni vennero anche
trasmesse alla radio. Le vendite dei dischi raggiunsero
cifre incredibili per l'epoca; in quel periodo avevo un
repertorio ad occhi e croce di circa 300 canzoni.
Conobbe Marlene Dietrich vero?
Sì la incrociai svariate volte, ma Marlene in quel
periodo era ancora una sconosciuta. Non ci frequentammo
molto, ma ebbi comunque modo di apprezzare le sue doti
artistiche ed umane. Una grande donna!
Lei si dichiarava apertamente lesbica, come venne
accettata? Beh, ripensandoci oggi
sicuramente ho anticipato di parecchio i tempi, la
preferenza per i travestimenti maschili contribuirono
notevolmente a farmi diventare una icona della comunità
berlinese e un chiaro esempio di butch.
Butch? Non so come si dica nella vostra
lingua, forse camionista. Comunque stava ad indicare una
lesbica dichiarata con atteggiamenti ed abbigliamento
prettamente mascolini, generalmente in contrapposizione
alla femme, una lesbica con atteggiamento ed
abbigliamento femminili.
Leggo dalla sua
biografia che ha avuto una sola compagna per tutta la
vita… Eh sì, le sembra strano? Fu la dolce
baronessa Olga von Roeder più piccola di me di due anni.
Fu una donna impagabile, una compagna che tutti
vorrebbero avere. Divenimmo un punto di riferimento
della Berlino lesbica. Regolarmente visitavamo il club
femminile Pyramide, che si riuniva nel Toppkeller nel
quartiere di Schöneberg. Lì si potevano incontrare
ballerine come Anita Berber e Cilly de Rheydt, oppure
impiegate, donne eleganti, pittrici e modelle.
Poi venne il nazismo… … E fu la fine
della mia carriera. Quando nel 1933 i nazionalsocialisti
presero il potere subii il divieto politico di entrare
in scena nel Palazzo dello Sport di Berlino. Tutti gli
imprenditori teatrali si adeguarono in fretta,
offrendomi una miseria di ingaggio con il preciso
disegno di farmi desistere. Nel 1936 poi il ministro
della propaganda Joseph Goebbels vietò una mia
esibizione alla Scala di Berlino.
Quindi
cosa fece? Nulla, vivevo assieme alla mia
compagna, mantenendomi con piccole esibizioni e
soprattutto con i miei risparmi. Nel 1942 ricevetti
dalla Wehrmacht una proposta di esibirmi all’estero.
Dovevo pur mangiare no? Per cui accettai di cantare per
le truppe esibendomi davanti ai soldati tedeschi nella
Parigi occupata.
Ma le cose non andarono
più bene, vero? Ormai il mondo era cambiato
e, nonostante la fine della guerra, gli ingaggi non
furono più gli stessi, finché a poco a poco venni
relegata nel dimenticatoio. Ebbi grossi problemi
economici, vissi nell'indigenza. In occasione del mio
settantesimo compleanno (1949) il Senato di Berlino
Ovest mi concesse un modesto vitalizio.
Nel 1953 uscì la sua autobiografia. Claire Waldoff morì
a Bad Reichenhall quattro anni dopo, nel 1957; la sua
compagna, morta nel 1963, sarebbe stata sepolta nella
sua stessa tomba.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http:/www.lospecchiodellacitta.it
FOTO GOOGLE IMAGE
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