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INTERVISTA
IMPOSSIBILE Emma Hamilton
La vita, un romanzo
La sua vita, è stata un romanzo denso di
avvenimenti che portarono questa donna di umili origini a vivere
a fianco di aristocratici e sovrani, grazie alla sua bellezza e
spregiudicatezza. E' ricordata principalmente per essere stata
l'amante dell'ammiraglio Nelson
(Cheshire 1765 - Calais 1815)
Lady Hamilton partiamo
dall’inizio? Quali furono le sue origini?
Sono nata nel 1765 nel Cheshire, una zona
dell’Inghilterra molto selvaggia ed estremamente povera.
Il mio nome era Amy Lyon, figlia di un fabbro. Purtroppo
mio padre morì quando avevo solo due mesi.
Quindi origini molto umili? Fui
cresciuta da mia madre Emma. Naturalmente non ricevetti
alcuna istruzione. Nel mio futuro c’erano Londra e
bordelli malfamati finché approdai in quello di Madame
Kelly.
Successivamente cambiò il suo nome
in Emma Hart. Perché? Diventai la mantenuta
di molti uomini dell'alta società per cui non volevo che
si sapesse il mio passato..
Quali erano
le sue aspirazioni? Volevo diventare una
modella. Riuscii a posare per la "Dea della Salute"
nello studio di James Graham. Facciamo un passo
indietro…
E’ vero che all’età di quindici
anni ha avuto una figlia? La chiamai Emma e
fu affidata a sua nonna nel Galles. Purtroppo la vedevo
di rado finchè persi completamente le sue tracce. Io ero
a Londra sommersa di debiti, lei lavorò all’estero come
dama di compagnia.
A Londra però conobbe
l’amore? Vissi per un po’ di tempo con un
giovane aristocratico, Charles Francis Greville. Mi
sembrava di aver toccato il cielo con un dito, ero
innamoratissima e strafelice. Grazie a lui posai per un
suo amico, il pittore George Romney.
Però
l’idillio durò poco. Come mai? Beh lui non
era stato mai innamorato di me. Aveva deciso di sposare
una donna ricca per cui mi mandò a Napoli perché
diventassi l'amante di suo zio, sir William Hamilton,
ambasciatore inglese a Napoli.
Per quale
motivo? Sperava di riuscire nel contempo a
liberarsi di me e ad evitare che suo zio, di cui voleva
diventare erede, si risposasse.
Ma
Greville aveva fatto male i conti, vero?
Già, William si invaghì pazzamente di me, e con grande
sorpresa di Greville mi sposò il 6 settembre del 1791
nella chiesa di Saint George, a Hanover Square, Londra.
Aveva 23 anni più di me.
Riuscì anche ad
esaudire il suo sogno nel cassetto, vero?
Creai le famose “Attitudes”. Erano delle esibizioni con
un misto di posa, danza e recitazione. Mi presentavo sul
palco con enormi scialli evocando personaggi famosi
della storia come Medea e Cleopatra.
Ebbero vasta eco in Europa… Affascinarono
aristocratici, artisti e scrittori, tra cui Goethe, ed
anche re e regine, lanciando nuove tendenze nella danza
in tutta Europa, nonché la moda di un abbigliamento
drappeggiato in stile greco.
Come si
trovava a Napoli? Quando giunsi a Napoli ero
convinta che sarei tornata presto a Londra. Ed invece ci
rimasi per oltre 15 anni… Ben presto diventai un’assidua
frequentatrice dei salotti e mi adattai molto bene in
quella, per me, insolita realtà. Io e mio marito
vivevano tra lussi e ospiti illustri nelle due ville di
Napoli e Posillipo.
Il successo artistico
le aprì le porte dell’aristocrazia che contava…
Ero diventata intima amica di Maria Carolina d'Austria,
moglie di Ferdinando I di Borbone.
Qualche storico afferma che tra lei e Maria Carolina
c’era qualcosa di più che un’intima amicizia?
Maria Carolina nonostante avesse avuto diciassette figli
ed avesse undici anni più di me era una donna bellissima
ed affascinante. Io ne ero ammirata, ricordo le tante
lettere che le scrissi, quelle che lei dice sono solo
dicerie…
Come conobbe Orazio Nelson?
In qualità di moglie dell'ambasciatore britannico, diedi
il benvenuto a Nelson nel 1793, quando egli venne a
Napoli a chiedere rinforzi contro i francesi. Usai tutta
la mia influenza sulla regina per ottenere che il re
concedesse i rinforzi a Nelson.
Eravate
già amanti? No assolutamente, ma nutrivo una
profonda stima per lui.
Ma si racconta
che quando Nelson tornò a Napoli dopo cinque anni di
guerra lei svenne! Dopo la battaglia sul
Nilo era una leggenda, ma la guerra lo aveva
notevolmente invecchiato. Aveva perso un occhio, un
braccio e la maggior parte dei denti…
Ma
era comunque felice… Lo curai nella casa di
mio marito e organizzai una festa con 1800 invitati per
il suo quarantesimo compleanno. Credo che fu proprio
questo il momento nel quale mi resi conto di amarlo.
Suo malgrado è citata sui libri di storia…
Lei si riferisce alla caduta della Repubblica Napoletana
vero? Guardi io ho cercato di convincere Orazio a non
accettare la capitolazione della Repubblica negoziata
dal Cardinale Ruffo. Tutto qui. Non lo ritenevo giusto!
Ma non mi sento responsabile della morte di quei 124
napoletani per opera dei Borboni!
Si dice
che suo marito tollerò questa relazione… Mio
marito era molto anziano e manifestava una profonda
ammirazione e rispetto per Nelson.
Il 31
gennaio 1801, nella casa di Londra di suo marito lei
diede alla luce Horatia, una bambina, figlia di Nelson.
Era bellissima Horatia! Vivemmo poco in quella casa,
subito dopo andammo ad abitare a Merton Place. Lì
vivemmo apertamente la nostra storia d’amore.
E suo marito? Anche lui viveva con
noi. Naturalmente su questa stravaganza i giornali ci
ricamarono sopra.
Poi? Mio
marito mori’ poco dopo e Orazio ritornò quasi subito in
mare. Io ero in attesa del suo secondo figlio. Fu una
femmina ma morì poche settimane dopo la nascita.
Come si sentiva? Sola e disperata!
Per distrarmi cominciai a giocare d’azzardo e dilapidare
tutti i miei averi. Mi indebitai pesantemente.
Nel 1805 morì anche Nelson… La mia
unica forza era il ricordo di Orazio, per cui diedi
fondo a tutte le mie povere finanze per costruire un
monumento alla memoria di Nelson! Chiesi aiuto al
governo inglese ma nonostante lui fosse un eroe
nazionale nessuno mi diede ascolto.
Conobbe anche la galera vero? Sì, andai in
prigione per debiti. Ci rimasi un anno, poi scarcerata
mi rifugiai in Francia per sfuggire ai tanti creditori.
In Francia si diede al bere, morì in miseria, di
insufficienza epatica, a Calais, nel gennaio del 1815.
Di lei restano decine di ritratti e numerose
testimonianze di chi conobbe questo singolare
personaggio, più romanzesco di tante eroine dei classici
della letteratura; una dimostrazione eclatante di quanto
la realtà spesso superi la fantasia.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://it.wikipedia.org/wiki/Emma_Hamilton
http://www.culturagay.it/cg/biografia.php?id=103
FOTO GOOGLE IMAGE
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