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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 

 

Eva Le Gallienne
Uno smisurato talento
Eva Le Gallienne è stato senza dubbio un personaggio controverso: nonostante fosse consapevole della sua omosessualità ed ebbe senza problemi decine di relazioni con persone del suo stesso sesso, la opprimeva un inspiegabile senso di vergogna per il suo orientamento sessuale.
Come attrice comunque ha sempre dimostrato un talento eccezionale, una bellezza ora eterea ed ora intrigante, una voce incantevole e seducente ed un'innata eleganza
 
  (Londra, 11 gennaio 1899 - Weston, 3 giugno 1991)






 
Madame, le sue origini?
Provengo da una famiglia di artisti. Sono nata a Londra. Mio padre Richard Le Gallienne era un poeta inglese abbastanza famoso, mia madre Julie Norregard di origine danese, era una giornalista, attivista dei movimenti per i diritti delle donne.

Leggo un’infanzia abbastanza travagliata…
I miei divorziarono quando avevo appena tre anni. Mia madre si trasferì in Francia ed io trascorsi gran parte della mia infanzia e dell’adolescenza facendo la spola tra Parigi e Londra.

A soli 15 anni il debutto teatrale.
Ero appassionata di recitazione e non vedevo l’ora di debuttare davanti ad un grande pubblico. Fisicamente ero alta, bruna e con un viso particolare. L’occasione venne con una particina nello spettacolo Monna Vanna di Maurice Maeterlinck.

Subito dopo l’America, il grande sogno…
Mi trasferii negli Stati Uniti insieme a mia madre consapevole che lì sarei diventata una vera attrice. Naturalmente feci tanta gavetta recitando in diversi allestimenti teatrali in Arizona e in California.

Finalmente New York!
Divenni una stella di Broadway recitando in molti spettacoli acclamati dal pubblico. La critica mi riconobbe una padronanza scenica e una profondità interpretativa non indifferente soprattutto in Not So Long Ago del 1920 di Arthur Richman, Liliom di Ferenc Molnár del 1921 e The Swan nel quale interpreto un'elegante principessa Alessandra.

Venne considerata un’attrice completa ed eclettica
Forse perché spaziavo con disinvoltura dalle tragedie greche alla commedia salottiera, dal dramma domestico al melodramma ottocentesco.

La sua vita privata è stata spesso oggetto di pettegolezzi…
Nell’ambiente teatrale l’omosessualità era generalmente tollerata e molto diffusa, specie quella femminile anche se non era mai oggetto di pubblico dominio. Si parlò molto della mia relazione con Alla Nazimova, lei era già un’attrice famosa quando la conobbi in California. Purtroppo era molto gelosa e possessiva e decisi quasi subito di troncare la relazione.

Nel 1920 fu la volta della scrittrice Mercedes de Acosta e parallelamente con l'attrice Tallulah Bankhead.
Al tempo vivevo stabilmente a New York. Mercedes era una vecchia amica. C’era un buon feeling tra noi ed eravamo state tutte e due amanti di Alla. Mercedes si era sposata da poco con Abram Poole, anch'egli omosessuale dichiarato. Passavamo le serate in tre e per un tempo limitato la cosa funzionò. Ma un bel giorno rientrando nel mio albergo conobbi Tallulah, mi disse che era un’attrice esordiente e scoprimmo di alloggiare tutte e due all'hotel Algonquin e proprio in quelle stanze nacque una bellissima storia. Mercedes comprese…

Si racconta che lei fosse molto a disagio con la sua omosessualità…
Non ho mai ostentato le mie preferenze sessuali, anzi per far tacere i pettegolezzi mi fidanzai con l'attore Basil Rathbone ottenendo due inutili risultati, ovvero le voci non cessarono affatto e il sospetto tremendo di essere rimasta incinta…

Nel 1927 uno scandalo a dir poco imbarazzante…
Avevo da poco intrapreso una relazione intima con l'attrice Josephine Hutchinson. Purtroppo lei era sposata e quando il marito lo venne a sapere chiese immediatamente il divorzio per infedeltà. Durante il processo rivelò che la persona causa della separazione era una donna pronunciando a chiare lettere il mio nome e cognome.

Cosa successe?
La stampa uscì per settimane e settimane con una lunga serie di articoli diffamatori nei confronti sia di Josephine che nei miei chiamandoci Shadow Actress, termine dell'epoca per indicare un’attrice omosessuale. Confesso che non uscii di casa per molto tempo, mi consolai nell’alcol cercando di estirpare dentro di me la vergogna di essere lesbica. Tremai al pensiero che quello scandalo potesse troncare la mia carriera, ma cinque mesi dopo recitai magistralmente uno scabroso ruolo nella pièce teatrale Alisons House di Emily Dickinson e vinsi il Premio Pulitzer.
Poi venne la volta del dramma in costume L'Aiglon di Edmond Rostand dove giocavo molto sull’ambiguità vestendo i panni maschili del duca di Reichstadt e una meravigliosa Margherita Gautier ne La signora delle Camelie.

Fondò anche un suo teatro vero?
Ero decisamente delusa dalla banalità e dall'eccessiva commercialità degli allestimenti teatrali per cui dapprima passai alla regia e poi fondai il Civic Repertory Theatre a New York grazie all'apporto finanziario di una delle mie più generose corteggiatrici, la ricca ereditiera di miniere d'oro Alice DeLamar. Durante quel periodo interpretai, a mio parere, il ruolo magistrale di tutta la mia carriera: Hedda Gabler di Ibsen. Nonostante il successo, il teatro del Civic dovette chiudere i battenti. La crisi finanziaria della Grande depressione del 1935 era alle porte.

Nel 1964 venne premiata con il Tony Award per la sua carriera teatrale lunga più di 50 anni.
Nonostante fosse celebre per le sue interpretazioni teatrali Eva recitò in rare pellicole cinematografiche, e fu candidata al Premio Oscar come migliore attrice non protagonista nel 1981 per la pellicola Resurrection, al fianco di Ellen Burstyn.
Morì il 3 giugno 1992, a causa di un attacco di cuore, nella sua casa del Connecticut all'età di 92 anni.


 




INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://it.wikipedia.org/wiki/Eva_Le_Gallienne
http://www.culturagay.it/cg/biografia.php?id=324
FOTO GOOGLE IMAGE


 





 
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