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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Giulia Farnese
La cortigiana pia
Fu l'amante di papa Alessandro VI. La sua
avvenenza, che le valse fra i contemporanei
l'appellativo di Giulia la Bella, aprì a lei e
alla sua famiglia la via del potere e della
ricchezza, dando inizio alle fortune di casa
Farnese...
(Capodimonte, 1475 Roma, 23 marzo 1524)
Le mura di Palazzo Farnese sono impregnate
della storia dei Borgia. Il Farnese, incominciato da Antonio da Sangallo
il Giovane finito da Michelangelo, è il più bel palazzo di Roma.
Sono
seduta sul bordo di una delle due grandi fontane proprio davanti
all’edificio. E’ tutto di un pezzo, un gran masso di travertino tolto al
Colosseo. Noto la precisione di linee, quel cornicione stupendo su in
alto, che lo chiude come in un quadro.
Smarrito da tanta bellezza vedo
Giulia che mi viene incontro, bionda e sovranamente bella, la stessa che
fece delirare a sessantadue anni un papa nonostante lui avesse già tanto
amato e tanto goduto!
Mi sorride in tutto il suo splendore, in tutta
la possanza della sua bellezza divina, in tutto il suo fascino, come la
donna più avvenente di Roma. Perché Giulia è davvero bella, più di
Lucrezia Borgia, più di Vannozza Cattanei, più di Isabella Gonzaga.
Mi stringe la mano e si siede accanto a me sul bordo della fontana.
Oddio che onore! Le sue forme sono armoniose e ben proporzionate, la
carnagione perlacea, il viso tondo dove risplendono due grandi occhi neri,
incorniciati da una capigliatura vaporosa e schiarita secondo la moda del
tempo. Noto tra i capelli dei fili d’oro intrecciati per aumentarne la
lucentezza. Vedendola mi viene alla mente "La trasfigurazione" di
Raffaello in Vaticano. La storia ci ricorda che fu proprio la sua
avvenenza ad aprire a lei e alla sua famiglia la via del potere e della
ricchezza, dando inizio alle tante fortune che segneranno il destino di
casa Farnese.
“Allora, iniziamo?” La guardo, potrebbe benissimo
essere vestita in maglietta, jeans e scarpe da tennis, la sua aria di
ragazza gioiosa non sfigurerebbe. Prendo il mio blocco di appunti e mi
sembra strano di dover farle domande su avvenimenti accaduti secoli e
secoli prima…
Lei nacque nel 1474 a Canino discendente
di due casati molto in vista.
Mio nonno paterno era Ranuccio
Farnese, il capostipite della dinastia, colui che nel 1449 edificò
sull'isola Bisentina il sepolcro di famiglia. I Farnese erano una nobile
famiglia di provincia, proprietaria di vasti territori intorno al lago di
Bolsena, Capodimonte, Marta e Isola Farnese. Mia nonna, la moglie di
Ranuccio, era Agnese Monaldeschi, di antica e nobile stirpe orvietana. Mia
madre era una Caetani, famiglia che aveva dato i natali a papa Bonifacio
VIII. Mio fratello Alessandro diventerà papa nel 1534 col nome di Paolo
III.
Della sua infanzia si sa poco.
Sono
cresciuta nelle terre di proprietà della mia famiglia. Dopo la morte di
mio padre che avvenne quando avevo tre anni fui mandata in convento a
Roma. Qui appresi oltre alle discipline tradizionali, i codici
comportamentali necessari per una donna del mio rango.
All’età di 15 anni entrò, con non poco scalpore, nel mondo
dell’aristocrazia romana.
Fui concessa in moglie ad Orso
Orsini figlio di Lodovico e di Adriana de Mila, cugina del cardinale
Borgia. Le nozze si celebrarono a Roma il 21 maggio 1489, nella dimora del
potente cardinale spagnolo Rodrigo Borgia, che pochi anni dopo sarà eletto
papa col nome di Alessandro VI.
Non fu un unione felice!
Naturalmente non mi sposai per amore!
Ride poggiando le mani
sul bordo della grande vasca. E’ bella, il suo viso è di una ingenuità
disarmante. Poi riprende facendosi seria.
Come ogni donna del mio
rango mi sposai solo per ragioni di convenienza. Gli Orsini erano infatti
una delle famiglie più ricche e potenti dell'aristocrazia romana e per noi
Farnese, di piccola nobiltà di campagna, questo matrimonio rappresentava
un'occasione di svolta.
Ma le fortune dei Farnesi non
dipenderanno dagli Orsini…
Io e la mia famiglia dobbiamo tutto
a Rodrigo Borgia.
Si dice che suo marito non avesse un
bellissimo aspetto.
Era soprannominato Monuculus Orsinus
perché orbo di un occhio. Ride ancora. Era troppo alto di statura e magro
e poi era affetto da una devastante forunculosi, che deturpava il suo
viso. Non lo amavo anzi in alcuni momenti lo detestavo.
E
Rodrigo Borgia?
Il futuro papa era un uomo molto incline alla
bellezza femminile e all'epoca del mio matrimonio aveva già avuto quattro
figli dalla sua amante Vannozza Cattanei, oltre a quelli avuti da donne
rimaste sconosciute.
Lei non ancora quindicenne, lui
sessanta, fu così offerta su un piatto d'argento…
Eh sì tutti
alle mie spalle si riproponevano grandi benefici. Mi sentivo una perla
delicata e preziosa aggiunta alla sua già ricca collezione.
L'incontro con lei fu una vera folgorazione per il cardinale?
Era passati solo pochi mesi dal mio matrimonio quando divenni a tutti gli
effetti la nuova amante riconosciuta di Rodrigo. Era completamente
accecato dalla passione ed io ne ero orgogliosa.
Pensi che per
assicurarsi la mia vicinanza volle che io e mio marito ci trasferissimo
nel palazzo di Santa Maria in Portico, che poi era la residenza di Adriana
de Mila, sua cugina e madre di Orsino.
Ma qualche storico
racconta che lei era già diventata l’amante del papa un anno prima del
matrimonio?
Rodrigo aveva già colto le mie primizie, ma al
tempo era ancora legato a Vannozza.
Fu proprio Adriana, sua
suocera, la principale sostenitrice della relazione con il cardinale.
Adriana era consapevole che tramite la nostra relazione avrebbe ottenuto
molti privilegi.
A fare le spese della tresca amorosa era
unicamente suo marito.
Orsino era costretto a recitare il
ruolo scomodo del marito accondiscendente. Ben presto si ritirò nel
castello di Bassanello, accompagnato dalla satira popolare che lo chiamava
il Marito della Sposa di Cristo. Ma negli anni seguenti anche lui riceverà
la sua giusta ricompensa.
Suo fratello Alessandro accusò
sua madre di aver favorito la relazione tra lei e Rodrigo Borgia.
Non solo, la fece addirittura imprigionare! Ma anche lui fu in seguito
premiato con la nomina a cardinale in cambio del suo silenzio.
Nella casa di Santa Maria in Portico abitava anche Lucrezia
Borgia?
Fra noi nacque un legame profondo, affascinate
soprattutto dalla diversità delle nostre origini: io ero cresciuta in
campagna, educata in maniera semplice e frugale, mentre Lucrezia era
figlia della Roma di quegli anni, scaltra e inserita negli ambienti della
nobiltà e della gerarchia ecclesiastica.
La luce arancione del
tramonto di Roma le indora la pelle del viso, un vento sottile che si è
alzato leggero le smuove delicatamente i capelli. Devo dire che sono
attratto dal suo fascino e proseguo con difficoltà. Mi sembra quasi di
farle violenza.
Nel 1492 lei diede alla luce la sua
unica figlia. Posso domandarle di chi era figlia?
Sinceramente
all’inizio anch’io ho avuto qualche dubbio, subito fugato per la spiccata
somiglianza della neonata con Rodrigo Laura, comunque, fu presentata
ufficialmente come figlia legittima di mio marito, e ne divenne unica
erede.
L'11 agosto dello stesso anno, a sessantun anni,
Rodrigo Borgia venne innalzato al trono di San Pietro, diventando papa col
nome di Alessandro VI.
La nomina non mutò minimamente il suo
amore per me, continuai ad essere la sua preferita e la benvenuta fra le
sue braccia. Era emozionante essere passata da amante del cardinale a
concubina ufficiale del papa.
Con la nomina a papa, la sua
famiglia ebbe la giusta ricompensa.
Eh sì, l'anno successivo
alla sua elezione, Rodrigo nominò cardinale mio fratello Alessandro,
appena venticinquenne. Anche mio marito Orsino fu destinatario di una
generosa elargizione da parte del papa, che nel 1494 gli fece dono del
feudo di Carbognano.
Per un certo periodo lei divenne dama
d’onore di Lucrezia.
Capitò durante il soggiorno a Pesaro che
si protrasse per alcuni mesi. Ma Rodrigo mi reclamava con forza a Roma,
era troppo innamorato di me, e come tutti gli innamorati mi scriveva
lettere d’amore e d’odio. Ma io invece di ritornare a Roma mi recai a
Capodimonte, nel feudo di famiglia, a fare visita a mio fratello Angelo,
gravemente malato.
Fu minacciata di scomunica da parte del
papa!
Ripeto, Rodrigo era pazzo d’amore e di passione, mi
scrisse parole durissime senza rendersi conto che ero davvero in pena per
mio fratello.
Dopo la morte di suo fratello, lei tornò a
Roma.
Lo ricordo come se fosse oggi. Trascorsi la più bella
notte della mia vita in Vaticano, immediatamente perdonata per la mia
insolenza dall'amorevole pontefice. Ma purtroppo fu l’ultima notte di
felicità. In seguito morirono sia mio marito che Rodrigo ed io mi ritirai
a Bassanello.
Come ci si sente essere stata l’amante di uno
dei papi più corrotti della storia della Chiesa: nepotismo, lussuria,
simonia, omicidio e incesto…
Quella che doveva essere una
semplice storia di letto e d’interesse si trasformò imprevedibilmente in
una stupenda passione devastante. E la fiamma brillò più a lungo di quanto
si potesse immaginare, alimentata da un desiderio accecante e da una
gelosia morbosa da parte di Rodrigo..
Un uomo innamorato
talvolta si rende patetico….
Già, il feroce, risoluto,
spregiudicato Rodrigo Borgia, nelle mie braccia era un agnellino… "Julia
ingrata et perfida" mi scrisse quando, accecato dalla gelosia, mi
reclamava a Roma.
Le sue dame di corte riferivano che era
solita dormire in lenzuola di seta nera.
Anche questo sapete?
Ride! E’ vero, mi piaceva esaltare la mia carne pallida ed infiammare così
il mio amato.
Parlavano anche di miscela esplosiva di
freschezza, garbo e seduzione in un corpo di madreperla.
La
bellezza è una merce pregiata necessaria per inebriare gli ammiratori,
soprattutto quando non teme confronti e i suoi estimatori sono ricchi e
potenti. Un valore che va ben amministrato per trarne il massimo profitto.
Naturalmente con il bene placido di sua madre e sua
suocera.
Pensarono bene che un simile tesoro non poteva
appassire tra le mura di un castello e nell'intimità di un matrimonio
virtuoso.
Dopo il breve pontificato di Pio III, che morì
ad un mese dall'elezione, il conclave elesse papa Giuliano della Rovere,
che assunse il nome di Giulio II.
Avevo ormai trent’anni e
tornai a Roma, ma questa volta per dare un futuro a mia figlia Laura.
Compresi bene l'opportunità di un matrimonio con la famiglia Della Rovere.
Le trattative andarono a buon fine, tanto che il 15 novembre del 1505 mia
figlia allora tredicenne sposò Niccolò della Rovere, figlio di una sorella
del pontefice.
Ma per lei il tempo degli amori non era
finito……
Dopo i primi anni di vedovanza mi riaffacciai al
mondo e nel 1506 sposai Giovanni Capece di Bozzuto, esponente della
piccola nobiltà napoletana.
Nello stesso anno lei assunse
il governo di Carbognano, il feudo che Alessandro VI aveva donato ad
Orsino.
Fu un’esperienza affascinante, presi dimora nel
castello della cittadina e riuscii a farmi ben volere dal popolo.
Trasformai la vecchia rocca in un castello vero e proprio e mi dedicai al
commercio di legname, all’allevamento di maiali. In mio onore anni dopo fu
inciso il mio nome sul portale.
Sa che lei suscita ancora
tanto interesse? In questi ultimi anni sono usciti ben due libri dedicati
interamente a lei…
Li ho letti. Mi descrivono
straordinariamente bella. Di una bellezza che incantava gli uomini ed era
oggetto di invidia e gelosia da parte delle donne. Ma in realtà credo che
questa esaltazione della mia bellezza derivi unicamente dal fatto che per
un destino bizzarro i miei ritratti sono andati tutti persi ed a voi è
giunto solo l’eco del mio fascino.
Bizzarro destino o opera
di suo fratello?
Beh in effetti Alessandro vedeva la mia fama
come un ostacolo sulla strada delle sue ambizioni personali per cui è
plausibile che dopo la mia morte fece distruggere tutti i miei ritratti.
Nell'ottobre del 1517, restò vedova per la seconda volta.
Ma rimasi a Carbognano fino al 1522, quando rientrai a Roma.
Il 23 marzo del 1524, nel grande palazzo del
cardinale Alessandro, Giulia Farnese morì per cause sconosciute all'età di
50 anni, come ci ricorda una brevissima nota che l’Ambasciatore del Veneto
a Roma, Marco Foscari, inviò al suo governo il 23 marzo 1524: “La sorella
del Cardinale Farnese, madonna Julia... è morta”
Dieci anni dopo, suo
fratello ascese al trono di San Pietro col nome di Paolo III. Quanto alla
figlia Laura, dal matrimonio con Niccolò della Rovere ebbe tre figli, che
ereditarono i possedimenti derivati loro da Orsino. Una di questi, Elena,
andò in sposa a Stefano Colonna, dei principi di Palestrina, che
acquisirono la proprietà nel 1577.
Della bellezza leggendaria di
Giulia Farnese, di cui tanto si parlò ai suoi tempi e di cui ancora oggi
si scrive, sono conservate alcune testimonianze, tra le quali uno dei
personaggi che compaiono ne La trasfigurazione di Raffaello: il grande
artista urbinate avrebbe impresso in quella figura, ad eterna e imperitura
memoria, le mirabili fattezze di Giulia la Bella. |
INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
FOTO GOOGLE IMAGE
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