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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Judy Garland
La Regina della Tragedia
ATTRICE, CANTANTE E BALLERINA AMERICANA
Dotata di una grande presenza scenica e di una voce profonda,
intensa e duttile, Judy Garland è stata un'importante artista del
XX secolo: eccelse sia come cantante sia come ballerina e attrice
cinematografica e teatrale. La sua vita privata fu costellata da
diversi matrimoni, conclusi con il divorzio, e da un grave abuso di
farmaci
(10 Giugno 1922, Minnesota, USA - 22 Giugno 1969, Londra,
Inghilterra)
Madre della cantante e attrice Liza
Minnelli, avuta con Vincente Minnelli, l'American Film
Institute ha inserito la Garland all'ottavo posto tra le
più grandi star della storia del cinema. Nella sua
carriera cinematografica ha recitato in quasi quaranta
film. Ha vinto l'Oscar giovanile nel 1940 all'età di
diciott'anni e ha ottenuto due nomination all'Oscar:
come Miglior attrice protagonista nel film È nata una
stella (1954) di George Cukor e come Miglior attrice non
protagonista nel film Vincitori e vinti (1961) di
Stanley Kramer.
Le sue origini
madame? Nacqui in una piccola città del
Minnesota, i miei genitori, Frank e Ethel erano attori
di varietà, ma mio padre abbandonò lo spettacolo per
diventare un proprietario di un cinema.
Il suo vero nome? Frances Ethel Gumm, fu un
talent-scout della Metro Goldwyn Mayer a cambiarmi il
nome. Mi vide in un’esibizione a Chicago nel 1934 e
propose a mia madre un contratto cinematografico con il
nome d'arte di Judy Garland.
Aveva dodici
anni…. Al tempo mi esibivo nei teatri di
provincia insieme alle due sorelle più grandi. Formavamo
il gruppo "Gumm Sisters". Dicevano che avevo un talento
naturale come cantante avendo una voce da contralto.
Poi iniziò a recitare da sola…
Iniziai a farmi le ossa in musical di medio livello
finché nel 1936 ottenni il ruolo di protagonista nel
cortometraggio Every Sunday. La Mgm al tempo cercava
un’attrice-cantante e secondo loro era la più adata al
ruolo.
A sedici anni la sua fama era
diffusa ormai in quasi tutti gli USA… In
quell'anno girai diversi film in compagnia di Mickey
Rooney, che in seguito diventò un mio grande amico, e
nel 1939 ebbi la fortuna di interpretare da protagonista
il musical Il mago di Oz diretto da Victor Fleming.
L'occasione giusta! La Mgm aveva
deciso di portare sullo schermo il racconto di L.Frank
Baum imponendo alle sue casse uno sforzo da due milioni
di dollari per realizzare un film a colori. La prima
scelta fu Shirley Temple, ma lei declinò e non fu
disponibile, così la casa di produzione pensò a me.
L’operazione riuscì benissimo, grazie anche ad una
valida sceneggiatura ed effetti speciali
divertentissimi.
Fu un successo
straordinario! Vinsi l’Oscar e conquistai
definitivamente sia pubblico che critica nel ruolo della
dolce e sognatrice Dorothy lanciando la canzone Over the
Rainbow.
Fu un lavoro massacrante!
I ritmi di lavorazione furono intensi e per evitare di
aumentare di peso, Louis B. Mayer il boss della MGM mi
spinse ad assumere consistenti dosi di farmaci, dai
quali purtroppo rimasi dipendente per tutta la vita.
Quelle terapie continuarono anche in
seguito… In pubblico era sempre allegra, ma
nella mia vita privata c’erano numerose tensioni che
sfociavano in un appetito incessante, la Mgm di contro
voleva corpi longilinei e forme bellissime. All’epoca
non c’erano farmaci sicuri e tutto era quasi una forma
di sperimentazione, così per alleviare la fame mi
somministravano un medicinale al tempo molto in uso, la
benzedrina, che doveva essere controbilanciata dai
sonniferi. Ero ormai un’icona per il pubblico e la Mgm
non esitò, pur sapendo le mie condizioni di salute, a
sfruttarmi fino in fondo.
Stevie
Phillips, la sua agente e la sua ombra, racconta che fu
una donna distrutta dagli eccessi e che era solita
assumere un cocktail di pillole e Liebfraumilch, un vino
tedesco dal gusto fruttato. Avevo un grande
bisogno compulsivo di compagnia, volevo sentirmi amata e
desiderata. Quando mi guardavo allo specchio non mi
sentivo mai bella né attraente. Comunque ha ragione
Stevie, una volta cercai di darmi fuoco all’Hotel Plaza
di New York proprio davanti a lei, che all’epoca aveva
25 anni. Lei mi salvò avvolgendomi con una coperta. Una
volta mi tagliai i polsi ridendo… Decisamente non ero
io.
E’ vero che ebbe con lei anche un
rapporto lesbo? Oh no, non parlerei di
rapporti lesbo. Forse Stevie si riferisce a quella volta
in macchina nella mia limousine. Ero nervosa, su di
giri, dovevamo raggiungere un concerto. Eravamo sedute
affianco e per gioco allungai la mano fra le sue gambe.
Lei mi aveva sempre ammirato era per così dire una tutto
fare devota ed io volevo vedere fin dove mi avrebbe
obbedito.
Torniamo al suo lavoro…
Continuò a recitare nelle commedie musicali…
Nel 1944 interpretai il musical in costume Incontriamoci
a Saint-Louis e durante le riprese mi innamorai del
regista, al tempo già famosissimo Vincente Minnelli. Io
ero già sposata con il musicista David Rose. Divorziai
poco dopo e nel 1945 sposai Vincente. L’anno successivo
nacque Liza.
Il parto però non le giovò…
No, le mie condizioni di salute peggiorarono
vistosamente. Avevo alti e bassi e la casa di produzione
non comprese la mia malattia e non accettò i miai
ritardi sui set e spesso anche i miei scatti nervosi,
che si andavano accentuando sempre di più. Proprio
mentre giravo “Il Pirata” mi ammalai gravemente e al
termine delle riprese fui costretta al ricovero forzato.
Si narra che a causa di queste crisi il
matrimonio fu alquanto burrascoso… Anche il
successivo con Sidney Luft non fu da meno. Entrami
finirono con un disastroso divorzio che pregiudicò
enormemente la mia carriera di attrice.
Rimpianti? Ero dipendente da alcool e
pillole varie. Piuttosto irascibile non accettavo
compromessi.
Poi nel 1954 si conquistò
nuovamente la Nomination con il film È nata una stella
di George Cukor… Impersonavo un'aspirante
cantante che viene portata al successo da un maturo ed
alcolizzato divo del cinema tra i due nasce una grande
storia d'amore, ma lei non riuscirà a strapparlo dal
vortice della depressione. Il film ottenne un grande
successo e venni lodata dalla critica per le mie doti
drammatiche.
Negli anni successivi,
interpretò ruoli intensamente drammatici…
Nel 1961 Vincitori e vinti di Stanley Kramer che mi
valse un’altra nomination all'Oscar. Poi nel 1963 Gli
esclusi di John Cassavetes e terminai la mia carriera
cinematografica col film Ombre sul palcoscenico di
Ronald Neame, dopo il quale abbandonai il cinema per
dedicarmi al teatro e ai concerti, ottenendo ancora
riconoscimenti professionali, come il Grammy Award alla
miglior interpretazione vocale femminile pop e nel 1998
il Grammy Hall of Fame Award.
Amava il
contatto con il pubblico… Il mio pubblico mi
amava, mi acclamava e mi dava quel calore che serviva
per continuare a vivere.
La salute ormai
l’abbandonava, spesso saltava i suoi concerti, il
matrimonio fallito con Luft, la guerra per mantenere lei
i figli, un altro matrimonio questa volta con Mark
Herron divennero ben presto un motivo per i giornali per
parlarne male e per rendere la sua vita un pettegolezzo.
Finì la sua sofferenza, dopo aver dato tutto al cinema,
quel cinema non la ricambiò mai di nulla; James Mason,
protagonista con la Garland in “E’ nata una stella”,
disse giustamente al suo funerale: “Judy è stata una
donna che ha dato così tanto e generosamente sia al suo
pubblico sia agli amici, che non c’era moneta con cui
poterla ripagare. E lei aveva tanto bisogno di essere
ripagata, aveva bisogno di devozione e di amore in
misura tale da superare le risorse di ognuno di noi”..
Judy Garland si spense prematuramente il 22 giugno
1969, a quarantasette anni a causa di un avvelenamento
da sonniferi. La sua esistenza sempre più tormentata era
costellata da gravi problemi di salute e di crisi
depressive. Secondo l'autopsia, si trattò di morte
accidentale dovuta ad un'assunzione eccessiva di
barbiturici in un lungo raggio di tempo. Fu trovata
morta, nella stanza da bagno del suo appartamento al 4
Cadogan Lane in Chelsea, Londra dal quinto e ultimo
marito Mickey Deans. Un medico che l'aveva visitata
in passato asserì che le sarebbe rimasto comunque poco
tempo da vivere, a causa della grave forma di cirrosi da
cui era affetta.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://it.wikipedia.org/wiki/Judy_Garland
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/regina-tragedia-judy-garland
http://www.ciakhollywood.com/biografie/jgarland/
FOTO GOOGLE IMAGE
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