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INTERVISTE IMPOSSIBILI
ALLA CORTE DEI RE
Louise De La Valliere
La Grande Favorita
.Louise Françoise La Baume Le Blanc de La
Vallière fu la prima delle grandi favorite di Luigi XIV, dopo la
breve parentesi di Maria Mancini, nipote del cardinale Giulio
Mazarino
(Tours, 1644 –
Parigi, 1710) .
Louise la grande favorita,
gentile e disponibile dall’aria accattivante, la sua
bellezza ha tre colori che saziano lo sguardo: il bianco
della pelle, il blu dei suoi occhi, l’argento dei
capelli. La fedele Louise, devota ad un solo uomo. Ha
poco seno e un’andatura claudicante, ma in compenso le
sue carni sono bionde e fiorenti, aggraziata come una
amazzone, la sua voce è un canto campestre, un coro di
cigni che flautato scende dritto al cuore. Fu la prima e
sfortunata favorita di Luigi, amò il re e non la
regalità e, per tutta la sua esistenza, amò solo il suo
caro Luigi e nessun altro, lui, l’unico maschio, che
ebbe modo nell’intimità di apprezzare la sua grazia
virginale, la sua dolce e fragile bellezza. L’aveva
guardato per giorni senza essere notata, per settimane
intere e se n'era innamorata prima ancora di
accorgersene. Quando venne il momento si ritirò
obbediente senza creare scandalo permettendo ad altre di
prendere il suo posto. Lei si era sempre considerata
precaria, aveva conquistato il re chissà come, neanche
lei poteva crederci che un Luigi potesse innamorarsi di
lei, la contadina Louise, la provinciale Louise, gente
di campagna dalla tempra forte e dall’onestà innata.
Louise lei nasce a Tour nell’estate del 1644, chi
era suo padre? Sono la figlia primogenita di Laurent
de la Baume La Blanc de La Vallière, proprietario di un
modesto feudo nella Valle della Loira.
Cosa
ricorda della sua infanzia? Sono cresciuta con mio
fratello Jean-Francois a contatto con la natura e
possedevo un piccolo asino, regalo dei miei genitori.
Amavo moltissimo gli animali.
Ci racconta la
causa della sua leggerissima zoppia? Un banale
incidente di quando ero adolescente. Mentre cavalcavo
l'asinello, saltando una siepe di bosso davanti alla mia
terrazza, sono caduta fratturandomi irrimediabilmente la
caviglia.
Quando lei aveva sette anni suo padre
morì… Purtroppo sì e lasciò la famiglia in un mare di
debiti. Mia madre decise allora di affidarmi ad un
convento di suore orsoline sempre a Tours dove vivevano
due mie zie monache. Dovetti dire addio alla mia adorata
campagna.
Come prese la decisione?
Naturalmente non fui contenta anche perché dopo
pochissimo tempo appresi la notizia che mia madre si era
risposata con il marchese di Saint-Rémy, Jacques de
Courtavel.
Ma il marchese era un uomo molto
facoltoso che si occupò immediatamente della vostra
situazione finanziaria ed anche del suo mantenimento…
Nulla da dire, io ero molto attaccata a mio padre, ma
giustifico mia madre: un’occasione del genere non si
poteva certo rifiutare…
Ci parli di suo padre
adottivo… De Courtavel era il primo maitre d'hotel di
Gastone d'Orléans, zio di Luigi XIV. Purtroppo era
caduto in disgrazia ed esiliato nei suoi possedimenti di
Blois per il suo comportamento durante la Fronda.
E lei, quali benefici ebbe da questo matrimonio?
A undici anni fui mandata nell'immenso castello di
Blois, alla corte di Gastone insieme alle tre
principesse, figlie di Gastone, alla Grande
Mademoiselle, trentenne, e alle due figlie di secondo
letto diventando così Dama di compagnia. Ricevetti
un’ottima educazione imparando l’arte del canto e della
danza, a fare con grazia la riverenza, migliorando le
mie doti di cavallerizza.
Le cronache del periodo
la descrivono come un’adolescente di rara bellezza A
Parigi non passai inosservata…
A 17 anni la
troviamo infatti a Parigi… Assistetti alle nozze
trionfali di Luigi con Maria Teresa di Spagna e in
quell’occasione entrai a far parte della corte della
principessa Enrichetta Anna Stuart, presso
Fontainebleau.
Chi era Enrichetta Anna? Era la
figlia di Carlo I d'Inghilterra, il re decapitato, e di
Enrichetta Maria di Francia, sorella di Luigi XIII. Era
fuggita in Francia con la madre, si era sposata con il
fratello di Luigi XIV, Filippo I d'Orleans, ottenendo il
titolo di Madame.
In quel periodo Enrichetta Anna
ed il re si frequentavano assiduamente… Luigi rimase
abbagliato dalla verve e dalla gioia di vivere di sua
cognata. Anche Enrichetta Anna era stanca di suo marito:
narciso, pieno di anelli e braccialetti, sul quale si
vociferavano strane attitudini. Enrichetta che non
disdegnava la compagnia del re venne allontanata dalla
corte, ma non si perse d’animo ed escogitò un piano per
poter vedere ancora il suo innamorato.
In cosa
consisteva il piano? Era molto semplice. Luigi doveva
fingere di essersi infatuato di una delle sue dame di
corte, così, con la scusa della dama aveva la
possibilità di passare del tempo con la cognata in tutta
tranquillità.
Fu scelta lei come dama da
corteggiare? Inizialmente fu scelta Mademoiselle de
Pons, che però dovette rientrare a Parigi per prendersi
cura del vecchio zio. Poi fu il turno di un'altra dama
di compagnia, Mademoiselle de Chémérault, che stancò
subito il sovrano con la sua irriverenza e
sfacciataggine.
Così Luigi iniziò a corteggiare
lei Madame? All'epoca avevo appena diciassette anni e
la mia aria immacolata stupiva anche i miei più severi
osservatori. Luigi si innamorò di me.
Come reagì
alla proposta del re? Si sentì lusingata? Io amavo il
re, ma allo stesso tempo ero una ragazza con la testa
sulle spalle e sapevo benissimo che quella relazione mi
avrebbe fatto vivere nel peccato causandomi una
spaventosa sofferenza. Il re mi assediò e, dopo quindici
giorni, mi chiese di amarlo senza esitazioni. Gli
risposi: "Sire, amo voi come persona e non il vostro
regno".
Quindi Luigi la prese come amante
ufficiale… Erano molti coloro che desideravano
allontanarmi dal re. Primo fra tutti Nicolas Fouquet,
l'intendente del tesoro, che mi offrì una grossa somma
perché lasciassi Luigi. Sdegnata informai Luigi, che
ebbe così il pretesto per far arrestare, dal
moschettiere d'Artagnan, il suo ricco e scomodo
ministro.
Comunque non furono anni tranquilli…
La mia posizione di favorita attirava invidie e
pettegolezzi. In quel periodo la più attiva a corte fu
Olimpia Mancini sorella di Maria, Ortensia e nipote di
Mazarino.
Il re era pazzo di lei… Ogni volta
che rientrava a Parigi veniva a trovarmi. Mi manifestava
il suo amore in ogni modo tanto da commettere molte
imprudenze. Ricordo la sera quando in lacrime annunciai
al Re che ero rimasta incinta. Il Re invece ne fu
felicissimo, tanto che volendomi stare accanto mi invitò
per una passeggiata a Louvre, cosa che prima mai aveva
fatto.
Rimase subito incinta o passò del tempo?
Era il 1663. Ironia della sorte anche la regina
aspettava un figlio dal re. Quindi cercai di nascondere
la gravidanza fino a quando il 18 novembre donai al re
un figlio maschio. Me lo portarono subito via, non ebbi
neppure tre ore per stare con mio figlio. Fu affidato ad
una coppia di domestici e battezzato con il nome di
Charles.
Come la prese? Non mi lamentai
affatto, del resto non avevo nulla di materno nel mio
cuore, io amavo solo il re. Mio figlio non lo vidi più
fino alla sua morte che avvenne tre anni dopo.
Intanto in città correva voce che il re aveva avuto un
bastardo… Esatto nonostante non stessi bene, la
domestica mi informò delle dicerie pregandomi per volere
del Re di alzarmi e farmi vedere in pubblico in modo da
scongiurare ogni riferimento sulla mia persona. Il 24
dicembre, pallida, con le gambe tremanti, fui costretta
ad assistere alla messa di mezzanotte nella cappella dei
QuinzeVingts. Tutta la corte mi squadrò con sorrisetti
sarcastici. Mi resi conto che nessuno si era lasciato
imbrogliare. Rientrai a casa singhiozzando.
Quindi i pettegolezzi sul vostro rapporto non cessavano…
Il re prese la decisione di diradare le nostre
frequentazioni. Presi la residenza a Palais de Berion,
vicino al Palais Royal, naturalmente Luigi non mi fece
mai mancare il suo amore e mi mandava di continuo
meravigliosi regali, fra cui uno splendido mobile di
cristallo. Ricambiai con un abito prezioso, che lui
portò per quindici giorni di fila, facendomi quasi
impazzire per la gioia.
Poi venne il secondo
figlio… In quel periodo soffrivo di stati d’animo
altalenanti passando da grandi euforie a sterminate
tristezze, il Re volle portare un po’ di luce nella mia
anima afflitta. Mi fece sistemare a Versailles
dedicandomi la più bella festa di tutti i tempi Les
Plaisir de l’Ile Enchantee. La mia reazione fu un pianto
ininterrotto per tutta la festa forse perché sentivo
lievitare nel ventre il mio secondo bastardo,
consapevole che come il primo mi sarebbe stato sottratto
dopo alcune ore e affidato a persone che in qualche modo
non fossero collegate al re.
E la regina in tutto
questo? Maria Teresa era spesso chiusa nel suo
appartamento. Le amiche più intime erano terrorizzate
dall’eventualità che lei potesse venire a conoscenza
della tresca. Pensi che una sera mentre mi recavo nelle
stanze del re mi vide passare. Domandò ai suoi amici:
“Esta doncella con las arracadas de diamantes, es esta
que el Rey quiere?” (Questa damigella con gli orecchini
di diamanti, è lei che il Re ama?). Solo madame de
Motteville ruppe il silenzio tentando di convincerla
“che tutti i mariti all'apparenza sono infedeli, ma lo
fanno per la moglie che così li vuole”.
Comunque
lei, nonostante le voci insistenti continuò a
frequentare la corte… Beh ero pur sempre la Favorita
Ufficiale anche se all’orizzonte nel cuore di Luigi
iniziava a materializzarsi una nuova fiamma…
Parla della Montespan vero? I primi tempi fui
costretta ad una forzata convivenza e Palais de Berion
era il mio rifugio e la mia tranquillità.
Com’era
? Lei era molto bella ed io ne soffrii molto. Tenga
conto che oltre alla zoppia ero caduta da cavallo e il
cerusico sbagliò l’incisione. Sentivo forte un senso di
inferiorità nei suoi confronti.
Il re non la
amava più….. Ormai era evidente che tutte le sue
attenzioni erano per la Montespan, allora prese a
trattarmi con cattiveria arrivando quasi ad insultarmi
in presenza della corte, su istigazione della nuova
favorita. Così nel 1674 mi ritirai nel convento
carmelitano delle Figlie di Santa Maria di Chaillot per
non uscirne più.
Ci racconta il commiato finale?
Prima di partire salutai con commozione Luigi, la
regina, che tanto avevo fatto soffrire, e persino la mia
rivale, con la quale quella sera cenai per l'ultima
volta. Era il 19 aprile, salutai i miei figli e lasciai
definitivamente la corte, dopo tredici anni di
permanenza come favorita del re.
Il 3 giugno 1674
pronunciò i voti nel Capitolo delle suore carmelitane…
Assistette all’evento l'intera corte, tutti si
commossero dandomi un caloroso addio.. Solo il re non
era presente preferendo una battuta di caccia nella
foresta di Fontainbleau. E’ chiaro che non voleva più
rivedermi… Ma io ne fui felice, la sua assenza mi
convinse che quello era stato davvero un grande amore...
Morì il 4 giugno del 1710, nel convento dove si era
chiusa trentasei anni prima.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE FONTI
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