|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
INTERVISTE IMPOSSIBILI
Romy Schneider
La principessa infelice
Romy Schneider, nome d'arte di Rosemarie
Magdalena Albach-Retty è stata un'attrice austriaca
(Vienna, 23
settembre 1938 – Parigi, 29 maggio 1982)
.
Giro attraverso le sale
dell’Hofburg, il Palazzo Reale di Vienna, qui tutto
parla di Sissi, la principessa infelice, effetti
personali, arredamenti, arazzi e tappezzerie, un lusso
di gusto quasi sobrio che rispecchia la sua personalità
e racconta la sua vita.
Romy mi aspetta negli
appartamenti della principessa diventata un mito grazie
a lei, a quella trilogia di Ernst Marischka che trasmise
a tutto il mondo l'immagine di una Sissi giovane, bella
e spontanea fuori dall’etichetta dell’aristocrazia.
Mi aspetta seduta accanto allo scrittoio originale
che fu della principessa, noto la cassetta di
acquarelli. Mi saluta calorosamente.
Buon
giorno…, sono proprio curiosa di ascoltare le sue
domande…
Veramente non sto nella pelle, non mi
era mai successo di intervistare due persone in una
volta sola… Già, qui tutto parla di lei e come sa
sono legatissima a quel ruolo.
Madame, vogliamo
cominciare con le sue origini? Per iniziare non posso
non dirle che sono figlia d’arte. Sia mia madre, Magda
Schneider, che mio padre, Wolf Albach-Retty, sono stati
entrambi attori di successo, molto famosi qui in
Austria. Per via del lavoro dei miei genitori, che li
spingeva a stare molto tempo lontano da casa, ho
trascorso gran parte della mia infanzia con i nonni
materni nella loro casa di campagna.
Noto che lei
ha scelto in arte il nome di sua madre… Mio padre
s’innamorò di un’altra donna ed abbandonò la famiglia
quando io ero ancora molto giovane. Questo mi portò a
legarmi molto sia a mia madre che a mio fratello.
Trascorsi un periodo della mia infanzia in un collegio a
Salisburgo e quando tornai mia madre si era risposata
con un pasticcere di Colonia.
Che rapporto c’era
tra di voi? Ottimo! Lei volle fortemente che
intraprendessi la carriera cinematografica. Io amavo
dipingere e non ne ero del tutto convinta, ma mi
ripeteva ogni giorno che ero bella e che avevo un
talento straordinario e che avrei avuto un enorme
successo … aveva ragione.
Leggo dalla sua
biografia che apparve per la prima volta sullo schermo a
soli 15 anni… Sì, nel film Wenn der weisse Flieder
wieder blüht del 1953, ma i primi riconoscimenti
avvennero l'anno successivo con Mädchenjahre einer
Königin (ndr. L'amore di una grande regina) dove
interpretavo la Regina Vittoria da giovane.
Da
quanto ho letto, sua madre in quel film interpretava la
parte della fedele governante della regina Vittoria.
Ricoprì il ruolo di mia madre in molti film tra cui
quelli della trilogia di Sissi interpretando il ruolo
della duchessa Ludovica.
Quel ruolo le diede
un’immensa notorietà, ma perché secondo lei?
Sicuramente ho dato a quel personaggio una carica di
freschezza, ingenuità ed entusiasmo. Tenga conto che per
un caso strano vi era anche una forte somiglianza con
l’Imperatrice Elisabetta.
Era il 1955… Avevo
solo 16 anni, esattamente come la principessa bavarese…
Sa che ancora oggi le televisioni di tutto il mondo
ripropongono quei film… se non erro risalgono al 1955…
Naturalmente mi fa piacere, ma l’essere riconosciuta
solo come Sissi non dà il giusto valore alla mia
carriera di attrice. Pensi che già al tempo rifiutai di
fare un quarto film già in cantiere…
Karlheinz
Böhm, ovvero Francesco Giuseppe nei film di Sissi, in
un’intervista a Repubblica parla di una sua sofferenza
al personaggio così tanto da provarne profonda vergogna.
Secondo l’attore questa fu la causa scatenante della sua
depressione. Karlheinz è un amico, ma alle volte
esagera!
Sua madre la seguiva nelle scelte?
Praticamente insieme a suo marito mi faceva da manager.
Purtroppo, sulla scia del successo di Sissi, mi
proponevano solo film da favoletta romantica a lieto
fine dove dovevo interpretare il ruolo della fanciulla
pura, onesta, sognatrice romantica e allegra.
La
svolta, in tutti i sensi, avvenne nel 1958 con il film
L’amante pura, vero? Il film andò molto bene e venni
consacrata a livello internazionale, ma soprattutto
durante la lavorazione conobbi Alain Delon. All’inizio
non ci trovammo molto simpatici, anzi durante le riprese
del film a Vienna bisticciavamo molto. Poi, però, a
riprese terminate, quando fu il momento di salutarci
presi con lui l’aereo per Parigi. La mia vita cambiò
totalmente… tra le altre cose mi trasferii
definitivamente a Parigi.
Abbandonò l’immagine di
ragazzina sognatrice… A Parigi, negli ambienti
intellettuali, feci molta difficoltà a scrollarmi di
dosso quell’etichetta. Ma fu una tappa fondamentale
della mia vita, specialmente perché riuscii a spezzare
quel cordone ombelicale che mi teneva legata alla mia
famiglia e non mi permetteva di crescere.
Come
andò con il bel francese? Fu una stupenda storia
d’amore, ero innamoratissima di lui. Furono anni
indimenticabili. Il declino avvenne successivamente
quando gli manifestai il mio desiderio di sposarmi, lui
non era assolutamente intenzionato, ma la cosa strana è
che da quel giorno il suo atteggiamento cambiò, come se
si fosse rotto qualcosa. Quando ci lasciammo ero
letteralmente distrutta, colpita profondamente
nell’animo.
Fortunatamente in quel periodo
ricevette un’offerta da alcuni produttori di Hollywood
che la volevano nei loro film… Mi faccia ricordare…
Sì esatto! Ma soprattutto incontrai Harry Meyen. Ricordo
che quando ci sposammo io ero già incinta di David di
tre mesi. Ero al massimo della felicità…
Durò
poco vero? Eh sì purtroppo. Esattamente due mesi dopo
la nascita di mio figlio morì mio padre.
Non fu
un buon periodo quello… Avevo frequenti attacchi
d’ansia. Mio marito mi consigliò un forte analgesico
accompagnato da vino rosso. Dopo alcuni mesi iniziai a
manifestare dipendenza da alcool e psicofarmaci.
A Parigi si parlò di un suo coinvolgimento in attività
di spionaggio… In effetti nel 1976 la Stasi, la
polizia segreta della DDR aveva aperto un fascicolo nei
miei confronti in quanto tra le tante beneficienze che
elargivo per una serie infinita di cause che ritenevo
giuste ci fu un finanziamento ad un gruppo che si
batteva per la scarcerazione di detenuti politici nella
Ddr.
Tra le attività di impegno sociale che la
riguardano si ricorda anche un episodio di coraggio e
solidarietà femminile. Infatti… nel 1971 partecipai
alla campagna di auto-denuncia nella battaglia
femminista a favore della legalizzazione dell'aborto.
L'aborto al tempo era illegale in quasi tutta Europa.
Nel corso di un’intervista sulla rivista tedesca Stern,
ammisi di aver abortito rischiando così la prigione.
Nella sua carriera recitò film soprattutto francesi
ed italiani… Beh sì, a cominciare da La piscina di
Jacques Deray, per proseguire con La Califfa, Ludwig
dove Luchino Visconti mi ritagliò una Elisabetta di
Baviera molto diversa.
Divorziò da suo marito nel
1975 e si risposò lo stesso anno con il suo segretario,
Daniele Biasini, più giovane di lei di 11 anni….
Purtroppo persi il bambino che aspettavo in seguito ad
un incidente automobilistico, ma, fortunatamente, il
buon Dio mi fece la grazia e rimasi incinta quasi
subito. Nel 1977 nacque la mia secondogenita, Sarah
Magdalena.
Neppure la nascita della bambina la
portò alla guarigione Anzi peggiorai. A soli 40 anni
ero spaventata dalla vecchiaia, esattamente come era
accaduto a Sissi. Mi ero fissata che mio marito mi
potesse lasciare a causa della differenza d’età. Per
evitare questo lo lasciai io sempre nel timore che lui
potesse anticiparmi.
I dolori non finirono lì
vero? Eh no! Mi fu asportato un rene a causa di un
tumore, ma quello fu niente rispetto a…
Vedo i
suoi occhi girare a vuoto, la gioia della nascita dei
suoi due figli si confonde con gli aspetti tragici della
sua vita. Suo figlio David avuto nel 1966 dal regista
Harry Meyen morì tragicamente a soli 14 anni mentre
tentava di scavalcare il cancello in ferro nella
abitazione dei nonni.. Questo evento la colpì duramente
e non si riprese mai più del tutto. Cerca di scappare da
tutto e da tutti cambiando spesso appartamenti ed
alberghi. Visse praticamente da sola aiutata da
sonniferi e stimolanti. Fece qualche viaggio, poi comprò
una casa in campagna a 70 km da Parigi alla ricerca di
quella pace che per tutta la vita le è mancata.
Madame lei è stata protagonista di diversi film,
interpretando vari ruoli, ecco volevo sapere a quale di
questi si è sentita più vicina… Ma Romy non mi
ascolta più, il suo sguardo è fisso, vuoto… L’intervista
è finita. Avevo sul mio taccuino una serie di domande
sui suoi film di successo e soprattutto su Fantasma
d'amore, girato nel 1980 di Dino Risi con Marcello
Mastroianni. Quel film inquietante e toccante anticipò
di due anni il tragico epilogo nella sua vita reale.
Fu trovata morta nella casa parigina del produttore
Laurent Petin, al quale era legata da circa un anno, il
29 maggio 1982 per un attacco cardiaco, anche se la voce
di un suicidio a causa di una forte dose di barbiturici
ebbe molta diffusione.
Romy è sepolta in un
cimitero a Boissy-sans-Avoir, un piccolo paese vicino
Parigi, accanto alla tomba del figlio. Al funerale c’era
anche Alain Delon, che lasciò un biglietto sulla bara
dell’attrice, in cui aveva scritto: “Non sei mai stata
così bella.” E in tedesco, la lingua madre di Romy,
aveva aggiunto: “Ti amo, amore mio”.
|
ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE FONTI
.http://it.wikipedia.org http://www.lastampa.it
http://www.pourfemme.it
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|