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INTERVISTE IMPOSSIBILI
 
Vivien Leigh
Domani è un altro giorno
Incredibilmente fascinosa e superbamente seducente, dotata di grande charme e di straordinaria femminilità, Vivian Mary Hartley, nota al pubblico come Vivien Leigh, aveva un carattere debole e soffriva di ansia e di depressione, fu Rossella O'Hara sullo schermo e moglie di Lawrence Olivier nella vita
(Darjeeling, India 5/11/1913 - Londra, 7/7/1967)



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Madame, leggo dalla sua biografia che nacque in India.
Mio padre Ernest Hartley era un ufficiale della cavalleria britannica di stanza in India fino al termine della Prima Guerra Mondiale.

Fin da bambina manifestò il suo amore verso la recitazione…
Feci la mia prima apparizione su un palcoscenico all'età di tre anni, recitando nel gruppo teatrale amatoriale cui partecipava mia madre Gertrude.

Sua madre ebbe un ruolo importante nella sua formazione…
Lei oltre a recitare adorava la letteratura e non passava giorno che non mi narrasse storie della mitologia greca o indiana o di autori quali Hans Christian Andersen, Lewis Carroll e Rudyard Kipling.

All'età di sei anni lasciò l’India…
Fui mandata a studiare nel convento del Sacro Cuore di Roehampton, in Inghilterra. Lì divenni amica di Maureen O'Sullivan. Ambedue sognavamo di diventare grandi attrici.

I suoi genitori come presero questo desiderio?
Entrambi mi sostennero. Mio padre mi aiutò a iscrivermi alla Royal Academy of Dramatic Art a Londra.

Se non sbaglio siamo nel 1932...
Esatto avevo compiuto diciotto anni e conobbi l'avvocato Herbert Leigh Holman. Lui aveva tredici anni più di me. Mi innamorai immediatamente e lo sposai pochi mesi dopo.

Un anno dopo nacque sua figlia Suzanne
Nonostante il lieto evento, la mia vita matrimoniale non decollò. Purtroppo lui non aveva un buon rapporto con l’arte drammatica preferendo l’arredamento e l’antiquariato. I problemi più grandi iniziarono quando accettai i primi lavori come modella pubblicitaria.

E il suo rapporto con la maternità?
Mi sentivo troppo giovane per essere madre di una bambina e molto carente di quella calma e serenità che una mamma dovrebbe avere... Amavo la mia bambina come ogni altra madre, ma con la spietata sincerità dei giovani mi rendevo conto che non potevo trascurare per nessuna cosa la mia carriera in scena…

Nell'estate del 1934 accettò un piccolo ruolo di comparsa…
Era la mia prima partecipazione ad un film. Assunsi John Gliddon come agente, il quale mi consigliò di adottare un nome d’arte. Scelsi "Vivian Holman", ma lui lo ritenne inadatto, alla fine optai per Vivian Leigh, trasformandolo solo successivamente in Vivien.

I primi riconoscimenti li ebbe con l’opera teatrale The Mask of Virtue…
La più bella recensione la ebbi da Laurence Olivier:
“La prima volta che misi gli occhi sulla proprietaria di questa meravigliosa, inimmaginabile bellezza fu sul palcoscenico del St. James Theatre, dove recitava in The mask of virtue di Ashley Dukes. …… Al di là della sua bellezza, che era magica, aveva un portamento meraviglioso; il collo sembrava quasi troppo fragile per sostenere la testa e la reggeva con un senso di sorpresa e con quella specie di orgoglio del giocoliere che riesce a far sembrare quasi casuale un'abile mossa.”

Mi risulta che il rapporto con Laurence Olivier non si concluse con quella recensione…
Laurence volle incontrarmi per congratularsi. Ben presto tra noi nacque un'amicizia che si trasformò in attrazione reciproca solo due anni dopo quando interpretammo insieme il ruolo di due amanti nel film Elisabetta d'Inghilterra del 1937.

Alla fine delle riprese fu chiara a tutti la vostra relazione…
Iniziammo una meravigliosa convivenza, malgrado i rispettivi coniugi rifiutassero entrambi di accordarci il divorzio.

Come mai si guadagnò l’etichetta di attrice difficile?
Soffrivo di sbalzi di umore, prima di andare in scena, ad esempio, era frequente che andassi per un nonnulla in escandescenza. Inveivo contro chiunque mi capitasse a tiro per poi tornare improvvisamente silenziosa con lo sguardo fisso nel vuoto. Pensi che varie produzioni ammonirono il mio agente minacciando di non rinnovare i contratti se non avessi cambiato atteggiamento e posto freno al mio temperamento.

Parliamo di Via col vento?
Affascinata dalla lettura del romanzo chiesi subito di interpretare la parte di Rossella O'Hara quando seppi che negli Usa stavano cercando l'interprete adatta al ruolo della protagonista.

Lei fu giudicata adatta immagino…
Nonostante avessi un forte accento inglese, incompatibile con il personaggio di Rossella O'Hara, americana del Sud, vinsi la concorrenza delle ultime tre candidate che ancora ambivano a quel ruolo, ovvero Paulette Goddard, Jean Arthur e Joan Bennett. Dal giorno successivo iniziai a lavorare per correggere il mio accento inglese.

Le riprese del film furono lunghe ed estenuanti…
Giravamo sette giorni su sette e spesso fino a notte fonda, il che non mi consentiva di vedere Olivier, il quale nel frattempo si era trasferito a New York per recitare a Broadway.

Per questo ebbe un forte stress, vero?
Ebbi frequenti discussioni con il regista Victor Fleming e litigai spesso con Clark Gable al punto di far tagliare alcune scene in cui avrei dovuto baciarlo.

Il film le procurò un'immediata notorietà ma lei continuava a ripetere “Io non sono una star del cinema”. Perché?
Perché io ero un’attrice! Le star del cinema conducono una vita finta, vissuta solo per finti valori e per la pubblicità. Le attrici invece vanno avanti per così tanto tempo e ci sono sempre ruoli meravigliosi da interpretare.

Nel 1940 il matrimonio…
Finalmente riuscimmo ad ottenere il divorzio dai nostri consorti seppur a caro prezzo visto che entrambi ottennero la custodia dei nostri figli. Ci sposammo in California a Santa Barbara, con una cerimonia civile a cui furono presenti solo i due testimoni, l'attrice Katharine Hepburn e lo scrittore e sceneggiatore Garson Kanin.

Dopo Via con vento, leggo che ci furono vari insuccessi…
Legge male, diciamo soprattutto che non venni scritturata per “Rebecca, la prima moglie” perché Alfred Hitchcock notò poca intensità di interpretazione e non troppo entusiasmo verso quel ruolo. Stesso discorso per “Orgoglio e pregiudizio” e “Il ponte di Waterloo”.

Nel 1941 girò insieme a suo marito “Il grande ammiraglio”
Olivier interpretava il ruolo di Orazio Nelson mentre a me riservarono il ruolo della sua amante Emma Hamilton. Il film ebbe grande successo al punto che Winston Churchill, organizzò una proiezione privata durante una festa cui partecipò anche Franklin Delano Roosevelt.

Nel 1943 tornaste in Inghilterra…
Partecipai ad alcuni spettacoli per le truppe inglesi in Nord Africa, purtroppo lì mi ammalai gravemente con sintomi di tosse e febbre persistenti. Mi fu diagnosticata una tubercolosi al polmone sinistro, e fui dimessa dopo molte settimane di ricovero.

Inoltre quel disturbo di cambiamento d’umore repentino non l’aveva mai lasciata vero?
No, ma la tubercolosi mi lasciò anche una forte depressione. Avevo frequenti attacchi maniacali accompagnati dall'alternarsi di momenti di depressione e di iperattività, che Oliver riconobbe come i primi sintomi gravi del mio disturbo bipolare.

Lei comunque continuò a lavorare…
Recitai nei film Cesare e Cleopatra (1945) e Anna Karenina (1948) ma per la verità non riscossero grande successo.

Poi ci fu quella tournee in Australia e Nuova Zelanda
Già, in quel posto sperduto io e mio marito ci convincemmo di non essere fatti l’uno per l’altra. Ero sofferente per problemi di insonnia, più volte mi rifiutai di recitare lasciando il posto sul palcoscenico alla mia sostituta. Olivier fece di tutto per convincermi, addirittura una sera usò le mani!

Quell’episodio comunque non vi proibì di lavorare ancora insieme…
Eravamo a tutti gli effetti marito e moglie. Del resto tornata in Inghilterra ero concentrata ad ottenere la parte di Blanche Dubois nella produzione teatrale di Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams.

Anche in quel caso ci furono forti litigi con suo marito…
Olivier si dimostrò a dir poco perplesso poiché temeva che il carattere forte dell'opera che prevedeva una scena di stupro e vari riferimenti alla promiscuità e all'omosessualità potesse causarmi aggravamenti nella mia già fragile personalità.

Lei comunque ostinata ottenne la parte…
Fu un successo! Andammo avanti per 326 repliche. Immediatamente venni scritturata per la versione cinematografica accanto a Marlon Brando.

Un altro successo…
Ottenni il mio secondo Premio Oscar dopo Via col Vento ed altri prestigiosi riconoscimenti.

Dicono però che le riprese del film peggiorarono il suo stato mentale.
Alle volte non ero più in grado di scindere il personaggio dalla vita reale. Durante un forte esaurimento continuavo a ripetere di chiamarmi Blanche Dubois. Tra l’altro dovetti rinunciare a varie proposte interessanti di lavoro perché scoprii di essere incinta. Dopo poche settimane ebbi un aborto spontaneo che mi fece ripiombare in un lungo periodo di depressione.

Olivier addirittura chiese aiuto al suo ex marito!
Fu durante una tournee europea, fui colpita da frequenti attacchi di isteria, che coinvolsero sia Olivier che il resto della compagnia. Esasperato chiese al mio ex marito Holman, di trasferirsi temporaneamente nella nostra casa per aiutarlo ad affrontare la difficile situazione.

La situazione peggiorò ulteriormente…
Mi sentivo incompresa al punto che intrapresi una relazione con l'attore Jack Merivale. Lui rassicurò Oliver giurando che era pienamente cosciente della mia situazione clinica e che si sarebbe preso cura di me.

Quindi divorziaste?
Sì, era il 1960, lui si risposò con l'attrice Joan Plowright. A fianco di Merivale ripresi a lavorare e anche orfana di Oliver vinsi nel 1963 un Tony Award come miglior attrice per l’interpretazione nel musical Tovarich.

La sera del 7 luglio, Merivale la lasciò per recarsi a recitare in teatro, come ogni sera, e tornò a casa a mezzanotte trovandola addormentata. Circa mezz'ora dopo vide il suo corpo che giaceva a terra senza vita: cercando di raggiungere il bagno, l'attrice aveva avuto un collasso in seguito all'entrata di liquido nei polmoni, oltre a una forte emorragia interna. Merivale attese le 8,00 del mattino successivo per contattare Olivier, che era ricoverato in un ospedale vicino per un cancro alla prostata: l'attore si recò subito a Eaton Square ma, sconvolto e già sofferente per la malattia, non fu in grado di aiutare Merivale, a cui lasciò il compito di affrontare i preparativi per il funerale.
Vivien Leigh venne cremata al Golders Green Crematorium e le sue ceneri furono sparse da Merivale nel laghetto di Tickerage Mill nel Sussex .

Vivien è entrata a far parte dell’esiguo gruppo di sei attori che, nella storia del cinema, hanno conquistato l’Oscar entrambe le volte che sono stati nominati; è stata inoltre la prima attrice inglese ad aggiudicarsi la preziosa statuetta d’oro. Nel 1999 Vivien si è classificata al sedicesimo posto nella lista delle più grandi star femminili di tutti i tempi dall'American Film Institute, nonostante convisse per tutta l'età adulta con un disturbo bipolare che ne mise più volte a rischio le relazioni sociali e professionali, e con una tubercolosi mal curata che la portò alla morte nel 1967, a soli 54 anni di età. Il suo volto sarà per sempre legato a Rossella O'Hara (Scarlett O' Hara), la protagonista del celeberrimo film Via col Vento, vincitore di ben 10 premi Oscar.
bara.

 






ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
FONTI
.http://it.wikipedia.org/wiki/Vivien_Leigh












 
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