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INTERVISTE IMPOSSIBILI
UNA DONNA FUORI DAI
CANONI E DAGLI SCHEMI DEL TEMPO
Berthe Morisot
Modella di Manet, dipinse
la sua vita
Una modella nella storia dell’arte, come
Suzanne Valadon e Mary Cassatt, che supera i limiti della propria
condizione liberando le potenzialità creative e divenendo pittrice
lei stessa. Seppe "vivere la sua pittura e dipingere la sua vita",
come scriveva di lei Paul Valery
.
Berthe, leggo dalla biografia
che i tuoi genitori ti incoraggiarono a seguire gli
studi artistici. La mia famiglia vantava una
tradizione artistica d’alto livello. Tra i miei antenati
figurava un certo Fragonard! I miei genitori erano
benestanti e ogni settimana ricevevano nella casa di rue
Franklin numerosi artisti, pittori e musicisti.
Addirittura fecero costruire un atelier nel giardino di
casa destinato a me ed Edma, mia sorella. Tutto questo
per affinare il nostro spirito artistico.
Il
problema non furono loro, ma la mentalità del tempo…
Infatti, in quanto donna, non venni accettata da subito
all'Ecole des Beaux-Arts. Vista la mia testardaggine e
il mio talento, studiai privatamente. Furono anni
di fatica! Insieme alle altre artiste del periodo
dovetti lottare contro i pregiudizi di chi trovava
disdicevole per una donna la professione di pittrice,
tanto che molti anni dopo sul mio certificato di morte
venne scritto “senza professione”. Come immaginerai ebbi
notevoli difficoltà a dipingere all'aperto o in luoghi
pubblici, per questo motivo mi dedicai principalmente
agli interni e alle scene domestiche.
Fin da
bambina sognavi di dipingere paesaggi, vero?
All’inizio imparai la tecnica del disegno. Insieme a mia
sorella Edma iniziai a copiare i capolavori del Louvre,
ma la mia aspirazione era altra. Volevo abbandonare la
pittura di atelier molto legata agli accademisti della
tradizione ed essere a contatto con la natura. Sotto la
guida di Jean-Baptiste Corot imparai a dipingere
all'aperto.
Mallarmé disse che la tua pittura era
un melange di “furia e non-chalance”. Qualche critico
che facevi cantare i colori chiari… Come ti ho detto
sin da giovanissima avevo mostrato l’amore per l’arte e
la predisposizione per la pittura. C’era in me una
passione particolare per i colori chiari. All’inizio il
mio stile risentiva dell’influenza di Corot, ma, devo
dire, raccoglievo notevoli riconoscimenti. Dal 1864 fui
ammessa al Salon.
Nel 1868 il grande incontro con
Edouard Manet Conobbi Edouard durante una copia al
Louvre. Sai quale fu il suo primo commento: “Le
signorine Morisot sono incantevoli, peccato che non
siano uomini.” Devo dire che più che dalla mia arte
rimase affascinato dal mio aspetto.
Come andò?
Era un’estate calda ed indossavo un vestito
leggerissimo. Ero seduta davanti ad un quadro di Rubens.
Lui si complimentò con me. Sentii da subito il bisogno
di trascorrere un po’ di tempo insieme a lui.
Ti
chiese di posare per lui? Ero emozionata ed
entusiasta del suo interesse soprattutto perché iniziai
a rubare con gli occhi i suoi capolavori. Sotto il suo
insegnamento la mia pittura divenne più spontanea, le
pennellate più decise abbinando talvolta i colori ad
olio con gli acquarelli.
La vostra relazione finì
sulla bocca di tutta Parigi… Lasciai l’arte sempre al
primo posto. Avevo voglia solo di imparare. Edouard mi
ritrasse in moltissimi suoi quadri, quasi sempre vestita
di nero
A proposito di nero, anche lui apprese
qualcosa da te? Oh no, questa mi sembra
un'esagerazione! Diciamo che lo convinsi a non fare
troppo utilizzo del colore nero. Edouard lo vedeva come
una forza positiva, ma la sottoscritta e il movimento
impressionista lo avevano bandito per rendere le tele
piene di luce.
Nel 1873, la giuria del Salon
accettò solo una tua opera mentre quelle di altri
artisti vennero rifiutate. Fu la scintilla per il nuovo
movimento artistico… Eh già, in segno di protesta
Monet, Pissarro, Sisley, Degas, Renoir, crearono la
"Société anonyme coopérative d’artistes peintres et
sculpteurs". Esponemmo le nostre opere dal 15 aprile al
15 maggio del 1874 negli ateliers del fotografo Nadar.
Il dipinto di Monet Impression, soleil levant diede il
nome al movimento impressionista.
Fu un successo!
In un mese la manifestazione richiamò più di tremila
persone. Partecipai all’avvenimento con le mie opere “Le
Berceau” e “La Lecture”. Il mio vecchio professore
Guichard ne rimase inorridito…
Come ci si sente
“la donna dell’Impressionismo”? Non c’ero soltanto
io. Di quel gruppo facevano parte Mary Cassat, Marie
Bracquemond ed Eva Gonzales. Tutte avevamo incontrato
notevoli difficoltà a causa del nostro sesso e
successivamente oscurate dai nostri colleghi maschietti.
Di sicuro fui la prima donna ad unirmi a loro e l’unica
a partecipare alla prima mostra impressionista.
Successivamente riuscii ad essere presente a tutte le
edizione tranne quella del 1879 a causa della maternità.
Nel 1874 sposasti Eugène Manet, fratello di Edouard…
Da quel giorno smisi di posare per Edouard. Dalla nostra
unione nacque nel 1878 la mia bellissima figlia Julie
che divenne la mia modella preferita.
Fu un
matrimonio felice? Diciamo che eravamo in sintonia e
nutrivamo lo stesso interesse per l’arte. Anche Eugene
si dedicava alla pittura. La nostra casa divenne un
luogo di incontro di intellettuali come Renoir, Zola,
Mallarmé, Renoir, Monet e Degas.
Quando ti sei
sentita una vera pittrice? Ma sai io sono sempre
stata molto critica con me stessa. Forse nel 1892 quando
tenni la mia seconda personale e riscossi un
riconoscimento inaspettato. Purtroppo sempre in
quell’anno persi mio marito. La sua morte mi scosse
profondamente. Cominciai a disamorarmi della pittura…
L’intervista si conclude così come nel quadro
insieme a sua figlia dove si è ritratta stanca e con i
capelli bianchi. La morte la colse a Parigi il 2 marzo
1895, a soli 54 anni, in seguito a una congestione
polmonare. La retrospettiva postuma del 1896 da
Durand Ruel riscuote il plauso unanime della critica,
che riconobbe il valore universale della sua pittura con
l’ innegabile contributo che apportò al movimento
impressionista: lo charme, il lirismo e la delicatezza
di trattare la luce, la sensualità dei colori, che hanno
contribuito a segnalarla, insieme a Mary Cassatt, come
la pittrice più importante del diciannovesimo secolo.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
.http://it.wikipedia.org/wiki/Berthe_Morisot
www.sileabalano.it/berthe.htm
www.archimagazine.com/bmoriso.htm www.universitadelledonne.it
www.letteraturaalfemminile.it/berthe_morisot.ht
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