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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Caterina d'Aragona
LA PRIMA MOGLIE
Regina consorte di re Enrico VIII
d'Inghilterra
(1485 – 1536)
Maestà iniziamo dalle sue origini?
I miei genitori erano Ferdinando II d'Aragona e Isabella
di Castiglia. Nacqui a Madrid nel palazzo arcivescovile
di Alcalá de Henares, la notte del 16 dicembre 1485, ero
l’ultima di cinque figli.
La descrivono
minuta, ma dai lineamenti regolari… Beh sì,
il buon Dio era stato piuttosto avaro con me, non ero
alta, ma avevo dei bellissimi lunghi capelli biondi con
sfumature rosso oro, una carnagione chiara e grandi
occhi blu.
Fu educata a palazzo da
Alessandro Geraldini, noto umanista italiano…
Ricevetti una forte educazione religiosa, studiai
inoltre letteratura classica, storia latina, diritto
canonico e civile, araldica e genealogia. Imparai il
francese, il greco e il latino. Appresi inoltre le arti
domestiche: cucito, merletto, ricamo, musica e danza.
All'età di tre anni fu promessa al principe
Arturo, figlio maggiore di Enrico VII d'Inghilterra e
erede al trono… Da parte di madre discendevo
dal casato reale dei Lancaster, ma le ragioni furono più
che altro politiche, occorreva legittimare e rafforzare
la dinastia dei Tudor ed a Londra vedevano di buon
occhio questo matrimonio. Per noi spagnoli
quest’alleanza matrimoniale avrebbe di fatto
neutralizzato il nemico di sempre, cioè la Francia.
Vi sposaste nel 1501… Pensi che
le trattative ufficiali iniziarono nel 1496, poco prima
del mio undicesimo compleanno. Mio padre pretese un
primo matrimonio nel 1499 per cautelarmi contro
spiacevoli sorprese visto che aveva versato la prima
rata della dote circa centomila corone. Secondo
consuetudine infilai una gamba nel letto nuziale e
sedetti alla destra del re durante il banchetto
ufficiale. Del resto con Arturo sin da adolescenti ci
eravamo scambiati una fitta corrispondenza in latino
finché lui compì quindici anni e quindi fu deciso che
eravamo grandi abbastanza per sposarci. Il 14 novembre
1501, ci sposammo nella Vecchia San Paolo, a Londra.
Visto che nel corso della sua vita sarà di
estrema importanza ci può raccontare cosa successe dopo
il banchetto nuziale? Capisco a cosa allude,
dunque, al termine del banchetto fummo accompagnati al
piano superiore da una folla di cortigiani per la
celebrazione della prima notte di nozze. I cortigiani si
ritirarono e noi rimanemmo insieme su quel letto, ma non
avvenne nulla. Arturo era ancora un bimbo e per giunta
immaturo fisicamente, tenga conto che durante il pranzo
mentre io ero al tavolo ufficiale con il re, mio marito
era ad un tavolo separato riservato ai bambini.
Le sue impressioni Maestà? Difficile
da giudicare. Arturo prima del matrimonio scrisse ai
miei affermando che sarebbe stato un marito fedele ed
affezionato, ma purtroppo non avemmo molto tempo…
Cosa successe? Una volta
sposati, Arturo fu mandato al castello di Ludlow, ai
confini con il Galles, a presiedere al Council of Wales
and the Marches ed io lo accompagnai. Soggiornammo a
Castle Lodge, a Ludlow, ma ci ammalammo entrambi, forse
per la febbre miliare che stava dilagando nella zona. Io
mi ripresi poco dopo ritrovandomi vedova. Arturo morí il
2 aprile 1502, il matrimonio era durato meno di cinque
mesi.
Vedova e ricca… Come mai si pensò
al fratello minore di Arturo come secondo marito?
Il padre di Arturo, Enrico VII, era ancora in attesa
della seconda rata della dote e tra l’altro erano nate
delle controversie tra le due famiglie circa il fatto
che Enrico alla morte del figlio avrebbe dovuto
restituire alla mia famiglia la prima rata. Per cui si
adottò questa soluzione interna e quindi si decise che
avrei sposato l’erede al trono, Enrico, duca di York, di
cinque anni più giovane di me. Mio padre a questo punto
si impegnò a versare la seconda rata.
Il
matrimonio fu rinviato finché Enrico raggiunse un´età
più adatta. Cosa fece durante questa attesa?
Fu rimandato così tanto che alla fine nutrii dei forti
dubbi sulla promessa di Enrico VII. Anzi pensavo che il
re fosse solo interessato alla questione della dote non
saldata. Vissi praticamente da prigioniera a Durham
House, a Londra, scrissi diverse lettere a mio padre, in
cui mi lamentavo del trattamento riservatomi dalla casa
reale.
Nel 1507 assunse l’incarico di
ambasciatore spagnolo in Inghilterra, diventando così il
primo ambasciatore donna nella storia d’Europa.
La nomina fu strategica, Enrico VII e I suoi consiglieri
si aspettavano che mi facessi manipolare facilmente, ma
si sbagliarono.
Ma i ritardi del
matrimonio erano anche a causa di impedimenti religiosi,
vero? Dipendeva dalla dispensa che il papa,
Giulio II, poteva concedere, poiché il diritto canonico
impediva ad un uomo di sposare la moglie del fratello.
Come andò? Dovetti testimoniare
che il mio matrimonio con Arturo non era mai stato
consumato, per cui, sempre secondo il diritto canonico,
un matrimonio non era valido finché non fosse stato
consumato.
Poi vi sposaste
improvvisamente… Dopo una breve malattia, il
primo Giugno del 1509 il re Enrico VII si spense. Undici
giorni dopo convolai a nozze in una cerimonia privata,
nell’oratorio della Chiesa di Greenwich, sette anni dopo
la morte di Arturo. Ero vestita di bianco come si
addiceva ad una sposa vergine. Avevo 23 anni, mentre
mancavano pochi giorni al diciottesimo compleanno di mio
marito.
Il 24 giugno 1509 ci fu
l’incoronazione… Il giorno prima, la
tradizionale processione verso Westminster fu salutata
da una folla numerosa ed entusiasta. E sempre da
tradizione, passammo la notte nella Torre di Londra. Il
giorno dopo, domenica 24 giugno 1509, del solstizio
d'estate, fummo consacrati e incoronati re d'Inghilterra
dall'arcivescovo di Canterbury in una sontuosa cerimonia
nell'Abbazia di Westminster.
Nel gennaio
dell’anno successivo il primo aborto… Diedi
alla luce una bambina di sette mesi, nata morta.
Un anno dopo un’altra gravidanza…
Com’era mio dovere, rimasi incinta di nuovo e il giorno
di Capodanno del 1511 nacque Enrico, ma visse solo 52
giorni.
Nella primavera del 1513 era di
nuovo incinta… Enrico doveva partire per una
campagna militare in Francia e mi nominò reggente.
Approfittando dell'occasione, gli scozzesi tentarono di
invadere l'Inghilterra, ma li sconfiggemmo nella
battaglia di Flodden Field. Personalmente presi le
redini del comando di alcune truppe cavalcando verso
nord armata di tutto punto, nonostante il mio stato
interessante.
E il bimbo? Lo
persi ad ottobre come del resto il piccolo Enrico nel
dicembre 1514, che visse solo qualche giorno e un’altra
figlia nata morta nel 1518.
Quindi
l’unica che sopravvisse fu Maria, vero?
Delle sei gravidanze, Maria fu l’unica, sì. Al tempo
c’era un’alta mortalità infantile, si calcolava che
nelle famiglie aristocratiche sopravvivessero due
bambini su cinque, quindi ciò che contava veramente era
la capacità di concepire ed io in sei anni ero rimasta
incinta sei volte e non avevo ancora trent’anni.
Sì, ma nessun figlio maschio… suo marito come la
prese? Enrico era ossessionato dal problema,
mi rimproverava di questo e lentamente scemò il suo
interesse nei miei confronti. Tra l’altro nostra figlia
Maria era la legittima erede al trono in un'epoca in cui
non c'erano precedenti per una monarchia retta da una
donna. Io mi dedicai all’educazione di mia figlia e in
generale all’educazione femminile elargendo somme di
denaro a parecchie scuole.
Durante il
matrimonio Enrico ebbe numerose amanti, vero?
Da quanto ne so, soltanto una, e ripeto solo nell’ultimo
periodo del nostro matrimonio. Si trattava di Bessie
Blount dalla quale ebbe un figlio riconosciuto da
Enrico. Quando nacque partecipai ai festeggiamenti
organizzati dal re, gli fu dato il nome del padre e il
cognome Fitzroy che denunciava al mondo la sua
condizione di bastardo reale.
Chi era
Bessie? La ragazza era giunta giovanissima a
corte ed era diventata la compagna di danza preferita di
Enrico. Non fu mai riconosciuta ufficialmente come
amante del re. Non ne fui gelosa, visto che rimase
incinta quando io ero già di otto mesi ed il re aveva
esercitato il legittimo diritto di cercare consolazione
nella lunga astinenza.
E Maria Bolena?
Enrico non l’ha mai amata! Maria era una nota
cortigiana. In effetti rimase incinta due volte, ma
Enrico si rifiutò di riconoscere i figli, tra l’altro
Maria era regolarmente sposata. Questa storia delle
amanti secondo me è solo frutto della fantasia popolare
e non corrisponde a verità.
Quindi
approva il detto che ebbe più mogli che amanti…
Le ricordo che aveva studiato da prete e preferiva
essere il marito delle donne che desiderava piuttosto
che l'amante.
Ma il vostro matrimonio era
davvero maledetto? Enrico iniziò a crederlo
dopo la lettura del libro biblico del Levitico. Lì si
affermava che, se un uomo sposa la moglie del fratello,
la coppia sarà senza figli.
Quindi? Mi accusò
di aver mentito circa il matrimonio non consumato con
Arturo rendendo, quindi, il nostro matrimonio sbagliato
agli occhi di Dio.
Ma solo lui poteva
saperlo se eravate giunta fanciulla al matrimonio…
Certo, e lui al tempo dichiarò pubblicamente,
vantandosene, di avermi trovata vergine.
E cosa fece? Per tutta risposta sposò
segretamente una mia ex dama di compagnia e sorella
della sua compagna di letto, Anna Bolena. Preparò poi un
atto speciale per annullare il nostro matrimonio,
facendolo approvare dal Parlamento .
Fu
per voi un periodo di dolore ed imbarazzo…
Pensi che Anna aveva ottenuto dal re un proprio
appartamento e un proprio seguito di dame d’onore. Il re
aveva preso l’abitudine di baciarla in pubblico e di
trattarla apertamente come moglie.
Il
Papa che disse? Enrico chiese ufficialmente
a Clemente VII di convalidare il matrimonio con Anna, ma
il Papa si rifiutò di annullare il nostro matrimonio. Di
fronte a tanta insistenza Enrico fu scomunicato anche se
il provvedimento era al momento sospeso.
Come si risolse il conflitto? Enrico gli
disobbedì assumendosi la responsabilità delle questioni
in materia di religione. Fu fondata la Chiesa Anglicana
con conseguente scisma dalla Chiesa Cattolica Romana. Il
mio matrimonio fu dichiarato nullo ed Enrico poté
sposare Anna secondo il giudizio della Chiesa inglese,
senza coinvolgere il Papa
E voi Maestà?
Nonostante il Parlamento fosse assoggettato
esclusivamente al Re mi rifiutai di riconoscere
l'annullamento e portai la questione davanti alla legge,
ma persi e fui costretta a lasciare la Corte.
Foste separata anche da vostra figlia e
addirittura Maria fu dichiarata illegittima.
L’intento era chiaro, il re sperava che in qualche modo
mi sarei arresa all'inevitabile. Per questo fui mandata
a vivere nel castello di Kimbolton, nel Cambridgeshire
in condizioni umili venendo considerata soltanto
principessa vedova del Galles. Del resto preferivo
disobbedire al re che a Dio!
Ma voi non
accettaste mai vero? Pensi che nelle mie
lettere mi firmavo "Caterina la Regina". Continuai a
ritenermi la legittima moglie del sovrano e regina fino
alla morte. Anzi, visto che il matrimonio con Anna
Bolena si stava deteriorando, ero io quella a sperare
che un giorno o l’altro sarei potuta tornare a Corte da
regina...
Caterina morì di una
forma di cancro nel 1536, e venne seppellita nella
Cattedrale di Peterborough con la cerimonia dovuta alla
Principessa del Galles, non ad una regina. Alcuni
ritengono che fu fatta avvelenare da Anna Bolena che
temeva un riavvicinamento di Enrico alla moglie
ripudiata; sembra che anche una misteriosa malattia
della principessa Maria avvenuta nello stesso periodo
sia da attribuire alla stessa fonte. Enrico prese
parte al funerale e ordinò un mese di lutto a corte che
fu infranto da Anna Bolena con il "Ballo in Giallo", ma
non permise alla principessa Maria di parteciparvi.
Di tutte le mogli di Enrico VIII Caterina è quella che
desta maggiore compassione. Venne descritta come persona
pia e devota, tollerante di fronte all’infedeltà del
marito, ma non si può trascurare la sua determinatezza,
rifiutando categoricamente di mettersi da parte. Non
dimenticò mai di essere figlia di due grandi monarchi:
Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona.
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FONTI:
L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E REALIZZATA GRAZIE A:
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DI ENRICO VIII
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