|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Giovanna II d'Angiò
La Regina dai cento
amanti
Passata alla storia come "Giovanna La
cacciatrice di uomini", "Sovrana lussuriosa", "Giovanna
l'insaziabile", la "regina dai cento amanti", Giovanna II
d'Angiò, regina di Napoli dal 1414 al 1435, è rimasta famosa
per la sua insaziabile fame di sesso. Fu figlia del re Carlo III
e Margherita di Durazzo.
1373 – 1435
Maestà all’età di 41 anni diventò regina
di Napoli… Ero vedova del mio primo marito
Guglielmo d'Asburgo, duca d'Austria ed ereditai il trono
alla morte di mio fratello Ladislao per acclamazione
popolare. La consorte di mio fratello, Maria d'Enghien,
che poteva opporsi alla mia successione, era stata
segregata in Castel dell'Ovo e poi confinata nella
contea di Lecce dove morì nel 1446.
Arrivò tardi ed inesperta al potere… Beh non
avevo alcuna pratica di governo, avendo vissuto fino ad
allora tra svaghi e divertimenti di corte, feste e
banchetti. Tra le altre cose ereditai un regno instabile
e piuttosto difficile da governare.
Si
dice di lei che fosse adatta più all’amore che al
potere… Cercai di combinare le due cose…
Una regina non sposata e senza figli dunque!
Già, sia la corte che la nobiltà napoletana mi
consigliarono vivamente di contrarre presto un nuovo
matrimonio, in modo da assicurarmi una discendenza
legittima e consolidare la stabilità degli Angioini sul
trono.
Al tempo era impegnata
sentimentalmente? Quando rimasi vedova
frequentavo Pandolfello Alopo, un ex stalliere che
nominai Gran Camerlengo.
Torniamo al
matrimonio, la scelta cadde su Giacomo II di Borbone
conte della Marca… Beh fu una scelta mirata
visto che Giacomo poteva assicurarmi l'importante
sostegno della monarchia francese. Ci sposammo il 10
agosto 1415.
Lei negò a suo marito il
titolo regio di sovrano consorte, attribuendogli
soltanto i titoli di Principe di Taranto e Duca di
Calabria. Non si fidava? La storia mi diede
ragione.
Come primo atto suo marito fece
decapitare il suo favorito e consigliere preferito
Pandolfello... Fu un evento per me molto
doloroso, mio marito aveva capito che Pandolfello oltre
ad essere stato un mio amante, godeva di un forte
credito a corte. Naturalmente questo ostacolava i suoi
piani e le sue mire di istituire un governo personale e
di controllare la corte attraverso funzionari francesi
di sua fiducia rivendicando per sé il titolo di re di
Napoli..
Lei cosa fece?
Potevo fare ben poco, mi teneva sequestrata a Castel
Nuovo, lasciandomi uscire solo in circostanze
eccezionali. La prepotenza di mio marito era evidente e
la sua ambizione suscitò i malumori dei baroni
napoletani. Solo un anno dopo dalle nozze, la nobiltà
scatenò contro Giacomo violenti tumulti in città, finché
non si vide costretto a rinunciare al titolo regio e
rispedire in Francia i funzionari.
Come
finì? Riacquistata la libertà… lo estromisi
da qualsiasi questione di governo frenando i suoi
propositi di potere. Nel 1418 Giacomo fu costretto ad
abbandonare Napoli e a ritirarsi in Francia, dove vestì
l'abito dei francescani fino alla morte.
Il problema della successione non era stato risolto…
Napoli era contesa tra Luigi d’Angiò e Alfonso V
d'Aragona. Cercai di mantenere una politica di
equidistanza nominandoli alternativamente figli
adottivi, ma il risultato non fu quello sperato: il
regno era in continuo stato di guerra.
E
in questo periodo conobbe Sergianni Caracciolo. Questa
volta niente stalliere, vero? Era un giovane
molto intelligente, valoroso guerriero ai tempi di
Ladislao, sposato con Caterina Filangieri, figlia del
conte di Avellino. Estremamente ambizioso divenne il mio
favorito.
Anche amante? Mio
marito era fuggito, mi sentivo di nuovo vedova.
Sergianni era un ottimo consigliere ed io lo ricompensai
degnamente con il titolo di "gran siniscalco", una delle
sette cariche più importanti del regno.
Non fu il solo vero? Ero sola ed avevo
bisogno di protezione per difendere orgogliosamente il
mio regno, nonché di molti consiglieri per curare gli
affari di stato, anche se la leggenda si spinse oltre
narrando di miei emissari che rastrellavano per le vie
di Napoli giovani, figli del popolo, di bell’aspetto.
Tra le leggende popolari è emblematica
quella del coccodrillo al Maschio Angioino…
Eh già, venivo descritta come una specie di ape regina
che dopo l’amore mandava a morte i suoi amanti
occasionali per cancellare ogni tipo di traccia. Secondo
queste fantasie avevo a disposizione una botola segreta
dentro Castel Nuovo nella quale gettavo i miei amanti,
dandoli in pasto al coccodrillo o mostri d’ogni genere,
dopo che avevano terminato il loro compito.
Torniamo alla storia, nel 1419 fu consacrata
unica e legittima sovrana di Napoli col nome di Giovanna
II. E qui nacque quel lungo capitolo segnato
dalle aspre lotte per la successione tra Angioini e
Aragonesi. Ma la causa principale è legata a papa
Martino V…
Ovvero? Mi
rifiutai di dargli sostegno economico per la
ricostruzione dell’esercito dello Stato pontificio e
venni addirittura scomunicata.
Fu
consigliata dal Caracciolo vero? Questo non
ha importanza. Sta di fatto che il papa incollerito
decise di passare alla rappresaglia. Trovare sostenitori
non gli fu difficile. Viste le forze in campo per Luigi
III d'Angiò fu un gioco da ragazzi sbarcare sui lidi
campani ed assediare la città.
Il suo
regno stava capitolando… cosa successe? Il
papa si finse mediatore tra le parti, ma riuscii durante
la conferenza di Firenze a smascherare la sua posizione
ambigua ottenendo l’appoggio del re Alfonso V d'Aragona,
al quale promisi la nomina di erede al trono.
L'assedio di Napoli da parte delle truppe di
Luigi venne interrotto proprio dall'arrivo delle navi
aragonesi… Alfonso entrò nella capitale nel
luglio del 1421. Ma nacquero subito dei problemi…
Cioè? Lui ambiva al potere
assoluto e non si accontentava della nomina ad erede al
trono. Tra l’altro odiava Sergianni Caracciolo ed io fui
costretta a prendere come dimora Castel Capuano mentre
Alfonso stabilì la sua corte in Castel Nuovo.
La situazione precipitò ulteriormente…
Alfonso fece arrestare Caracciolo poi i suoi soldati
tentarono l’assedio alla mia residenza di Castel
Capuano, ma le mie guarnigioni respinsero egregiamente
l'attacco.
Il tutto si concluse con uno
scambio di prigionieri… Non solo, Sergianni
tornò libero ed io mi riavvicinai a Luigi d'Angiò.
Dichiarai decaduta l'adozione di Alfonso e adottai al
suo posto, come figlio ed erede, proprio Luigi.
E Alfonso come la prese? Fu
richiamato in patria dagli scontri fra i suoi fratelli e
il Regno di Castiglia. Ed io riconquistai Napoli mentre
le milizie aragonesi si davano alla fuga.
E il rapporto con Luigi d'Angiò?
Dimorò nel suo feudo calabrese in attesa della chiamata
al trono senza interferire nelle vicende napoletane.
Ma a questo punto nacque il problema di
Sergianni Caracciolo. Beh le vicende degli
ultimi anni gli avevano dato di fatto un potere enorme
ed i nostri rapporti personali si erano drasticamente
incrinati. Lui era diventato sempre più avido di potere
e ricchezze e la cosa mi irritava notevolmente.
Cosa successe? La notte del 19
agosto del 1432, qualcuno bussò alla sua porta in Castel
Capuano, comunicandogli di accorrere perché la sovrana
stava morendo. Appena fuori fu immediatamente
assassinato a colpi di spada.
Lei
naturalmente non era a conoscenza del fatto vero?
Il Caracciolo aveva fatto il passo più lungo della
gamba, non approvai quell’omicidio ma mi prodigai
affinché i congiurati non fossero puniti. Inoltre decisi
di confiscare agli eredi i feudi che avevo donato a
Sergianni in cambio la vedova, Caterina Filangieri, ebbe
un piccolo indennizzo.
La strada del
trono per Luigi d'Angiò era diventata sgombra ed
agevole… Purtroppo morì, alla vigilia del
suo matrimonio con Margherita di Savoia, nel 1434 a
Taranto, senza poter accedere al trono.
Giovanna, ormai anziana, dispose nel proprio testamento
che alla sua morte la corona passasse al fratello di
Luigi, Renato I d'Angiò. Morì a Napoli il 2 febbraio
1435, all'età di 62 anni. Fu seppellita con semplicità
sotto l’altare maggiore della chiesa dell’Annunziata, ma
nel 1757 un incendio distrusse la sua tomba. Gli anni
successivi furono segnati dal conflitto fra Renato
d'Angiò e Alfonso d'Aragona, tornato a rivendicare i
propri diritti sul regno. E alla fine sarà proprio lui a
spuntarla, insediandosi sul trono nel 1442 col nome di
Alfonso I, soprannominato il Magnanimo. Ancora oggi
si racconta che la brama d’amore di Giovanna non si sia
affatto spenta e che il suo spirito vaghi nel Castello
di Giusso a Vico Equense alla ricerca di un uomo degno
con cui congiungersi, mentre le urla dei fantasmi degli
sventurati amanti ancora echeggiano dalla cappella del
castello.
|
INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
www.italiamedievale.org www.napolimisteriosa.it
http://it.wikipedia.org http://xoomer.virgilio.it
FOTO GOOGLE IMAGE
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|