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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Giovanna d'Arco
La pulzella d’Orlean
Venerata come l’incarnazione di una
profezia e bruciata da coloro che la temevano, Giovanna D’Arco,
rimane una icona che ispira il mondo ancora dopo 500 anni dalla
sua morte
(Domrémy, 6 gennaio 1412 –
Rouen, 30 maggio 1431)
E’ il XV secolo, la guerra dei Cento
anni. Francia. Anche prima che Giovanna nascesse la
leggenda narrava della Vergine di Lorena che avrebbe
salvato la Francia, una nazione dilaniata da
innumerevoli battaglie , che aveva visto gli inglesi di
Re Enrico avanzare per il suolo settentrionale francese,
sino alle porte di Orleans, chiave di volta della Loira,
stretta d’assedio da ben 4 fortezze. Non lontano da
Orleans, a Chinon, il futuro Re di Francia attendeva
rassegnato e indebolito la definitiva disfatta…ma una
ragazzina su un cavallo bianco, con abiti maschili ed
uno stendardo costellato di fiordalisi, scaccia un
intero esercito e mette una corona mandata da Dio sulla
testa di Re Carlo VII. Sembra una favola ma è una realtà
che si presentò agli occhi di tutto il mondo nel XV
secolo.
La stessa realtà sta per prendere vita
davanti ai miei occhi, mentre attraverso un campo della
cittadina di Donremy, nella regione di Champagne, in
Francia, dove Giovanna nacque il 6 gennaio del 1412 .Lei
mi attende nella sua casa natale, lei, la guerriera, la
strega, la Santa, l’icona di un secolo. Nel giro di
mezzo secondo mi ritrovo faccia a terra, con il sapore
metallico del terriccio in bocca, qualcosa mi intralcia
le gambe. Alle mie spalle una ragazzina sogghigna e
brandisce un grosso bastone, su cui ho probabilmente
inciampato. Mi rialzo e impreco ad alta voce. Il secondo
colpo più forte alle ginocchia mi coglie impreparata.
“Dio predica la non violenza, ma non ho mai
sopportato le bestemmie, sarà colpa del comandante, ne
tirava fuori una ogni mezz’ora ad Orleans. Mi segua e mi
dia del tu, piacere, Johanne” Poco più di 150 cm di
altezza, dimostra si e no 14 anni nonostante i suoi 19
compiuti, vestiti semplici e sporchi di terra, un
sorriso splendente e un bastone con cui mi ha appena
stesa 2 volte, è lei, Giovanna D’Arco. Immagino Carlo
VII metterla a capo di una armata e mi convinco
definitivamente che deve aver visto anche lui S.Michele
Arcangelo in persona per farlo. E’ una bambina dalla
corporatura esile, la pelle chiara risalta nell’oscurità
del crepuscolo e occhi grandi e attenti scrutano la
strada fino all’arrivo nella sua casa, piccola e
modestamente arredata, riscaldata da un debole fuoco.
Qui è cresciuta Giovanna D’Arco e ora siede di fronte a
me, rosicchiando un tozzo di pane raffermo. Prima
domanda. Johanne, scusa la mia sincerità, ma è
incredibile pensare che una giovane donna come te abbia
messo in ginocchio il re d’Inghilterra nel suo momento
più aureo dell’invasione in Francia. “Se lo dicono i
libri di storia sarà vero…no?” Mi inchioda con gli
occhi. “Se ha domande più serie da farmi possiamo
procedere e spero, scusi la mia di sincerità, di non
avere un prototipo di essere moderno che misuri la forza
in base all’altezza, i muscoli e l’avvenenza.”
Aggressiva. Raccolgo le forze a vado avanti.
Come
è iniziato il tuo viaggio nella storia? Quando capisti
di essere tu la “Vergine di Lorena”? All’epoca dei
miei 13 anni sentii una voce mandatami da Dio per
guidare le mie azioni. La prima volta ho avuto molto
paura. La voce si fece sentire a mezzogiorno, d’estate,
nel giardino di mio padre. Veniva da destra…quasi sempre
c’era anche un bagliore molto forte. Dopo averla
ascoltata 3 volte capii che era la voce di un angelo. Mi
diceva di comportarmi bene, di andare in Chiesa. Due o
tre volte ogni settimana mi diceva che dovevo partire,
di venire in Francia e liberare Orleans assediata.
La tua fede era già salda prima di questi eventi?
Ero una bambina molto religiosa, andavo tutti i giorni
in Chiesa a confessarmi e portavo a pascolare le pecore
sulle coste della Mosa…ero timida, non giocavo molto,
mia sorella era la mia unica amica.
Trattiene le
lacrime, sua sorella maggiore morì a 18 anni durante un
attacco inglese al suo villaggio, Giovanna vide il
fatto, impotente e nascosta, troppo piccola per fare
qualcosa.
I non credenti giustificano il tuo
fervore nella vendetta contro gli inglesi con la morte
di tua sorella, arrivando a conclusioni quali la
psicosi. Si alza e stringe il rosario che tiene in
grembo. “Che Dio perdoni queste persone, perché
incapaci di vedere col cuore; il dolore non rende
vendicativi i puri di cuore, li apre anzi verso qualcosa
di più grande e aprì me verso Dio. Solo i deboli,
incapaci di affrontare la sofferenza, si rifugiano nel
male e nella vendetta”
Tu eri una semplice
contadina, priva di titoli e mezzi, non conoscevi
nessuno che potesse condurti dal re, il re stesso ti era
sconosciuto…a queste condizioni era pressoché
impossibile ottenere una udienza. La voce mi diceva
di trovare Robert De Baudricourt a Vacouleurs, il
capitano della piazza, perché mi desse degli uomini per
accompagnarmi dal re a Chinon. Risposi che ero una
ragazza, che non sapevo andare a cavallo, né a fare
guerra. Poi dissi a mio zio che dovevo andare a
Vacouleurs e mi ci accompagnò. Riconobbi Robert De
Baudricourt pur non avendolo mai visto in vita
mia.Baudricourt,dopo avermi mandata via due volte, alla
terza mi diede uno scudiero e 4 uomini d’arme. Ci
dirigemmo verso la corte del Delfino, a Chinon.
Ma chi era “la voce”? S.Michele Arcangelo, me lo
disse lui stesso.
Il re ti diede l’esercito
fomentato dalla leggenda della Vergine di Lorena che
avrebbe salvato la Francia dai suoi nemici… Il re non
era uno stupido, la prima volta che mi vide mi diede la
possibilità di parlare perché sventai un inganno da lui
pensato per verificare le mie effettive capacità. Mise
sul trono il suo migliore arciere, Jean D’Aulon,
presentandolo come futuro re, ma la voce mi disse che
non era lui il re e mi indicò il vero re, che io non
avevo mai visto,in mezzo a quelle persone. Appena lo
vidi mi salirono i brividi e lo abbracciai forte, gli
dissi che avrei fatto guerra agli inglesi.
A quel
punto i brividi li avevo pure io. Come lo
convincesti? Cosa gli dicesti? Porto notizie dal
nostro Dio. Il Signore vi renderà il vostro Regno,
sarete incoronato a Reims e scaccerete i nostri nemici.
In questo sono la messaggera di Dio; concedetemi la
possibilità e organizzerò l’assedio a Orleans…ma
ovviamente non mi credette…seguirono strenuanti
interrogatori e delle matrone verificarono la mia
verginità a Poitiers, nel marzo del 1429.
E…
Nessuno mi avrebbe creduto, neanche se avessi sollevato
l’altare di Reims con un dito, anzi, in quel caso mi
avrebbero accusata di stregoneria e bruciata il giorno
dopo.
Ero senza parole, ricordavo con precisione
dalla storia che lei convinse tutti con le sue
argomentazioni, ma vedendola di persona, ora, ero
perfettamente cosciente che non sarebbe stato
sufficiente. La storia scritta non ne parla, lo so,
ma fu un angelo di Dio che portò il segno al re:
S.Michele. I miei esaminatori smisero di tormentarmi
quando lo videro, più di 300 persone videro il segno.
L’angelo disse al Delfino di lasciarmi compiere la mia
missione e diede la corona all’arcivescovo di Reims, il
quale la consegnò al re. La corona era d’oro fino, non
saprei dirne il valore, talmente bella e preziosa da non
potere essere creata da mano umana. Tutto questo accadde
dopo Pasqua.
Non temevi gli inglesi? No, ero
felice, volevo solo spaccar loro la faccia quanto prima
possibile (Dio mi perdoni).
Imparasti velocemente
l’arte della guerra e convincesti l’esercito a seguirti…
E vincemmo a Orleans. Gli inglesi all’inizio delle
battaglie mi credevano una strega mandata dall’inferno.
Una freccia mi colpì vicino al cuore e i nemici mi
credettero morta, ma si zittirono quando mi alzai
all’alba per soffocare le loro bestemmie, col mio
stendardo bianco,completamente guarita. Nelle battaglie
successive avemmo la meglio; quindi mandai una lettera
al re d’Inghilterra invitandolo a ritirarsi o avrebbe
visto la sua morte in quel campo. L’esercito inglese si
ritirò e Orleans fu libera. L’esercito inglese
scacciato da una lettera dettata da una contadina
analfabeta. Eppure fu così, se ne andò. Un miracolo.
Il miracolo fu vedere incoronato Re Carlo VII nella
cattedrale di Reims, il 7 luglio 1429; ricordo i
profumi, gli applausi. La gioia, il re raggiante, la
Francia, splendida.
Susseguirono tue battaglie
accompagnata da un esercito fedele e tenace, parliamo di
questi episodi. No, non mi piacque tutto il sangue
che vidi. Tanto, troppo. L’uomo sa essere una bestia.
Preferisco non ricordarle.
Perché continuasti a
lottare nonostante la tua missione fosse terminata, dopo
l’incoronazione di re Carlo? Sbagliai. Ero un essere
umano giovane, ero diventata inarrestabile, accecata
dalla vittoria d’Orleans feci il passo più lungo della
gamba, battaglie su battaglie senza che il re mi
rifornisse.
Mai un attimo di paura? Temevo
solo il tradimento e non si fece aspettare. A Compiegne
fui catturata durante una battaglia dai Borgognoni che
successivamente mi vendettero per 10.000 scudi d’oro al
migliore offerente tra Francia e Inghilterra. Re Carlo
non mosse un dito in mia difesa, ero diventata una
minaccia per lui con la mia fama crescente e
l’Inghilterra mi comprò, facendo di me carne da macello.
Hai perdonato re Carlo? Ho impiegato un po’, ma
se così non fosse, non sarei ciò che sono ora.
E
la Chiesa? Errare è umano e ai tempi il potere
temporale e quello spirituale erano purtroppo molto
legati. La mia morte fu una mossa politica, la Chiesa ha
già chiesto perdono per molti dei suoi errori e hanno
proceduto alla mia beatificazione.
Come affrontò
una ragazzina di 18 anni il tribunale dell’Inquisizione,
19 controinterrogatori in 14 mesi e le torture che li
accompagnarono? Come affrontai un esercito di
migliaia di inglesi inferociti, così mi posi davanti a
quei musi lunghi dalla lunghe vesti scure e le loro
domande tendenziose.
Un ricordo particolare del
processo… Lo svenimento di Cauchon (vescovo di
Beauvais) quando sorridendo gli ricordai di stare
attento a giudicarmi, in quanto anche lui un giorno
sarebbe stato giudicato. Un momento di soddisfazione in
mezzo a tanto caos. Non ne azzeccavano una. Non mi
convinsero a rinnegare la missione affidatami da Dio; ma
in cuor mio confidavo ancora nel re di Francia,nel caso
in cui mi avessero accusata e condannata per
stregoneria.
Quando ti rendesti conto che Carlo
VII ti aveva abbandonata? Quando accesero i ceppi ai
miei piedi il 30 maggio 1431, per bruciarmi nella piazza
del mercato di Rouen.
La guardavo e mi chiedevo
come potesse esserci tanta forza in quel piccolo e
giovanissimo corpo. La mia mente era svuotata. Nulla.
Io non so leggere, né scrivere, non conosco l’arte del
parlare e non brillo di intelletto. Sono magra e non ho
molta forza fisica; tuttavia ho affrontato 14 mesi un
tribunale che avrebbe sentenziato anche in un solo
giorno, sopportato torture che lei non può neanche
immaginare e sconfitto uno degli eserciti più potenti
del mondo. Sono un’eroina? Una grande? Sono forte? Sono
un gigante? Sono una Santa? Una guerriera? Lo vede anche
lei che non è così. Ho solo un grande cuore e Dio
attraverso di esso ha compiuto un’opera immensa,
risollevando le sorti della Francia e cambiando la
storia…ma oggi ve ne state dimenticando. Da voi, una
contadina analfabeta, bassa e maldestra, neanche troppo
intelligente o furba, sarebbe solo derisa e non
considerata , ma Dio 500 anni fa la trovò talmente bella
da renderla immortale nei secoli. Cos’avevo? Cuore,
coraggio… ma soprattutto Fede. Abbiateli anche voi oggi
e cambierete la storia, esattamente come feci io secoli
fa.
L'INTERVISTA E' A CURA DI ILARIA
ALESSIO
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FONTI:
FOTO GOOGLE IMAGE
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