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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 

Grace Kelly
L'attrice Principessa
DI FRANCESCA PANZACCHI
"Troppo fredda, regina delle nevi" disse di lei Bing Crosby. "Altera, inappuntabile, un’autentica Lady" la definì invece James Stewart. "Nata Principessa” profetizzò Frank Sinatra
 
Grace Kelly, emblema di eleganza e perfezione
per più generazioni, incarna una bellezza
fragile quanto assoluta.





 

 
Nata in una ricca famiglia di Philadelphia il 12 novembre del 1929, Grace Patricia era la terza dei quattro figli di John Brendan Kelly senior e di Margaret Majer.
Il padre, un milionario di origini cattolico-irlandesi, vincitore di una medaglia d' oro alle Olimpiadi nella specialità canottaggio, era un industriale di successo, la madre invece era una modella di origini tedesche. Lo zio George Kelly, famoso commediografo, vinse il prestigioso Premio Pulitzer.
Gracile, timida e molto riservata Grace è estremamente diversa dai fratelli, atletici ed amanti dello sport, che le trasmettono però il senso della competizione e della rigida disciplina.

Grace trascorre un' infanzia serena ed una giovinezza abbastanza tranquilla, come ogni ragazza agiata americana, coltivando però il sogno di diventare attrice.
Dopo essersi diplomata alle scuole superiori, nel 1947 si trasferisce a New York per frequentare l'American Academy of Dramatic Arts, nonostante la ferma opposizione della famiglia.
Bella, alta e bionda, ma soprattutto aristocratica e sofisticata, il corpo esile in netto contrasto con le bellezze formose che andavano di moda allora, Grace ha sia un' immagine che una personalità totalmente diverse rispetto ai modelli del suo tempo e riesce a fare di queste sue peculiarità il proprio punto di forza.
Nel 1955 recita al fianco di Cary Grant nello straordinario Caccia al ladro di Alfred Hitchcock ed è durante la lavorazione di questo film, interamente girato sulla Costa Azzurra, che conosce il suo futuro consorte: il Principe Ranieri III di Monaco.

Lei arriva, incedendo lentamente, con una grazia estrema che si palesa in ogni movimento. La sua bellezza sembra collocarsi fuori dal tempo, in una dimensione eterna. Non saprei dire quale sia il suo stato d’animo… Sembra serena, eppure un velo di tristezza le adombra il viso. E’ una tristezza appena percettibile ed allo stesso tempo straordinariamente intensa.
Mi saluta in modo formale, come si conviene ad una Principessa, e rimane in silenzio fino a quando io formulo la mia prima domanda:

Principessa, la ringrazio per avermi concesso il privilegio di intervistarla, vorrei che mi parlasse della sua infanzia e di quelli che erano i suoi sogni…
Ho trascorso un’ infanzia serena, sono cresciuta con i miei genitori ed i miei tre fratelli in una bella casa di Philadelphia. Fin da piccola avevo grandi sogni e grandi ambizioni che divenivano sempre più grandi man mano che crescevo. La mia vera vocazione è sempre stata una soltanto: fare l’attrice.

La sua famiglia appoggiò questo desiderio di divenire un’attrice?
No, l’idea che io diventassi un’ attrice non li rendeva affatto felici e, almeno inizialmente, tentarono di ostacolare queste mie ambizioni. Io però sono una persona risoluta e combattiva, così ho seguito le mie inclinazioni con tutta la determinazione della quale sono capace.

Quale peso ha avuto la sua straordinaria bellezza lungo la strada verso il successo?
E’ stata la bellezza a spalancarmi le porte del successo, ma l’ intelligenza ed il talento mi hanno permesso di mantenerlo.

Come arrivò il successo? Giunse in modo inaspettato?
Arrivò all’improvviso con il mio debutto cinematografico nel 1951, quando avevo soltanto ventidue anni. Ottenni infatti una piccola parte nel film drammatico La 14esima ora del regista Henry Hataway. Così iniziò la mia carriera cinematografica. L’ anno successivo fu mio il ruolo di Amy Kane, la moglie dello sceriffo interpretato da Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco. Il film ebbe un enorme successo ed ottenne ben quattro premi Oscar.

Con quale film divenne un’ attrice di fama internazionale?
Il successo internazionale arrivò con la pellicola Mogambo di John Ford, una storia drammatica ambientata nella giungla del Congo ed incentrata sul triangolo amoroso fra Clarke Gable, Ava Gardner e me. Ho amato molto questo film, con esso ho ottenuto una nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista.

E poi arrivò Alfred Hitchcock…
Fu lui a valorizzare appieno il mio talento, catturando la gelida sensualità che mi è sempre appartenuta. Lui sosteneva che dal mio viso angelico trasparisse una velata promessa di ardente erotismo. Folgorato dalla mia presenza scenica il Maestro del Brivido coniò per me l' ossimoro “Ghiaccio Bollente” sottolineando così la straordinaria carica di sensualità emanata dalla mia immagine sullo schermo. Egli mi fece entrare nell’immaginario collettivo con film di enorme successo quali Il delitto perfetto, La finestra sul cortile e Caccia al ladro.

Com’ era il vostro rapporto sul piano personale?
Ci univa un' istintiva simpatia e lo stesso senso dell' umorismo: non siamo stati solo compagni di lavoro, ma anche ottimi amici.

Qual è il film che ricorda con maggior emozione?
Il melodramma sentimentale La ragazza di campagna del regista George Seaton mi ha regalato l’indimenticabile emozione di ricevere l’Oscar come migliore attrice protagonista.
Fa una pausa, poi aggiunge...
…Ma fu il film Caccia al ladro che cambiò il mio Destino…
Adesso non sembra più gelida ed impenetrabile, la voce è leggermente velata dall’emozione mentre ricorda l’incontro che le cambiò la vita.

Si riferisce all’incontro col suo futuro consorte vero?
Annuisce col capo ed inizia a raccontare…
Durante la lavorazione del film Caccia al ladro, ambientato in Costa Azzurra, conobbi il Principe Ranieri III di Monaco.

Fu amore a prima vista?
Sì, fu un vero e proprio colpo di fulmine… Lui iniziò da subito a colmarmi di attenzioni e a scrivermi lunghe lettere d’ amore. La nostra relazione si consolidò velocemente divenendo ufficiale durante la mia partecipazione come ospite al Festival di Cannes del 1956.

Lei amò sinceramente il Principe, al di là del ruolo che rivestiva?
L’ho amato con tutta me stessa… Mi colpirono i suoi modi garbati ed eleganti, il suo fascino, la sua nobiltà d’animo.

Le vostre sono state davvero nozze da favola…
Il matrimonio fu sfarzoso oltre ogni limite e la cerimonia religiosa, che ebbe luogo il 19 Aprile del 1956, fu ripresa dalla tv monegasca e trasmessa in mondovisione.

Sposare il Principe ha significato abbandonare per sempre il Cinema…
Dopo il matrimonio mi sono dedicata alla famiglia completamente, accantonando quasi del tutto la mia carriera artistica, senza nessun rimpianto. I miei due ultimi film, Il Cigno e Alta Società risalgono entrambi al 1956, anno delle mie nozze.

Il vostro matrimonio è stato coronato dalla nascita di tre figli: Carolina, Alberto e la ribelle Stephanie…
Loro sono il bene più prezioso: ho sempre voluto proteggere i miei figli cercando di fargli vivere una vita normale, il più distante possibile dai riflettori.

Un’ ultima domanda Principessa… Secondo lei quale pregio o virtù deve possedere una donna prima d’ ogni altra cosa?
Classe ed eleganza nei modi, la vera bellezza non è che l’emanazione di un fascino interiore.


Il 13 settembre 1982 avviene la tragedia: mentre è alla guida della propria auto insieme alla figlia più piccola, percorrendo lo stesso tratto della Moyen Corniche sopra Montecarlo lungo il quale aveva sfrecciato a folle velocità durante le riprese del film Caccia al ladro, perde la vita in un terribile incidente stradale, le cui cause non sono state mai del tutto chiarite.
La versione ufficiale sostiene che Stephanie riuscì ad uscire in tempo dall' auto precipitata in un pendio, mentre la madre rimase intrappolata all’interno. Quando arrivarono i primi soccorsi la Principessa Grace fu trovata priva di conoscenza. Arrivò già in coma all’ospedale dove morì a soli 52 anni.
Sulla sua tomba non è stato scritto “Principessa”, ma “Moglie del Principe”, come da sempre si usa nella famiglia Grimaldi.

FrancescaP


 







 
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